Vol. 1° -  III.3.3.

Cladistica

Premesso che kládos, in greco, significa ramo, un clado è costituito da un gruppo d’individui che condividono un antenato comune. Il termine vuole quindi semplicemente indicare dei modelli di ramificazione.

Siccome, di solito, mancano testimonianze fossili sulle forme di transizione che normalmente permettono di identificare i progenitori che le varie specie hanno in comune, la cladistica si basa sul confronto dei caratteri di animali disponibili per tale tipo di studio. Così, animali con caratteri derivati simili, sono considerati più strettamente affini rispetto ad animali che non condividono tali caratteri. Senza addentrarci in problemi pratici, possiamo affermare che talora il metodo cladistico deve superare enormi scogli per giungere a corrette deduzioni.

La cladistica è un controverso metodo di classificazione in cui animali e piante vengono disposti in gruppi tassonomici - i cladi - quando condividono delle caratteristiche - le omologie - presumendo che esse stanno ad indicare un antenato comune. Essa si basa inoltre sull’assunto che due nuove specie si formano improvvisamente per separazione da un antenato comune anziché attraverso un graduale cambiamento evolutivo. Di conseguenza il cladogramma, cioè il diagramma che mostra queste relazioni, è formato da un sistema di ramificazioni dicotomiche. Ciascun punto di ramificazione rappresenta una divergenza da un antenato comune.

Usando le relazioni evolutive, i caratteri morfologici, comportamentali e fisiologici degli organismi forniscono un tipo diverso di informazioni: essi consentono di stabilire se alcune differenze sono più significative di altre. Per esempio, solo pochi vertebrati hanno un cranio con due archi ma quasi tutti i vertebrati hanno l’emoglobina. Di conseguenza, la presenza di un cranio con due archi in due specie diverse dà maggiori informazioni sul loro grado di affinità che non la presenza in entrambe le specie dell'emoglobina e occorrerà quindi dare maggior peso alle caratteristiche del cranio che non all'emoglobina.

Lo scopo della cladistica è quello di stabilire le relazioni evolutive fra i vari organismi. La fenetica non ha questa pretesa. Oltre alle omologie esistono anche le analogie, che per la cladistica sono fuorvianti. Se non esistessero le analogie - ma esistono - fenetica e cladistica darebbero gli stessi risultati.

Il metodo cladistico ha determinato un cambiamento sostanziale nella riorganizzazione dei taxa riconosciuti in passato. Gruppi tassonomici a tutti familiari, quali i ciclostomi e i rettili, non sono più validi se si utilizzano i metodi della cladistica, in quanto tali nomi non hanno più alcun significato tecnico sebbene continuino a essere impiegati.

I rettili, per esempio, rappresentano ciò che i sistematici evolutivi chiamano categoria strutturale, cioè organismi diversi uniti da certi caratteri strutturali e funzionali, benché appartenenti a linee evolutive diverse. Gli studiosi di cladistica hanno invece affibbiato a questi raggruppamenti di vertebrati il nome di gruppi parafiletici che, tuttavia, non costituiscono categorie valide nel sistema cladistico.

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