Etimologia botanica
di Alexandre de Théis
1810

Biografie botaniche


R

Rabelais François Rabelais

RadermacherJacob Cornelis Matthieu Radermacher

RamondLouis Ramond de Carbonnières

RandIsaac Rand

Rapin – René Rapin

RauwolfLeonhard Rauwolf

RayJohn Ray

RaziRazi Rhazes Rasis Rahzes

RéaumurRené–Antoine Ferchault de Réaumur

RedoutéPierre-Joseph Redouté

ReneaulmeMichel-Louis Reneaulme de Lagaranne

RetziusAnders Jahan Retzius

Rheede – Hendrik van Rheede
Hendrik Adriaan van Rheede tot Drakenstein

Richard Louis Claude Marie Richard

Richardson JohnJohn Richardson

Richardson RichardRichard Richardson

RicherPierre Richer de Belleval

RizoSalvador Rizo Blanco

Robin JeanJean Robin

Robin VespasienVespasien Robin

RochefortCharles de Rochefort

RodríguezPedro Rodríguez Conte di Campomanes

RolanderDaniel Rolander

RondeletGuillaume Rondelet

Roth – Albrecht Wilhelm Roth

RottbøllChristen Friis Rottbøll

RousseauJean-Jacques Rousseau

RoxburghWilliam Roxburgh

RoyenAdriaan van Royen

Rudbeck il giovane – Olaus Rudbeck il Giovane

Rudbeck il vecchioOlaus Rudbeck il Vecchio

RudolphiKarl Asmund Rudolphi

RuelJean Ruel

RuizHipólito Ruiz o Hipólito Ruiz López

Rumph Rumphius – Georg Eberhard Rumphius
pseudonimo di Georg Eberhard Rumph

Rupp o RuppiusHeinrich Bernhard Rupp o Ruppius

RuyschFrederik Ruysch

Rabelais

François Rabelais: scrittore francese (La Devinière 1494 – Parigi 1553). Data e luogo di nascita di colui che è considerato il più tipico rappresentante dell'arte e dello spirito francese del Rinascimento sono dubbi. Poco si sa della sua giovinezza e della sua educazione. Grazie all'attività forense del padre, ebbe un'infanzia agiata ed ebbe modo di conoscere presto nelle liti giudiziarie di contadini e conventi molti aspetti della vita contemporanea finiti poi nella sua epopea, ridanciana e burlesca, comunemente chiamata Gargantua et Pantagruel dal titolo dei due primi famosi libri. Notizie sulla sua biografia lo danno nel convento di Angers, la città dove nacque sua madre, nel 1520 come novizio francescano. Cambiò poi ordine ed esercitò anche la professione di medico, tra i primi a effettuare audaci autopsie. Lo si sa dotato di vasta cultura, curioso di ogni disciplina del sapere. Conosceva il greco e l'italiano ed era in contatto con umanisti: Pierre Amy, André Tiraqueau, Amaury Bouchard, Guillame Budé. Per opporsi al soffocamento della ricerca di una libera cultura passò all'ordine benedettino, nell'abbazia di Ligugé (dove conobbe il poeta Jean Boudet), con un indulto papale e poté continuare così senza contrasti i suoi studi di greco e le letture degli autori italiani del Rinascimento (Pulci, Baldassarre Castiglione), che gli consentirono di scoprire un precursore nel benedettino Teofilo Folengo (Merlin Cocai) e nelle sue Maccheronee un'ispirazione per la creazione di alcuni eroi. Spirito inquieto, sensibile alle esigenze della cultura, specialmente di quella ispirata a Erasmo da Rotterdam (col quale ebbe anche uno scambio di lettere) e alle istanze dell'evangelismo rappresentato da Margherita di Navarra e dagli uomini che facevano corona al re Francesco I col Collegio di Francia, riuscì a viaggiare, ad arricchire la propria esperienza e a fare nuove conoscenze, entrando in rapporto con molti degni spiriti che volevano il rinnovamento interno della Chiesa cattolica in Francia rappresentata e immobilizzata dai teologi della rigida Sorbona. Dopo il 1526 non si hanno notizie sicure per qualche anno; certo è che Rabelais finì con l'abbandonare l'abito monacale per dedicarsi alla medicina, passando per varie città universitarie. Nel 1530 era a Montpellier e nel 1532 a Lione, medico nel Grande Ospedale. Lione era un attivo centro editoriale e librario. Rabelais pubblicò le Epistolae medicinales del ferrarese Giovanni Manardi e gli Aforismi di Ippocrate e si legò d'amicizia a Étienne Dolet e a Mellin de Saint–Gelais. Dopo aver composto lunari e operette d'occasione, nel 1532 (si avvicinava ormai alla quarantina), con l'anagramma Alcofribas Nasier, pubblicò il primo libro del suo capolavoro Les horribles et espoventables faictz et prouesses du tresrenommé Pantagruel. L'anno dopo Rabelais fece un primo viaggio in Italia al seguito, come medico personale, di Jean Du Bellay, vescovo di Parigi. Il suo libro però venne condannato dalla Sorbona, ma ciò non gli impedì di pubblicare (1536) La vie inestimable du Grand Gargantua, père de Pantagruel. Nell'edizione definitiva il secondo volume precederà il primo, e va detto che nello scrivere il Pantagruel Rabelais presupponeva la conoscenza di un'opera popolare dedicata a Gargantua, padre del suo eroe. Il secondo volume non manca di polemizzare con la Sorbona e con tutti i conformisti difensori della tradizione; spezza inoltre una lancia in favore degli évangéliques, i preriformati, o i novatori, che Francesco I dopo l'affaire des placards (manifesti contro la messa che nell'ottobre 1534 erano stati affissi simultaneamente in tutto il regno e persino nel castello reale di Amboise) colpì con rigore. Molti umanisti cercarono scampo presso i loro protettori e mentre C. Marot si rifugiava da Margherita, poi regina di Navarra, Rabelais si unì al suo protettore Jean Du Bellay recandosi con lui a Roma, dove rimase dal 1535 al 1536, facendo esperienza degli usi della Curia romana e dove il papa Paolo III lo assolse dall'aver infranto i voti monacali. Ottenne così di passare al clero secolare e di esercitare la medicina, in cui venne proclamato dottore a Montpellier nel 1537. Si immerse dunque negli amati studi di anatomia e di scienze naturali. Pochi anni dopo (1540–41) soggiornò a Torino come medico e consigliere del governatore del Piemonte, il signore di Langey, e sempre contestato dalla Sorbona pubblicò nel 1546 il Tiers livre des faictz et dictz héroïques du noble Pantagruel. Di nuovo Rabelais cercò rifugio presso il cardinale Du Bellay e dal 1547 al 1549 fu a Roma per il suo terzo soggiorno. Intanto a Lione nel 1548 usciva il quarto libro del Pantagruel. Non vi erano attacchi a nessuno, solo avventure e buffonate, ciononostante il libro fu attaccato con astio anche da Calvino; Rabelais rispose da par suo nel 1552 con un'edizione ampliata del Quart livre des faictz et dictz héroïques du noble Pantagruel, violento, acido, sferzante contro i conformisti e i bigotti, coi quali non voleva aver nulla in comune. Rinunciò persino ai benefici ecclesiastici e morì pochi mesi dopo l'uscita del suo libro. Nel 1564 uscì il Cinquièsme et dernier livre preceduto nel 1562 dai primi sedici capitoli col titolo L'isle sonnante (Roma assordata dal suono delle campane e corrotta dalla politica della Curia papale) con aggiunte e falsi rilevabili dagli avvenimenti posteriori alla morte dell'autore.

Radermacher

Jacob Cornelis Matthieu (J. C. M.) Radermacher (1741 – December 24, 1783) was a Dutch botanist and author. Radermacher was born in The Hague, Holland. He was an officer of the Dutch East India Company (VOC) in Batavia (Jakarta) as well as a talented naturalist. Born into an influential Dutch family, his father was Jacob Cornelis Radermacher (1700–1748), who was treasurer–general to the prince. His uncle and his nephew were members of the Board of Directors of the VOC. In 1757, then only sixteen years old, he had traveled to Indonesian to work as a merchant for the VOC. On May 21, 1761 Jacob married Margaretha Sophia Verijssel. In 1762 Radermacher created a Freemasonic circle in Batavia becoming the first Freemasonic lodge in Asia. In 1763 he returned to Holland to continue his studies, and graduated in law at Harderwijk. After graduation on June 13, 1766 he established himself as a lawyer in Arnhem. After a short time, Radermacher made the decision to return to Batavia. On December 20, 1766 with his wife Margaretha and two sons Frans Reinier and Johannes Cornelis, they boarded the ship Tulpenburg bound for Indonesia. His youngest son, Johannes Cornelis, still an infant, died within one month of their departure. By 1776, Radermacher was promoted by the VOC to title of "Extra–Ordinair Council of India". During his years in Batavia, Radermacher was a staunch promoter of the arts and sciences in the Far East. On April 24, 1778 he founded the Batavian Society of Arts and Sciences ("Bataviaasch Genootschap van Kunsten en etenschappen"). He also donated a substantial amount of writings and collections to start the museum. During this time he also catalogued a significant amount of flora and fauna of the islands of Java and Sumatra. The trees of the genus "Radermachera" are named for him. By 1781 Radermacher was named Commissioner Concerning the Fleet and the Army, and Common Council of India. After the death of his first wife, he married Bataviase Anna Bosch. For health reasons in 1783, he requested permission to return to Holland. However, while en route home in the Indian Ocean on December 24, there was a mutiny on board the ship, and Radermacher was murdered. The standard author abbreviation Raderm. is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Ramond

