Vol. 1° -  IX.8.4.

Humboldt e i polli di Tutumberos

Alexander von Humboldt (1769-1859)

Non possiamo tralasciare una personalità di spicco nel mondo naturalistico: il barone Alexander von Humboldt il quale, nato a Berlino nel 1769 e laureatosi nel 1790 all'Università di Gottinga, compì in quello stesso anno un viaggio attraverso diversi Paesi dell'Europa occidentale lungo i principali corsi d'acqua. Nel 1791 divenne ingegnere e poi direttore generale delle miniere di Franconia, ma, entrato in possesso di una grossa eredità, lasciò l'incarico e nel 1799 con il botanico Aimé Bonpland intraprese un viaggio nelle colonie spagnole delle Americhe.

Dapprima fu in Venezuela dove, navigando lungo l'Orinoco e il Rio Negro, mise in evidenza la comunicazione tra il bacino dell'Orinoco e quello del Rio delle Amazzoni, raccogliendo un enorme numero di dati e di campioni relativi alla flora e alla fauna tropicali, alla geologia, alla climatologia e al magnetismo terrestre. Visitò successivamente Cuba, Colombia ed Ecuador e compì l'ascensione del Chimborazo senza però riuscire a raggiungerne la vetta. Esplorò i rami sorgivi del Rio delle Amazzoni e, seguendo il tracciato delle antiche strade inca, visitò il Perù dove studiò la corrente marina che ne lambisce le coste. Nel 1803 si spostò in Messico.

Tornato in Europa, si stabilì a Parigi (1808) curando, con la collaborazione di molti studiosi, l'elaborazione dei dati raccolti, che pubblicò nell'opera in 36 volumi Voyage aux régions équinoctiales du Nouveau Continent, fait en 1799-1804 (avec A. Bonpland). Dedicò il resto della sua vita alla stesura di un'opera monumentale mirante a una descrizione fisica globale della Terra e dell'Universo, intitolata Kosmos, i cui primi quattro volumi uscirono tra il 1845 e il 1858 e il quinto, postumo, nel 1862. Morì a Berlino nel 1859.

Humboldt riferisce una notizia interessante in netta antitesi con una sua tesi categorica, tesi che per il mondo scientifico è diventata vincolante quanto lo fu quella di Darwin circa la monofilogenesi del pollo: infatti, Humboldt giunse a concludere che i polli erano completamente ignoti all’America precolombiana.

Egli, dopo aver osservato la difficoltà per i polli ad acclimatarsi nella piana di Cuzco, più elevata di quella di Città del Messico - 3.399 contro 2.300 metri sul livello del mare, tant’è che a Cuzco cominciavano a riprodursi al terzo anno d’età - così prosegue il suo resoconto:

«Oggi le varie razze di polli, particolarmente quelli del Mozambico dalla pelle nera, sono diventate comuni in ambedue gli emisferi e in tutte quelle regioni in cui sono penetrate le popolazioni del Vecchio Continente. Parecchie tribù di Indiani che vivono nelle vicinanze degli insediamenti europei sono diventati esperti nell’acchiapparli. Quando siamo stati in Tomependa, sulle rive del Rio delle Amazzoni, abbiamo visto alcune famiglie di Indiani Jíbaro stanziati a Tutumbero, in un’area quasi inaccessibile tra le cateratte di Yariquisa e Patorumi; in queste capanne selvagge vi erano già polli quando pochi anni prima erano stati visitati per la prima volta.» - «Today, the various breeds of chickens, particularly those of Mozambique which have black meat, have become common in both hemispheres in all the regions penetrated by the peoples of Old Continent. Many tribes of Indians who live in the vicinity of European establishments have known how to get hold of them. When we were jn Tomependa, on the banks of the river Amazon, we saw some families of Jíbaro Indians who had settled in Tutumbero in an area almost inaccessible between the cataracts of Yariquisa and Patorumi; in those savage huts there were already chickens when a few years back they were visited for the first time.» (Essai Politique sur le Royaume de Nouvelle Espagne, 1804 – English translation drawn from book IV chapter 10 of Ensayo Politico sobre el Reino de la Nueva España, Ed. Porrúa, Mexico, 1978)

Fig. IX. 14 - Polli melanotici nel Bacino Amazzonico: Tutumberos, in Perù, dove erano stanziate alcune famiglie di Indios Jíbaro - o Jívaro - conosciuti da Humboldt e che già possedevano polli prima di essere scoperti. Questa popolazione dell’Amazzonia occidentale è stanziata sulla Montaña dell’Ecuador, a nord del Marañón, prevalentemente nel bacino del Pastaza, ma anche in quello di affluenti minori di sinistra del Marañón, spingendosi lontano, fino a Iquitos situata dopo l’unione di Marañón e Ucayali. Caratteristica degli Jíbaro - che si attribuiscono il nome di Shuara o Shiwora - è l’estrema bellicosità, che li rese temibili avversari degli Spagnoli nel XVI secolo. Sono loro che riducono le teste dei nemici decapitati alla grandezza di un pugno, dopo averle disossate e mummificate, lasciando intatta la lunghezza dei capelli. Si tratta delle tsantsa, lemma della lingua degli Jíbaro, che costituisce una famiglia linguistica da taluni considerata isolata.

