Christian
Pander
L'uovo nei primi 5 giorni di incubazione
1817
Dall'inizio alla 48a ora di incubazione
L'asterisco * indica che la voce è presente nel lessico
[18]
§. 1. |
§
1 |
Vitellus, ovi
albumini innatans, tenui serosa membrana, qua includitur, ab albumine
separatur et tantummodo chalazis, ut quidem Leveillé[1]
opinatur, cum eo conjungitur[2]. |
Il tuorlo,
che galleggia nell'albume dell'uovo, è separato dall'albume da una
sottile membrana sierosa dalla quale è racchiuso e si unisce a esso
solamente con le calaze, come in effetti ritiene Jean
Baptiste Leveillé. |
In superficie
vitelli exigua quaedam albida macula conspicitur, quam cicatriculam
vocant, quae licet ab omni inde tempore sat nota fuerit et a diversis
autoribus diversa acceperit nomina[3],
nondum [19] tamen eo scrutatores permovit, ut et ubi sedeat, et unde
oriatur, accuratius investigarent. |
Sulla
superficie del tuorlo è visibile una certa piccola macchia bianca che
chiamano cicatricola, che, quantunque sia stata abbastanza nota da
tempo immemorabile e avesse ricevuto nomi diversi dai diversi autori,
tuttavia non ha ancora spinto i ricercatori a indagare in modo più
accurato sia dove è collocata che da dove trae origine. |
Observavimus
autem, 1)
vitelli membranam in hujus maculae regione singularis esse tenuitatis
et pelluciditatis; 2)
magnam differentiam intercedere inter cicatriculas ovorum ad
incubationem aptorum et eorum, quae nullam pulli evolutionem admittunt. |
In effetti ho
osservato che: 1) la
membrana del tuorlo nell'area di questa macchia è singolare per
sottigliezza e trasparenza; 2)
intercorre una grande differenza tra le cicatricole delle uova adatte
all'incubazione e di quelle che non ammettono alcuna evoluzione del
pulcino. |
In ovis ad
incubationem ineptis macula minor, albidior, granulosa, non perfecte
circularis apparet, et ab exigua albidae materiae gleba producitur,
quae reliquae Vitelli massae immersa inhaeret, et ab illa praecipue
colore distinguitur. |
Nelle uova
non idonee all'incubazione la macchia si presenta più piccola, più
bianca, granulosa, non perfettamente circolare, e sporge dall'esigua
massa di materia bianca che immersa aderisce al resto della massa del
tuorlo e si distingue da essa soprattutto per il colore. |
In ovis
contra incubandis macula haec major, diametri fere duarum linearum[4],
plumbeo-albida, perfecte circularis apparet, vitellum autem, ubi
proxime eam [20] circumdat, zonulam mox angustiorem, mox latiorem
coloris saturatioris efficit; sed macula ipsa pallidiori margine
circumdatur, et non raro minorem albidiorem circulum includit; semper
autem ejus centrum punctum albicans occupat. |
Invece, nella
uova da incubare, questa macchia appare maggiore, del diametro di
quasi due linee <- circa 4,5 mm>, di colore bianco plumbeo,
perfettamente circolare; il tuorlo, là dove la circonda da vicino,
crea una piccola area ora più stretta ora più larga di colore più
saturo; ma la macchia stessa è circondata da un bordo più pallido e
non raramente racchiude un cerchio più piccolo e più bianco; ma un
punto bianco occupa sempre il suo centro. |
Vitelli
membrana detracta, facile comperitur, maculam praedictam progigni
singulari strato, e minutissimis granulis lentis acie conspiciendis
composito, discum tenuem referente, quod vitello ita impositum est, ut
superficie sua interiori hoc, superficie autem exteriori membranam
vitelli tangat. Facili negotio stratum istud, quod libenter membranam
vocaremus, nisi nimis molle esset, a subjacente vitello elevatur,
excepto centro, quod subjacenti glebae, simili illi, quam solam et
nudam in ovis non incubandis invenimus, arctius adhaeret, ita ut,
facta sejunctione violenta, vel gleba vel stratum membranaceum
destruatur. Cicatricula igitur nil aliud est, nisi exterior hujus
disci superficies, quam hyalina vitelli membrana transparere sinit;
albidius autem maculae centrum etiam a praedicta gleba dependet. |
Dopo aver
tolto la membrana del tuorlo, ci si accorge facilmente che l'anzidetta
macchia nasce da uno strato particolare, composto da piccolissimi
granuli visibili con l'acutezza di una lente, simile a un disco
sottile, il quale strato si trova al di sopra del tuorlo in modo tale
che con la sua superficie interna entra in contatto con il tuorlo,
mentre con la superficie esterna entra in contatto con la membrana del
tuorlo. Questo strato, che volentieri chiamerei membrana se non fosse
troppo molle, con poca fatica viene sollevato dal sottostante tuorlo,
eccetto il centro, che aderisce in modo piuttosto serrato alla
sottostante massa a lui simile che troviamo sola e nuda nelle uova da
non covare, cosicché, dopo aver praticato una separazione violenta,
viene distrutta la massa o lo strato membranoso. Pertanto la
cicatricola altro non è se non la superficie esterna di questo disco,
che la membrana ialina del tuorlo permette di trasparire; anche il
centro della macchia che è più bianco deriva dalla predetta massa. |
Quae cum ita
se habeant, haec duo circa cicatriculam distinguimus. [21] 1)
Discum vel stratum membranaceum et 2) glebam
centralem ipsi subjacentem, quam in posterum Nucleum
cicatriculae appellabimus. |
Mentre tali
cose stanno così, intorno alla cicatricola distinguiamo queste due
cose. 1) Un disco,
o strato membranoso, e 2) una massa
centrale posta al di sotto, che successivamente chiamerò nucleo della
cicatricola. |
Quod autem
stratum membranaceum spectat, id in omni pulli evolutione summi est
momenti. Praeterea enim, quod sibi sedem ac domicilium hoc deligit
Embryo, ipsum quoque sua substantia ad ejus configurationem plurimum
confert, quare id etiam in posterum blastoderma[5]
vocabimus[6]. |
Per quanto
riguarda lo strato membranoso, esso è di grandissima importanza in
ogni evoluzione del pulcino. Inoltre infatti, siccome l'embrione
sceglie questo strato come sua sede e domicilio, tale strato anche con
la sua sostanza è moltissimo utile alla sua configurazione, motivo
per cui anche d'ora in poi lo chiameremo blastoderma. |
[22]
§. 2. |
§
2 |
Nucleus
auctus est et a circumjacente vitello facilius separatur, cum
blastodermate autem adhuc cohaeret. |
Il nucleo è
aumentato e viene più facilmente separato dal tuorlo che giace
intorno, però aderisce ancora con il blastoderma. |
[23]
Blastoderma parum increvit; in ejus centro vero, si ab adhaerente
nuclei massa caute depurgetur, conspicitur exiguum punctum pellucidum. |
Il
blastoderma si è accresciuto di poco; ma nel suo centro, se con
cautela viene ripulito dalla massa aderente del nucleo, si vede un
piccolo punto semitrasparente. |
[24] Albumen
supra cicatriculam recedit, membranae vitelli ad internam testae
superficiem accessum permittens. |
L'albume
sopra alla cicatricola svanisce, permettendo alla membrana del tuorlo
l'accesso alla superficie interna del guscio. |
§.
