I musicanti di Brema
di Jacob e Wilhelm Grimm
Statua
in bronzo del 1953 di Gerhard Marcks – 1953
nella piazza del Municipio di Brema - Germania
che ricorda la favola dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm
Die Bremer Stadtmusikanten
- I musicanti di Brema
I
musicanti di Brema
Die Bremer Stadtmusikanten
favola dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm
Tra le favole dei fratelli Grimm, famosa è quella intitolata I musicanti di Brema, tant'è che tutt’ora nell’omonima città della Germania settentrionale, in piazza del Municipio, c’è una statua in bronzo che la ricorda. Questa storia ben si presta a essere rappresentata nelle diverse forme d’arte: ricordiamo molte trasposizioni teatrali in prosa e poesia, balletti, operette e film d’animazione. Non manca ovviamente il personaggio gallicano di spicco.
Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni. Ora che le forze lo abbandonavano, il padrone pensò di toglierlo di mezzo. L’asino si accorse che non tirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare il musicante. Dopo aver camminato un po’, trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada sfinito e gli domandò: “Che ti succede?” “Ah - rispose il cane - siccome sono vecchio e divento ogni giorno più debole, il mio padrone vuole accopparmi, e allora me la sono data a gambe: come farò ora a vivere?” Disse l’asino: “Io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu con me.” Il cane allora lo seguì.
Poco dopo trovarono per strada un gatto dall’aspetto molto afflitto. “Ti è andato storto qualcosa?” domandò l’asino. “Come faccio ad essere allegro? Dato che invecchio, i miei denti si smussano e preferisco starmene a fare le fusa accanto alla stufa invece che dare la caccia ai topi, così la mia padrona ha tentato di annegarmi. L’ho scampata, ma adesso dove andrò?” “Vieni con noi a Brema a fare il musicante.” Anche il gatto andò con loro.
I tre passarono davanti a un cortile sul cui portone c’era il gallo del pollaio che strillava a più non posso. “Che ti succede?” disse l’asino. Il gallo: “Domani, che è festa, verranno ospiti e la padrona di casa, senza nessuna pietà, ha detto alla cuoca che vuole mangiarmi lesso, così questa sera devo lasciarmi tagliare il collo. E io grido a squarciagola, finché posso.” “Vieni piuttosto con noi a Brema; qualcosa meglio della morte la trovi: tu hai una bella voce e se faremo della musica tutti insieme, andremo alla grande!” Al gallo piacque la proposta e se ne andarono tutti e quattro.
Non potevano però raggiungere Brema in un solo giorno. La sera giunsero in un bosco dove si apprestarono a passare la notte e qui videro in lontananza una piccola luce, perciò si avviarono verso la zona da cui essa proveniva e ben presto la videro brillare più chiara e sempre più grande, finché giunsero davanti a una casa bene illuminata dove però alloggiavano dei briganti. L’asino, che era il più alto, si avvicinò alla finestra e guardò dentro. “Cosa vedi, testa grigia?” domandò il gallo. “Cosa vedo?” rispose l’asino. “Una tavola apparecchiata con ogni ben di Dio e attorno i briganti che se la spassano.” “Farebbe proprio al caso nostro,” disse il gallo. “Sì, sì; ah, se fossimo là dentro!” esclamò l’asino.
Allora gli animali tennero consiglio sul modo di cacciar fuori i briganti e alla fine trovarono il sistema. L’asino dovette appoggiarsi alla finestra con le zampe davanti, il cane saltare sul dorso dell’asino, il gatto arrampicarsi sul cane, e infine il gallo si alzò in volo e si posò sulla testa del gatto. Fatto questo, a un dato segnale incominciarono tutti insieme il loro concerto: l’asino ragliava, il cane abbaiava, il gatto miagolava e il gallo cantava. Poi dalla finestra piombarono nella stanza facendo andare in pezzi i vetri. I briganti, spaventati da quell’orrendo schiamazzo, credettero che fosse entrato uno spettro e fuggirono atterriti nel bosco.
