Vol. 1° -  VIII.2.4.d.

Le provvigioni di Re Salomone

Finsterbusch, richiamando l’attenzione sul I Libro dei Re 4:23, fece notare che le provvigioni di Re Salomone [1] includevano uccelli ingrassati e li interpretò come polli domestici.

In Cockfighting all over the world Finsterbusch recita testualmente:

«The first mention of fowl in the old Testament is to be found in the first book of Kings, 4:23; Luther translated the original word Burburim into gemestetes Vieh [2] , i.e., fattened animals, while in fact it should be fowl. This mention refers to Solomon’s menu, who is supposed to have imitated the Egyptians (who kept fowls and geese) to honour his wife, daughter of Pharaoh.»

Non so se Finsterbusch ebbe la possibilità di perdersi fra le peripezie etimologiche di Aldrovandi. Sta di fatto che, secondo l’analisi del Maestro bolognese, nell’Antico Testamento sarebbe possibile incontrare più di un riferimento al Gallus.

Per rimanere in tema, Aldrovandi riporta varie traduzioni di barburim: creature alate ingrassate in recinti, uccelli importati dalla Barberia, galli ingrassati, uccelli castrati, creature alate, uccelli domestici. Il caldeo barur significa uccello ingrassato. Chi non teme i rompicapi può consultare la traduzione dell’Aldrovandi curata da Corti e Ricciardi.

Fig. VIII. 12 - Toponomastica dell’Africa nel 1645 - di Guglielmo Blaeuw: la Barbaria, oggi detta Barberia, era il termine usato soprattutto nel Medioevo e nei secoli immediatamente successivi per indicare i territori dell'Africa mediterranea dal confine occidentale dell'Egitto all'Atlantico, abitati da Berberi. Dalla cartina possiamo notare quale estensione avesse l’Abissinia e che il Golfo di Guinea era detto Oceano Etiopico in omaggio al fatto che Etiopi erano tutti quelli dal volto bruciacchiato.

Dal I Libro dei Re 4:23 [3] :

«Il vettovagliamento di quanti erano mantenuti da Salomone [circa 14.000 persone] richiedeva ogni giorno 30 cori [1 coro = 338 litri] di fior di farina e 60 cori di farina ordinaria, 10 buoi grassi, 20 buoi da pascolo, 100 pecore, senza contare i cervi, i caprioli, i daini e gli uccelli ingrassati.»

Tali uccelli erano ingrassati con orzo, come ci insegneranno più tardi Catone e Columella. Salomone, anche solo per compiacere la moglie, figlia del Faraone [4] , potrebbe aver adattato il proprio menu a quello delle mense egiziane, che davano spazio a polli, oche e anatre, le ultime due indigene e i primi d’importazione. Ma Shulov (1985) dimostrò che gli uccelli ingrassati in realtà erano cigni.

Pare strano che Salomone disubbidisse a quella Legge che imponeva di cibarsi solamente di animali puri. Salomone aveva chiesto a Dio il dono della sapienza, e Dio si compiacque di ciò. Dal I Libro dei Re 3,12:

«Ecco, io faccio come tu hai detto: ti do un cuore così saggio e intelligente che uno simile non ci fu mai prima di te, né dopo di te più ci sarà. Inoltre io ti do anche quello che tu non hai domandato, cioè ricchezze e gloria tali che nessuno sarà stato pari a te, fra i re, durante tutti i giorni di tua vita. E se tu camminerai nelle mie vie, osservando i miei precetti e i miei comandamenti, come camminò Davide tuo padre, io ti darò pure vita lunga.»

Ma Salomone non ebbe vita lunga.

Essendo salito al trono molto giovane e avendo regnato per circa quarant’anni, è probabile che morisse sessantenne. Non si può pretendere che raggiungesse la longevità di Noè, che sfiorò il millennio - 950 anni per la precisione - ma, secondo il mio punto di vista, Salomone avrebbe dovuto vivere almeno fino a 80 anni. Non sto a dirvi i perché e i percome. È una mia idea infantile, forse legata al fatto che ho sempre immaginato le persone sagge con una bella barba tutta bianca. A 60 anni una persona non è ancora del tutto saggia e spesso la sua barba è solo brizzolata.

A parte gli scherzi, da Adamo a Sem l’età dei Patriarchi oscilla tra i 969 e i 600 anni (ad eccezione di Enoc: 365); da Arfacsad a Terach oscilla tra i 438 e i 205 (eccetto Nacor, 148). Che valore hanno questi numeri? Essi si trovano variamente manipolati dagli antichi redattori e devono rispondere a qualche criterio particolare che a noi sfugge. Forse vogliono simboleggiare il grado di virtù di uomini particolarmente cari a Dio, dal momento che un concetto simile si trova espresso in Isaia 65:20 ed egli, per indicare una futura era di felicità, così sentenzia:

“...il più giovane morrà di cent’anni e chi non giungerà ai cent’anni si avrà per maledetto.”

Per cui la mia idea che Salomone dovesse morire ottantenne è perfettamente contemplata anche dalla maledizione divina.

La mentalità dei Sumeri [5] era molto più spinta di quella ebraica: tra coloro che regnarono prima del diluvio, la palma della longevità e della benedizione divina spetta a Enmeluanna che toccò i 43.200 anni.