3. |
§
3 |
Blastoderma
auctum, diametri 3-4 linearum, adhaeret membranae vitelli, qua
detracta, simul aufertur, subjacentem, cui antea adhaeserat, illibatum
relinquens nucleum. Ut igitur examini subjici possit, necesse est,
segmentum membranae Vitelli, cui adhaeret, aquae immergi, ubi facile
discedit. |
Il
blastoderma aumentato, del diametro di 3-4 linee <- 6,75-9 mm>,
aderisce alla membrana del tuorlo, tolta la quale, viene
contemporaneamente asportato, lasciando intatto il sottostante nucleo
al quale prima aderiva. Pertanto affinché possa essere esaminato è
necessario che il segmento della membrana del tuorlo, al quale
aderisce, venga immerso nell'acqua, dove facilmente si separa. |
Punctum
pellucidum, blastodermatis centrum occupans, pariter ampliatum est, et
figura circularis in pyriformem mutari incipit; unde fit, ut jam in
blastodermate duae regiones distingui possint, altera interna vel
media, quam aream pellucidam[8] [25] cum Wolffio vocamus,
altera tanquam zona opaca, hanc ambiens, quam aream opacam vocamus.
Area pellucida subjacentem albidum cicatriculae Nucleum clare
transparere sinit, quod phaenomenon ad miros errores et icones
fingendos ansam dedit Malpighio[9]. |
Il punto
semitrasparente, che occupa il centro del blastoderma, si è parimenti
ingrandito, e l'aspetto circolare comincia a tramutarsi in piriforme;
per cui avviene che nel blastoderma già si possono distinguere due
settori, uno interno o centrale che insieme a Kaspar Wolff denomino area
pellucida <- area semitrasparente>, l'altro come area opaca
che circonda la precedente, e che chiamo area opaca. L'area pellucida
permette al sottostante nucleo bianco della cicatricola di trasparire
in modo chiaro, il quale fenomeno offrì a Marcello Malpighi*
l'opportunità di foggiare meravigliosi errori e immagini. |
[26] Quod
autem summam meretur attentionem, est ipsius blastodermatis e duobus
stratis compositio. Etenim haec membrana ante incubationem ex simplici
granulorum, viscositate sua inter se cohaerentium, strato consistit;
progrediente autem incubatione, alterum ipsi innascitur stratum
tenerrimum quidem, sed eo firmioris structurae, ut circa horam
indicatam blastoderma diuturniori maceratione in duas lamellas[10]
[27] dividi possit. Interior harum lamellarum, vitello {proprior} <propior>,
primitiva, granulosa, in posterum membrana pituitosa, exterior
autem secundaria, laevis, omnino {homogena} <homogenea> et
aequalis, membrana serosa a nobis appellabitur. |
Però, ciò
che merita una grandissima attenzione è la composizione del
blastoderma stesso da parte di due strati. E infatti questa membrana
prima dell'incubazione consiste in un semplice strato di piccoli
granuli che aderiscono tra loro per la loro viscosità; ma, col
progredire dell'incubazione, vi nasce all'interno un altro strato che
è assai morbido, ma con una struttura a tal punto più resistente che
intorno all'ora indicata - 12a ora - il blastoderma può essere diviso
in due lamelle con una macerazione più protratta. La più interna di
queste lamelle, più vicina al tuorlo, primitiva, granulosa, per
l'avvenire verrà da me chiamata membrana pituitosa
<- mucosa>, ma la più esterna, secondaria, sottile, del tutto
omogenea e uniforme verrà da me chiamata membrana sierosa. |
Ambae hae
membranae totum blastoderma constituunt, et ut in area pellucida, sic
in area opaca adsunt, hac solum intercedente differentia, quod in area
pellucida membrana pituitosa longe tenerior est, ac in zona opaca. |
Ambedue
queste membrane costituiscono tutto il blastoderma e sono presenti sia
nell'area pellucida che nell'area opaca, solo con il verificarsi di
questa differenza, in quanto nell'area pellucida la membrana pituitosa
è estremamente più morbida che nella zona opaca. |
Oriuntur
halones in vitello. Generatim halones audiunt circuli albidi maculae
circumducti[11]. Invenimus autem, duas
esse distinguendas halonum species; pars enim a blastodermate
producitur, cujus limbus pallidior per membranam vitelli translucet,
quod non raro interiori etiam gaudet exigua albida zonula. |
Nel tuorlo
spuntano degli aloni. Dal punto di vista della generazione, gli aloni
sono ritenuti dei cerchi bianchi circondati da una macchia. In effetti
ho trovato che i tipi di aloni debbono essere distinti in due tipi;
infatti una parte viene prodotta dal blastoderma, il cui orlo più
pallido traspare attraverso la membrana del tuorlo, in quanto non
raramente gode anche di una zona bianca assai piccola interna. |
Hi [28]
halones jam ante incubationem adsunt, et in incubatione cum augmento
blastodermatis amplificantur. Alii autem halones duo vel tres prima
incubationis die in ipso vitello oriuntur, et sunt circuli
plumbeo-albidi, ipsi vitelli massae inhaerentes, et ex ipso vitello
per incubationem producti; horum exterior tamen semper limbo
blastodermatis respondet. Quanta autem his halonibus insit varietas,
Malpighius sufficienter indicavit[12]. |
Questi aloni
sono già presenti prima dell'incubazione e durante l'incubazione si
ingrandiscono con l'aumento del blastoderma. Ma altri due o tre aloni
spuntano nel tuorlo stesso durante il primo giorno di incubazione, e
sono dei cerchi di colore bianco plumbeo che aderiscono alla massa
stessa del tuorlo e prodotti attraverso l'incubazione a partire dal
tuorlo stesso; tuttavia la loro parte più esterna si trova sempre di
fronte all'orlo del blastoderma. Malpighi ha indicato in modo
sufficiente quanta varietà sia presente in questi aloni. |
§.
4. |
§
4 |
Area
pellucida, oblonga, pyriformis 2 ad 3 lineas longa est. In ipsa
conspiciuntur duae lineolae obscuriores parallelae, quae a plicis,
quas blastoderma versus testam format, proficiscuntur. Haec prima
embryonis nascentis vestigia[13]
plicae [29] primariae non immerito audiunt, quod [30]
autem iis interest, spatium carinatum cum Malpighio nominamus. |
L'area
pellucida è oblunga, a forma di pera, lunga 2-3 linee <- 4,50-6,75
mm>. In essa si vedono due lineette più scure, parallele, che
partono dalle pliche che il blastoderma forma in direzione del guscio.