I quattro compagni sedettero a tavola e mangiarono a più non posso. Quando ebbero finito, spensero la luce e si cercarono un posto per dormire comodamente, ciascuno secondo la propria natura. L’asino si sdraiò sul letamaio, il cane dietro la porta, il gatto sulla cenere calda del camino e il gallo si posò sulla trave maestra. Poiché erano tanto stanchi per il lungo cammino, si addormentarono subito. Passata la mezzanotte, i briganti videro da lontano che in casa non ardeva più nessun lume e tutto sembrava tranquillo. Allora il capo disse: “Non avremmo dovuto lasciarci impaurire” e mandò uno a ispezionare la casa. Costui trovò tutto tranquillo, andò in cucina ad accendere un lume e, scambiando gli occhi sfavillanti del gatto per carboni ardenti, vi accostò uno zolfanello perché prendesse fuoco. Ma il gatto se n’ebbe a male e gli saltò in faccia, sputando e graffiando. Il brigante si spaventò a morte e tentò di fuggire dalla porta sul retro, ma là era sdraiato il cane che saltò su e lo morse a una gamba. Quando poi attraversò di corsa il cortile, passando davanti al letamaio, l’asino gli diede un bel calcio con la zampa di dietro e il gallo, che si era svegliato per il baccano, strillò tutto arzillo dalla sua trave. Allora il brigante tornò dal suo capo correndo a più non posso e disse: “Ah, in casa c’è un’orribile strega che mi ha soffiato addosso e mi ha graffiato la faccia con le sue unghiacce e sulla porta c’è un uomo con un coltello che mi ha ferito alla gamba, e nel cortile c’è un mostro nero che mi si è scagliato contro con una mazza di legno, e in cima al tetto il giudice gridava: ‘Portatemi quel furfante!’ Allora me la sono data a gambe!”
Da quel giorno i briganti non si arrischiarono più a ritornare nella casa e i quattro animali vissero felicemente lì per il resto della loro vita.
La favola nei film
I musicanti di Brema
Tra le innumerevoli rappresentazioni della favola dei fratelli Grimm, molto carino è il film d'animazione di produzione tedesca del 1997. La trama è qui in parte liberamente rivisitata:
- I protagonisti vengono reclutati con alcune differenze: per esempio il gallo è dapprima cacciato dalle galline, perché tacciato come fannullone, e solo successivamente rischia di finire in pentola.
- Essi vogliono inizialmente andare a Parigi a cercar fortuna, perché Brema è sotto l'incantesimo di un malvagio tiranno, che con i suoi sgherri domina la città, eliminando chiunque sia contro di lui. Una leggenda narra che solo un mostro con 8 occhi e 14 zampe potrà liberarla dalla tirannia di tale dittatore (ed essi naturalmente non sanno che tale leggenda si riferisce a loro stessi).
- I nostri amici finiscono a Brema per errore e qui iniziano a cantare per strada, facendosi notare da un impresario, sgherro del tiranno, che pensa di ingaggiarli per far sì che il suo padrone non passi come un nemico degli animali. Così avviene e loro iniziano la carriera. Quando tentano di svincolarsi però, sono minacciati dallo sgherro stesso.
- Dopo varie peripezie riescono a sconfiggere il despota, liberare sia la città sia gli animali da lui tenuti prigionieri.
- Infine finiscono a vivere nella casa della defunta padrona del gatto (qui personaggio femminile).
Tra le varie scene che vedono protagonista il gallo (Tortellini, nella versione italiana – è il cantante Zucchero a prestargli la voce), scegliamo quella in cui il personaggio viene reclutato dal gruppo.
Curioso è trovare un riferimento a tale favola in una serie d'animazione giapponese degli anni 70, "Lulù l'angelo tra i fiori", in cui la protagonista e i suoi amici animali, provenienti da un regno incantato, giungono in visita a Brema. In piazza, davanti alla statua raffigurante i 4 protagonisti, Lulù racconta proprio la storia dei musicanti.
Lulù l'angelo tra i fiori
I
fratelli
Jacob e Wilhelm Grimm
Ritratto
dei fratelli Grimm – 1855
di Elisabeth Maria Anna Jerichau-Baumann
Wilhelm a sinistra e Jacob a destra
Jacob Ludwig Karl Grimm (Hanau, 4 gennaio 1785 – Berlino, 20 settembre 1863) e Wilhelm Karl Grimm (Hanau, 24 febbraio 1786 – Berlino, 16 dicembre 1859) furono due linguisti tedeschi, meglio noti come i fratelli Grimm, ricordati soprattutto per aver raccolto e rielaborato le fiabe della tradizione popolare tedesca nelle opere Fiabe per bambini e famiglie (Kinder und Hausmärchen, 1812-1822) e Saghe germaniche (Deutsche Sagen, 1816-1818). Fra le fiabe più celebri da loro pubblicate vi sono classici del genere come Hansel e Gretel, Cenerentola, Il principe ranocchio, Cappuccetto Rosso e Biancaneve, che presero dagli scrittori italiani di fiabe Giovanni Francesco Straparola (Caravaggio, Bergamo, fine sec. XV - dopo il 1557) e Giambattista Basile (Napoli 1575 - Giugliano NA 1632).
