L’insulina è un ormone
presente nei vertebrati e regola sia la crescita che il metabolismo. Nei
vertebrati superiori viene sintetizzata a livello delle isole di Langerhans
del pancreas. La sintesi avviene nel reticolo endoplasmatico, e quindi l’insulina
è trasportata all’apparato di Golgi per essere poi riversata nel torrente
sanguigno.
Un aspetto particolarmente interessante dell’evoluzione
dell’insulina sono le differenti costrizioni imposte a parti differenti
della sua molecola che svolgono ruoli tra loro diversi in seno al meccanismo d’azione
globale. L’insulina viene dapprima sintetizzata come polipeptide, detto
proinsulina, che è composta da una catena singola, mentre l’ormone attivo
è composto da due catene polipeptidiche, A e B, unite tra loro da ponti
disolfuro. Il peptide C serve a giustapporre le catene A e B in modo che si
possano formare i ponti disolfuro, e successivamente viene allontanato dalla
molecola che diventa insulina fisiologicamente attiva e completamente
funzionante.
Le tappe evolutive delle costrizioni a carico delle catene
A e B, del peptide C e del prepeptide differiscono in modo considerevole, e
forse non bisogna rimanere sorpresi dal fatto che si siano evolute con
frequenza diversa. La sequenza di aminoacidi dell’insulina è stata
determinata in più di 25 specie di vertebrati, e tra gli uccelli sono stati
studiati il pollo domestico, il tacchino e l’anatra domestica. Nel pollo
domestico è stata determinata la sequenza completa dei geni della
preproinsulina.
Le catene A e B del pollo domestico e del tacchino hanno
sequenze identiche, mentre esistono 5 differenze tra il pollo e l’anatra. Il
peptide C del pollo e dell’anatra sono molto simili, fatta eccezione per due
aminoacidi addizionali nella parte terminale del peptide C del pollo.
Quando si procede a confrontare le sequenze aminoacidiche
delle varie regioni della preproinsulina appartenente a un certo numero di
vertebrati, emergono i seguenti dati: sia il peptide C che il prepeptide
mostrano più elevati livelli di tendenza alla mutazione rispetto alle catene
A e B; la frequenza per il peptide C è di 2,4x10-9 per sito
aminoacidico per anno rispetto a 0,4x10-9 delle catene A e B.
Saggiando la potenza di insuline differenti, sia quella di
pollo che quella di tacchino sono attive a concentrazioni minori rispetto a
quelle dei mammiferi. Nel pollo domestico questo fatto pare interamente dovuto
a una maggior affinità dell’insulina per i recettori specifici, ma in
realtà le cose non stanno così, in quanto non si tratta di una maggiore
affinità recettoriale, bensì di cambiamenti nella struttura della molecola
insulinica, per cui si è giunti alla conclusione che nel corso dell’evoluzione
il recettore si è maggiormente conservato dal punto di vista funzionale
rispetto all’insulina.
Attualmente, attraverso gli studi sulla sequenza, si è
potuto chiarire che esistono molti altri ormoni peptidici, per esempio fattori di crescita simil-insulinici,
che hanno delle correlazioni con l’insulina e che si sono evoluti da un
antenato comune che ha prodotto una superfamiglia
insulinica.