Giustamente queste prime vestigia dell'embrione che sta nascendo sono
dette pliche primarie, ma ciò che si trova in mezzo a esse con
Malpighi lo chiamo spazio carenato. |
In ea
extremitate, quam hae plicae obtusiori areae pellucidae fini obvertunt,
mox, post earum ortum, flexione arcuata sese conjungunt; in opposita
autem extremitate a se invicem distantes patescunt. |
In
quell'estremità, che queste pliche rivolgono verso il limite più
ottuso dell'area pellucida, subito dopo la loro comparsa si
congiungono con una flessione arcuata; ma all'estremità opposta si
allargano, stando distanti una dall'altra. |
Dum haec
contingunt, area pellucida sensim sensimque suam formam mutat,
dilatata; obtusior pars gracilescit et sic figura pyriformis in illam,
quam Blumenbach pani saccharato, vulgo Biscuit dicto, recte comparat,
mutatur, nobis uno verbo abhinc soleaeformem appellandam. |
Mentre
accadono queste cose, l'area pellucida, dilatata, pian piano cambia la
sua forma; la parte più ottusa si assottiglia e così l'aspetto
piriforme si tramuta in quello che Johann Friedrich
Blumenbach* giustamente paragona al pane zuccherato, detto
comunemente biscotto, che io da questo momento debbo chiamare con una
sola parola: soleaeformem, a forma di suola. |
Inter
utramque plicam primitivam, brevi ab eorum ortu et conjunctione
intervallo, tenue filamentum albidum nascitur, quod mox medullam
spinalem rite agnoscimus. |
Tra ambedue
le pliche primarie, in un breve intervallo dalla loro formazione e
congiungimento, nasce un sottile filamento bianco, che subito
riconosco giustamente come midollo spinale. |
Versus
arcuatam plicarum primitivarum conjunctionem medulla spinalis in
capitulum, altero fine autem in rhombum terminatur. |
Verso la
congiunzione arcuata delle pliche primarie, il midollo spinale termina
in una testolina, ma all'altra estremità in un rombo. |
Blastodermatis
area opaca iterum in duas zonas distinctas divisa est: interna
angustior, intensior, flava, rugoso-grumosa, ab exteriori, latiore,
aequaliori circulo albido separatur. |
L'area opaca
del blastoderma a sua volta è divisa in due zone distinte: quella
interna, più piccola, più robusta, gialla, rugosa e grumosa, è
separata da quella esterna, che è più larga, da un cerchio bianco più
uniforme. |
[31] Zona
interna margine suo interiori areae pellucidae fines describit,
figuramque biscuitformem seu soleaeformem pariter exprimit, margine
vero exteriori elliptico zonae externae contigua est. |
La zona
interna col suo margine più interno descrive i confini dell'area
pellucida, e parimenti riproduce un aspetto di biscotto o di suola, ma
con il margine esterno ellittico è contigua alla zona esterna. |
Halones
ampliati. |
Gli aloni
sono più grandi. |
Nucleus
intumescit, a vitello facillime separatur et foveolam superficiei, qua
antea cum blastodermate cohaeserat, impressam ostendit. |
Il nucleo si
gonfia, si separa assai facilmente dal tuorlo, e mostra una piccola
fossa impressa sulla superficie alla quale prima aveva aderito. |
§.
5. |
§
5 |
Embryonis ex
plicis primariis et medulla spinali consistentis, ex blastodermate
nati, soloque natali indisolubili modo adnexi duas distinguimus
extremitates, superiorem seu capitalem, ubi plicae coierunt, et
inferiorem, seu caudalem, ubi plicae patent. |
Dell'embrione,
costituito dalle pliche primarie e dal midollo spinale, nato dal
blastoderma e unito in modo indissolubile al supporto natio,
distinguiamo due estremità, la superiore o cefalica, dove le pliche
si sono congiunte, e quella inferiore o caudale, dove le pliche sono
manifeste. |
Extremitas
capitalis versus ovi interiora paulisper supra medullae spinalis
capitellum reflectitur, et sic plicam valde exiguam, transversalem,
semilunarem format[14]. |
L'estremità
cefalica si ripiega verso le parti più interne dell'uovo, un po' al
di sopra dell'estremità del midollo spinale, e così dà forma a una
plica molto piccola, trasversale e semilunare. |
[32] Haec
plica transversalis consistit ex 1) duabus plicis primariis, quae ob
necessariam elevationem in angulo flexionis tanquam cornua parva
eminent; 2) ex arcu plicarum apices conjungente, qui plicae terminum
facit, ex quo complicatum blastoderma iterum reflexum et deplanatum in
aream pellucidam continuatur, praeterquam quod apices plicae
transversim sibi oppositae [33] ad latera embryonis paulisper
incurvatae descendunt versus caudam. 3) Ex membrana spatii carinati
utrique plicae interjecta. |
Questa plica
trasversale consiste 1) in due pliche primarie, che a causa di una
necessaria elevazione sporgono nell'angolo della flessione come
piccole corna; 2) in un arco che unisce gli apici delle pliche, il
quale determina la fine della plica, dalla quale il blastoderma
ripiegato, nuovamente ricurvo e spianato, si continua nell'area
pellucida, eccetto il fatto che gli apici della plica, opposta a se
stessa trasversalmente e un po' incurvata verso i lati dell'embrione,
scendono verso la coda; 3) in una membrana dello spazio carenato
frapposta ad ambedue le pliche. |
Quando per
macerationem blastoderma in duas, ex quibus componitur, membranas
dividitur, et membrana serosa sub microscopio consideratur; apparet
hujus superficiei internae, qua pituitosae incumbit, adhaerens tenue
stratum minutissimorum globulorum ubique aequalium, subtransparentium.
Hocce stratum globulorum non per totum blastoderma diffunditur, sed
tantummodo aream pellucidam et zonam areae opacae interjorem occupat,
ita ut ipsa areae opacae in duas zonas divisio (h. 16. non nisi ab hoc
strato ordiatur, cujus margo interiorem zonam ab exteriori separat[15]). |
Quando
attraverso la macerazione il blastoderma si divide nelle due membrane
dalle quali è composto, e la membrana sierosa viene analizzata sotto
al microscopio, di questa superficie interna, con la quale si appoggia
a quella mucosa, si vede un sottile strato aderente di piccolissimi
globuli ovunque uguali, semitrasparenti. Questo strato di globuli non
si diffonde attraverso tutto il blastoderma, ma occupa solamente
l'area pellucida e la zona opaca più interna, così come la stessa
divisione dell'area opaca in due zone (a meno che prenda inizio alla
16a ora da questo strato, il cui margine separa la zona interna da
quella esterna). |
Memorabilis
est hujus strati metamorphosis. Circa horam duodecimam enim [34] non
completum stratum, sed dispersi globulorum acervuli tanquam insulae
apparent, quae demum in stratum non interruptum confluunt, quod postea
denuo in sanguinis insulas et in vasa sanguinea abit, propriae
membranae, quam vasculosam dicimus, naturam induens et tertiam
eamque mediam blastodermatis lamellam constituens. |
La
metamorfosi di questo strato è degna di menzione. Infatti intorno
alla 12a ora compare uno strato completo, ma compaiono dei mucchietti
dispersi di globuli come se fossero isole che infine confluiscono in
uno strato continuo, che successivamente si trasforma completamente in
isole di sangue e in vasi sanguigni, assumendo l'aspetto della
membrana propria che chiamiamo vascolare, e costituendo anche quella
terza lamella media del blastoderma. |
§.