Louis Ramond de Carbonnières ou Louis François Élisabeth Ramond, seigneur de Carbonnières, baron Ramond et de l'Empire est un homme politique, un géologue et un botaniste français, né le 4 janvier 1755 à Strasbourg et mort le 14 mai 1827 à Paris. Il est considéré comme l'un des premiers explorateurs de la haute montagne pyrénéenne pouvant être qualifié de pyrénéiste. Louis Ramond est le fils de Pierre–Bernard Ramond (1715–1796), trésorier de guerre, et de Reine–Rosalie Eisentraut (1732–1762). Il commença à étudier le droit à l’université de Strasbourg en 1775 et devint avocat en février 1777. Il se lia d’amitié avec un autre étudiant, Jakob Michael Reinhold Lenz (1751–1792), écrivain du courant Sturm und Drang. Ramond découvrit alors la littérature romantique allemande et notamment les Souffrances du jeune Werther de Goethe (1749–1832), ce qui le décida à se lancer dans l’écriture. Il publia en 1777 Les Dernières Aventures du jeune d’Olban. Ramond entreprit, en mai 1777, un voyage en Suisse. Il y rencontra des écrivains et des poètes, mais aussi des savants: le théologien Johann Kaspar Lavater (1741–1801), les zoologistes Albrecht von Haller (1708–1777) et Charles Bonnet (1720–1793); il retrouva aussi son ami Lenz. Les deux hommes partagèrent une expérience extatique en contemplant la vallée du Rhin. Ramond se prit de passion pour la haute montagne. Quelques jours plus tard, Lenz vécut sa première crise de démence. En 1778, il fit paraître les Élégies, empreintes de son amour pour la nature. Des extraits en furent publiés la même année dans le Journal des Dames de Claude–Joseph Dorat (1734–1780). En 1779, Ramond et son père s’installèrent à Paris. En 1780, Louis publia La Guerre d’Alsace pendant le Grand Schisme d’Occident, épopée romantique et historique. Mais la capitale n’était pas encore sensible au romantisme venu d’Allemagne et il ne rencontra pas l’accueil qu’il espérait. Il quitta alors Paris et retourna à Strasbourg, où il se mit au service du cardinal de Louis René Édouard de Rohan (1734–1803), prince de Rohan et cardinal–archevêque de Strasbourg, célèbre pour avoir pris part à l’affaire du collier de la reine. Auprès du prince, Ramond voyagea beaucoup et rencontra de nombreuses personnalités. Le cardinal fut envoyé en exil à La Chaise–Dieu en juin 1786. Il partit en Auvergne accompagné par son fidèle secrétaire. Ramond découvrit la flore de cette région. Le cardinal souhaitait aller dans une ville thermale dans les Pyrénées et Ramond partit en éclaireur. Les deux hommes passèrent l’été et l’automne 1787 à Barèges. Afin de mieux connaître la formation géologique de cette montagne, qui faisait alors l’objet de controverses alimentées notamment par la théorie de Déodat Gratet de Dolomieu (1750–1801), et de savoir si elle était granitique, comme les Alpes, ou calcaire, comme les montagnes que l'on croyait plus anciennes, Ramond commença à explorer ce massif. Il parcourut les zones les plus hautes de Gavarnie à la Maladetta. Ramond quitta le cardinal en décembre 1788, lorsque celui–ci fut autorisé à revenir à Strasbourg. Il s’installa à Paris et fit paraître en 1789 ses premières Observations faites dans les Pyrénées, pour servir de suite à des observations sur les Alpes. Pour se perfectionner en histoire naturelle, il suivit alors les cours de Jussieu (1748–1836) et René Desfontaines (1750–1831) au Jardin du roi. Il se lança également dans la politique et fut élu en septembre 1791 député de Paris à l'Assemblée législative. Il appartenait au club des Feuillants. Il défendit en 1792 les prêtres réfractaires dont la déportation avait été votée. Ramond soutint passionnément l’action de La Fayette, qui tentait d’apaiser les ardeurs des jacobins. Menacé, il préféra fuir Paris en août et se réfugia dans les Pyrénées. Surveillé et considéré comme suspect, il s'installa à Barèges, où il multiplia les herborisations et les observations géologiques. Il fut arrêté en 1794 et accusé d’être un ennemi de la Révolution. Emprisonné à Tarbes pendant sept mois, il échappa de peu à la guillotine. Il se consacra alors exclusivement à l’histoire naturelle. Il correspondit avec Philippe Picot de Lapeyrouse (1744–1818) et divers botanistes dont René Desfontaines, Jean Thore (1762–1823) et Dominique Villars (1745–1814). À partir de 1796, il enseigna, comme professeur d'histoire naturelle, à la nouvelle École centrale de Tarbes. Ses cours rencontrèrent immédiatement un grand succès. Devenu un spécialiste en botanique et géologie des Pyrénées centrales, il put enfin, en 1797, mener à bien un projet qui l’habitait depuis longtemps: atteindre le sommet du Mont Perdu (3355 mètres) pour trancher la controverse qui l'opposait à Dolomieu et Lapeyrouse sur l'âge primitif des calcaires de la chaîne centrale. L’expédition, qui comprenait une quinzaine de personnes, dont Picot de Lapeyrouse et plusieurs de ses élèves, trouva de nombreux fossiles, mais n’atteignit pas le sommet. Le récit de l'ascension parut en 1797 sous le titre de Voyage au Mont–Perdu et dans la partie adjacente des Hautes–Pyrénées. Le 7 septembre de la même année, toujours accompagné de ses élèves dont Charles–François Brisseau de Mirbel (1776–1854), Ramond de Carbonnières mena une seconde tentative. L'administrateur et forestier Étienne–François Dralet (1760–1844) participa aussi à cette ascension. Mais ce n’est qu’en 1802 qu’il atteignit enfin le sommet. Ramond relata son expédition dans le Journal de Mines (en thermidor an XI), ce qui lui valut une reconnaissance certaine des savants de son époque. Il correspondait notamment avec René Just Haüy (1743–1822), Alexandre Brongniart (1770–1847), Boudon de Saint–Amans (1748–1831). Il devint membre de l’Académie des sciences en janvier 1802. Après le fermeture de l'École centrale de Tarbes, en 1800, il revint à Paris en tant que membre du Conseil constitutionnel. De 1800 à 1806, il siégea à l’Assemblée et participa aux travaux de la Société des observateurs de l'homme. En 1805, il avait épousé Bonne–Olympe, veuve du général Louis–Nicolas Chérin, la fille de son ami Bon–Joseph Dacier (1742–1833). Ami de Napoléon, il fut nommé vice–président du Corps législatif, puis en 1806, préfet du Puy–de–Dôme. Il passa plus de temps à herboriser ou à faire des relevés météorologiques qu’à s’occuper d’administration. Ce qui ne l’empêcha pas d’être fait baron de l'Empire en décembre 1809. Il fit paraître en 1815 Nivellement des Monts Dores et des Monts Dômes disposé par ordre de terrains. La même année, il fut élu député du Puy–de–Dôme. En 1818, il fut nommé au Conseil d'État et ne quitta plus la capitale que pour se rendre en Auvergne. En 1821, il passa l’été en Auvergne avec René Desfontaines et deux jeunes naturalistes Victor Jacquemont (1801–1832) et le comte Hippolyte Jaubert (1798–1874). Il publia enfin, en 1825, Sur l’état de la végétation au sommet du Pic du Midi. Il est enterré au cimetière de Montmartre.

Rand

Isaac Rand (1674–1743) was an English botanist and apothecary, who was a lecturer and director at the Chelsea Physic Garden. Isaac was probably son of James Rand, who in 1674 agreed, with thirteen other members of the Society of Apothecaries, to build a wall round the Chelsea Botanical Garden. Isaac Rand was already an apothecary practising in the Haymarket, London, in 1700. The year of his death is given by Dawson Turner as 1743 (Richardson Correspondence, p. 125); but he was succeeded in the office of demonstrator by Joseph Miller in 1738 or 1740. In Leonard Plukenet 's Mantissa, published in that year, he is mentioned as the discoverer, in Tothill Fields, Westminster, of the plant now known as Rumex palustris, and was described (p. 112) as "stirpium indagator diligentissimus … pharmacopœus Londinensis, et magnæ spei botanicus.’ He seems to have paid particular attention to inconspicuous plants, especially in the neighbourhood of London. Thus Samuel Doody records in a manuscript note: "Mr. Rand first showed me this beautiful dock Rumex maritimus, growing plentifully in a moist place near Burlington House" (Trimen and Dyer, Flora of Middlesex, p. 238), and Adam Buddle, in his manuscript flora (Sloane MSS. 2970–80), which was completed before 1708, attributes to him the finding of Mentha pubescens "about some ponds near Marybone", and of the plant styled by James Petiver "Rand's Oak Blite" (Chenopodium glaucum). In 1707 Rand, and nineteen other members, including Petiver and Joseph Miller, took a lease of the Chelsea garden, to assist the Society of Apothecaries, and were constituted trustees; and for some time prior to the death of Petiver in 1718 Rand seems either to have assisted him or to have succeeded him in the office of demonstrator of plants to the society. In 1724 he was appointed to the newly created office of præfectus horti, or director of the garden. Among other duties he had to give at least two demonstrations in the garden in each of the six summer months, and to transmit to the Royal Society the fifty specimens per annum required by the terms of Sir Hans Sloane's donation of the garden. Lists of the plants sent for several years are in the Sloane MSS. Philip Miller was gardener throughout Rand's tenure of the office of præfectus, and it was in 1736 that Carl Linnæus visited the garden. Dillenius's edition of John Ray's Synopsis Methodica Stirpium Britannicarum (1724) contains several records by Rand, whose assistance is acknowledged in the preface, and he is specially mentioned by the illustrator Elizabeth Blackwell as having assisted her with specimens for her Curious Herbal (1737–9), which was executed at Chelsea. He is one of those who prefix to the work a certificate of accuracy, and a copy in the British Museum Library has manuscript notes by him. Rand prompted botanical artists like Blackwell, and Georg Dionysius Ehret, to make illustrations of the living herbaceous plants produced by the gardens. Rand was friends with Mark Catesby, receiving seeds he collected in the Americas and a subscriber to his seminal Natural History of the region. Rand produced two catalogues of the Garden and coöperated with the Leiden Physic Garden via Herman Boerhaave. In 1730, perhaps somewhat piqued by Philip Miller's issue of his Catalogus in that year, Rand printed an Index plantarum officinalium in horto Chelseiano. In a letter to Samuel Brewer, dated ‘Haymarket, July 11, 1730’ (Nichols, Illustrations, i. p. 338), he says that the Apothecaries' Company ordered this to be printed. In 1739 Rand published ‘Horti medici Chelseiani Index Compendiarius,’ an alphabetical Latin list occupying 214 pages. His widow presented his botanical books and extensive collection of dried specimens to the company, and bequeathed 50s. a year to the præfectus horti for annually replacing twenty decayed specimens in the latter by new ones. This herbarium was preserved at Chelsea, with those of Ray and Dale, until 1863, when all three were presented to the British Museum (Journal of Botany, 1863, p. 32). Rand was a fellow of the Royal Society in 1739. Linnæus retained the name Randia, applied by William Houston in Rand's honour to a genus of tropical Rubiaceæ. The standard author abbreviation Rand is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Rapin

