Walter
Veltroni
prelibato pollo arrosto
Grande nostalgia per Prodi. O almeno: appena viene citato il suo nome, scatta l’ovazione. Gli applausi più forti, in una giornata di mosci battimani, li prende l’Assente. Che da tempo ha sbattuto la porta ed è andato via dal PD e ieri s’è limitato a mandare una cartolina che Veltroni legge dal palco: «Le ragioni che mi hanno spinto a dimettermi sono ancora valide». Valide o no, il clima, nel primo appuntamento post-elettorale del PD, è da Grande Depressione. Dei 2.800 delegati dell’Assemblea Costituente, se ne sono presentati al massimo 800. Specie i giovani se ne sono andati al mare.
Intanto il leader, anche per difendersi dagli oligarchi e dalle correnti, cerca di mettere toppe di qua e di là ed è un trionfo di «ma anche». E in platea, chi c’è è fra il narcotizzato e l’inerte, e non si ha neppure la forza di applaudire. A parte che per Prodi. Ma quando scoppia l’ovazione per l’ex premier, in un partito nel quale i prodiani si sentono emarginati, il delegato Gad Lerner in prima fila sbotta: «Ipocriti!». Delusione, spaesamento, depressione. Mentre parla Walter, una donna allatta. Il regista Ettore Scola si appisola. A Fioroni squilla il cellulare. Chiunque perda le elezioni - basti pensare a quanto era depresso Berlusconi dopo il voto del 2006 - resta sotto botta per un po’, a leccarsi le ferite.
Ma qui, in più, c’è l’incomunicabilità. Ognuno elabora il proprio lutto in solitudine, anche se stanno tutti nella stessa sala. Nel lato sinistra, ecco un caminetto fra big dalemiani (il Comandante Massimo, Latorre, Bersani, Reichlin). Sul lato opposto, ci sono i ribelli prodiani. E Parisi ha appena finito di battibeccare con Franceschini. Barbi grida «imbroglioni», rivolto verso Walter e gli altri, accusati di stravolgere le regole. Uno poteva pensare: dopo la sconfitta, tutti avranno voglia di straparlare e di piangere e di scannarsi davvero. Invece, no. La botta elettorale è stata così forte che in pochi - quasi nessuno - s’avventano sul palco per dire: «ora gliele canto io a questi qui». Lo fa solo un’insegnante casertana, Stefania Modestino, che sale sul palco, afferra il microfono e sferza i big: «Voi vivete nell’iperuranio. Siete lontani dalla realtà. Non ti chiamo Walter, onorevole Veltroni, perché io mi sento distante dal vostro modo di fare politica e voi siete distanti dal Paese».
Mario Ajello - il Mattino
http://vicoequenseonline.blogspot.com/2008_06_01_archive.html.