6. |
§
6 |
Ad latera
embryonis plicis primitivis quasi appensa oriuntur vertebrarum
rudimenta[16],
maculae forma fere quadrata, colore subflavo, albicantibus intervallis
separatae et in duas lineas parallelas dispositae. |
Ai lati
dell'embrione, quasi appesi alle pliche primitive, si originano gli
abbozzi delle vertebre, macchie di forma quasi quadrata, di colore
giallognolo, separate da intervalli bianchi e disposte lungo due linee
parallele. |
Plicae
primitivae antea rectae serpentine flectuntur[17],
et quasi undulosae fiunt, unde spatium carinatum in seriem cellularum
dividitur. Versus finem caudalem plicae a se invicem divergentes [35]
discedunt, et circa rhombum medullae spinalis imperfectum arcum
formant. |
Le pliche
primitive, dapprima dritte, si piegano a mo' di serpente e diventano
quasi ondulanti, per cui lo spazio carenato si suddivide in una serie
di cellette. Le pliche tra loro divergenti si separano verso
l'estremità caudale e formano un arco imperfetto intorno al rombo del
midollo spinale. |
Halones
ampliati sunt, et latiores facti se hinc inde attingunt, undulati quid
ostendentes. |
Gli aloni si
sono ampliati e, fattisi più larghi, si toccano dall'una e dall'altra
parte, mostrando un qualcosa di ondulato. |
§.
7. |
§
7 |
Plicae
primitivae, quae prius patentes medullam spinalem inter se excipiebant,
jam versus se invicem inclinantur, praecipue in media caput inter et
caudam regione. Dum haec inclinatio fit, margines plicarum sibi
admoventur, medulla spinalis tegitur, qua contecta demum concrescunt.
Sed cum haec inclinatio, marginum appropinquatio, eorumque concretio
non nisi in medio contingant, eaedem, de quibus diximus plicae, ubi ad
dilatationem rhomboideam medullae spinalis accedunt, diversi
persistunt, ad extremitatem capitalem autem, serpentinam flexionem
conservant et seriem trium vel quatuor cellularum magnitudinis
progressive adauctae efficiunt[18]. |
Le pliche
primitive, che prima, aperte, accoglievano tra di loro il midollo
spinale, adesso si inclinano l'una verso l'altra, sopratutto nella
regione che sta di mezzo tra la testa e la coda. Mentre avviene questa
inclinazione, i margini delle pliche si muovono gli uni verso gli
altri, il midollo spinale si ricopre, e dopo che si è ricoperto
infine si irrigidiscono. Ma mentre questa inclinazione, l'avvicinarsi
dei margini e il loro irrigidimento avvengono solamente nel centro, le
stesse pliche di cui abbiamo parlato, quando si avvicinano alla
dilatazione romboide del midollo spinale, rimangono diverse; in
effetti verso l'estremità della testa conservano una flessione
serpentina e creano una serie della grandezza di tre o quattro cellule
progressivamente aumentata. |
[36] Plica
transversalis sensim dilatata et prolongata versus extremitatem
caudalem descendit, et vaginam capitis, Wolffio dictam, format.
Considerandum nempe est, re vera duas adesse plicas transversales,
primam sive superiorem, quae e reflexione corpusculi embryonis oritur,
et secundam sive inferiorem, quam reflexio blastodermatis in planitiem
redeuntis efficit, et supra quam prima prominet. Quod jam ad
superiorem plicam spectat, haec ipsa ad constituendum corpus embryonis
confert; secunda autem sive inferior, si embryonem, cum blastodermate
ex ovo {exemtum} <exemptum>, dorso imponas, et superficiem
internam sive abdominalem spectes, primam tegit, et hoc tegmen proprie
est, quod evolutione elongetur. |
La plica
trasversale pian piano dilatata e allungata scende verso l'estremità
caudale e forma la guaina della testa, come la chiama Kaspar Wolff. In effetti bisogna considerare che veramente vi sono due
pliche trasversali, la prima o superiore che nasce dal ripiegamento
del corpuscolo dell'embrione, e la seconda o inferiore che determina
il ripiegamento del blastoderma che ritorna a essere pianeggiante, e
sopra alla quale sporge la prima. Ciò che adesso è rivolto verso la
plica superiore, questa stessa contribuisce alla formazione del corpo
dell'embrione; ma la seconda o inferiore, se collochi sul dorso
l'embrione con il blastoderma rimosso dall'uovo e guardi la superficie
interna o addominale, copre la prima, e questa copertura ci sta in
modo appropriato, in quanto verrebbe allontanata dall'evoluzione. |
Cor sub
vagina capitis tanquam oblongus sacculus nondum certis descriptus
limitibus apparet. |
Il cuore è
visibile sotto la guaina della testa come un sacchetto oblungo non
ancora delineato da confini sicuri. |
Stratum
globulosum, membranae serosae adhaerens, retis speciem prae se fert;
per globulos nempe lineolae perlucidae sibi intertextae serpunt. |
Lo strato
globuloso, aderente alla membrana sierosa, mostra l'aspetto di una
rete; in effetti attraverso i globuli serpeggiano delle piccole linee
trasparenti tra loro intrecciate. |
Diameter
blastodermatis sex vel octo linearum. |
Il diametro
del blastoderma è di 6 o 8 linee. |
Halones fere
evanuerunt; nucleus auctus. |
Gli aloni
quasi sono scomparsi; il nucleo è aumentato. |
[37]
§. 8. |
§
8 |
Cornua
plicarum primitivarum, quae, ubi plica transversalis fit, prominent[19],
ad se proxime accedunt[20]
et dum concrescunt, spatium orbiculare includunt, unde frons et facies
pulli oriuntur. Ad utrumque hujus orbiculi latus duo alia spatia
orbicularia nascuntur, paulisper retro posita, prima oculorum
rudimenta[21],
quae ab initio modo dilatationes laterales primi intermedii orbiculi
esse videntur. |
Le corna
delle pliche primitive, le quali, quando una plica diventa
trasversale, sporgono, si avvicinano l'una all'altra e mentre si
accrescono insieme racchiudono uno spazio circolare, da dove nascono
la fronte e la faccia del pulcino. In vicinanza di entrambi i lati di
questo cerchio nascono altri due spazi circolari, un pochino situati
posteriormente, i primi abbozzi degli occhi, che inizialmente sembrano
essere solamente delle dilatazioni laterali del primo cerchio
centrale. |
Cor angustius
factum est, canalis cylindricus, rectus, in regione cardiaca Wolffii
situs, ad caput adscendens. Stratum globulorum in distinctas insulas
solutum; ipsae insulae colorem subflavum assumunt; globuli autem
annulum terminalem constituentes rubedine inficiuntur. |
Il cuore è
diventato più piccolo, il canale cilindrico, dritto, situato nella
regione cardiaca di Kaspar
Wolff, sale verso la testa. Lo strato dei globuli si è dissolto in
isole distinte; le isole stesse assumono un colore giallognolo; ma i
globuli che costituiscono l'anello terminale si tingono di rosso. |
[38]
§. 9<.> |
§
9 |
Extrema
capitis pars, siquidem superiorem ad albumen spectantem superficiem
consideremus, quae blastodermati prius incubuit et ab illo superne
