Livorno Ovosodo
Livorno Ovosodo
Ovosodo è un quartiere del centro di Livorno, chiamato così per via delle maglie bianco-gialle indossate durante il Palio Marinaro (ovosodo è infatti un modo dialettale di dire uovo sodo).
Il Palio Marinaro è una manifestazione folkloristico/remiera che si svolge a Livorno, nella acque di mare antistanti alla Terrazza Mascagni e che vede contrapporsi 16 rioni cittadini. È la più antica e prestigiosa manifestazione remiera livornese, alla quale si sono aggiunte nel tempo la Coppa Barontini (gara a cronometro lungo il percorso del Fosso Reale) e, più recentemente, la Coppa Risi'atori (estenuante gara dalla Torre della Meloria fino al porto labronico).
Le origini del Palio Marinaro sono antiche; sebbene si abbiano notizie di un palio per l'inaugurazione dei fossi cittadini nel 1606, uno degli avvenimenti precursori dell'odierna manifestazione può essere ricercato nei festeggiamenti indetti nel 1766 per festeggiare la visita in città del granduca Pietro Leopoldo; per l'occasione la comunità olandese alemanna organizzò una corsa di lance a remi nei pressi del porto labronico.
stemma di Livorno
Le origini di Livorno sono ignote e si perdono nelle leggende e nella mitologia, ma certamente il sito era frequentato sin dall'epoca preistorica, come documentato da numerosi reperti archeologici, quali cuspidi di freccia, lamine usate come coltelli, raschiatoi e punteruoli. Nelle campagne intorno alla città furono rinvenuti anche pregevoli oggetti d'epoca etrusca e romana, che andarono ad arricchire le collezioni dei fondi museali cittadini. Già nel I secolo a.C. Cicerone nella lettera al fratello Quinto («...ut aut Labrone aut Pisis conscenderet. Tu, mi frater, simul et ille venerit, primam navigationem...») cita il nome di Labrone, a testimonianza che il territorio era abitato stabilmente sin dai tempi antichi. L'aggettivo labronico è tutt'oggi comunemente utilizzato come sinonimo di livornese.
rione Salviano
Salviano è un quartiere di Livorno, situato alla periferia est della città. Dal punto di vista amministrativo è compreso nella circoscrizione 4. Per secoli, fino all'inizio del Novecento, l'insediamento ha rappresentato una frazione esterna alla città. Questo fattore caratterizza ancor oggi l'abitato di Salviano, dotato ad esempio di un proprio cimitero adiacente alla chiesa di San Martino.
Di origine romana (il toponimo di Salviano deriverebbe dal nome di alcuni colonizzatori d'epoca romana, ovvero la gens Salvia o meno probabilmente la gens Silvia), le prime notizie certe si hanno però in epoca medioevale, intorno all'anno Mille. Già allora esisteva una chiesa consacrata a San Martino che dipese dal 1277 dalla pieve di San Paolo dell'Ardenza e i cui resti sono giunti sino ai giorni odierni; inoltre, la presenza di una casa con torre fornita di una campana a difesa del Porto Pisano dal lato di terra (1182), conferì all'abitato il titolo di Castello.
Salviano era collegato a Livorno da una via (l'attuale via di Salviano) la cui presenza risulterebbe anteriore addirittura alla costruzione della città fortificata del Buontalenti - XVI secolo.
Per tutto il periodo mediceo i territori della frazione si rivelarono tra i più fertili della città e quindi furono caratterizzati dallo sviluppo di numerose colture agricole, con la creazione della "Tenuta di Salviano, Tregolo e Cala Mosca" e della fattoria della "Leccia", appartenente agli Sproni, che si trovava sulla destra della strada diretta verso la Valle Benedetta. Quest'ultima fu eretta nel 1690 sulle rovine dell'antico eremo di Santa Maria di Caprolecchio risalente al 1256. Le porte dell'edificio principale, scolpite a bassorilievo, sono quelle della chiesa dei Greci Uniti. Sul lato sinistro della strada vi era la fattoria dei Grifoni, antico ospizio dei certosini di Calci, detto La Grancia; da qui si spedivano le vettovaglie per la certosa della Gorgona con una barca battente propria bandiera rappresentante la Madonna e i santi Bruno e Gregorio.