René Rapin (Tours, 3 novembre 1621 – Parigi, 27 ottobre 1687) è stato un umanista e teologo francese, appartenente all'ordine dei Gesuiti. Entrato nell’ordine nel 1639 a diciotto anni, insegna nove anni belle lettere (humanitiés) nel collegio di Clermont e diventa prefetto di studi del giovane Alfonso Mancini, nipote del Mazzarino e di Marie–Madeleine Pioche de la Vergne, meglio conosciuta come Madame de La Fayette, la futura autrice di La Princesse de Clèves. Dedica interamente la sua esistenza all’attività di scrittore, coltivando sia interessi letterari che religiosi. Frequenta l’Académie Lamoignon che, a partire dal 1667, si riuniva ogni lunedì in casa di Guillaume de Lamoignon, Primo Presidente del Parlamento di Parigi. Dalle discussioni di questa Accademia nascerà un trattato come l’Art poétique di Boileau. Rapin è tra i protagonisti delle controversie teologiche e letterarie del suo tempo. Valente poeta e prosatore latino, si merita con le sue Ecloghe sacre (Parigi, 1659), e specialmente con il poema Hortorum libri IV (Parigi, 1665), la fama di novello Teocrito. In questo poema il gesuita tratta di fiori, piante, alberi, della posizione ideale per un giardino, dell’importanza che ha l’acqua per la sua bellezza e per la sua prosperità. Le reminiscenze virgiliane sono non soltanto evidenti, ma anche intenzionali. L’opera poetica è accompagnata da un trattato di giardinaggio «cum disputatione de cultura hortensi». L’argomento è particolarmente attuale nell’epoca in cui si creavano magnifici parchi come quello di Vaux o di Versailles. Il poeta illustra gli splendidi effetti della natura disciplinata dallo spirito razionale e dal gusto, conformemente alle esigenze della simmetria e dell’ordine. L’ottima fattura dei versi latini riscuote anche l’approvazione dei critici più qualificati per cultura umanistica e l’unica riserva che viene sollevata al poema si riferisce alla citazione di Cristo a proposito di alcuni fiori, come il giglio e la passiflora. Tuttavia, nessuna seria critica può sminuire le brillanti risorse creative espresse: il suo poema desta tale ammirazione, che qualche critico mette perfino in dubbio che l’abbia potuto scrivere Rapin. L’opera, a parte la versione francese, viene tradotta in inglese e in italiano e il suo influsso è particolarmente sensibile nel mondo anglosassone a partire dal 1673, anno in cui veniva diffusa la traduzione a cura di Jonh Evelyn. Celebri, di Rapin, restano i componimenti aulici latini, i canti elegiaci in morte di personaggi illustri, i carmi trionfali in onore del Mazzarino e di Luigi XIV, l’Odarum Liber indirizzato a Clemente IX. Più validi ed efficaci, per fine acutezza e padronanza della materia, gli studi comparativi e di critica letteraria fra Virgilio ed Orazio, Omero e Virgilio, Cicerone e Demostene, Tucidide e Tito Livio, Platone, Aristotele e i Padri. Contemporaneamente Rapin si dedica a un’altra serie di saggi, da lui definiti Réflexions. In sede di Réflexions, l’opera che meglio lo rende visibile al pubblico del suo tempo sono le Réflexions sur la poétique d’Aristote (1674). Qui Rapin si manifesta decisamente sostenitore degli Antichi contro i Moderni, ma prende posizione contro il genere epigrammatico; in ragione di ciò, con Vavasseur, suo confratello nella Compagnia, scoppia una polemica sedata a stento da Lamoignon. Al campo religioso appartengono: De nova doctrina dissertatio, seu Evangelium jansenistarum (Paris 1656), l’Esprit du christianisme (Paris 1672, 1690), La Perfection du christianisme tirée de la morale de Jésus–Christ (Paris 1673), La Foi des derniers siècles (Paris 1679, 1690), Les artifices des hérétiques (Paris 1681), In Augustissimum Missae Sacrificium Brevis et ad pietatem accomodata Expositio ab uno Sacerdote Societatis Jesu (Paris 1682), La vie des Prédestinez dans la Bienheureuse Eternité (Paris 1684, 1688, 1690), l’Histoire du Jansénisme (opera postuma, edita a Parigi nel 1861, a cura dell’abate Domenech che però ne fornisce un testo mutilo, zeppo di errori, con nomi irriconoscibili) e i Mèmoires sur l’Eglise et la societé, la cour, la ville, le Jansénisme (apparsi postumi a Parigi nel 1865, a cura di Leon Aubineau). I Mèmoires formano la seconda parte dell’opera l’Histoire du Jansénisme depuis son origine jusqu’à 1644; qui Rapin si sofferma su fatti dei quali è stato testimone diretto.

Rauwolf

Leonhard Rauwolff (also spelled Leonhart Rauwolf) (21 Jun 1535 – 15 Sep 1596) was a German physician, botanist, and traveller. His main notability arises from a trip he made through the Levant and Mesopotamia in 1573–75. The motive of the trip was to search for herbal medicine supplies. Shortly after he returned, he published a set of new botanical descriptions with an herbarium. Later he published a general travel narrative about his visit. The young Rauwolff studied initially at University of Wittenberg and then studied botany and medicine at two universities in southern France, University of Montpellier and University of Valence. He was a pupil of Guillaume Rondelet in Montpellier in 1560. In 1564 he had the benefit of visiting the renowned botanist Carolus Clusius (who once had been a student of Rondelet too). In 1565 he set up a medical practice in his hometown, Augsburg, in Bavaria. In that year he married. Travel through Levant and Mesopotamia: Rauwolff's travel in the Near East was made possible by his brother–in–law Melchior Manlich, who hoped Rauwolff would come back with new plants and drugs that could be traded profitably by his firm. The Manlich firm already had trading relations with exporters in Tripoli in Lebanon. Rauwolff started his journey by going from Augsburg to Marseilles in southern France, from which he sailed in 1573 to Tripoli in Lebanon. From Tripoli he went to Aleppo, where he stayed for many months. In 1574 he went from Aleppo to Baghdad and Mosul. In 1575 he went back to Aleppo and Tripoli and then on to Jerusalem. He was back in Augsburg in 1576. Rauwolff was the first European botanist of the post–medieval era to travel in Syria and Mesopotamia. Very shortly after is return he published the results of his botanic expeditions in his fourth herbarium "Viertes Kreutterbuech –– darein vil schoene und frembde Kreutter". In addition to botanical investigations, Rauwolff observed and recorded his impressions of the people, customs, and sights of the Levantine region. In 1582 he published these as a book in German, "Aigentliche Beschreibung der Raiß inn die Morgenländerin". The English translation, "Dr. Leonhart Rauwolf's Travels into the Eastern Countries" (340 pages) was published in 1693 in a collection of travel narratives complied by John Ray. Another translation was published in Dutch. Here is Rauwolff describing the drinking of coffee (which was unknown in Europe at the time): "A very good drink they call Chaube that is almost as black as ink and very good in illness, especially of the stomach. This they drink in the morning early in the open places before everybody, without any fear or regard, out of clay or China cups, as hot as they can, sipping it a little at a time." As another example, here is an extract from Rauwolff's description of Tripoli: The town of Tripoli is pretty large, full of people, and of good account, because of the great deposition of merchandises that are brought thither daily both by sea and land. It is situated in a pleasant country, near the promontory of the high mountain Libanus, in a great plain toward the sea–shore, where you may see abundance of vineyards, and very fine gardens, enclosed with hedges for the most part, consisting chiefly of Rhamus, Paliurus, Oxyacantha, Phillyrea, Lycium, Balaustium, Rubus, and little Palm–trees, that are low, and so sprout and spread themselves. In these gardens, as we came in, we found all sorts of salads and kitchen–herbs, such as Endive, Lettuce, Ruckoli, Asparagus, Celery, whose tops are very good to be eaten with salt and pepper, but chiefly that sort that cometh from Cyprus, Taragon by the inhabitants called Tarchon, Cabbages, Cauliflowers, Turnips, Horseradishes, Carrots, of the greater sort of Fennel, Onions, Garlic, etc. And also fruit, as Water–melons, Melons, Gourds, Citruls, Melongena, Sesamum (by the natives called samsaim, the seeds whereof are very much used to strew upon their bread) and many more; but chiefly the Colocasia, which is very common there, and are sold all the year long.... At Tripoli they have no want of water, for several rivers flow down from the mountains, and run partly through the town, and partly through the gardens, so that they want no water neither in the gardens nor in their houses. – In 1588, the leaders of Augsburg reverted to Catholicism, and Rauwolf, a leader of the Protestant opposition, left. He next served as city physician in Linz for 8 years. In 1596 he joined the imperial troops fighting the Turks in Hungary, where he died. He died at Waitzen, which was the site of a battle between the Austrians and the Turks in 1597, but he died beforehand. The plant genus Rauvolfia Plum. ex L. was named in his honor in the 18th century. The plant genus Alhagi, including its Arabic name, has it origin in Rauwolff's botany writings.

Ray

John Ray (Black Notley, 29 novembre 1627 – Black Notley, 17 gennaio 1705) è stato un naturalista britannico. A volte definito il padre della storia naturale della sua madrepatria. Dal 1670 cominciò a firmarsi come John Wray. Pubblicò importanti opere su piante, animali e teologia naturale. La sua classificazione delle piante nell'Historia plantarum; species hactenus editas insuper multas noviter inventas & descriptas complectens (o, in breve, Historia plantarum) fu un grande passo in avanti verso la moderna tassonomia. ––– John Ray (29 November 1627 – 17 January 1705) was an English naturalist, sometimes referred to as the father of English natural history. Until 1670, he wrote his name as John Wray. From then on, he used 'Ray', after "having ascertained that such had been the practice of his family before him". He published important works on botany, zoology, and natural theology. His classification of plants in his Historia Plantarum, was an important step towards modern taxonomy. Ray rejected the system of dichotomous division by which species were classified according to a pre–conceived, either/or type system, and instead classified plants according to similarities and differences that emerged from observation. Thus he advanced scientific empiricism against the deductive rationalism of the scholastics. He was the first to give a biological definition of the term species.

Redouté

Pierre–Joseph Redouté (Saint–Hubert, 10 luglio 1759 – Parigi, 19 giugno 1840) è stato un pittore e botanico francese. Nato a Saint–Hubert (Ardenne belghe), divenne celebre per le sue pitture di fiori all'acquerello, e più particolarmente delle rose. Fu soprannominato "il Raffaello dei fiori." Trasferitosi a Parigi nel 1782 presso suo fratello Antoine–Ferdinand Redouté, conobbe Charles Louis L'Héritier de Brutelle e René Desfontaines che l’indirizzarono verso l'illustrazione botanica, disciplina allora in pieno sviluppo. Nel 1787, fece un viaggio a Londra per studiare le piante presso il Royal Botanic Gardens di Kew. Nel 1788, Redouté ritornò a Parigi dove L'Erede l'introdusse alla corte di Versailles, la regina Maria Antonietta divenne la sua protettrice nominandolo disegnatore e pittore del Gabinetto della Regina. Nel 1792, prestò la sua opera per l'Académie des sciences. Nel 1798, godette della protezione di Giuseppina di Beauharnais la quale, alcuni anni più tardi, fece di lui il suo pittore ufficiale. Nel 1809, insegnò le tecniche dell’acquarello all'imperatrice Maria Luisa. Nel 1824, tenne dei corsi di disegno al Muséum national d'histoire naturelle, numerose esponenti femminili delle monarchie, particolarmente belga, seguirono i suo corsi. Redouté fu capace di attraversare, senza grandi problemi, le crisi politiche successive e di sopravvivere ai differenti regimi politici. Collaborò con i più grandi botanici del suo tempo, partecipando a una cinquantina di opere botaniche.

Reneaulme

Michel–Louis Reneaulme de Lagaranne est un médecin et botaniste français, né en 1676 à Blois et mort le 27 mars 1739 à Paris. On trouve également comme prénom « Michel–Louys », et comme nom « La Garanne »; « Reneaulme » est parfois écrit « Reneaume ». 1675 est souvent donné comme sa date de naissance. Plusieurs autres incertitudes subsistent. On adopte ici la forme et les dates retenues par la Bibliothèque nationale de France. Il est le fils du médecin et botaniste Paul Reneaulme (1560–1624) et le frère de Paul–Alexandre Reneaulme (1672–1749). Reneaulme obtient son titre de docteur à la faculté de Paris le 29 décembre 1700. Il est élu, le 6 novembre 1734 et le 3 novembre 1736, par deux fois doyen de cette même faculté. Il est professeur à l’école de médecine de Paris. Membre de l’Académie des sciences, d’abord comme élève de Jean Marchant (v. 1650–1738) à partir du 28 février 1699, puis comme titulaire à partir du 21 janvier 1710. En 1719, il devient le premier titulaire d'une chaire de chirurgie où l'enseignement est dispensé en français. Reneaulme ne publie dans les Annales que quelques mémoires de botanique, dont des travaux sur la montée de la sève. Il est principalement connu pour avoir reçu de l’Académie les manuscrits de son maître et ami Joseph Pitton de Tournefort (1656–1708). Tournefort disait de Reneaulme « magnas avitæ virtutis spes faciens » (qui donne de grands espoirs d’atteindre la valeur de ses ancêtres). Malheureusement, les projets de Reneaulme tournent court et une partie seulement des manuscrits de Tournefort a paru, l’essentiel s'étant égaré pendant des années à la bibliothèque du Muséum national d'histoire naturelle.