acus ope sublevari potuerat, nunc parvae foveolae immersa est, quam
blastodermatis superior, ultra caput prominens pars efficit, ita ut
caput ex hac foveola eximere possis. Plica, hujus foveolae marginem
constituens, inchoamentum est amnii.[22] |
La parte
estrema della testa, se consideriamo la superficie superiore rivolta
verso l'albume, che inizialmente era appoggiata al blastoderma, e che
per mezzo di un ago aveva potuto essere sollevata dalla sua parte
superiore, adesso è immersa in una piccola fossetta che è creata da
una parte superiore del blastoderma che sporge al di là della testa,
in modo tale che ti sia possibile rimuovere la testa da questa
fossetta. La plica che costituisce il margine di questa fossetta è
l'abbozzo dell'amnio. |
Cor in latus
sinistrum arcuatur et duabus stricturis in tres vesiculas, imperfecte
tamen, dividitur, et in extremitate inferiori, quasi bifidum in crura
maxime divergentia desinit<.> |
Il cuore si
curva ad arco verso il lato sinistro e attraverso due restringimenti
si divide in tre vescicole, tuttavia in modo imperfetto, e
all'estremità inferiore quasi bifido termina in gambe estremamente
divergenti. |
Vagina
capitis usque ad cordis in duo crura divisionem porrecta est, et in
hac regione foveam cardiacam, quae retro cor in oesophagum ducit,
format; anguli autem laterales hujus vaginae valde prominent, versus
caudam tendentes. |
La guaina
della testa si allunga fino alla divisione del cuore in due gambe, e
in questa regione forma la fossa cardiaca che dietro al cuore conduce
nell'esofago; ma gli angoli laterali di questa guaina sporgono
parecchio dirigendosi verso la coda. |
Ad inferiorem
foetus apicem nunc invenimus circumflexam blastodermatis partem, quae
dum postea futuram caudae vaginam efficit, apud Wolffium involucrum
[39] caudae audit, cujus margines ad embryonis latera
adscendunt et innatas a fovea cardiaca plicas transeunt. |
Verso l'apice
inferiore del feto adesso troviamo la parte circonflessa del
blastoderma, che, mentre successivamente costituisce la futura guaina
della coda, in Kaspar Wolff
viene detta involucro della coda, i cui bordi risalgono ai lati
dell'embrione e superano le pliche che si originano dalla fossa
cardiaca. |
Insulae
rubent, et prolongatae in rete confluunt. |
Le isole sono
rosse, e allungatesi confluiscono nella rete. |
Membrana
vitelli, ubi blastoderma tegit, tenuissima facta est. |
La membrana
del tuorlo, laddove ricopre il blastoderma, è diventata assai
sottile. |
Albumen supra
formatum blastoderma plane recedit, et huic liberum accessum ad
internam testae superficiem dat. |
L'albume che
si è formato al di sopra si allontana completamente dal blastoderma e
gli dà un libero accesso alla superficie interna del guscio. |
§.
10. |
§
10 |
Margines
foveolae, in qua libera superior pulli pars collocatur, ita
increverunt, ut sub forma vaginae semilunari margine terminatae eam
partem a dorso obtegant. |
I margini
della fossetta, in cui si colloca la parte superiore libera del
pulcino, sono talmente aumentati da ricoprire quella parte
proteggendola dal dorso sotto forma di una guaina delimitata da un
bordo semilunare. |
Foetus ex
recto suo situ paullulum superiore parte ad sinistrum latus conversus
et ab extremo capitis incurvatus est, ita ut regiones sincipitis[23]
et occipitis jam manifestentur. |
Il feto è
lievemente girato con la parte superiore dal suo lato diritto verso il
lato sinistro ed è incurvato a partire dall'estremità della testa,
di modo che già si manifestano le regioni del sincipite e
dell'occipite. |
Quod hucusque
stratum globulosum diximus, in membranam vasculosam, inter duas
blastodermatis laminas interpositam transmutatur. Sanguinis nempe
insulae, in rivulos contractae, parietes induunt, et hac ratione vasa
sanguifera formant, quae [40] iterum tenui lamina connectuntur; quare
blastoderma jam e tribus componitur stratis. |
Quello che
finora abbiamo chiamato strato globulare, si trasforma nella membrana
vascolare frapposta tra due lamine del blastoderma. Le isole del
sangue, appunto, raccoltesi in rigagnoli, si rivestono di pareti, e in
questo modo formano i vasi sanguigni che di nuovo vengono uniti da una
sottile lamina; motivo per cui il blastoderma è ormai composto di tre
strati. |
Cellulae,
quas distantes et flexuose incedentes plicae primitivae in regione
capitali formant, replentur vesiculis, continuam sed subdivisam
cavitatem constituentibus, in quibus cerebrum oritur, et in posteriori
quidem eaque magis in longitudinem protracta, medulla oblongata, in
secunda globosa corpora quadrigemina, in tertia minori et angustiori
crura cerebri et thalami nervi optici et in anteriori quarta iterum
majori, hemisphaeria. |
Le cellule,
che le pliche primitive nella regione cefalica formano distanti e
dotate di movimento flessuoso, si riempiono di vescichette che
costituiscono una cavità continua ma suddivisa, nelle quali nasce il
cervello, e il midollo allungato in quella posteriore e più lunga,
nella seconda i corpi quadrigemini globosi, nella terza più piccola e
più stretta le gambe del cervello e del talamo del nervo ottico, e
gli emisferi nella quarta anteriore di nuovo più grande. |
In inferiori,
vitello nempe obversa blastodermatis superficie, binae ad utrumque
latus pulli, ubi jam abdomen inspicis, decurrunt plicae, duae externae,
alterae duae internae. Plicae externae ex omnibus blastodermatis
stratis simul {sumtis} <sumptis>, internae vero ex strato
vasculoso et pituitoso sine strato seroso formantur[24]. |
In quella
inferiore, naturalmente dopo aver rivolto la superficie del
blastoderma verso il tuorlo, decorrono due pliche presso ambedue i
lati del pulcino, là dove già vedi l'addome, due esterne e le altre
due interne. Le pliche esterne si formano da tutti gli strati del
blastoderma messi insieme, mentre quelle interne si formano dallo
strato vascolare e mucoso senza lo strato sieroso. |
[41]
Exteriores plicae abdominis, quod omnino patet, margines constituunt,
sed cum [42] postea partim intestinorum formationi, nempe stratis
pituitoso et vasculoso, [43] inserviant, partim, nempe strato seroso,
abdominis parietes constituant, illas plicas [44] intestinales,
has plicas abdominales vocamus. |
Le pliche
esterne dell'addome, il che è del tutto evidente, costituiscono dei
margini, ma dal momento che successivamente in parte sono a
disposizione della formazione degli intestini, cioè con gli strati
mucoso e vascolare, in parte, cioè con lo strato sieroso,
costituiscono le pareti dell'addome; quelle le chiamiamo pliche
intestinali, queste le chiamiamo pliche addominali. |
[45] Plicae
interiores autem, quae coeundo mesenterium formant, mesentericae
