Christian
Pander
L'uovo nei primi 5 giorni di incubazione
1817
Quarto giorno di incubazione
L'asterisco * indica che la voce è presente nel lessico
§.
12. |
§
12 |
Membrana
vitelli propria tenuissima facta ampliato blastodermati cedit; hoc jam
paene totum obducit vitellum, excepta regione ad ovi apicem, ubi
crassum albumen collecto vitello adhaeret. |
La membrana
propria del tuorlo, essendo diventata assai sottile, cede al
blastoderma che si è fatto più grande; questo ricopre già quasi
tutto il tuorlo, fatta eccezione per la regione che si trova in
vicinanza dell'apice dell'uovo, dove un albume ispessito aderisce al
tuorlo compatto. |
Copia lactei
liquoris vitelli major. |
La quantità
del liquido latteo del tuorlo è maggiore. |
Arteriae
et venae supra descriptae majores redditae, sanguine unicolore et
intentiori rubedine gaudent. |
Le
arterie e le vene prima descritte, diventate più grandi, si dilettano
di un sangue unicolore e di un rosso più intenso. |
[60] Arteriae
membranae vasculosae a venis, quae prius separatim incedebant, jam sub
et juxta eas decurrentes comitantur[1]. |
Le
arterie della membrana vascolare sono accompagnate da vene che prima
procedevano separatamente,
le quali adesso scorrono sotto di loro e in loro vicinanza. |
Cor in
suprema et anteriore regione thoracis se conspectui offert, ita situm,
ut [61] apice suo obtuso deorsum, basi sursum respiciat. |
Il
cuore si offre alla vista nella parte più alta e anteriore del
torace, disposto in modo tale che col suo apice ottuso è rivolto in
basso, con la base verso l'alto. |
Distinguitur
in auricula duplex semi circulus, posterior alter, corporive propior,
alter anterior, qui auriculam lunae modo dividit. Haec prima sunt
divisionis auricularum initia, quorum sinistra, dextra major, collapsa
et tenuibus plicis fere circularibus corrugata apparet et in media sui
parte fere semper guttam sanguinis coagulati, per tenuem auriculae
membranam transparentem fovet, dextra retro arcum aortae est sita, uti
sinistra quandoque sanguine distenta, saepe tamen collapsa invenitur,
soletque figura esse fere rotunda; superficie gaudet leviter convexa
margineque anteriori crenato[2],
incumbitque ventriculo dextro et aortae. In conjunctionem auricularum vena cava se
immittit et canalis auricularis, qui versus auriculam angustior, et
versus ventriculum magis dilatatus, manifeste in ventriculum descendit.
In ventriculo prima novi accrescentis ventriculi vestigia
apparent; sub bulbo nempe aortae tuberculum natum, rubellum, ovatum,
ventriculo primitivo transversim insidens. Ventriculus sinister figura
globosa est. Ex [62] bulbo aortae, ventriculo approximato, duo vel
tres adscendunt rami et ex his radicibus aorta antrorsum adscendit,
retrorsum porro curvatur arcumque producit descendendo. |
Nell'orecchietta
si distingue un doppio semicerchio, uno posteriore o più vicino alla
struttura, l'altro anteriore che divide l'orecchietta come se fosse
una luna. Questi sono i primi inizi della divisione delle orecchiette
<- o atrii>, la sinistra delle quali, maggiore della destra,
appare collassata e corrugata da tenui pieghe quasi circolari, e nella
sua parte centrale quasi sempre tiene al caldo una goccia di sangue
coagulato per mezzo della sottile membrana trasparente
dell'orecchietta; l'orecchietta destra è situata dietro all'arco
aortico, talora distesa come la sinistra dal sangue, tuttavia spesso
la si rinviene collassata e di aspetto suole essere quasi rotonda;
gode di una superficie lievemente convessa e di un margine anteriore
crenato, e sovrasta il ventricolo destro e l'aorta. La vena cava si
immette nel punto di giunzione delle orecchiette e il canale
auricolare, che verso l'orecchietta è più stretto e verso il
ventricolo è più dilatato, scende chiaramente verso il ventricolo.