Gli studiosi di paleoantropologia negano che gli uomini antichi vivessero molto più a lungo di quelli attuali. Nessuno dei nostri avi di Neandertal avrebbe passato i 50 anni, nessuno degli scheletri del Paleolitico superiore e del Mesolitico oltrepasserebbe i 60. Quella di allora doveva essere una vita durissima, tale da logorare presto l’organismo.

Volendo essere esatti, dovremmo solamente dire che le ossa dei nostri antenati mostrano un grado di sviluppo e di logorio pari a quello dei nostri contemporanei di 50 o 60 anni. Resta da vedere se ad un tale grado di sviluppo e logorio siano pervenuti nel nostro stesso arco di anni o vi abbiano impiegato un lasso di tempo minore. In epoca moderna sono stati registrati casi sporadici di longevità oltre i 150 anni.

Attualmente il numero maggiore di ultracentenari sembra concentrato nella Penisola Balcanica e in Turchia, specie tra coloro che sono dediti alla pastorizia. Oggi, grazie alla medicina sociale, l’aspettativa media di vita è aumentata fino a raggiungere i 65 anni circa e la longevità massima sembra essere dell'ordine di 110-115 anni.

Orbene, stando alla sentenza espressa da Isaia, Dio taglieggiò Salomone di buonora, poiché non si era comportato secondo i canoni stabiliti da Jahvè. Dal I Libro dei Re 11,1:

«Il re Salomone, oltre alla figlia del Faraone, amò pure molte altre donne straniere di quelle nazioni di cui il Signore aveva detto ai figli d’Israele "Non avrete rapporti con le loro donne ed essi non li avranno con le vostre, affinché non pervertano i vostri cuori fino al punto di indurvi a seguire i loro dèi."»

Invece Salomone si unì con ardente amore a tali donne ed ebbe 700 mogli principesse e 300 concubine; ma dalle sue donne rimase sedotto. E divenuto vecchio, il suo cuore, a causa delle donne, fu sviato al punto di andar dietro a dèi stranieri, sicché non era più tutto per il Signore. Egli fece quello che era male davanti al Signore e non obbedì perfettamente al Signore, come Davide suo padre.

Dio allora si sdegnò contro Salomone perché il suo cuore si era allontanato dal Signore Dio d’Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva espressamente vietato di andare dietro agli dèi stranieri.

Il Signore sentenziò dunque:

«Poiché hai agito in tal modo e non hai osservato il mio patto, né le norme che ti avevo prescritto, io strapperò da te il tuo regno e lo darò a uno dei tuoi servi.» etc.

 

 

 sommario 

 avanti 

 


[1] Salomone, figlio di Davide e Betsabea, sedette sul trono d'Israele dal 961 al 922 circa aC. Secondo altre fonti fu Re d’Israele dal 971 al 930 e, secondo altre ancora, dal 970 al 928. Gli succedette il figlio Roboamo.

[2] Vieh, in tedesco, significa bestiame, bestia, animale domestico e il verbo mästen vuol dire ingrassare.

[3] Le citazioni bibliche contenute in Summa Gallicana sono tratte da La Sacra Bibbia - Edizioni Paoline (imprimatur: 24-6-1958) - che corrisponde alla Vulgata, cioè alla versione latina dovuta nella quasi totalità a San Girolamo e dichiarata autentica dal Concilio di Trento. Il capo 4 del I Libro dei Re nella Vulgata prosegue fino al versetto 34, mentre la maggior parte delle edizioni ebraiche fanno cominciare il capo 5 dal versetto 21 del capo 4. Pertanto, se avessimo tra le mani un’altra edizione, avremmo cominciato a leggere questo brano partendo dal capo 5, versetto 2.

[4] Gli autori biblici del periodo presalomonico tacquero accuratamente il nome dei Faraoni che avevano avuto qualche importanza nella storia d'Israele. Si presume che il suocero di Salomone si chiamasse Siamon, della XXI dinastia, mentre il nome della moglie non è noto.

[5] Sumeri: antica popolazione della bassa Mesopotamia che si ritiene vi si sia stanziata provenendo da lontano, via mare, o più probabilmente scendendo dai monti dell'altopiano iranico per mettere a coltura una regione acquitrinosa. L'arrivo dei Sumeri non è databile con precisione; dall'analisi dello sviluppo culturale della zona si è propensi a situarlo all'inizio del periodo detto di Uruk (fine del IV millennio aC). In tal caso le principali innovazioni tecnologiche e culturali che caratterizzano la civiltà sumerica non sarebbero state portate con sé dai Sumeri, ma progressivamente elaborate sul posto. Nella bassa Mesopotamia i Sumeri coesistevano con altre popolazioni: gli Accadi semitici, provenienti da ovest, e probabilmente una popolazione di substrato, postulata in base a elementi non sumerici. In questo quadro composito i Sumeri avevano una netta prevalenza numerica, politica e culturale nelle città del sud (Eridu, Ur, Uruk, Lagas, Umma, Suruppak, Nippur), diminuendo verso nord dove prevalevano gli Accadi (Kis, Esnunna, Assur, Mari).