dicendae sunt. |
Ma le pliche
più interne che, congiungendosi, formano il mesentere, vanno chiamate
pliche mesenteriche. |
Fovea
cardiaca amplam cavitatem et verum orificium apertum, in supremam
ventriculi patentis partem transiens, refert: figura ovalis fere est,
superne rotunda et latior, unde plicae intestinales, deorsim vero
sensim angustior, unde plicae mesentericae ad utrumque latus foetus
descendunt et in involucri caudae inferiorem partem desinunt. |
La fossa
cardiaca presenta un'ampia cavità e un vero orificio aperto che passa
nella parte più alta del ventricolo visibile: la forma è quasi
ovale, verso l'alto rotonda e più larga, da dove scendono le pliche
intestinali, ma verso il basso poco più stretta, da dove le pliche
mesenteriche scendono ad ambedue i lati del feto e finiscono nella
parte inferiore dell'involucro della coda. |
Parietes
vaginae caudae inter se magis approximatae, vagina ipsa magis in
longitudinem protracta, primordium intestini recti exhibent. |
Le pareti
dell'involucro della coda tra loro più ravvicinate, l'involucro
stesso esteso maggiormente in lunghezza, mostrano l'abbozzo
dell'intestino retto. |
Denique renes
quoque plicis mesenterii adhaerent, quibus igitur, ut Wolffius
commemorat, non solum mesenterii, sed renum quoque primordium
repraesentatur. |
Infine anche
i reni aderiscono alle pliche mesenteriche, dalle quali pertanto, come
ricorda Kaspar Wolff, viene
foggiato l'abbozzo non solo del mesentere ma anche dei reni. |
Cor curvum
canalem figurae ferri equini seu parabolae refert, et in sinistram
foetus latus flexum prominet[25]. |
Il cuore
ricorda un canale ricurvo con l'aspetto di un ferro di cavallo o di
una parabola, e verso sinistra sporge il lato flesso del feto. |
[1]
Elio Corti
- Leveillé ou Léveillé Jean
Baptiste François (1765/1769-1829), est un de ces hommes qui, malgré un
mérite réel, un grand savoir, des travaux importants, n'obtiennent pas
dans le monde médical la réputation et la notoriété auxquelles
parviennent une foule de médiocrités. Leveillé naquit le 25 août 1765
(ou 1769?), à Ourouer, dans le Nivernais. Son père lui fit faire de
bonnes études et l'envoya en 1790 étudier la médecine à Paris, où it
suivit les leçons de l'illustre Desault. Commissionné en 1799 pour l'armée
d'Italie avec le grade de médecin de première classe, il se rencontra à
Pavie avec quelques-ans des plus éminents chirurgiens de l'Italie, et se
lia d'amitié avec le célèbre Antonio Scarpa (Motta di Livenza 1752 -
Pavia 1832). A son retour en France, en 1801, Leveillé s'adonna à la
pratique civile de la médecine et à des travaux de littérature médicale.
II fut nommé médecin des prisons du département de la Seine, de la
maison royale de santé, et l'Académie de médecine se l'adjoignit dès
sa fondation. Il mourut le 13 mars 1829. Ses écrits attestent des
connaissances anatomo-pathologiques sérieuses et une connaissance
approfondie de la littérature médicale italienne. Sa chirurgie mérite
encore aujourd'hui d'être consultée. Oeuvres
— I. Dissertation physiologique sur la nutrition du foetus des
mammifères et des oiseaux / Dissertation Physiologique sur la Nutrition
des Foetus considérés dans les Mammifères et dans les Oiseaux. Paris,
1799 — etc. [Dictionnaire Encyclopédique des Sciences Médicales,
Paris, 1869]
[2]
Christian Pander -
Leveillé sur la nutrition des foetus considerés dans les mammifères et
dans les oiseaux, excerptum in Reilii archiv für Physiologie tomus 4. p.
417. — Aristotelis opera MDXCVII. 8.
pag 950 histor. animal. lib. VI. cap. II. Αἰ
δὲ πρὸς τῇ
ἀρχῇ τοῦ
ὠχροῦ
χάλαζαι
οὐδὲν συμβάλλονται
πρὸς τὴν
γένεσιν.
ὥσπερ τινες
ὑπολαμβάνουσιν·
εἰσιν δὲ δύο. ἡ
μὲν κάτοθεν ἡ
δὲ ἄνοθεν.
[3]
Aemilius Parisanus pro semine galli habuit. — Harveius, Langloyius,
Maitrejeanus cicatriculam, Malpighius folliculum, Coiter punctum s. orbicu!um,
Veslingius maculam albam nominant, et apud Vicq d'Azyr la cicatricule s.
le germe, apud Haller le follicule du jaune et orbiculus vitellarius, apud
Tiedermann Narbe, Flecken, apud Illiger Keimpunkt, punctum saliens audit.
[4]
Elio Corti
- La
ligne, termine che in francese significa linea, è un'unità di lunghezza
adoperata in Francia prima dell'adozione del sistema metrico nel tardo
Settecento. È tuttora utilizzata dai produttori di orologi da polso
francesi e svizzeri per misurare il diametro del movimento di un orologio.
La ligne viene indicata con la lettera L, o con il simbolo del triplo
primo ('''), ed equivale a 2,2558291 mm (1 mm = 0,443296 ligne). Dodici
lignes formano un pollice francese (27,07 mm).
[5] Elio Corti - La cicatricola o cicatricula - piccola cicatrice - è anche detta discoblastula oppure blastoderma. Blastula deriva dal latino scientifico blastula, diminutivo del femminile greco blástë = germoglio, gemma, rampollo, germe, embrione; equivalente è il maschile blastós che ha lo stesso significato. § Cicatricola o cicatricula deriva dal latino tardo cicatricula = piccola cicatrice, diminutivo di cicatrix = cicatrice. Ristretta zona del polo dell'uovo degli uccelli, dove, subito sotto alla membrana vitellina, si trovano il citoplasma e il nucleo. Dalla cicatricola, detta anche discoblastula o disco germinativo, si svilupperà l'embrione.
[6]
Christian Pander -
Nullus ante Wolffium auctor aliquid de hoc blastodermate commemorat, et
Wolffius ipse incipiente pulli formatione id nasci indicat. De
formatione Intestinorum pars 1. pag. 431. §. 33. "Sed primum quoque
omnino est, cum nisi prius, saltim eodem tempore cum embryone oritur.
Nunquam enim embryo conspicitur, quin areoIa quoque haec circa eum
observetur. Sed vidisse quoque mihi visus sum in ovis duodecim circiter
vel octodecim horas incubatis istam foveam vacuam sine ullo embryonis
vestigio. Et in aliis ejusdem aetatis ovis similiter areolam vidi, in qua
tamen embryonis rudimentum, sed veri nominis rudimentum continebatur."
— Ceteri omnes scriptores tam longe a veritate recesserunt, ut maxinia
perturbatio tam in inspicienda quam in denominanda re orta sit, ita ut
blastoderma modo cicatriculam (multi auctores), modo colliquamentum, (Malpighius,
Langleyius, Harvejus), modo sacculum colliquamenti (Malpighius), modo ovi
oculum (Harvejus), modo le lit du poule (Maitrejean), modo sacculum
vitellarium (Haller in operibus minoribus), modo chorion (Fabricius ab
Aquapendente), modo Amnion (Malpighius et Haller in editione gallica
appellarent; et — quod incredibile dictu — omnes autores, post
Wolffium formationem pulli in ovo tractantes, hoc blastoderma non
commemorarent, ita ut modo, Erweiterung des Fleckens (Tiedemann), modo
Einsackung der Dotterhaut oder Anfang des Pippels (Oken) nominarent.