Retzius

Anders Jahan Retzius (October 3, 1742 – October 6, 1821) was a Swedish chemist, botanist and entomologist. Born in Kristianstad, he matriculated at Lund University in 1758, where he graduated as a filosofie magister in 1766. He also trained as an apothecary apprentice. He received the position of docent of chemistry at Lund in 1766, of natural history in 1767. He became extraordinary professor of natural history in 1777, and thereafter held various chairs of natural history, economy and chemistry until his retirement in 1812. He died in Stockholm on October 6, 1821. He described many new species of insects and did fundamental work on their classification. Retzius was elected a member of the Royal Swedish Academy of Sciences in 1782. He was the father of Anders Retzius and grandfather of Gustaf Retzius. Disciples of Anders Jahan Retzius include the botanist Carl Adolph Agardh, the zoologist and archaeologist Sven Nilsson, the botanist and entomologist Carl Fredrik Fallén, and the entomologist Johan Wilhelm Zetterstedt. He was also an influence on the botanist Elias Fries who arrived in Lund by the time Retzius was already an old man. Selected works: Inledning till djur–riket: efter herr archiatern och riddaren Carl von Linnés lärogrunder (1772) – Observationes botanicae (1778–91) – Floræ Scandinaviæ prodromus; enumerans: plantas Sveciae, Lapponiae, Finlandiae, Pomeraniae, Daniae, Norvegiae, Holsatiae, Islandiae & Groenlandiae (Holmiæ 1779; 2nd edition (1795) – (edited and revised:) Charles De Geer, Genera et species insectorum, e generosissimi auctoris scriptis extraxit, digessit, quoad portem reddidit, et terminologiam insectorum Linneanam addidit (1783) – Lectiones publicæ de vermibus intestinalibus (1784) – Försök til mineral–rikets upställning. (1795) – (edited and revised:) Carolus Linnaeus, Faunae Svecicae a C à Linné inchoatae pars prima sistens mammalia, aves, amphibia et pisces Sueciae quam recognovit, emendavit et auxit (1800) – Försök til en Flora Oeconomica Sveciae, eller swenska wäxters nytta och skada i hushållningen (1806–07) The standard author abbreviation Retz. is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Rheede

Hendrik van Rheede – Hendrik Adriaan van Rheede tot Drakenstein (Amsterdam, 13 April 1636 – at sea, 15 December 1691) was a military man and a colonial administrator of the Dutch East India Company and naturalist. Between 1670 and 1677 he served as a governor of Dutch Malabar and employed 25 people on his book Hortus Malabaricus, describing 740 plants in the region. The plant Entada rheedii is named for him. Van Rheede was born in a family of noblemen that played a leading part in the political, administrative and cultural life of the province Utrecht. His mother Elisabeth van Utenhove died in 1637, his father, Ernst van Rheede, Council at the Admiralty of Amsterdam, died when he was four. Hendrik Adriaan, the youngest of seven children, left home at the age of fourteen. In 1656 he joined as a soldier in the Dutch East India Company and met with Johan Bax van Herentals. Van Rheede served under Admiral Rijcklof van Goens in campaigns against the Portuguese on the west coast of India. He gained rapid promotion becoming an ensign. In 1663, during a siege of Cochin, he was ordered to arrest the queen there and this act saved her life from the massacre of the royal family. The subsequent king of Cochin maintained cordial relations with him and Van Rheede was the Dutch captain who mediated with the Kingdom of Cochin. In 1665 he was appointed as commander in Jaffna and had Johan Nieuhof locked up for smuggling pearls. In 1669 Van Rheede seems to be forced to resign from the Dutch East India Company by Van Goens. The resignation was made as he opposed the repressive measures of Van Goens and instead favoured negotiation, but in 1670 he is appointed as commander of Dutch Malabar. In 1671 he fought with the Zamorin of Calicut. In 1672 he had to deal with the former VOC–employee François Caron, then serving the French East India Company. In 1677 Van Rheede moved to Jakarta, being appointed in the Councel of India. He stayed for about six months but the conflict with Van Goens was growing more and more fierce. He returned to Amsterdam in June 1678. Since 1680 he could call himself Lord of Mijdrecht. In 1681 he signed a contract with the botanists Jan Commelin and Johannes Munnicks and worked on the manuscript. In 1684 he was empowered by the "directors" (Council of Seventeen) of the Company to inspect the Cape Colony, Ceylon and Dutch India to combat corruption within their employees. He appointed Isaac Soolmans to accompany him. They visited Simon van der Stel in Cape of Good Hope, and Groot Constantia; the area Groot Drakenstein was named after him. Van Rheede recommanded measures for forestry and viniculture. In 1687 Governor Van der Stel opened this region to farmers. Van Rheede was a bachelor, but had adopted a girl from Malabar with an unknown Dutch father. He met with Van Goens junior, an ambitious administrator on his way to Batavia. Both men didn't like each other at all. Some time before Van Goens had given orders – afraid for competition anywhere else in the world – to extirpate all the acclimatizating cinnamon trees which were destined for the Amsterdam Municipal Garden. It is possible that the rare trees for the Grand Pensionary Gaspar Fagel were then also destroyed. Van Rheede sailed to Colombo and after two months to Bengal. He visited many of VOC–trading post, espially around Hooghly. His next destination was the Coromandel and stayed for one year in Nagapattinam. In 1690 he founded a seminary in Jaffna. Then he went to Tuticorin and the Malabar. In the end of November 1691 he sailed to Dutch Suratte, but died at sea, off the coast of Bombay on December 15, 1691. Some authors suggest that he was poisoned by VOC–employees. others that he was sick already for a while. He was buried at Surat on 3 January 1692 in the presence of his daughter Francine. His work on the plants of the Malabar region had begun earlier in 1674 and it was around 1675 that the draft of the first volume was produced. Since 1660 the Company encouraged publication of scientific work; the documentation of the useful plants by Van Rheede would help in the fight against local diseases. The first volume of the Hortus Malabaricus, published in 1678, a compendium of the plants of economic and medical value in the south Indian Malabar region, was undertaken when Jonkheer van Rheede was the Dutch Governor of Cochin and continued for the next three decades. It was published in twelve volumes and in four languages: Latin, Sanskrit, Arabic and Mayalam. Mentioned in these volumes are plants of the Malabar region which in his time referred to the stretch along the Western Ghats from Goa to Kanyakumari. The ethno–medical information presented in the work was extracted from palm leaf manuscripts by a famous practitioner of herbal medicine named Itty Achuden. The compilations were edited by a team of nearly a hundred including physicians, professors of medicine and botany, amateur botanists (such as professor Arnold Seyn, Theodore Jansson of Almeloveen, Paul Hermann, Johannes Munnicks, Jan Commelin, Abraham Poot, the translator of a Dutch version), Indian scholars and vaidyas (physicians) of Malabar and adjacent regions, and technicians, illustrators and engravers, together with the collaboration of company officials, clergymen (Johannes Casearius and Father Mathew of St. Joseph). He was also assisted by the King of Cochin and the ruling Zamorin of Calicut. His work was made use of by Carolus Linnaeus. Linnaeus noted in the preface of his Genera plantarum (1737) that he did not trust any authors except Dillen in Hortus Elthamensis, Rheede in Hortus Malabaricus and Charles Plumier on American plants and further noted that Rheede was the most accurate of the three.

Richard

Louis Claude Marie Richard, né à Versailles le 19 septembre 1754 et mort à Paris le 6 juin 1821, est un botaniste français. La famille Richard se consacre depuis plusieurs générations à l’histoire naturelle. Ainsi son bisaïeul s’occupait de la ménagerie de Louis XIV, son grand–père, Claude Richard (1705–1784), s’occupait du jardin botanique du château de Trianon, sous la direction de Bernard de Jussieu (1699–1777). Afin d’enrichir le jardin, celui–ci correspond avec tous les grands botanistes de son époque comme Carl von Linné (1707–1778), Albrecht von Haller (1708–1777) ou Nikolaus Joseph von Jacquin (1727–1817). Son père, Claude Richard dirige le jardin que Louis XV a acquis en 1761 au village d'Auteuil. Son oncle, Antoine Richard (1734–1807), succède à son père. Louis–Claude fréquente ainsi Michel Adanson (1727–1806), botaniste du roi, et Bernard de Jussieu. Georges Cuvier (1769–1832) dira de lui qu’ « ainsi on peut dire de lui sans figure qu’il avait sucé la botanique avec le lait; il ne se souvenait pas d’un moment de sa vie où il n’eût déjà été une sorte de botaniste; et si jamais il fit d’autres études, ce fut toujours à la botanique qu’il les rapporta. » L’archevêque de Paris Monseigneur de Beaumont se prend d’intérêt pour le jeune Louis–Claude qui montre des talents précoces notamment pour le dessin. À douze ans, il connaissait par cœur les Géorgiques de Virgile. Mais l’enfant refuse la perspective d’entrer dans les ordres, sa seule volonté étant de devenir botaniste, devait–il demeurer simple jardinier. Ne pouvant infléchir ces résolutions, son père le met à la porte avec une très faible rente. Il avait quatorze ans. Il réussit à gagner sa vie en dessinant, la nuit, des plans de jardin que lui confient des architectes de la capitale. Le jour, il suit les cours du Collège de France et du Jardin du roi. Bientôt, il est chargé de diriger les travaux de réalisation des jardins qu’il avait dessinés. Il réussit à vivre correctement de ses travaux et même à mettre de l’argent de côté. Bernard de Jussieu l’encourage à persévérer dans l’étude des plantes et lui permet notamment d’utiliser sa bibliothèque et de consulter son herbier. Louis–Claude Richard présente un mémoire devant l’Académie des sciences sur un problème d’anatomie de la fleur chez des Apocynaceae. Charles Eugène Gabriel de La Croix de Castries (1727–1801), ministre de la marine, et Jacques Necker (1732–1804), ministre des finances, souhaitent envoyer dans les possessions françaises en Amérique un homme capable d’y implanter les espèces rapportées par Pierre Sonnerat (1748–1814) et par Pierre Poivre (1719–1786) et d'y récolter les espèces qui pourraient être utiles. Le roi Louis XVI lui donne personnellement certaines consignes. Il part en Guyane en juillet 1781 et y demeure huit ans. Malgré les recommandations royales, il ne parvient pas à entrer dans le jardin botanique de Cayenne, alors même qu’il en avait obtenu la direction: le gouverneur de la ville, le baron de Bessner l’utilisait en effet pour y faire pousser ses légumes. Il tente de diffuser la culture du giroflier, du litchi, du sagoutier, du jamier, du manguier et du bambou. Quelques années plus tard, le baron de Bessner décède et est remplacé par M. de Villebois, Richard peut enfin diriger le jardin botanique et y cultiver notamment certaines espèces qu’il rapporte de ses explorations au Brésil et dans les îles de Antilles. Ayant financé son voyage sur son argent, le roi lui ayant assuré qu’il serait complètement remboursé, et ayant dépensé toutes ses réserves, il revient en France au mois d'avril 1789 avec une immense collection, dont un herbier riche de 4.000 plantes. Mais Buffon (1707–1788) était mort l’année précédente et c’est vainement que Richard tente de se faire rembourser de ses frais. Il se retire alors et ne fréquente guère que Jean–Pierre Bergeret (1752–1813), réputé peu sociable. Antoine–François Fourcroy (1755–1809) fait appel à lui en 1794 pour devenir professeur adjoint de matière médicale et botanique à l'Ecole de santé de Paris. En 1795, il est élu membre résidant de 1ère classe de l'Institut national des sciences et des arts qui avait remplacé l'Académie des sciences royale des sciences. Devenu profondément misanthrope, il publie peu, surtout sur les végétaux, mais il semble avoir été un naturaliste accompli, sa collection de coquillages étant célèbre par sa richesse et par son organisation. Il se marie en le 30 novembre 1790 avec Félicité Person, fille de Jean Person, piqueur de la Grande Ecurie du roi et aura quatre enfants, dont le plus célèbre sera le médecin et botaniste Achille Richard (1794–1852). Il revoit presque entièrement le Dictionnaire élémentaire de botanique de Pierre Bulliard (1742–1793) (A.–J. Dugour et Durand, Paris, an VII, 1798). Son ouvrage le plus célèbre est Démonstrations botaniques, ou Analyse du fruit, considéré en général (Gabon, Paris, 1808), l’un des plus grands traités sur le fruit de son époque, souvent comparé à l’œuvre de Joseph Gärtner (1732–1791). Ce livre est du en fait à un de ses élèves, H.A. Duval qui le rédigea à partir des notes qu'il avait prises lors de ses cours à la faculté de Médecine. Richard les relut et réécrivit entièrement le manuscrit qu'il remit à Duval qui le fit imprimer et publier à ses frais, Richard prétextant qu'il n'avait pas l'argent nécessaire. Son fils, qui lui succède à l’école de médecine, publiera posthumément Commentatio botanica de conifereis et cycadeis (J. G. Cottae, Stuttgart, 1826) et De Musaceis commentatio botanica, sistens characteres hujusce familiae generum (E. Weberum, Bratislava et Bonn, 1831). Le botaniste allemand Karl Sigismund Kunth (1788–1850) lui dédie le genre Richardia de la famille des Araceae.