Humboldt toccò due fiumi, i quali possono impropriamente essere denominati Rio delle Amazzoni: il Rio Negro - affluente di sinistra dell’Amazzoni - durante la spedizione in Venezuela, e poi il Rio Marañón - considerato con l’Ucayali uno dei due rami sorgentiferi dell’Amazzoni - quando viaggiò attraverso le Ande.

Tutumberos - che per forza deve corrispondere al Tutumbero di Humboldt [1] - si trova attualmente in Perù sulle rive dell’alto Marañón - provincia di Bagua, dipartimento Amazonas - a 78,26 gradi di longitudine ovest e a 5,19 gradi di latitudine sud, che sono all'incirca le coordinate del lembo più meridionale dell’Ecuador. Tutumberos è pertanto addossata al versante orientale della Cordigliera Andina. Humboldt vide in quest’area alcune famiglie di Indiani Jíbaro quando tentò di raggiungere la vetta del Chimborazo.

Se alla fine del 1700 il pollo dalla pelle nera era comune nelle Americhe, Humboldt doveva ricordarsi che questa razza non è di origine mediterranea. È abbastanza inverosimile che la sua introduzione nelle Americhe sia stato merito degli Spagnoli dei tempi della conquista, i cui polli erano mediterranei e dalla carne bianca.

Acchiapparli significa rubarli e gli Indiani non potevano certo sottrarre dei polli dalla pelle nera che i primi Spagnoli non avevano, salvo che costoro non li abbiano successivamente importati e che gli indigeni meno restii alla dominazione iberica di quando in quando facessero razzie di questi polli negli insediamenti spagnoli.

Però, essendo gli Jíbaro agguerriti ed acerrimi nemici degli Spagnoli forse al pari degli Araucani, dobbiamo pensare che essi non abbiano avuto contatti precoci con gli invasori - come testimonia indirettamente Humboldt -, rendendo alquanto verosimile l’ipotesi che il pollo melanotico l’abbiano avuto dagli Incas. Gli Jíbaro sono citati da Garcilaso de la Vega nei suoi Commentari Reali degli Incas.

Nel 1802 Humboldt soggiornò per 15 giorni a Tomependa che si trovava alla confluenza dei fiumi Marañón e Chinchipe, nell'allora provincia di Jaén de Bracamoros. Degli Jíbaro parla anche in un altro trattato, precisamente da pagina 672 a pagina 674 del II volume di Tableaux de la Nature (Ed. Guérin, Paris, 1866) dove come al solito li chiama Xibaros. Ma stavolta non parla di polli. Si limita a riferire una cosa assai interessante: il postino nuotatore, el correo que nada. Per accelerare la consegna della posta, il giovane indiano metteva la corrispondenza dentro a una tela di cotone e se la legava attorno alla testa a guisa di turbante, entrava nel fiume, ne usciva quando arrivava a una cascata per rientravi a valle, aiutandosi a rimanere a galla con un pezzo di legno leggero legato attorno al braccio (Palo de Balsa), e poteva procedere tranquillo in quanto qui i fiumi non erano infestati da coccodrilli. Accadeva assai di rado che le lettere si bagnassero o che andassero perse. Ultimata la consegna, il postino se ne tornava a casa a piedi. Concediamoci un attimo di svago e tuffiamoci nel francese di Humboldt.

