Vol. 2° -  XXIII.6.6.

Conclusione

Non c’è nulla di più incerto del volersi affidare alle apparenze esteriori di un animale. Purtroppo molto spesso non ci resta altra soluzione che fare questo salto nell’ignoto. Solo dopo numerosi accoppiamenti, e dopo aver esaminato in modo approfondito la discendenza, potremo dire con certezza se la scelta dei riproduttori fu buona o cattiva. Come abbiamo visto, sono state ideate formule matematiche per misurare il coefficiente di inbreeding posseduto da un soggetto. Queste formule non si attagliano molto alla mentalità dell’allevatore di polli ornamentali in quanto, non possedendo abitualmente una preparazione specifica, le guarda giustamente con disgusto misto a orrore.

Il piccolo allevatore si pone poche e semplici domande che debbono avere una risposta spiccia. Cerchiamo tuttavia di non cadere nella presunzione di Miller, il creatore della Livorno exchequer di cui parleremo, il quale si vantava di non conoscere il Mendelismo. Forse, se disponessimo della consulenza di un collega preparato, potremmo guadagnare tempo ricorrendo alla matematica. Questa possibilità è abbastanza remota, per cui dobbiamo rimboccarci le maniche e dirottare parte del nostro intelletto se vogliamo migliorare l’hobby che ci affascina. Non dobbiamo vergognarci per non saper interpretare e applicare le formule matematiche. Dobbiamo vergognarci se non conosciamo almeno gli elementi basilari della genetica, in quanto incapperemo inevitabilmente nei pericoli propri all’inincrocio.

Fig. XXIII. 2 – Livorno exchequer

Una domanda semplice è la seguente: “Fino a che punto di inincrocio posso arrivare senza perdere il vigore del mio ceppo?”. La risposta non è tortuosa né difficile: dobbiamo solo far tesoro degli insegnamenti di chi ha già commesso gli errori che vogliamo evitare.

L’allevatore deve ad ogni costo ricordare che, quando ricorre all’inincrocio, possono fissarsi sia pregi che difetti nel ceppo che sta selezionando. Non si potrà far altro che selezionare: conservare il buono e scartare il cattivo.

Ecco i punti positivi fondamentali da conservare:

§ stato di buona salute

§ vigore

§ longevità

§ resistenza alle malattie

§ fertilità

§ temperamento.

Non è ancora stato dimostrato che ognuna delle suddette qualità positive venga ereditata indipendentemente dagli attributi estetici, per cui sarà senz’altro possibile fissare le qualità utili non disgiunte dalle pretese dello standard.

Sfortunatamente è più facile dirlo che attuarlo. Innanzitutto un inincrocio condotto con giudizio deve comportare un’ottima schiusa poiché, se il ceppo possiede un vigore dubbio, in pochi anni ci fornirà un allevamento disabitato.

Pertanto, selezionare per il vigore è mille volte più importante che conoscere il grado di parentela tra i genitori, anche se questo dato non gioca un ruolo indifferente. Infatti Carefoot riferisce di aver osservato per ben due volte una rapida perdita di vigore usando maschi eccezionali per tre stagioni consecutive, e la spiegazione è ovvia: i difetti vennero trasmessi a larga parte dei pulcini della terza generazione. Per cui nell’inincrocio bisogna possibilmente usare soggetti con relazioni di parentela il più possibile distanti.

Non esiste tuttavia una ragione plausibile per cui un particolare maschio non possa essere usato per alcune stagioni di seguito, facendo però attenzione a non farlo accoppiare con le successive generazioni nate dalle sue figlie. Se tale gallo si accoppia con le stesse galline usate nel primo anno, non sorgeranno assolutamente problemi, salvo la riduzione della fertilità dovuta all’età dei riproduttori.

È imperativo per ogni amatore cominciare subito a creare il proprio ceppo, più puro possibile. Possedere la coppia ideale di riproduttori che riprodurranno l’extra è senza dubbio il sogno di ognuno. Lo ripetiamo un’ultima volta: non è con l’acquisto continuo e sconsiderato di animali stranieri che otterremo la coppia ideale.

Bisogna avere la pazienza di scoprire i riproduttori che vale la pena tenere, bisogna avere la perseveranza di costituirsi una buona stirpe attraverso una selezione molto severa e controllata da un quaderno d’allevamento, bisogna infine avere la pazienza e la perseveranza di studiare le leggi che reggono qualsiasi allevamento e imparare ad applicarle. Nei nostri animali esistono tutte le possibilità.

Scoprire queste possibilità e metterle in concordanza con le leggi della natura
è l’arte che deve possedere l’allevatore.

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