Richardson John

John Richardson (1740/1741 – 1795), FAS of Wadham College, Oxford was the editor of the first Persian–Arabic–English dictionary in 1778–1780. His seminal work on Persian grammar, written in collaboration with Sir William Jones, was noteworthy amongst the early works on this subject; and it remains significant in the context of that philological foundation from which all subsequent grammatical studies were to evolve. Richardson's scholarly compilation was organized in a format similar to Franciszek Meniński's Thesaurus Linguarum Orientalis, Turcicæ, Arabicæ, Persicæ (1680). Each book in the two–volume set was sold separately; and many more of the first part (the Persian–Arabic–English volume) were sold than the second part (the English–Persian–Arabic volume). When booksellers found themselves with an overstock of first edition broken sets, a greater number of copies of the second edition's first book were printed. Richardson's ground–breaking scholarship was more broadly disseminated in Charles Wilkins' several revised versions of the dictionary. Subsequent work by 19th century philologists Francis Johnson, Francis Joseph Steingass and others would ensure that Richardson's name would continue to be well known as an orientalist and as a scholar. Richardson's reputation has been burnished by the work of subsequent lexicographers who have revised and extended his work. Richardson, John. (1777). A Dictionary, Persian, Arabic, and English. Oxford: Clarendon Press.

Richardson Richard

Richard Richardson (1663–1741), botanist and antiquary, born at North Bierley on 6 Sept. 1663 and baptised at Bradford on 24 Sept., was the eldest son of William Richardson of North Bierley (1629–1667), who married at Elland in Halifax on 2 Aug. 1659 Susannah (d. 1708), daughter of Gilbert Savile of Greetland in that parish. The father died intestate, with assets not quite sufficient for the payment of his debts, but Richard, out of the landed estate, provided for his sister and younger brother. Richard was educated at Bradford school, and on 20 June 1681 matriculated from University College, Oxford. He is said to have taken the degree of bachelor of physic at Oxford, but this statement appears doubtful. On 10 Nov. 1681 he was entered as a student at Gray's Inn, and probably divided his time for some years between London and the university. He matriculated at Leyden on 26 Sept. 1687, and lived for three years in the house of Paul Hermann, the eminent professor of botany. Boerhaave was among his fellow–students. His Latin thesis ‘De Febre Tertiana’ for a doctor's degree at Leyden on 13 March 1690 was printed, with a dedication to Richard Thornton, ‘amico et consanguineo suo.’ When he returned to England and settled on his property, he practised as M.D., but most of his professional services were rendered gratuitously. With the ample means at his command, Richardson travelled much in England, Wales, and Scotland in search of rare botanical specimens, particularly of the cryptogamia class, and liberally patronised less wealthy collectors, like Samuel Brewer [q. v.] and Thomas Knowlton [q. v.] His garden on his estate at North Bierley was well stocked with curious plants, both indigenous and exotic, and his was considered the best collection in the north of England, if not in the whole country. He planted a seedling cedar of Lebanon, sent to him by Sir Hans Sloane, at Bierley Hall; the tree is conspicuous in the engravings of that place; and he constructed the second hothouse that was made in England. He also formed a very valuable library of botanical and historical works, which passed to his descendant, Miss Frances Mary Richardson–Currer [q. v.] of Eshton Hall, who inherited both the Richardson and Currer estates. She owned the two manuscript indexes which he drew up, one in 1696 and the other in 1737, of the plants in his garden. The earlier was ready for the press. Richardson lived in close intimacy with Ralph Thoresby, and corresponded with Sir Hans Sloane, Dillenius, Gronovius, Petiver, and other prominent botanists and antiquaries. The bundles of his correspondence which belonged to Miss Currer occupied thirteen folio volumes, and would have filled eight thick octavo volumes of print. Many other letters are among the Sloane MSS. at the British Museum and the documents at the Royal Society. Numerous letters to and from him are printed in Nichols's ‘Illustrations of Literature’ (vols. i. iii. and iv.) and in Sir J. E. Smith's ‘Selection of the Correspondence of Linnæus and other Naturalists’ (ii. 130–90). Dawson Turner edited for Miss Currer, in 1835, a privately printed volume of ‘Extracts from the Literary and Scientific Correspondence of Richard Richardson, M.D.’ He was elected F.R.S. in 1712, and contributed to the Royal Society's ‘Transactions’ several papers on antiquities in Lancashire and Yorkshire (for the titles see Watt's ‘Bibliotheca Britannica.’). Richardson's letter to Hearne, on some antiquities in Yorkshire (1712), is printed in Hearne's edition of Leland's ‘Itinerary’ (ed. 1712, ix. 142–9); he permitted Hearne to print several manuscripts in his possession. Richardson died at Bierley on 21 April 1741, and was, as he had directed, buried in Cleckheaton chapel in Birstal, which he had rebuilt. A monument with a Latin inscription was erected to his memory. He married, at Luddenden chapel in Halifax on 9 Feb. 1699–1700, Sarah, only daughter and heiress of John Crossley of Kershaw House, Halifax. She died in childbed on 21 Oct. 1702, and was buried in Bradford church on 25 Oct. An infant son did not long survive (Sir W. Calverley's Notebook, Surtees Soc. lxxvii. 85, 88). His second wife, whom he married at Kildwick in Craven on 27 Dec. 1705, was Dorothy, second daughter of Henry Currer. She was born in 1687, died on 5 Jan. 1763, and was buried in Cleckheaton chapel. Of her twelve children, seven survived. Dillenius, in the preface (p. vii) to the third edition of John Ray's ‘Synopsis Methodica Stirpium Britannicarum,’ distinguishes Richardson and Sherard as the two men who, by repeated botanical investigations through England, had most enlarged the list of its plants, and fixed the habitats of specimens previously unsettled. Dillenius also makes grateful mention in his ‘Historia Muscorum’ (1741, Pref. p. viii) of Richardson's services in collecting mosses. Linnæus called a plant after him.

Richer

Pierre Richer de Belleval est un botaniste français, né vers 1555 à Châlons–en–Champagne et mort le 17 novembre 1632 à 77 ans à Montpellier. Il est le fondateur du jardin des plantes de Montpellier. Il vient suivre des cours de médecine à l'université de Montpellier en 1584 et assiste aux cours de Guillaume Rondelet (1507–1566). Le 20 avril 1595, il obtient son titre de docteur auprès de la faculté de Montpellier. En 1593, Henri IV lui confie la création d'un jardin botanique à Montpellier suivant le modèle de celui de Padoue créé vers 1545. Le projet de Richer prend rapidement de l'ampleur et ne se limite pas à la culture des simples. Il en publie le catalogue, Onomatologia in Hirti Montispeti en 1598. Les guerres de religions qui ravagent la région anéantissent également son jardin lors du siège de la ville en 1622. À l'âge de 60 ans, Richer de Belleval doit tout reprendre à zéro. Il enseigne l'anatomie et la botanique à Montpellier et a le titre de médecin du roi sous Henri IV et Louis XIII. Il publie en 1603 Recherches des plantes du Languedoc. Son œuvre écrite n'a guère eu plus de chance. Il avait formé le projet de réaliser une grande flore du Languedoc. Pour cela, il avait fait réaliser environ 500 gravures sur cuivre (et non sur bois comme c'était la pratique à l'époque) qui étaient accompagnées d'un texte descriptif. Mais il meurt avant d'en avoir assuré l'édition. Joseph Pitton de Tournefort (1656–1708), en visite à Montpellier, finit par les découvrir dans un grenier. Plus tard le botaniste lyonnais Jean–Emmanuel Gilibert (1741–1814) achète 300 plaques d'authenticité incertaine qu'il retrouve chez un libraire de Montpellier. Il part alors en Pologne et les emporte avec lui. Il en fait paraître 282 dans son ouvrage Démonstrations de botanique de 1796 mais en modifiant considérablement le texte de Belleval. Lorsqu'il revient en France, Gilibert perd une partie des plaques. Finalement, un botaniste de la région retrouve 459 plaques originales qui sont aujourd'hui conservées par l'Institut de botanique de Montpellier et, bien plus tard, 50 autres plaques seront encore retrouvées.

Rizo

Salvador Rizo Blanco (ca. 1760–1816). Botánico colombiano nacido en Mompos cerca de 1760 y muerto en Bogotá en 1816. Rizo estaba empleado como delineante con un ingeniero de caminos militar cuando conoció a José Celestino Mutis en Bogotá en 1784. Aquella primavera se unió a Mutis en Mariquita como artista y ayudante, "un yunque para el trabajo", lo definió definió Mutis. Cuando la expedición se consolidó formalmente, Rizo fue nombrado "primer pintor" y, como mayordomo, también se encargó de la administración y finanzas de la expedición; dirigió igualmente la escuela de pintura de ésta. Entre las láminas que se conservan de la Expedición Botánica hay 140 firmadas por Rizo, más otras muchas no firmadas. Las pinturas botánicas de Rizo fueron fieles al detalle morfológico, pero se consideraron consideraron inferiores artísticamente a las de Francisco Javier Matís. Rizo asumió la dirección de la expedición a la muerte de Mutis en 1808, pero renunció en 1811 a causa de los conflictos con otros miembros de la misma. Por su actuación como patriota fue ejecutado durante la represión española.

Robin Jean

Jean Robin est un botaniste français, né en 1550 à Paris et mort en 1629 dans cette même ville. Botaniste et arboriste du roi sous les règnes d'Henri III, d'Henri IV et de Louis XIII, il est chargé par la faculté de médecine de Paris de créer un jardin botanique à la pointe est de l'île Notre–Dame. Il y cultivait certaines plantes exotiques dont la ketmie et le robinier faux–acacia, couramment appelé acacia, arbre très utile pour les propriétés imputrescibles de son bois et auquel on a donné son nom. Il fait paraître le catalogue des 1.300 espèces cultivées en 1601 sous le titre de Catalogus stirpium. Son fils, Vespasien Robin (1579–1662), également botaniste, a été son collaborateur et son successeur.