Nel ventricolo fanno la loro comparsa le prime tracce del nuovo
ventricolo che si accresce; proprio sotto il bulbo aortico si appoggia
trasversalmente sul ventricolo primitivo un nuovo tubercolo,
rossiccio, a forma di uovo. Il ventricolo sinistro è di aspetto
globoso. Dal bulbo aortico, posto vicino al ventricolo, salgono due o
tre rami e da queste radici l'aorta ascende verso l'avanti, quindi si
curva all'indietro e scendendo forma un arco. |
Amnium paene
clausum totum fere foetum includit, nempe caput, dorsum, caudam et
tubercula alarum pedumque. |
L'amnio
pressoché chiuso rinserra quasi tutto il feto, cioè la testa, il
dorso, la coda e i tubercoli delle ali e dei piedi. |
Plicae
abdominales, quae reflexione sua dorsali amnium verum formant, ad
foetus latera parallelae dispositae sunt, ad regionem cardiacam vero
circa marginem pelvis arcuatim conjunctae limbum formant cavitatis,
quae thoracem abdomenque complectitur. Apertura hujus cavitatis
primordium est umbilici, nam postea limbus increscit et constringitur,
donec ultimum parvum orificium pro larga cavitate abdominis evadit,
quod avibus pro umbilico est. |
Le
pliche addominali, che con il loro ripiegamento dorsale formano il
vero amnio, sono disposte parallelamente ai lati del feto, ma verso la
regione cardiaca, congiunte in modo arcuato intorno al margine della
pelvi, formano un orlo della cavità che abbraccia il torace e
l'addome. L'apertura di questa cavità è l'abbozzo dell'ombelico;
infatti successivamente l'orlo aumenta e si restringe, finché al
posto dell'ampia cavità dell'addome rimane un ultimo piccolo
orificio, il quale per gli uccelli serve da ombelico. |
Ventriculus,
ex oesophago ortus, recta via in duodenum descendit, integer est et
foveae cardiacae vestigium jam non in ipsum ventriculum sed in
duodenum et ex hoc in ventriculum ducit; igitur duodeni cavitas facta
est. |
Lo
stomaco, originato dall'esofago, scende nel duodeno in via retta, è
integro e adesso traccia un vestigio della fossa cardiaca, non in
direzione dello stomaco stesso, ma verso il duodeno e da questo verso
lo stomaco; quindi la cavità del duodeno è creata. |
A duodeno
intestinum medium incipit et descendit usque ad rectum. Hoc [63]
comprehendit in se rudimenta totius intestinorum tractus, qui in
adulto corpore duodenum inter et rectum, cui cocca annexa sunt,
collocatur. Consistit intestinum medium e duabus laminis marginibus
suis posterioribus, conjunctis (suturam intestinalem Wolffius vocat)
et in mesenterium continuatis: marginibus autem anterioribus adhuc
separatis, revolutis et in membranam vasculosam et pituitosam latera
versus abeuntibus. |
Dal
duodeno inizia l'intestino medio e scende fino al retto. L'intestino
medio comprende in sé gli abbozzi di tutto il tratto degli intestini,
che nel corpo adulto si colloca tra il duodeno e il retto, al quale
sono annesse delle bacche. L'intestino medio è costituito da due
lamine congiunte in corrispondenza dei loro margini posteriori (Kaspar
Wolff la chiama sutura intestinale) e si continuano nel mesentere: ma
essendo i margini anteriori ancora separati, rotolati indietro e che
si ritirano verso i lati in una membrana vascolare e pituitosa <-
mucosa>. |
Pone cor
pulmones apparent, corpuscula oblonga, fere cylindrica, omnium
organorum tenerrima, fere pellucida, inferne subtilissima vesicula
terminata. |
Dietro
al cuore compaiono i polmoni, dei corpuscoli allungati, quasi
cilindrici, i più teneri di tutti gli organi, quasi trasparenti,
chiusi inferiormente da una vescichetta assai sottile. |
Inter cor et
pulmonem sub ipsa auricula hepatis lobus dexter situs est, oblongus,
curvata superficie anteriori, posteriori, qua cordi incumbit, concava:
a parte ejus superiori vena cava recipitur. Lobus sinister angustus,
ventriculo et duodeno incumbit. |
Il
lobo destro del fegato è situato tra il cuore e il polmone al di
sotto dell'orecchietta stessa, è allungato, con la superficie
anteriore ricurva, concava quella posteriore con la quale si appoggia
al cuore: dalla sua parte superiore viene accolta la vena cava. Il
lobo sinistro è stretto, si appoggia allo stomaco e al duodeno. |
Miram renes
figuram habent, qui proxime ad spinam dorsalem utrinque siti sunt,
