Vol. 2° -  XVIII.4.4.

DNA e RNA antisense

La possibilità di sintetizzare sequenze nucleotidiche specifiche, di legarle a gruppi diversi o di modificarne la struttura, ha dato origine a una vasta serie di prodotti oligonucleotidici complementari a RNA messaggeri. Tali composti sono in grado di inibire la traduzione di tali RNA e, di conseguenza, l’attività del gene dal quale vengono trascritti.

Attualmente rivestono grande interesse, e sono in continua espansione, le tecnologie che si prefiggono di utilizzare oligonucleotidi che inibiscono specificamente l’RNA messaggero. Lo scopo è quello di sconfiggere alcune malattie virali, in primis l’AIDS, nonché un altro flagello che ci portiamo appresso da secoli, le neoplasie.

Se la sequenza nucleotidica di un gene è nota, è possibile sintetizzare l’altro filamento di DNA o filamento antisense. Se la copia duplicata di un gene viene inserita in un cromosoma secondo un orientamento inverso rispetto al gene normale, il filamento antisense di tale gene viene trascritto. Ne deriva la comparsa di un mRNA antisense, complementare al filamento di mRNA dovuto al gene normale. Essendo i due mRNA complementari, si uniscono tra loro, impedendo così la traduzione del filamento di mRNA normale e la sintesi di proteine responsabili di alcune condizioni patologiche.

Inoltre, simili filamenti antisense possono venir introdotti nelle cellule, dove aderiscono ai filamenti complementari di DNA, riuscendo in tal modo a deprimere la trascrizione dei geni. In colture di cellule tutto ciò ha avuto esito positivo per il gene del carcinoma squamoso laringeo dell’uomo.

L’RNA antisense è stato usato nel pomodoro per bloccare la traduzione dell’mRNA implicato nella sintesi della poligalatturonasi, enzima responsabile del rammollimento del frutto. I pomodori poveri di questo enzima possono essere trasportati senza refrigerazione e senza che perdano in sapore e consistenza.

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