[7] Christian Pander - Malpighius foetum in ovo nondum incubato vidit, de form. pulli in ovo pag. 2. Tab. I. f. 1-2. "In sacculo velut in amnio," ait "dum solis radiis illum objiciebam, inclusum foetum L animadvertebam, cujus caput cum appensae carinae staminibus patenter emergebat" et (appendix repetitas auctasque de ovo incubato observationes continens Tab. I. f. I. pag. 2.) "In colliquamento pulli carina candidis delineata zonis innatabat." — Post sextam incubationis horam commem "orat (de form. pulli pag. 3.): "In medio pulli carina una cum capite innatabat," et appendix pag. 2. fig. 2. "Pulli carinae et capitis inchoamenta zonae specie emergebant, in colliquamento plumbei coloris innatantia." — Lancisius eadem hora etiam vasa umbilicalia et circulum, quo colliquamentum circumscribitur, vidit, de motu cordis pag. 87). — Nullum adest dubium, quin hae observationes recte sint factae; attamen veri simile est, utrumque autorem de tempore incubationis falli; nam et nos ova, quae nondum incubata esse asserebant, statim, ubi accepimus, aperuimus, inque iis foetus unius, duorum, trium, quatuor et quinque dierum, in quibus cor adhuc manifeste pulsabat, invenimus. Et sic certe celerrima evolutio, quam Malpighius et Lancisius in scrutatis ovis inveniebant, non, uti ceteris visum est, auctoribus, calidiori Italiae coelo, sed errori, adtribuenda est.
[8] Christian Pander - Hanc aream pellucidam jam Haller descripsit, et Nidum Pulli vocavit. De form. cordis Tom. II. pag. 318. in operibus minoribus: "Quando nunc ovum foecundatum est, pars aliqua vilelli foetui vicinissima adparet, tenera, nitida, per quam vitelli flavedo pelluceat, cum amnio undique, ut videtur, connexa, nullis vasculis insignis. Eam, ut reliquum vitellum, membranula, quam porro eo nomine (nempe nido pulli) vocabo, operit, proxime adplicata. Ejus nidi eo tempore semper eandem formam esse, persuadeor, nempe ex ovata reniformen, qualis fit, quando duo circuli duabus lineis rectis cunjunguntur, quae eadem fere pistilli figura est. Etsi vero ellipsin aut margaritae formam nonnunquam exprimit, circulumque, cum quadam appendice, etsi etiam inaequales saepe circuli sunt, quibus constat, aut difformis videtur, aut superior finis nescio quomodo angulosus adparet, aut inferius lacer, aut alter circulus deest, ut phiolae figura sit: longe tamen pleraeque observationes et eo magis, quo meliores sunt, nidi figuram faciunt, qualem dixi. Et in hanc figuram sola saepe quiete aliae, minus naturae convenientes, sponte mutantur. Incipit meis in experimentis adparere hora 12.''
[9] Christian Pander - Append. pag. 2. "Carinae extremitatem sacculus E (Tab. I. f. 1.) obscurabat. — "In cicatriculae centro vesicula B f. 2. irregularibus interdum terminata finihus, diaphanoque turgida humore locabatur. (Conf. fig. 4, 5, 6, 7.) Pag. 4. "Carina haec in colliquamento E (tab. II. fig. 1.) tegens proxima erat sacculo F qui diaphano turgere videbatur succo." — De format. pulli tab. I. f. 1-4, 6, 7.
[10] Christian Pander - Nemo certe dubitabit, utrumque stratum toto coelo a duobus areae vasculosae stratis a Wolffio commemoratis differre, qui cognovit externum Wolffii stratum nil nisi membranam vitelli propriam esse; nam manifeste dicit, sct. Petrop. Tom. XII. pag. 415. §. 15. "Nulla ratione ad involucra propria embryonis referri potest, sed communem et potius vitelli tunicam constituit, qua tamen embryo et amnium simul includantur."
[11]
Christian Pander -
Nemo adhuc constructionem et significationem halonum manifestavit. Oken aperte confessus est, "Lehrbuch der Naturgeschichte: Was die
Halonen bedeuten, weiss ich in der That nicht. Sie scheinen aber nicht
ohne Bezug aufs Gefässsystem zu seyn." quod tamen falsum est.
[12]
Christian Pander -
De Form. Pulli Tab. I. fig. I, IV-VII, IX, X. Append. fig. I-VII.
[13] Christian Pander - Haller Tom. II. pag. 355. "Primum foetum involutum satis certo vidi hora duodecima, capite crassiori super folliculum posito, deinde cauda tegente, diametrum folliculi graciliori, quam in Malpighii (append. Tab. I, fig. 2) iconibua, Eam figuram tenuit et horis posterioribus. Constanter etiam inferior pars corpusculi minus nitide circumscripta et fere nebulosa est." — Et pag. 356. "Jam hora 24 aliqua initia discriminis foetum inter et amnium in bonis ovis adparent: nam et cauda fissa adparet per totam longitudinem cis finem dilatata, ut lanceolata coeat." — Tiedemann's Zoologie Tom. III. pag. 158 ait: "Der Flecken ist jetzt" (die secundo incipiente) "etwas grüsser geworden und bildet nach aussen einen kleinen Vorsprung, Seine blasenartige Hüblung ist mit einer krystallhellen und durchsichtigen Flüssigkeit angefüllt, in der man gegen die 30te Stunde einen trüben wolkigen länglichen Körper bemerkt, welcher die erste Spur des sith bildenden Embryo ist. Bey genauerer Uniersuchung mit dem Microscop hat der Embryo die Gestalt eines kleinen ausgestreckten gallertartigen Fadens mit einem kolbigten Ende." — Oken Lehrbuch der Naturgeschichte Tom. III. p. II, pag. 361: "Um die Mitte des zweyten Tages enthält der Hahnentritt flüssiges Wasser, und in diesem schon den sichtbaren gallertartigen Keim gleich einem Faden mit kolbigtem Ende, der Kopf." Nescimus quo subtilissimo rete isti observatores ad piscandam hanc natantem gelatinam usi sint.
[14] Christian Pander - Malpighius, appendix Tab. II. fig. 8-14. pag. 3: "Geminae zonae, seu crassae candidaeque lineae, in capite parum distantes et quasi reflexae in posticam partem, iterum approximatae collum efformabant; mox diductae et quasi parallelae in longum protractae, carinatum spatium efficiebant, et hinc inde vertebrarum sacculos numero septem appensos servabant; tandem coeuntes carinae extremum constituebant." — Etiam Hallerus hancce inflexionem vidit, nam in descriptione ovi 25. pag. 77 ait: "In nido foetus capite fisso et quasi replicato," postea autem de eodem ovo aliam narrat rem, nempe pag, 356: "Vaginam capitis ita a capite distingui vidi, ut fissum videretur," nil autem hoc loco de replicatione commemorat, quam certe parvi habuit momenti. — Wolff, Theoria generationis Halae 1715. pag. 135. §. 217 ait: "In primo, qui apparet, embryone, capiti quod distinguitur antrorsum recurvatum, continuum observatur spinae dorsalis rudimentum, id vero absque ullo vertebrarum vestigio."