Robin Vespasien

Vespasien Robin est un botaniste français, né en 1579 et mort en 1662. Fils de Jean Robin (1550–1629), botaniste du roi Henri IV, il fait de nombreux voyages en Grande–Bretagne, en Allemagne, en Italie et en Espagne. Il se rend également sur les côtes occidentales de l'Afrique. Il publie en 1603 le compte rendu botanique de son voyage: Exoticae quaedam plantae a Iohanne Robino Iuniore ex Guinea et Hispania delatae, anno 1603. En 1620 il publie l’Histoire des plantes nouvellement trouvées en l'isle de Virginie et autres lieux, lesquelles ont été prises et cultivées au jardin de M. Robin, Arboriste du Roi. En 1623, il réédite en l'augmentant l'ouvrage de son père, Catalogus Stirpium, qui passe de 1300 à 1800 espèces. C'est à cette époque qu'il devient sous–démonstrateur au Jardin du roi. Il a prélevé des rejets des premiers exemplaires de robiniers faux–acacias introduits par son père; ils vivent encore actuellement dans le 5e arrondissement de Paris dans le square Viviani et dans le Jardin des plantes. Ils sont parmi les plus vieux arbres de Paris et les plus vieux robiniers d’Europe. Gaspard Bauhin dit avoir reçu de lui quatre plantes du Canada: rudbeckia laciniata, rhus triphyllum, solidago mexicana, spiraea hypericifolia. Le successeur de Vespasien Robin fut Denis Joncquet; il fut nommé par Antoine Vallot (premier médecin de Louis XIV), qui lui adjoignit le jeune Guy–Crescent Fagon, petit–neveu de Guy de la Brosse, fondateur du Jardin. Ouvrages: Histoire de Plantes aromatiques &c. augmentée de plusieurs Plantes venues des Indes lesquelles ont été prises & cultivées au Jardin de M Robin, Arboriste du Roi, Paris, Macé, 1619, in–16, 16 p.  Enchiridion isagogicum ad facilem notitiam Stirpium tam indigenarum quam exoticarum quae coluntur in horto D.D. Joan. & Vespasiani Robin, Paris, P. de Bresche, 1624, in–12, 71 p.

Rochefort

Charles de Rochefort (°1605–† 1683) était un pasteur et écrivain français établis en Hollande ayant voyagé aux Antilles et auteur de deux œuvres. Souvent confondu avec César de Rochefort, il est l'auteur présumé de l'Histoire Naturelle et Morale des isles Antilles de l'Amérique publiée dès 1658 à Rotterdam. Cette œuvre fut rapidement traduite en néerlandais (1662), en allemand (1664) et en anglais (1666). Certains l'ont accusé de publier une œuvre de propagande pour le gouverneur de l'île de Saint–Christophe, Philippe de Longvilliers de Poincy, la préface étant signé des trois initiales « LDP ». Il récidive en 1665 en faisant paraître à Leyde Le Tableau de l'isle de Tabago ou de la Nouvelle–Oüalchre, l'une des isles Antilles de l'Amérique témoignant de son probable passage dans la colonie des frères Lampsins à Tobago. Charles de Rochefort fut sévèrement critiquée par Jean–Baptiste Du Tertre pour avoir plagié une partie du manuscrit que Du Tertre tardait à faire paraître. Même si Du Tertre dénonçait (sans le nommer) Charles de Rochefort en 1654 dans sa première édition, ces critique devinrent d'autant plus virulentes dans la réédition de 1667–1671 alors que le dominicain s'attaqua à la véracité de certains faits historiques rapportés par le pasteur en 1658.

Rodríguez

Pedro Rodríguez Conte di Campomanes (Oviedo, 1 luglio 1723 – Madrid, 3 febbraio 1802) è stato un economista e storico spagnolo. Apparteneva a una famiglia dell'antica nobiltà delle Asturie risalente al XI secolo, fu allevato secondo i principi dell'illuminismo e delle teorie razionali. Tra il 1740 e il 1744 intraprese un Grand Tour in Europa, visitando specialmente la Francia e il nord della Germania. In Meclemburgo, a Rostock, conobbe Justus Henning Boehmer, del quale abbracciò le teorie. Tornato in Spagna frequentò l'Università di Salamanca e l'Università di Saragozza, seguendo i corsi del barone d'Holbach, una delle grandi menti dell'epoca. Nel 1755 ospitò a Oviedo un gruppo di importanti intellettuali e umanisti illuministi, tra i quali Thomas Abbt, Jean Armand de Lestocq e Jacques–Joachim Trotti de La Chétardie. Nel 1760 divenne ministro delle finanze del Regno di Spagna, e si ispirò alle opere di John Locke e James Boswell, IX Laird di Auchinleck, per risollevare le finanze e il commercio del regno di Spagna, apportando notevoli miglioramenti. Nel 1762 Carlo III lo nominò Presidente del Consiglio di Castiglia e sotto Carlo IV fu presidente del consiglio dei ministri. In veste di tale si adoperò per un riavvicinamento culturale all'Olanda, da sempre nemica della Spagna, in cooperazione con il ministro olandese Joan Derk van der Capellen tot den Pol, ma purtroppo le trattative fallirono con l'arrivo del plenipotenziario spagnolo François Cabarrus a Bruges, dove l'ambasciatore fu respinto dal nuovo governo olandese. Amico del marchese de Sade e del marchese de Condorcet, nel 1763 de Campomanes divenne membro dell'Accademia Reale Spagnola e nel 1764 divenne presidente dell'Accademia Reale di Storia, grazie al suo trattato Recherches sur Carthages, pubblicato in francese nel 1763, e ai numerosi saggi sull'economia politica. Nel 1754 intraprese un nuovo viaggio in Russia, ospitato dal conte Michail Illarionovič Voroncov e del principe Michail Ščerbatov, e condusse notevoli studi sull'economia e la storia della Russia.

Rolander

Daniel Rolander (1725–1793) was a Swedish biologist and an apostle of Carl Linnaeus. Rolander was born in Hälleberga, Småland, Sweden and studied at Uppsala University where he came under the influence of Linnaeus. In 1755, Rolander went to Surinam to study and collect plants, which he sent back to Sweden. He recorded his seven months' activities in his journal, Diarium Surinamicum, quod sub itinere exotico conscripsit Daniel Rolander, tomus I & II, 1754–1756. Rolander's work was used by Christen Friis Rottbøll as the basis of botanical publications later in the 18th century. Rolander also made extensive zoological observations, focusing on insects. While in Surinam, he traveled and collected extensively around Paramaribo at first and then up the Suriname River. Fearing for his health, the naturalist returned to Europe but was unable to return to Sweden until October 1756, nine months after leaving the Americas. Apparently because of his lack of help in getting home from Germany and his refusal to give his mentor access to the Surinam collections with first being offered an academic post, Rolander and Linnaeus had a severe falling–out. Linnaeus' power and prestige in the academic world made it possible for him to blackball Rolander. Thus, he was unable to gain an academic position and did not publish his findings, gradually drifting into obscurity and poverty due to a misfortune (perhaps the death of a patron he had finally found) and his apparently abrasive personality. He died in Lund. With his Latin journals now translated and published, his reputation is being rehabilitated.

Roth

Albrecht Wilhelm Roth (January 6, 1757 – October 16, 1834) was a physician and botanist who was a native of Dötlingen, Germany. He studied medicine at the Universities of Halle and Erlangen, where he received his doctorate in 1778. After graduation he practiced medicine in Dötlingen, and shortly afterwards relocated to Bremen–Vegesack. Roth is remembered for his influential scientific publications, particularly in the field of botany. His botanical research and writings came to the attention of Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832), who recommended Roth to a position at the botanical institute at the University of Jena. Two of his better known works were Tentamen florae germanicae (a treatise on German flora), and Novae plantarum species praesertim Indiae orientalis (a book of Indian flora). The latter work is largely based on botanical specimens collected by Moravian missionary Benjamin Heyne (1770–1819). The botanical genus Rothia from the subfamily Faboideae is named after him. He wrote also Catalecta botanica (with Franz Carl Mertens), 1797–1806. The standard author abbreviation Roth is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Rottbøll

Christen Friis Rottbøll (born March 3, 1727 at Hørbygård, Denmark – died June 15, 1797 in Copenhagen) was a Danish physician and botanist and pupil of Carolus Linnaeus. He studied at the University of Copenhagen, first theology, then medicine, in which in took his doctorate degree in 1755 (De morbis deuteropathicis seu Sympathier). He then travelled abroad 1757–1761 to further his studies of medicine, and to study chemistry and botany – the latter subject at Uppsala University with Linnaeus. From 1761, he was executive at the Botanic Garden in Copenhagen, and succeeded Georg Christian Oeder as its director i 1770. He was appointed professor at the Chair of Medicine in 1776 and received the title of "royal adviser" (konferensråd) in 1784. As a medical doctor, he studied smallpox and reformed the vaccination programme that had run in Copenhagen since 1755. He abolished pre and post treatment and instead advised systematic weakening of the inoculum before application. As a botanist, Rottbøll gave out the first comprehensive list of the Flora of Greenland, he published descriptions of plants from the Danish colonies in India collected by Johann Gerhard König, and similarly of plants from Suriname collected by Daniel Rolander. Rottbøll named the plant genus Rolandra (Asteraceae) after Rolander and the genus Kyllinga (Cyperaceae) after Peder Kylling. Carolus Linnaeus the Younger named the genus Rottboellia (Poaceae) after him. The standard author abbreviation Rottb. is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Rousseau

Jean-Jacques Rousseau (Ginevra, 28 giugno 1712 – Ermenonville, 2 luglio 1778) è stato un filosofo, scrittore e musicista svizzero di lingua francese. Nato da un'umile famiglia calvinista ginevrina di origine francese, ebbe una gioventù difficile ed errabonda durante la quale si convertì al Cattolicesimo, visse e studiò a Torino e svolse diverse professioni, tra cui quella della copia di testi musicali e quella di istitutore. Trascorse alcuni anni di tranquillità presso la nobildonna Françoise–Louise de Warens; quindi, dopo alcuni vagabondaggi tra la Francia e la Svizzera, si trasferì a Parigi, dove conobbe e collaborò con gli enciclopedisti. Nello stesso periodo iniziò la sua relazione con Marie–Thérèse Levasseur, da cui avrebbe avuto cinque figli. Il suo primo testo filosofico importante, il Discorso sulle scienze e le arti, vinse il premio dell'Accademia di Digione nel 1750 e segnò l'inizio della sua fortuna. Dal primo Discours emergevano già i tratti salienti della filosofia rousseauiana: un'aspra critica della civiltà come causa di tutti i mali e le infelicità della vita dell'uomo, con il corrispondente elogio della natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone. Questi temi sarebbero stati ulteriormente sviluppati dal Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini del 1754: da questo secondo Discours emergeva la concezione di Rousseau dell'uomo e dello stato di natura, la sua idea sull'origine del linguaggio, della proprietà, della società e dello Stato. Un altro testo, il Contratto sociale del 1762, conteneva la proposta politica di Rousseau per la rifondazione della società sulla base di un patto equo – costitutivo del popolo come corpo sovrano, solo detentore del potere legislativo e suddito di se stesso. Questi e altri suoi scritti (soprattutto l'Émile, sulla pedagogia) vennero condannati e contribuirono a isolare Rousseau rispetto all'ambiente culturale del suo tempo. Le sue relazioni con tutti gli intellettuali illuministi suoi contemporanei, oltre che con le istituzioni della Repubblica di Ginevra, finirono per deteriorarsi a causa di incomprensioni, sospetti e litigi, e Rousseau morì in isolamento quasi completo. Considerato per alcuni versi un illuminista, e tuttavia in radicale controtendenza rispetto alla corrente di pensiero dominante nel suo secolo, Rousseau ebbe influenze importanti nel determinare certi aspetti dell'ideologia egualitaria e anti–assolutistica che fu alla base della Rivoluzione francese del 1789; anticipò inoltre molti degli elementi che, tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, avrebbero caratterizzato il Romanticismo, e segnò profondamente tutta la riflessione politica, sociologica, morale, psicologica e pedagogica successiva, alcuni elementi della sua visione etica essendo stati ripresi in particolare da Immanuel Kant.

