Luciano
Minguzzi
1911- 2004
Gallo Nuovo
- 1954
collocato in Mariahoek di Utrecht nel 1957
Luciano Minguzzi (Bologna 1911 - Milano 2004), scultore italiano, tra i maggiori del XX secolo. Figlio dello scultore Armando Minguzzi, nel periodo 1931-1935 frequentò l'Accademia di belle arti di Bologna, esponendo alla Biennale di Venezia nel 1934 (dopo quella prima volta, le sue opere furono presentate spesso alla Biennale: nel 1950 gli fu conferito il Gran Premio della scultura).
Componenti essenziali della sua formazione furono una rimeditazione a vasto raggio della tradizione plastica (studiò soprattutto l'arte classica ed etrusca, il romanico padano, Niccolò dell'Arca) e l'influsso di alcuni contemporanei, quali Arturo Martini, Manzù, Marini: donde le sue prime sculture, figurative, di possente volumetria, ma alleggerite dal vibrare della luce sulle superfici (Eva, 1938; Capricci, 1942; Ritratto della madre, 1942). Nel 1943-1945 partecipò alla Resistenza e nel 1945 fondò il gruppo Cronache, legato a Corrente di Milano; nel 1948 risiedette a Parigi, dove entrò in contatto con importanti artisti, quali Zadkine e Giacometti.
Nelle opere del dopoguerra emerse, anche per influsso di Picasso, una maggiore libertà nel trattare la forma umana, nonché una tendenza espressionistica di segno sia drammatico, sia giocoso (Gallo, 1950; Cane fra le canne, 1950; serie degli Acrobati; formelle per la quinta porta del Duomo di Milano, 1950-1952, montata nel 1965; bozzetti per il Monumento al prigioniero politico, 1952, e per Uomini del lager, 1957).
Alla fase astratta degli anni Sessanta, contraddistinta da aeree sculture a nervature e vele, seguì una ripresa originale dei temi e modi del dopoguerra (Fiore chiaro, 1969; Porta del Bene e del Male per la basilica di San Pietro a Roma, 1970-1977; Le Parche, 1982-1984). Numerosissime le mostre e i riconoscimenti, in Italia e all'estero. Dal 1956 al 1975 Minguzzi insegnò presso l'Accademia di Brera a Milano.