[15] Christian Pander - Malpighius Append. Tab. I, f. VI. pag. 3. "Succedebat lata area G colliquamenti alveolis H excavata; haec rivulo ambiebatur, qui candido erat circulo I obseptus." — Haller 1. c. pag. 324: "Halonum intimus, quam dico aream, reticulatus, intervallis distinctus pellucidis et acinosis."
[16]
Christian Pander -
Malpighius Tab. I. II. f. V-XIV. Append.
[17] Christian Pander - Malpighius Tab. II. fig. XV. XVI. "Circa dorsum curvabantur zonae F."
[18] Christian
Pander - Malpighius
Append. Tab. II. fig. XVII. XVIII. XIX.
[19]
Christian Pander -
Malpighius Append. Tab.
II. fig. X.
[20] Christian Pander - Idem Tab. II. fig. XVII.
[21] Christian Pander - Idem Tab. II. fig. XIX et XXI. Oculos A A fig. XIX, nimis distinctos et ab intermedia vesicula separatos delineat.
[22] Elio Corti - Amnio, amnion o amnios: dal greco amníon, vaso in cui si raccoglieva il sangue delle vittime ma anche involucro del feto. Annesso embrionale costituito da un sacco che si sviluppa a spese di una parte dei tessuti formati dall'uovo fecondato (sacco amniotico), contenente – in quantità variabile nei diversi animali e nei vari stadi di sviluppo – un liquido sieroso (liquido amniotico) nel quale è immerso l'embrione ancorato al cordone ombelicale.
[23] Elio Corti – Sincipite, in latino sinciput - sincipitis, deriva da semi-, semi-, e caput, capo. In anatomia topografica corrisponde alla parte più elevata del cranio, corrispondente alla regione del bregma (in greco brégma = sommità del capo, è il punto di incontro delle suture coronale e sagittale). Occipite, in latino occiput - occipitis, deriva da ob, sotto, presso + caput, capo. In anatomia corrisponde alla regione posteriore del capo là dove si trova l'osso occipitale.
[24] Christian Pander - Incredibili quadam diligentia et mira in delineando describendoque solertia Wolffius, vir omni laude dignissimus, de iis exposuit, quae in pullorum incubatorum formando et succrescenti canali intestinorum deprehendere licet; ut{;} <,> qui majore cum sedulitate in latebras naturae ipsius penetraverint, qui majore cum curiositate ejus artificia indagaverint, aut paucos invenias, aut nullos. Neque etiam caruerunt debitis ejus merita praeconiis. Recentioribus potissimum temporibus fuerunt, qui auctoritatem viri subsecuti ejus doctrinas ut irrefutabiles omnibusque periculis comprobatas in patrocinium suum reciperent. In hoc numero habemus imprimis Tiedemannum, qui in libro suo de zoologia, et Meckelium, qui et in versione vernacula dissertationum, a Wolffio in Actis Petropolitanis dispersim editarum, et in Archivo physiologiae germanico, Clarissimo illi viro adstipulati sunt. Contra vero Okenius, in suo de zoologia libro acerrime in Wolffium invectus est; quem cum obscuritatis nomine accusaret, a Tiedemanno publica voce in Iside flagitavit, ut de integro et distincte omnem canalis intestinorum procreandi rationem persequeretur, vel saltem, quid de ea re sentiret ipse, in lucem promeret. Quae cum ita sint, accuratam a nobis rationis, qua organa haec observatione dignissima progignantur, enarrationem exhiberi, neque ab hoc loco alienum erit, neque ingratum lectoribus, quod posse praestare nobis ipsis jucundissimum accidit. Eum enim solertia nostra habuit eventum, ut ea nunc comperta habeamus, quae isti omni disceptationi finem impositura videantur. Quoniam vero Okenius non injuria de obscuritate harum rerum queritur, ingressi sumus primum ad Wolffii errores discutiendos, deinde ad novam eamque ad naturae leges unice conformatam hujus procreationis descriptionem adornandam. Errorum autem plerorumque, in quibus Wolffius, et qui eum secuti sunt, versantur, causa in hoc potissimum posita est, quod, ut satis a nobis indicatum et demonstratum est, blastoderma, unam solam lamellam esse opinati, omnium, quae in hoc apparent, mutationum ambitum et fontes hac una membrana contineri judicaverant. Quae praeconcepta opinio maxime iis obfuit. Potest enim tota omnino res clare et distincte non perspici, nisi quis omnem seriem transformationum, quaecunque in singulis hujus membranae stratis occurrunt, penitus enodaverit. Haec enim strata, nunc distracta, nunc conjuncta, singula diversorum organorum existunt principia. Itaque propagantur deinceps e membrana serosa paries corpusculi atque amnium; e membrana vero pituitosa et vasculosa intestinorum canalis et mesenterium. Quem canalem aut intestinum saltim medium, quod rudimentum est totius tractus intestinorum, Wolffius perhibuit cooriri inde, quod duae, separatae antea laminae concrescerent. Quae plena est erroris sententia. Quae enim membrana canalem intestinorum protrudit, ea supra totum foetum extensa est, et utrinque appropinquando ad se applicatur. Quo fit, ut mesenterium efformetur. Haec ejus verba. Tom. 13. §. 136. "In anteriori laminae abdominalis facie concava similis fere continetur lamina angustior et magis convoluta (s. s. r. r.) cujus in descriptione aperturae amnii spurii (§. 100) sub nomine fistulae intestinalis mentionem jam feci. Ea vero non intestini primitivi ipsius sed mesenterii primordium est, hujusque duas laminas, a se invicem adhuc dum separatas, et late patentes, exhibet, adeo ut inter utrasque has lamellas, quae fistulae parietes constituunt, nuda spinae dorsalis facies anterior appareat, fundumque fistulae hujus seu laminae concavae efficiat. Uti igitur fovea cardiaca suo tempore, die scilicet tertio finito, ventriculum; uti rima post diem tertium intestinum medium; uti denique foveola inferior die tertio finito intestinum rectum refert; ita apertura amnii spurii seu fistula intestinalis mesenterii primordium exhibet. Margines convolutae hujus laminae anteriores limbi illi sunt <(>Diss. prior. fig. 6. n. n. m. u.) interiores seu intestinales, qui, dum successive constringuntur, suturam efficiunt (Tab. prior. Diss. fig. 7. I.). Hinc ergo patet, suturam proprie esse marginem posteriorem intestini medii, seu conjunctionem posteriorem laminarum intestinalium (fig. 3. m. M.) ubi hae laminae conjunctae incipiunt mesenterium constituere. Dum igitur sutura formatur, partes hujus laminae laterales uniuntur, et mesenterium hac ratione oritur, simulque intestinum medium formari incipit. Illud ergo simili fere modo, ut intestinum, fit, dum duae laminae, quae separatae prius fuerunt , conjunguntur et concrescunt, Et patet igitur, si ad formationem intestinorum respicimus, ea non modo laminas fuisse meras planas certo tempore, die scilicet quarto, quae marginibus anterioribus separatis revolutisque pateant, solisque posterioribus in mesenterii laminas continuatis, cohaereant, sed adeo fuisse repraesentata, prius quam ad hunc statum perveniunt, scilicet secundo die finito, per laminas, quae neque marginibus posterioribus cohaerent, sed a primo principio separatae sunt et late a se invicem distant."
[25]
Christian Pander -
Malpighius Append. Tab. III. fig. 23. 25.