ejusque ductum sequuntur; lineares fere sunt et longissimi, incipiunt
in regione thoracis retro pulmones, et descendunt ad infimam intestini
recti extremitatem [64] usque, cui utrinque inseruntur sine conspicuo
{urethere} <uretere>. Totius renis structura lamellata, lamellis
transversaliter positis, distinctis et vere separatis; quae praesertim
in superficie anteriori distincte evolvi possunt, in parte posteriori
vero quasi funi cuidam annexae[3]. |
I
reni hanno un aspetto meraviglioso, i quali sono situati ai due lati
della spina dorsale, e ne seguono il tragitto; sono quasi lineari e
assai lunghi, iniziano nella regione del torace dietro ai polmoni e
scendono fino all'infima estremità dell'intestino retto, ai due lati
del quale si inseriscono senza un vistoso uretere. La struttura di
tutto il rene è lamellare, con lamelle disposte trasversalmente,
distinte e molto separate; le quali, soprattutto sulla superficie
anteriore, possono svolgersi in modo distinto, mentre nella parte
posteriore sono quasi attaccate a una specie di fune. |
Pedes alaeque
sub tuberculorum specie per amnion transparent. Ala superficie externa
convexa glabra gaudet; superficies interna, thoraci applicata, plana,
inaequalis, impressionibus eminentiisque instructa est; e margine
posteriori eaque crassiori, qua ala corpori affigitur, superius et
inferius duae productiones carneae excurrunt, quibus ala corpori
firmius adhaeret. Pedum superficies simili gaudent figura. Collo duae
appendices basi connatae affixae sunt, rudimenta maxillae inferioris[4].
Maxilla superior sub forma duarum appendicum nondum conjunctarum ad
colli curvaturam conspici potest[5]. |
I
piedi e le ali traspaiono attraverso l'amnio con l'aspetto di
tubercoli. L'ala gode di una superficie esterna convessa e glabra; la
superficie interna, appoggiata al torace, è pianeggiane,
disomogenea, fornita di impronte e sporgenze; dal margine
posteriore e più spesso, con il quale l'ala si attacca al corpo,
superiormente e inferiormente si protendono due prolungamenti carnei,
con i quali l'ala aderisce più saldamente al corpo. Le superfici dei
piedi godono di un aspetto simile. Al collo sono attaccate due
appendici che si sono generate insieme alla base, gli abbozzi della
mascella inferiore. La mascella superiore può essere osservata sotto
forma di due appendici non ancora congiunte presso la curvatura del
collo. |
[65] Oculis
non multum accedit perfectionis, nisi quod nigredo paullatim
choroideam tunicam occupat, quae in hemisphaerio oculi superiori
obscurior est. In ea inferiori parte hemisphaerica quasi hilus[6]
pellucidus ob defectum choroideae conspicitur. |
Agli
occhi non si aggiunge molto perfezionamento, a parte il fatto che il
nero pian piano occupa la tunica della coroide, che nell'emisfero
superiore dell'occhio è più scura. In quella parte inferiore
emisferica quasi si vede un ilo trasparente a causa di un difetto
della coroide. |
Chorii
vesicula, vasis umbilicalibus ornata, volumine aucta est[7]. |
La
vescichetta del corion, adorna di vasi ombelicali, è aumentata di
volume. |
[1] Christian Pander - Spallanzani Esperienza CXVII: "Sulle due arterie sono comparite due vene, i cui tronci occupano una porzione de tronchi anteriori. Un'edera, che co' suoi rami serpeggi su quei di una quercia, e che col tronco discenda per il pedale di lei, può in certo modo rappressentar le due vene, che coprono in parte le due arterie. Le ultime fila di queste vene parte traggono origine dalla circonferenza, e parte dalle ultime deramazioni arteriose, senza sapersi, come sia nato l'imboccamento delle vecchie arterie con le nuove vene. — Sonosi pur manifestate innumerabili altre venuzze, che si anastomizzano con le diramazioni arteriose, le quale venuzze non metton già capo, almeno allo scoperto, in nessuna delle vene finquì descritte, ma si nascondono sotto il corpicello del pulcino. Il diametro de' vasetti, che di arteriosi passano in venosi, è tale, che lascia camminar del pari quattro in cinque globotti, e rarissimi sono que' vasellini, ne' quali non ne possa {possare} <passare> che uno, o due. Il sangue venoso nel colore non differisce dall'arterioso."
