Vol. 2° -  XV.6.3.

Calvizie precoce

L’ereditarietà della calvizie nell’uomo è stata interpretata come un caso di dominanza controllata dal sesso. Le ricerche su questo fenotipo, come accade per molti altri caratteri dell’uomo, sono rese difficili dal fatto che il fenotipo calvizie è molto variabile: si va da una leggera calvizie a una forma estrema, può incominciare dalla fronte o dalla nuca e può comparire più o meno tardivamente; senza contare che in alcuni casi sembra essere dovuta a precise anomalie del sistema metabolico tiroideo o a malattie infettive. La maggior parte dei tipi di calvizie tipica si trova però in individui sani, e molti alberi genealogici presentano una successione di individui calvi o numerosi fratelli e altri parenti ugualmente calvi. È quindi probabile che la calvizie abbia una base genetica.

Possono esserne affetti tutt’e due i sessi, anche se colpisce in misura notevolmente maggiore quello maschile. Però gli studi genealogici mostrano che non vi è associazione con il sesso. Come ipotesi alternativa è stato proposto che un allele B1, in omozigosi B1 B1, permetta la normale crescita dei capelli nell’adulto sia negli uomini che nelle donne; che l’omozigote B2 B2 sia calvo indipendentemente dal sesso e che l’eterozigote B1 B2 sia calvo solo se maschio.

Come nel caso delle corna delle pecore, la crescita dei capelli nell’uomo è sotto il controllo degli ormoni sessuali. Pochi eunuchi infatti diventano calvi, mentre le donne con un tumore alla corteccia surrenale, che porta alla produzione di notevoli quantità di ormoni sessuali maschili, non solo possono presentare alcuni caratteri tipicamente limitati al sesso come barba e baffi, ma possono anche diventare calve. In seguito alla rimozione del tumore, scompaiono sia i caratteri limitati che quelli controllati dal sesso. Secondo Conway Zirkle, il controllo esercitato dal sesso sulla calvizie era già noto a Ippocrate e Aristotele: “Gli eunuchi non contraggono la gotta né mai diventano calvi.” osservava il primo, e il secondo scrisse: “Né i fanciulli, né le donne, né i castrati diventano calvi (se però la castrazione è avvenuta prima della pubertà, i peli a crescita tardiva non si sviluppano; se dopo di essa, cadono soltanto questi, tranne quelli del pube).” (Historia animalium, 518a)

La classe fenotipica caratterizzata da calvizie sembra includere parecchi tipi diversi di mancanza di capelli su base ereditaria e inoltre si sa molto poco sulla calvizie della donna. I dati raccolti da Harris sono stati suddivisi in due gruppi: uno composto da persone in cui la calvizie si è manifestata prima dei 30 anni ed è diventata imponente dopo i 40, l’altra da persone in cui è cominciata più tardi. L’analisi genetica dimostra che i due gruppi presentano ereditarietà distinte. Alcuni dati stanno ad indicare che la calvizie prematura è dovuta a un allele dominante nei maschi eterozigoti ma non nelle donne e che tale allele è così raro che non si conoscono donne omozigoti. È stato anche detto che non ci sono donne calve che siano normali dal punto di vista ormonale, e che la calvizie in realtà non è controllata ma limitata dal sesso. In questa prospettiva, la calvizie nella donna sarebbe il prodotto di un’interazione tra genotipo normalmente inespresso nella donna e una condizione ormonale di tipo maschile. Sono ovviamente necessarie ulteriori ricerche per chiarire questo passo della genetica umana.

Con un’analisi approfondita si potrebbe discutere se la suddivisione in caratteri limitati a un sesso e caratteri influenzati dal sesso abbia una vera ragione d’esistere: una donna con eccesso d’ormoni maschili eterozigote per il gene della calvizie diventa calva, e lo stesso accade se, omozigote per B2, i suoi ormoni circolanti si discostano un pochino dalla norma. Una femmina di Sebright privata di estrogeni presenterà il piumaggio poularde, cioè tenderà a somigliare a un gallo non della sua razza. Si tratta quindi di schematismi artificiosi e dobbiamo applicarli solo a situazioni fisiologiche, non influenzate da patologia o da sperimentazione che farebbero saltare qualsiasi classificazione, in quanto una situazione sfuma facilmente nell’altra.

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