Roxburgh

William Roxburgh (June 29, 1751 – April 10, 1815) was a Scottish surgeon and botanist. He has been called the Father of Indian Botany. Roxburgh was born at Underwood in the parish of Craigie, Ayrshire. He studied medicine in Edinburgh. He had been a surgeon's mate on an East India Company ship at the age of 17 and had completed two voyages to the East in that capacity until the age of 21. He also studied botany in Edinburgh under John Hope. He joined the Madras Medical Service as an assistant surgeon in 1776 and became a surgeon in 1780. At Madras he turned his attention to botany. The East India Company recognized his botanical knowledge and made him superintendent in the Samalkot garden in the Northern Circars in 1781. Here he conducted economic botany experiments. He employed native artists to illustrate plants. He had 700 illustrations by 1790. He then succeeded Patrick Russell (1727–1805) as Naturalist to the Madras Government. He made rapid progress and acquired a good reputation and was in a short time invited by the government of Bengal, to take charge of the Calcutta Botanical gardens from Colonel Robert Kyd. In 1793 he succeeded Colonel Robert Kyd as Superintendent of the Company garden at Sibpur near Calcutta. A catalog of the garden was made in 1814 – Hortus Bengalensis. He sent many of his illustrations to Sir Joseph Banks. He was succeeded by Francis Buchanan–Hamilton. He meticulously collected vast amounts of meteorological data for years, and is considered as a pioneer in the collection of tropical meteorological data, to an extent unrivalled elsewhere until the 1820s. He had begun collecting detailed meteorological data as soon as he set foot in India, at Madras, and is known to have taken measurements three times a day, using Ramsden barometers and Nairne thermometers, made by then reputed scientific instrument makers, Jesse Ramsden and Edward Nairne. He trained under John Hope, who was the curator of the Edinburgh botanical garden as well an experimental physiologist. Roxburgh's interest in systematic meteorology may have stemmed from the influence of John Hope as well as his experiences at the Royal Society of Arts which, in the early 1770s, was greatly influenced by the climatic theories of Stephen Hales and Duhamel du Monceau. Such detailed measurements over many years led him to form an opinion on widespread famine and climate change in the empire. He became a member of the Asiatic Society, to whose Transactions he contributed, from time to time, many valuable papers. Amongst these was one of singular interest on the lacca insect, from which the substance lac is made. In 1805, he received the gold medal of the Society for the Promotion of Arts for a series of highly interesting and valuable communications on the subject of the productions of the East and a second gold medal in 1803 for a communication on the growth of trees in India. On the 31st of May, 1814, he was presented, in the presence of a large assembly, a third gold medal by the Duke of Norfolk (then, the president of the Society of Arts). Soon after receiving this last honourable testimony of high respect, Roxburgh returned to Edinburgh, where he later died. In 1820, at the Mission Press in Serampore, William Carey posthumously edited and published vol. 1 of Dr. William Roxburgh's Flora Indica; or Descriptions of Indian Plants. In 1824, Carey edited and published vol. 2 of Roxburgh's Flora Indica, including extensive remarks and contributions by Dr. Nathaniel Wallich. Carey and Wallich continued to work in the field of botany and in 1834, both Carey and Wallich contributed botanical specimens to the Royal Society for Agriculture and Botany's Winter Show in Ghent, Belgium. The standard author abbreviation Roxb. is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Royen

Adriaan van Royen (11 November 1704, Leiden – 28 February 1779, Leiden) was a Dutch botanist. He was a professor at Leiden University and is associated with Carl Linnaeus. Van Royen trained at the University of Leiden and graduated as a medical doctor in 1728 for his thesis Dissertatio botanico–medica de anatome et œconomia plantarum. He was later appointed professor of botany at the university from 1732–1755 and later professor of medicine (1755–1775). He is best known for his work on flora of Southeast Asia. He was a colleague of George Clifford, a wealthy English merchant and governor of the Dutch East India Company living in Harlem, and a noted source of new introductions from the East Indies and the Cape. Adriaan van Royen formed a close relationship with Linnaeus, who had visited the Leiden Botanic Garden during a stay in Leiden between 1737 and 1738. The genus Royena L. (= Diospyros sect. Royena (L.) F.White), in the Ebenaceae, and Melastoma royenii Blume. Sutton, D.A. are named after him. The standard author abbreviation Royen is used to indicate this individual as the author when citing a botanical name.

Rudbeck il giovane

Olaus Rudbeck il Giovane (1660–1740) è stato un esploratore e scienziato svedese, figlio di Olaus Rudbeck il Vecchio, successe al padre come professore di medicina all’Università di Uppsala. Il giovane Rudbeck fu un abile botanico e ornitologo, e conseguì la sua laurea in medicina a Utrecht, nel 1690. Si trasferì in Lapponia nel 1695, per partecipare a una spedizione commissionata dal Re con l’obiettivo di studiare la natura, e in particolare le montagne. Tornò con un album pieno di meravigliosi ritratti di uccelli, fiori e paesaggi, per i quali è meglio ricordato. All’inizio del diciottesimo secolo, il giovane Rudbeck spostò la sua attenzione dagli studi naturali ad alcune speculazioni riguardo alla relazione tra le lingue sami e l’ebraico. Fu nominato nobile nel 1719. Un suo studente, il botanista Linneo (1707–1778), diede il nome Rudbeckia ad un genere di fiori in onore suo e del padre. Sua sorella, Wendela, sposò Peter Olai Nobelius, e dalla loro discendenza nacque Alfred Nobel, fondatore del famoso Premio Nobel.

Rudbeck il vecchio

Olaus Rudbeck, conosciuto anche col nome di Olaus Rudbeck il Vecchio, per distinguerlo dal figlio Olaus Rudbeck il Giovane, e occasionalmente col nome latinizzato Olaus Rudbeckius (Västerås, 13 settembre 1630 – 12 dicembre 1702), è stato uno scienziato e scrittore svedese, professore di medicina all’Università di Uppsala e per molti anni magnifico rettore della stessa. Era figlio del vescovo Johannes Rudbeckius, cappellano personale del re Gustavo II Adolfo di Svezia, e padre di Olaus Rudbeck il Giovane, divenuto nobile nel 1719. Rudbeck fu uno dei primi scopritori del sistema linfatico nel 1651, quand’era ancora giovane, assicurandosi così il successo della sua precoce carriera. Per facilitare i suoi studi di anatomia umana, fece costruire in una cupola sulla cima del Gustavianum, l’edificio dell'università, una sorta di anfiteatro di anatomia, dove le sezioni dei cadaveri potevano svolgersi di fronte agli studenti. Questa cupola è rimasta in piedi, ed è tutt’oggi uno dei monumenti più famosi di Uppsala. Rudbeck fu attivo in molte aree scientifiche, inclusa l’astronomia, e lasciò molte tracce ancora visibili nell’odierna Uppsala. Si diceva anche che avesse una voce potente, che faceva di lui un ottimo cantante, e pare fosse fornito di un temperamento molto deciso. Rudbeck, inoltre, diventò importante anche sul piano letterario nel suo tempo. La Svezia aveva acquistato una posizione di grande potere in Europa, e com'era in uso a quei tempi, c’era bisogno di una giustificazione intellettuale per questo potere. Rudbeck, seguendo in parte tale scopo nazionalistico, tra il 1679 e il 1702 scrisse Atlantica (Atland eller Manheim), un poderoso trattato in quattro volumi di 3000 pagine dove sosteneva che la Svezia era la perduta Atlantide, la culla della civiltà, e lo svedese era la lingua di Adamo da cui si sarebbero evoluti latino ed ebraico. La sua opera fu criticata da diversi autori scandinavi, tra i quali il professore danes Ludvig Holberg e lo scrittore e medico Andreas Kempe, autori entrambi di satire basate sugli scritti di Rudbeck. La sua opera fu successivamente utilizzata da Denis Diderot nella voce "Etymologie" nella sua Encyclopédie come un esempio ammonitore di come si possa sbagliare facendo collegamenti tra etimologia e storia mitica. Rudbeck fu chiamato il primo svedese che fece una scoperta scientifica. Molti dei suoi lavori andarono tuttavia perduti nell’incendio che devastò Uppsala nel 1702. Durante quest’incendio fu proprio Rudbeck che organizzò la gente della città, urlando gli ordini dal tetto della sua casa bruciata. Poco dopo Rudbeck morì. Alfred Nobel fu un suo discendente da parte della figlia, Wendela, che sposò uno degli ultimi studenti del padre, Peter Olai Nobelius. ––– The plant genus Rudbeckia was named by the botanist Carolus Linnaeus in honor of both Rudbeck and his son.

Rudolphi

Karl Asmund Rudolphi (Stoccolma, 14 luglio 1771 – Berlino, 29 novembre 1832) è stato un fisiologo, zoologo e biologo svedese naturalizzato tedesco. Figlio di un insegnante di Stralsund in Pomerania, regione che apparteneva allora alla corona svedese. Frequentò la facoltà di medicina all'Università di Jena ma non si laureò in questa disciplina, poiché era interessato alla Storia Naturale, quindi si iscrisse alla facoltà di Scienze biologiche a Dresda studiando Zoologia, poi Anatomia comparata in quella di Erlangen e Botanica in quella di Gottinga, si laureò in Biologia con una tesi di Ittiologia, che aveva come argomento i costumi e la vita di alcuni ciclidi Africani. Nel 1793 ottenne il dottorato all'Università di Greifswald con una tesi sui vermi parassiti intestinali in diversi Attinopterigi. Nel 1801, dopo avere insegnato nella scuola veterinaria di Berlino, divenne professore all'istituto veterinario di Greifswald; successivamente, nel 1808, ottenne le cattedre di anatomia e di fisiologia all'università di Berlino, che conservò per tutta la vita. Nel 1810 Rudolphi fondò il museo di scienze della natura e zoologia di Berlino che diventerà, con il nome di "Museum für Naturkunde der Humboldt–Universität zu Berlin", uno di più grandi del mondo. Diede numerosi contributi scientifici in vari campi, soprattutto in quello della parassitologia, dell'anatomia e della fisiologia, della zoologia e della botanica. È stato il primo a descrivere i nematodi e a descrivere il ciclo vitale di Ascaris lumbricoides, uno dei più importanti nematodi parassiti dell'uomo. Uno dei suoi scritti più celebri è il manuale di biologia, Grundriß der Physiologie, la cui prima edizione apparve nel 1821 e che aggiornò fino alla fine della sua vita; in quest'opera Rudolphi sostenne fra l'altro che le "razze umane" dovevano essere considerate come specie, facendo di questo scritto una delle basi del razzismo nei periodi precedenti il nazismo. Il suo successore alla cattedra di fisiologia e di anatomia dell'università di Berlino fu Johannes Peter Müller (1801–1858). – Anatomie der Pflanzen (Berlin 1807).