[2] Elio Corti - Crenato deriva da dal latino tardo crena = tacca, intaccatura, scanalatura. In botanica si dice che è crenato il filloma - o margine fogliare - con sporgenze (denti) a contorno arrotondato.
[3]
Christian Pander -
Sic omnino ad naturam describit Wolffius.
[4]
Christian Pander -
Tredern I. c. f. 3. 6.
[5]
Christian Pander -
Ibid. 4.
[6] Elio Corti - Ilo deriva dal latino hilum, ma anche hilus. In anatomia si tratta di una depressione che si trova sulla superficie di un organo, corrispondente in genere al punto di entrata o di uscita di vasi sanguiferi o linfatici, di nervi o condotti escretori.
[7]
Christian Pander -
Permultum de hac vesicula scriptum et opinatum est. — Haller in
editione gallica cum allantoide comparat. Sect. X. Second Mem. pag. 133: "Il est surprenant, qu'une partie du
corps animal, commune aux quadrupedes, qui ont une vessie, et aux oiseaux
mêmes, qui n'en ont pas, se trouve manquer à l'homme seul." —
Postea pag. 137 etc. communicationem hujus vesiculae cum recto indicat;
nam ait: "J'ai soufflé l'Allantoide et l'ouraque, l'air souleve le
rectum, mais l'orifice n'en est pas aussi aisé à voir. Quand on à souflé
l'ouraque et que le rectum est ouvert anterieurement, on voit une bulle
hemisphérique s'elever de la partie posterieure de cet intestin et cette
bulle n'est percé par aucun orifice: quelque fois pourtant l'air sort par
l'anus. J'ai repeté les experiences et j'ai passé un stilet d'argent
dans l'ouraque; il est sorti entre la bulle et l'anus, par un orifice,
dont la coté gauch du rectum est percé fort près de l'anus. — In
editione latina tamen membranam umbilicalem nominat in praefatione: "Posterioribus
laboribus potissimum allantoide illa, vulgo putata in membranam
umbilicalem reformata;" et pag. 330 adit: "Etsi vero aliquando
putavi me setam argenteam, etiam aërem in urachum immisisse, ut per
cloacam et anum exiret, aut denique ostium ductuli minimi in cloacam et ad
anum vidisse, aut per anum aërem {imisisse} <immisisse> in urachum,
setamve; facile tamen adgnosco in tenerrimis vasculis haud difficulter
violari aliquid; et in optimis experimentis non potui aut setam per eum
ductum vere in rectum intestinum immittere, aut flatum, aut ex recto
intestino in urachum setam subire, aut ejus videre osculum: et elevari
quidem intestinum vidi, non tamen aëre vere repleri, bullamque distinctam
ab intestino esse et in eam vesicam setam ex uracho non potui deducere."
— Tiedemann commemorat hanc vesiculam allantoidem et chorion constituere
pag. 190: "Das Bläschen hängt an einem gefässreichein Stiel, der
von den beiden aus den Hüftarterien entspringenden Nabelarterien gebildet
wird. Es besteht aus zwey Platten, einer äufsern pulpösen und gefässreichen und
einer innern zarten und gefässarmen Platte, welcbe eine durchsichtige Flüssigkeit
enthält. Die innere Platte steht mittelst eines hohlen zwischen den
Nabelarterien laufenden Stiels, von Haller Urachus genannt, mit dem Endstück
des Mastdarms oder mit der Cloake in Verbindung. — Demnach ist die äussere
gefässreiche Platte der Gefässhaut (Chorion) analog, die innere Platte
aber ist der Harnhaut (Allantois) zu vergleichen." — Oken hanc
vesiculam Allantoidem vocat: "Die Flüssigkeit in diesem Bläschen
und seine Haut, welche sich bis zur Cloake hohl fortsetzt, deuten an, dass
diese Blase die Allantois ist (nicht das Chorion der Säugethiere), und
jner Kanal der Urachus, und die Cloake die Harnblase. — Die Nabelgefässe
sind demnach Allantoisgefässe."