Quando
eravamo embrioni
di Stefano Angelini
2011
Embrione umano di circa 8 settimane
Giovedì 3 gennaio 2013 ricevevo un pacco postale dal contenuto prezioso come il numero 13 italiano: un libro intitolato Quando eravamo embrioni con relativa lettera di accompagnamento, ambedue del Professor Stefano Angelini.
Per valutare la preziosità dell'opera recatevi alla sua pagina web.
Ecco la sua epistola, cui fa seguito la copertina del suo capolavoro.
Caro Dott. Corti,
qualche tempo addietro, forse sono passati un paio d'anni, le mandai una e-mail per avere qualche consiglio riguardo le case editrici.
Lei mi rispose che aveva avuto pessime esperienze con questi "imprenditori", per cui non avrebbe potuto darmi le "dritte" che speravo.
Comunque, poi, ce l'ho fatta a pubblicare questo mio lavoro, un lavoro che può aprire qualche coscienza, che può salvare qualche "bimbo microscopico".
Ovviamente so bene che con Lei "sfondo una porta aperta", che non debbo insegnarle alcunché, che riconosce Uomo l'Embrione Umano.
Perché Le mando, allora, questo mio noioso libro, non certo un romanzetto d'evasione?
Semplice. Perché nel suo sito www.summagallicana.it ho trovato tanta prodigalità, entusiasmo, rigore scientifico e ... molta sana ironia. Tutte cose che ho apprezzato e che mi hanno ispirato e dato forza nel dare questo mio contributo per una causa nobile: il salvataggio di esseri umani condannati a morte senza che nessuno s'indigni, solo perché non possono piangere e non si vedono.
Ancora complimenti allora per la sua rassicurante, contagiosa, italica eleganza.
31/XII/2012
Buon 2013!
Tutti siamo stati embrioni, dunque l'embrione umano è un uomo come noi. È la semplice e secca tesi alla base di queste riflessioni, e non è compito facile sostenerla, perché non si discute di numeri o cose, ma dell'essere umano. Sostenere che l'embrione umano è un uomo tout-court comporta enormi stravolgimenti a carico del diritto, della ricerca scientifica e della bioetica.
Si tratta di pervenire consapevolmente al fatto che già la singola cellula uovo femminile, non appena viene penetrata dalla testa dello spermatozoo, è un bambino vivo.
Se dunque realizziamo che l'embrione è un essere umano come noi, allora non gli possiamo negare tutti i diritti naturali che spettano ad un bambino, primo fra tutti quello di non essere ucciso, di non essere usato in esperimenti invasivi, di non essere menomato per curare altrui malattie, di non essere sottoposto a sofferenze.
L'Autore scompone e chiarisce concetti non facili connessi alla bioetica embrionale: dapprima, attraverso il ragionamento, sviscera varie tematiche legate all'embrione umano; poi mette ordine e disvela il sistema di interrelazioni che si crea con la Procreazione Medica Assistita; infine una terza parte dove cerca di formulare una valutazione etica per tutte le procedure possibili derivanti dalla PMA.
Stefano Angelini
Stefano Angelini (Servigliano - Fermo, 1963) vive e lavora con la famiglia nelle Marche, a Osimo, in Provincia di Ancona, ed è abilitato all'insegnamento di scienze nella scuola superiore. Partendo dagli studi universitari di antropologia e geologia ha approfondito la ricerca di un rapporto armonico tra Uomo e Creato; tutto ciò non può prescindere da un rapporto rispettoso tra gli uomini medesimi, a cominciare da quelli più vulnerabili, gli embrioni.
È alla luce di questo percorso e di esperienze personali che ha voluto divulgare e proporre una via umana alla bioetica embrionale, presente e futura.
Lettera
di Stefano Angelini
a Elio Corti
del 19 Marzo 2013
Caro Dott. Corti,
Rieccomi per scambiare qualche riflessione, per ringraziarla ancora e per augurarle Buona Pasqua.