Plateau de Caxamarca – Les courriers nageants [672] Les habitants utilisent d'une manière très-singulière le cours inférieur du Rio Guancabamba, à l'endroit où il présente un grand nombre de chutes d'eau, pour mettre la contrée en communication avec les côtes de la mer du Sud. Afin de faire parvenir plus vite le peu de lettres qui de Truxillo peuvent être envoyées dans la province Jaen de Bracamoros, on se sert d'un messager nageant (désigné dans le pays sous le nom de el correo que nada). En deux jours, ce singulier courrier, qui est ordinairement un jeune Indien, nage depuis Pomahuaca jusqu'à Tomependa, en descendant d'abord le Rio de Chamaya, nom que prend le Rio de Guancabamba à sa partie inférieure, et ensuite le fleuve des Amazones. Il enveloppe soigneusement les quelques lettres dont il est porteur dans un grand linge de coton, qu'il roule comme un turban autour de sa tête. Lorsqu'il arrive aux chutes d'eau il sort de la rivière, et la rejoint plus bas, à travers les bois qui en ombragent les bords. Pour nager aussi longtemps sans épuiser ses forces, il entoure souvent de l'un de ses [673] bras une pièce d'un Bois très-léger (Ceyba, Palo de Balsa) de la famille des Bombacées. Quelquefois aussi il nage en société d'un de ses amis. Ni l'un ni l'autre n'ont à s'inquiéter de leur subsistance, sûrs qu'ils sont de trouver un accueil hospitalier dans les cabanes éparses au milieu des belles Huertas de Pucara ou de Cavico, entourées d'un grand nombre d'arbres fruitiers. Le Rio de Chamaya n'est heureusement pas infesté de Crocodiles. Dans le Marañon même, ces animaux ne remontent pas au-delà de la cataracte de Mayasi; leur nature indolente leur fait préférer des eaux plus tranquilles. J'ai constaté que le Rio de Chamaya, à partir du gué ou paso de Pucara jusqu'à son embouchure dans le fleuve des Amazones au-dessous du village de Choros, c'est-à-dire sur une étendue qui ne dépasse pas vingt-deux lieues, descend une pente de 542 mètres.

El correo que nada
Vues des cordillères et monumens des peuples indigènes de l'Amérique - 1810

J'ai dessiné dans les Vues des Cordillères (1810 - pl. xxxi) le messager nageant, au moment où il attache autour de sa tête le linge qui contient ses lettres. Le gouverneur de la province, Jaen de Bracamoros, m'a assuré que les lettres ainsi transportées sont rarement mouillées ou perdues. J'ai moi-même, peu de temps après mon retour du Mexique, reçu à Paris une lettre de Tomependa qui avait suivi cette route. Il est d'usage chez beaucoup de races indiennes qui habitent les bords du Marañon de voyager de la même manière, en descendant le fleuve de compagnie. J'ai eu l'occasion de voir [674] dans le fleuve trente ou quarante têtes réunies d'hommes, de femmes et d'enfants, de la tribu des Xibaros, au moment où ils arrivaient à Tomependa. Le courrier nageant s'en retourne à pied par le difficile chemin du Paramo del Paredon.

Fu Federmann [2] nel 1530-31 il primo europeo ad addentarsi negli altipiani e nelle pianure del Venezuela occidentale e trovò che i nativi di Hamadoa possedevano i polli.

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 avanti 



[1] Per verificare un'esatta corrispondenza fra Tutumbero e l'odierna Tutumberos, basterebbe la certezza di aver localizzato sul Marañón le cateratte di Yariquisa e Patorumi, ma purtroppo le ho localizzate solo per presunzione. Le ricerche presso l'Instituto Geográfico Nacional del Perù per ottenerne la conferma hanno prodotto solo questa e-mail: "7-5-1998: Estimado senor, en el Mapa del Peru sector noroccidental, escala 1: 500,000, se registra el centro poblado Tutumberos, en la margen derecha del rio Maranon en las coordenadas 5 19' S 78 26' W. provincia de Bagua Departamento de Amazonas. Por ahora no podemos confirmarle la existencia de este centro poblado y de las cataratas Yariquisa y Patorumi, por que no existe cartas topograficas. Posiblemente se tenga esta informacion a fines del ano 98, debido que dicha zona esta programada para ser visitada este ano." Non per questo ci sarebbero motivi per darsi alla disperazione, ma per ben altro: nel mapa vial del Perù scala 1:2.000.000 elaborato nel 1993 dal predetto Istituto, Tutumberos è scritto Tutumbertos! E c'è di più: Tutumbertos, che ha le coordinate di Tutumberos, non solo è segnato un po' distante dal Marañón, ma innanzitutto si trova alla sinistra del corso del fiume. Anche l'Atlante Mondiale Microsoft Encarta colloca Tutumberos sulla sponda sinistra, ma è lambito dalle acque del Marañón. Insomma, bisogna attendere la fine del 1998 per poter sapere qualcosa di attendibile.

[2] Federmann Nikolaus: avventuriero tedesco (Ulma 1505 - Valladolid 1542). Inviato in Venezuela in aiuto del governatore Ambrogio de Alfinger, nel 1530 organizzò una spedizione nell'interno del Paese, attraversando la Cordigliera di Mérida e risalendo il corso dell’Orinoco fino al fiume Caquetá.