Ruiz

Hipólito Ruiz López (August 8, 1754, Belorado, Burgos, Spain – 1816, Madrid), or Hipólito Ruiz, was a Spanish botanist known for researching the floras of Peru and Chile during an expedition under Carlos III from 1777 to 1788. During the reign of Carlos III, three major botanical expeditions were sent to the New World; Ruiz and José Antonio Pavón Jiménez were the botanists for the first of these expeditions, to Peru and Chile. After studying Latin with an uncle who was a priest, at the age of 14 Ruiz López went to Madrid to study logic, physics, chemistry and pharmacology. He also studied botany at the Migas Calientes Botanical Gardens (now the Real Jardín Botánico de Madrid), under the supervision of Casimiro Gómez Ortega (1741–1818) and Antonio Palau Verdera (1734–1793). Ruiz had not yet completed his pharmacology studies when he was named the head botanist of the expedition. The French physician Joseph Dombey was named as his assistant, and the pharmacologist José Antonio Pavón y Jimenez was also appointed. Completing the expedition were the botanical illustrators Joseph Bonete and Isidro Gálvez. The expedition sailed from Cádiz in 1777, arriving at Lima in April 1778. They explored throughout Peru and Chile for ten years (1778–1788), collecting specimens. The expedition collected 3,000 specimens of plants and made 2,500 life–sized botanical illustrations. When they returned to Spain they brought back a great many living plants. One of the medical remedies brought back by this expedition was the boiled spouts of the quisoar plant, Buddleja incana, which was used to cure colds or, mixed with urine, to alleviate toothache. The collections arrived in Cádiz in good order (for the most part) in 1788, and were deposited in the Real Jardín Botánico de Madrid and in the Gabinete de Historia Natural, the precursor of the Museum of Natural History. The discoveries included about 150 new genera and 500 new species, which still retain the names given them by Ruiz and Pavón. Unfortunately, a part of the collection consisting of 53 crates with 800 illustrations, dried plants, seeds, resins and minerals was lost when the ship transporting it was wrecked on the coast of Portugal. Back in Spain, Ruiz finished his pharmacological studies, graduating in 1790. He was named a member of the Royal Academy of Medicine in 1794, and he published various works in that body's Memoires. He and Pavón published Flora Peruviana et Chilensis in ten volumes, richly illustrated with engravings of the specimens. The first four volumes were published between 1798 and 1802. The last six volumes were published after the death of Ruiz. Before his death, Ruiz also published Quinología o tratado del árbol de la quina (Madrid, 1792). This work was soon translated into Italian (1792), German (1794) and English (1800). The journals Ruiz produced for his exploration of South America during these years are remarkable for their breadth of ethnobotanical and natural history knowledge. Of particular interest to the Spanish Crown at the time was pharmacological knowledge of New World plants such as Chinchona, the source of the anti–malarial, quinine. In addition to detailed descriptions and paintings of the flora and fauna of Peru and Chile, Ruiz observed the geology and weather of the area, and included cultural information about the life of the Indians and the colonists of the area. He died in 1816 (some sources say 1815) in Madrid.

Rumph

Georg Eberhard Rumphius, pseudonimo di Georg Eberhard Rumph (Wölfersheim, battezzato il 1º novembre 1627 – Ambon, 15 giugno 1702), è stato un botanico tedesco naturalizzato olandese, impiegato della Compagnia olandese delle Indie orientali nell'odierna Indonesia orientale, ricordato soprattutto per il suo Herbarium Amboinense. Ambon è una città situata nell'isola omonima dell'arcipelago delle Molucche, nel Mar di Banda. Georg Eberhard Rumphius era il primogenito di August Rumpf, un ingegnere e appaltatore di Hanau, e di Anna Elisabeth Keller, sorella di Johann Eberhard Keller, governatore di Kleve, una città di lingua olandese appartenente a quel tempo al principe elettore di Brandeburgo. Crebbe a Wölfersheim e successivamente frequentò il ginnasio ad Hanau. Si arruolò come militare ufficialmente per la Repubblica di Venezia, in realtà per le Province Unite; nel 1646 si imbarcò per il Brasile dove era in corso una guerra fra olandesi e portoghesi per il controllo del territorio. Non si sa se in seguito a un naufragio o a cattura, sbarcò in Portogallo dove rimase per quasi tre anni. Verso il 1649 ritornò a Hanau, dove iniziò a lavorare nell'impresa paterna. Lasciò Hanau alla fine del 1651, dopo la morte di sua madre (20 dicembre 1651) e, forse grazie alle relazioni della famiglia materna, si arruolò con la Compagnia Olandese delle Indie Orientali col nome di Jeuriaen Everhard Rumpf. Salpò il 26 dicembre 1652 e giunse a Batavia, oggi Giacarta, dopo sette mesi, nel luglio 1653. Nel 1654 giunse all'arcipelago delle Molucche e nel 1657 fu trasferito a Hitoe, la penisola settentrionale dell'isola di Ambon, con l'incarico di "ingegnere". Sposò Suzanne, una donna del luogo, e intraprese lo studio della flora e della fauna di quelle isole. Strumento importante per la comunicazione delle scoperte fatte da Rumphius nelle Molucche furono lettere provviste di illustrazioni, raccolte più tardi nel The Ambonese Curiosity Cabinet, e i cataloghi illustrati. La qualità delle sue comunicazioni fu tale che Rumphius fu soprannominato in Europa "Plinio indicus" (il Plinio delle Indie). Il governatore della Compagnia delle Indie a Batavia, Joan Maetsuycker, lo dispensò dai suoi doveri lavorativi ordinari affinché si dedicasse completamente allo studio. D'altra parte Rumphius ha identificato almeno 140 generi e 930 specie di piante, sconosciute prima di allora e descritti nell'Herbarium Amboinense. La sua vita fu tuttavia un susseguirsi di eventi sfortunati. Attorno al 1670 perse la vista e poté continuare i suoi studi grazie ai familiari i quali leggevano le opere che potevano interessarlo o scrivevano sotto sua dettatura. Pochi anni dopo, il 17 febbraio 1674 uno tsunami colpì Ambon uccidendo la moglie e una figlia. Nel 1687 un incendio devastò l'isola distruggendo la biblioteca e i suoi disegni originali; per fortuna il governatore di Batavia, naturalista dilettante, aveva fatto copia della maggior parte dei disegni di Rumphius i quali poterono essere utilizzati per l'Herbarium che tuttavia fu pubblicato postumo oltre 45 anni dopo la morte di Rumphius. Infine, Rumphius fu costretto dalla Compagnia delle Indie a vendere la sua collezione scientifica a Cosimo III de' Medici.

Rupp o Ruppius

Heinrich Bernhard Rupp (ou Ruppius) est un botaniste allemand, né le 22 août 1688 à Giessen et mort le 7 mars 1719 à Iéna. Il commence à étudier la médecine en 1704 et rencontre alors Johann Jacob Dillenius (1684–1747). Il étudie à l’université de Iéna en 1711, à celle de Leyde en 1712 puis à nouveau à Iéna en 1713. Rupp décrit une flore des environs de Iéna et d’une grande partie de la Thuringe. Il fait paraître les deux premières parties mais son texte est terminé après sa mort par Albrecht von Haller (1708–1777). Carl von Linné (1707–1778) lui dédie le genre Ruppia de la famille des Ruppiaceae. Œuvres: Flora Jenensis sive enumeratio plantarum tam sponte circa Jenam et in locis vicinis nascentium, quam in hortis obviarum: methodo conveniente in classes distributa, figurisque rariorum aeneis ornata; in usum botanophilorum Jenensium edita multisque in locis correcta et aucta (Francfort–sur–le–Main et Leipzig, 1726) – Alberti Haller Flora Jenensis Henrici Bernhardi Ruppii, ex posthumis auctoris schedis et propriis observationibus aucta et emendata; accesserunt plantarum rariorum novae icones (Iéna, 1745).

Ruysch

Frederik Ruysch, italianizzato Federico Ruysch (L'Aia, 28 marzo 1638 – Amsterdam, 22 febbraio 1731), è stato un botanico e anatomista olandese, ricordato per i progressi attuati nella preservazione anatomica dei cadaveri, umani e animali, e per la creazione di diorami o scene composte da parti del corpo umano. Ruysch giunse con i suoi studi al riconoscimento delle valvole nel sistema linfatico, dell'organo vomeronasale nei serpenti, e l'arteria centralis oculi (l'arteria centrale dell'occhio). Frederik Ruysch nacque a L'Aia, figlio di un funzionario del governo, e iniziò la sua attività come allievo di un farmacista. Affascinato dall'anatomia, studiò all'Università di Leida, allievo di Franciscus Sylvius. I suoi compagni di studio erano Jan Swammerdam, Reinier de Graaf e Niels Stensen. I cadaveri da sezionare erano piuttosto scarsi e costosi, e Ruysch fu spinto a cercare un modo per preparare gli organi. Nel 1661 sposò la figlia di un architetto tedesco di nome Pieter Post. Si laureò nel 1664 con una tesi sulla pleurite. Ruysch divenne praelector della Corporazione municipale dei chirurghi di Amsterdam nel 1667. Nel 1668 divenne capo istruttore delle ostetriche della città. Queste ultime non erano più autorizzate ad esercitare la propria professione fino a quanto non venissero esaminate da Ruysch. Nel 1679 fu medico legale presso il tribunale di Amsterdam e nel 1685 professore di botanica nell'Orto botanico di Amsterdam, dove lavorò con Jan e Caspar Commelin. Ruysch si specializzò sulle piante indigene. Ruysch condusse ricerche in molte aree dell'anatomia umana, della psicologia, utilizzando la conservazione "sotto spirito" per conservare gli organi, e creò una delle più famose collezioni anatomiche di tutta Europa. La sua abilità principale fu la preparazione e la conservazione di esemplari con un misterioso liquor balsamicum ed è ritenuto uno dei primi ad aver usato l'imbalsamazione arteriosa per questo scopo. Nei suoi primi anni, la figlia Rachel Ruysch, una pittrice di nature morte, lo aiutò a decorare la collezione con fiori, pesci, conchiglie e le delicate parti del corpo con merletti. Nel 1697 Pietro I di Russia, detto "il Grande", e Nicolaes Witsen visitarono Ruysch, che aveva esposto tutte le specie in cinque stanze, per due giorni, durante la settimana di apertura per il pubblico. Ruysch raccontò allo zar, che aveva un grande interesse per la scienza, come catturare le farfalle e come conservarle. I due avevano inoltre un interesse comune per le lucertole. Insieme andarono a visitare dei pazienti, e Ruysch gli insegnò a disegnare la dentatura umana. Nel 1717, durante la sua seconda visita, Ruysch vendette il suo "archivio delle curiosità" a Pietro il Grande per 30.000 fiorini, incluso il "segreto" per suo misterioso liquore: sangue di maiale rappreso, blu di Prussia e ossido mercurico. Ruysch si rifiutò di prestare aiuto quando tutto il materiale dovette essere confezionato ed etichettato. Ciò impegnò Albertus Seba per più di un mese. I cento imballaggi non furono inviati immediatamente, ma, a causa della Grande Guerra del Nord dell'anno seguente, vennero divisi in due navi. La collezione era intatta, e le voci circa i marinai che bevvero l'alcool erano false. Ruysch ritornò immediatamente alla sua attività nella sua casa nel Bloemgracht, ad Amsterdam. Dopo la morte di Ruysch, la sua collezione fu venduta ad Augusto il Forte. Mentre alcune delle sue collezioni conservate ci sono rimaste, nessuna delle sue scene è sopravvissuta. Esse sono note solo grazie ad una serie di incisioni, in particolare quelle di Cornelius Huyberts. Ruysch fu ritratto dal suo genero Jurriaen Pool. Frederik Ruysch pubblicò insieme a Herman Boerhaave. Riferimenti nella letteratura: a Ruysch è dedicata una delle Operette morali di Giacomo Leopardi intitolata Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie, incentrata su cosa proverebbe l'uomo nel punto di morte.