I fratelli Grimm nacquero nel 1785 (Jacob) e nel 1786 (Wilhelm) ad Hanau, vicino a Francoforte. Frequentarono il Friedrichs Gymnasium di Kassel e poi studiarono legge all'Università di Marburgo. Furono allievi del noto giurista tedesco Friedrich Carl von Savigny, del quale rielaborarono il pensiero e gli studi di metodologia della scienza giuridica. Dal 1837 al 1841, si unirono a cinque colleghi professori dell'università di Göttingen per protestare contro l'abrogazione della costituzione liberale dello stato di Hannover da parte del re Ernesto Augusto I. Questo gruppo divenne celebre in tutta la Germania col nome Die Göttinger Sieben (I sette di Göttingen). In seguito alla protesta, tutti e sette i professori furono licenziati dai loro incarichi universitari e alcuni di loro furono persino deportati. L'opinione pubblica e l'accademia tedesche, tuttavia, si schierarono decisamente a favore dei Grimm e dei loro colleghi.
Wilhelm morì nel 1859; suo fratello maggiore Jacob nel 1863. Sono sepolti nel cimitero di St. Matthäus Kirchhof a Schöneberg, un quartiere di Berlino. I Grimm contribuirono a formare un'opinione pubblica democratica in Germania e sono considerati progenitori del movimento democratico tedesco, la cui rivolta fu in seguito soppressa nel sangue dal regno di Prussia nel 1848.
I fratelli Grimm sono celebri per aver raccolto ed elaborato moltissime fiabe della tradizione tedesca; l'idea fu di Jacob, professore di lettere e bibliotecario. Nei loro volumi pubblicarono tuttavia anche fiabe francesi, che i Grimm conobbero attraverso un autore ugonotto che costituiva una delle loro principali fonti. Le loro storie non erano concepite per i bambini; oggi, molte delle loro fiabe sono ricordate soprattutto in una forma edulcorata, e depurata dei particolari più cruenti, che risale alle traduzioni inglesi della settima edizione delle loro raccolte (1857).
Le storie dei fratelli Grimm hanno spesso un'ambientazione oscura e tenebrosa, fatta di fitte foreste popolate da streghe, goblin, troll e lupi in cui accadono terribili fatti di sangue, così come voleva la tradizione popolare tipica tedesca. L'unica opera di depurazione che sembra essere stata messa consapevolmente in atto dai Grimm riguarda i contenuti sessualmente espliciti, piuttosto comuni nelle fiabe del tempo e ampiamente ridimensionati nella narrazione dei fratelli tedeschi.
Gli psicologi e antropologi moderni sostengono che molte delle storie per bambini della cultura popolare occidentale, incluse quelle narrate dai Grimm, sono rappresentazioni simboliche di sensazioni negative quali la paura dell'abbandono, l'abuso da parte dei genitori, e spesso alludono al sesso e allo sviluppo sessuale. Lo psicologo infantile Bruno Bettelheim, nel suo libro "Il mondo incantato", sostiene che le fiabe dei Grimm siano una rappresentazione di miti freudiani. Secondo altri studiosi, le fiabe dei Grimm conterrebbero il retaggio di miti più antichi e simboli derivati dalla tradizione alchemico-ermetica. Questa lettura a dire il vero si ritrova già presso Alchimisti del Sette e Ottocento. Fra i saggi più recenti (in lingua italiana) che cercano di rintracciare questo particolare filone, troviamo "Alchimia della Fiaba" di Giuseppe Sermonti e "Favole Ermetiche" di Sebastiano B. Brocchi.
All'inizio del XIX secolo il Sacro Romano Impero aveva da poco cessato di esistere, e la Germania era frammentata in centinaia di principati e piccole nazioni, unificate solo dalla lingua tedesca. Una delle motivazioni che spinsero i Grimm a trascrivere le fiabe, altro retaggio culturale comune dei popoli di lingua tedesca, fu il desiderio di aiutare la nascita di una identità germanica. I fratelli perseguirono questo scopo anche lavorando alla compilazione di un dizionario di tedesco, il Deutsches Wörterbuch. Sebbene meno noto al grande pubblico moderno, il Deutsches Wörterbuch fu un passo essenziale nella definizione della lingua tedesca moderna standard, probabilmente il più importante dopo la traduzione della Bibbia da parte di Martin Lutero. Il dizionario dei Grimm, in 33 volumi, è ancora oggi considerato la fonte più autorevole per l'etimologia dei vocaboli tedeschi.
Jacob Grimm è soprattutto famoso in linguistica per aver formulato la legge sulla prima mutazione consonantica, legge di Grimm (o erste Lautverschiebung), nelle lingue germaniche rispetto all'indoeuropeo e, più in particolare, sull'evoluzione di alcuni dialetti tedeschi rispetto alle altre lingue germaniche (zweite Lautverschiebung), anticipata dagli studi comparativi del filologo danese Rasmus Rask nel "Saggio sull'origine dell'antico norvegese o islandese" pubblicato nel 1818, ma scritto nel 1814. Grimm è tuttora considerato il più importante tra i fondatori della moderna filologia germanica. Egli approfondì le tematiche studiate da Rask e, nel 1822, le sviluppò nella seconda edizione della Deutsche Grammatik.
Segnalazioni di Alfredo Colella