Sì, la Pasqua, quando la natura esplode di odori, profumi, canti; quando le galline tornano a razzolare tra l’erba fresca, accarezzate da refoli d’aria frizzante; e sembrano delle vecchie contadine pingui, intente a raccogliere erbe di campo ai primi tepori, chine, infazzolettate e col grembiule, che parlottano serenamente.
Ecco, questo è il mio sogno, tornare a vivere in collina, su un fazzoletto di terra e contemplare la natura, anche in quei quadretti che le ho raccontato. Forse ci riusciremo io, mia moglie Francesca e soprattutto Valentina che a cinque anni ama genuinamente gli animali. Pensi che va raccontando alle amichette del salvataggio che abbiamo praticato su di un’ape semiassiderata, qualche giorno fa, portandola a casa, nutrendola con una goccia di miele e liberandola dalla scatolina il giorno seguente col sole mattutino........
Come vede sto, e sto trasportando una povera bimba innocente, ad un buon livello di “pazzia”, e rischio di farla divenire vegetariana ora che è in piena crescita!
Vero, ma attenzione, non sono un ambientalista di quelli “cittadini”, idealisti, ideologici e indottrinati; gente che non ha mai sudato in campagna, gente massimalista che non può fare a meno del cellulare hy-tech o delle cuffiette musicali quando, raramente, gli capita di star soli con se stessi.
Sono proprio costoro, vecchi o giovani, ricchi o poveri, quelli che avallano la copertura dei campi con pannelli fotovoltaici. E questo è un paradosso grande, perché se togliamo i vegetali che fissano la CO2 ed emettono ossigeno, serviranno a ben poco i pannelli che per funzionare abbisognano di diserbo e di devastanti miniere per i materiali che li compongono, e di tanta energia per fabbricarli.
Mi sono lasciato andare alla rabbia sopita, mi scusi. Questo è solo un paradosso e non ho intenzione di trascinarla in inutili battaglie contro mulini a vento. È solo con lo sfogo che fai con ...... un Amico che stimi e sai che ti capirà.
Ma non voglio scrivere solo di me stesso, è della sua opera e del suo impegno che mi gratifica approfondire.
Di tanto in tanto entro nella sua “oasi di pace” e mi diletto nell’approfondire qualche argomento, dico qualche, perché c’è di tutto ed è trattato con rigore oltre ad essere condito da una calda e rassicurante ironia, tipica di coloro che la sanno lunga, ma cercano di non prendersi mai troppo sul serio.
Qualche tempo fa ho scaricato “Il miracolo dell’Amore”, l’ho stampato e l’ho cominciato a leggere: beh, non ce l’ho fatta a terminarlo. Lo strazio è stato troppo, troppo per quell'angelo della sua Claudia, troppo per lei. Sì, scritto con la sola mano destra sulla tastiera da Claudia in brevi ma intense frasi; e lei che cerca, arrampicandosi come un gatto disperato sui muri, di consolarla mostrando calma ed ottimismo in una situazione disperata; ebbene fa mancare l’aria. Ma questo è un vostro merito! Di Claudia e suo!
È quello di aver reso tangibile cosa significhi soffrire e condividere la sofferenza per Amore, abbracciando coraggiosamente rinuncia e dolore. Un esempio cristiano vivo, non giaculatorie. Cose molto diverse dalla passione d’amore alla quale oggi più che mai, egoisticamente si corre dietro.
Forse, anzi certamente, è giusto accettare la cattiva sorte mantenendo fiducia e speranza verso Dio. Forse l’esempio di Abramo con Isacco porta luce nella disperazione.
Sono felice, dopo quello che
ha attraversato, caro Dott. Corti, che è potuto rinascere.
E si sente, e si vede.
Grazie.
Buona Pasqua.
Stefano Angelini
Osimo 19/III/2013
Stefano
Angelini
con la moglie Francesca e la figlia Valentina
sabato 1 giugno 2013
Due
pulcini e... un gallo attempato
Valentina aiutata dal padre
ammira estasiata un pulcino
Rassegna
Agricola Centro Italia di Macerata