Vol. 2° -  XXV.6.1.

Un bianco che più bianco non si può

Può essere prematuro affrontare problemi di genetica del piumaggio che saranno comprensibili solo dopo aver letto alcune parti del terzo volume. Ma il titolo di questo sottocapitolo è pertinente alla trattazione del colore e del bianco, per cui riporto per intero il mio articolo - dallo stesso nome - apparso in Rivista di Avicoltura, 9/1997.

Il piumaggio completamente bianco del pollo domestico è una caratteristica che non è presente in nessuna delle quattro specie di Galli della giungla considerati come suoi possibili antenati. Anche ammettendo che il Gallo grigio della giungla - Gallus sonnerati - possa in qualche modo aver contribuito alla nascita del pollo domestico, il bianco del suo mantello non raggiunge mai, sia nel maschio che nella femmina, un’estensione tale da rendere i soggetti facile preda dei naturali nemici.

La riprova che il bianco, combinato con altri colori, possa ottenere effetti mimetici, viene offerto dalla zebra: un mantello dal disegno prepotente di giorno, rende l’animale quasi invisibile di sera e di notte, quando strisce bianche e nere ottengono l’effetto di spezzarne la sagoma. I cacciatori sanno che durante un luminoso chiar di luna la zebra è invisibile a 50 passi, e che alla luce delle stelle si può mancarla a poco più di 4 metri e mezzo.

Pertanto, il bianco esteso a tutto il piumaggio è la conseguenza di una mutazione che non rispetta le esigenze mimetiche del genere Gallus, capaci di garantirne la sopravvivenza in condizioni naturali. Si tratta di una mutazione genica che, nelle mani dell’uomo, ha potuto conservarsi attraverso i millenni, diventando, ad un tempo, motivo sia estetico che commerciale di quella selezione che egli ha intrapreso sulla discendenza dei primi soggetti caratterizzati da questa livrea.

Dal punto di vista genetico non bisogna fare di ogni bianco un fascio. Un Brahma bianco columbia, un Nagasaki bianco coda nera, una Livorno bianca, una Silky bianca , una Nana Olandese varietà argento , sono tutti soggetti che presentano il colore bianco in modo più o meno esteso, talora così esteso da aver cancellato qualsiasi traccia di pigmento dalle piume. Anche un buon soggetto splash può presentarsi totalmente bianco, o quasi. I geni coinvolti nell’eliminare il rosso o il nero - o ambedue i pigmenti caratteristici delle piume del genere Gallus - cambiano di volta in volta, e, nel soggetto splash, si tratta addirittura del gene del blu.

Per meglio intenderci, analizzeremo le varietà che abbiamo citato, e vedremo almeno un gene responsabile di una particolare distribuzione del rosso e del nero, nonché alcuni geni capaci di eliminare il rosso o il nero o ambedue i pigmenti.

Brahma bianco columbia o ermellinato

Il gene columbia - Co - non fa parte del patrimonio genetico dei soggetti selvatici, e pertanto è anch’esso una mutazione, come lo sono i geni responsabili del piumaggio totalmente bianco. In un soggetto rosso-nero il gene columbia costringe il nero a venir relegato al collo, alla coda, alle remiganti e alle piume dei piedi, quando essi sono calzati. Il resto del mantello rimane pigmentato in rosso. In termini scientifici il pigmento nero è detto eumelanina, e quello rosso feomelanina.

Con l’introduzione del gene dell’argento nel patrimonio genetico del soggetto rosso columbia - termine non del tutto corretto, ma che usiamo per meglio intenderci - ecco che la feomelanina viene annullata e otteniamo il soggetto bianco columbia. Le aree nere rimangono indenni, in quanto il gene dell’argento è antagonista solo del gene dell’oro, ambedue legati al sesso in quanto risiedono sui cromosomi sessuali. Il gallo possiede due cromosomi sessuali identici (Z/Z); la gallina possiede un solo cromosoma Z come il maschio, mentre l’altro cromosoma sessuale è differente da Z, ed è detto W. Pertanto, sotto questo profilo, la gallina è rappresentabile come Z/W.

Ne deriva che il gallo può possedere due geni dell’argento, mentre la femmina può possederne sempre e solamente uno, perché sul cromosoma W non risiedono gli alleli dei geni presenti sul cromosoma Z. Ma, anche se la gallina ha un solo gene dell’argento, questa colorazione può estrinsecarsi appieno, in quanto la sua azione non viene controbilanciata o antagonizzata da nessun altro gene omologo legato al sesso.

Oro e argento sono due alleli, in quanto si tratta di geni ognuno dei quali occupa la stessa identica posizione sul cromosoma sessuale. Nel soggetto selvatico è presente il gene dell’oro che viene indicato con s+ (s = silver = argento), dove il segno + vuol dire che si tratta di un gene che non è mutato; la lettera minuscola sta a indicare che viene sopraffatto dalla sua mutazione apparsa ad un certo punto della storia naturale del pollo domestico. Tale mutazione è l’argento, indicato allora con la S maiuscola e senza segno +, e la maiuscola vuole indicare che l’argento è dominante sull’oro. Ovviamente, non è questa la sede per addentarci nei meandri della genetica dell’oro e dell’argento, che talora è molto complessa.

La segregazione legata al sesso degli alleli S e s+ può servire a scopi commerciali, essendo alla base degli incroci più diffusi volti a ottenere femmine che depongono uova dal guscio marrone. In pratica si incrociano maschi rossi coda nera, come i Rhode Island, con femmine bianco columbia come le Sussex: ne risultano maschi argento e femmine oro che, appena nati e lasciati asciugare, possono agevolmente essere separati in base alla colorazione del rispettivo piumino.

Nana Olandese varietà argento

Questo paragrafo può essere dedicato a tutti quei soggetti che nello standard vengono classificati come argentati derivanti dalla colorazione dorata; paradigmatico, oltre a quello della Nana Olandese , è anche il caso della Livorno. Negli argentati, la distribuzione delle aree bianche corrisponde esattamente a quella delle aree che erano rosse prima che nel patrimonio genetico venisse introdotto il gene dell’argento, il cui acronimo, come abbiamo appena detto, è S, che sta per silver.

Una particolarità che gli allevatori amatoriali debbono conoscere, è il fatto che il petto salmone delle femmine dorate non viene tramutato in argento, in quanto questo gene non è in grado di determinare la scomparsa della feomelanina dal petto femminile, che, probabilmente, ha caratteristiche chimiche diverse dalla feomelanina presente nelle restanti aree del mantello sia del gallo che della gallina. Questa peculiarità d’azione del gene dell’argento permette di distinguere se una femmina argentata, etichettata come derivante dal dorato, lo sia veramente, oppure se essa derivi dal perniciato. Le femmine derivate dal perniciato e che abbiano nel loro corredo il gene dell’argento, non hanno petto salmone, bensì un petto le cui piume sono puntinate di nero e di argento, come accade per il resto del loro piumaggio.

Bianco splash o bianco spruzzato di nero e blu

Col termine splash, che in inglese significa spruzzo, si intende quella particolare colorazione del piumaggio comunemente denominata bianco sporco. I classici soggetti splash sono neri in partenza. Con l’aggiunta di un solo gene del blu - Bl - l’eumelanina viene diluita, conferendo alle piume, che dovevano essere nere, un colore per lo più grigio ardesia, ma che talora può essere quasi nero, oppure avere una tonalità pastello, tanto da essere chiamato blu tortora.

Con l’aggiunta di due geni del blu - Bl/Bl - l’eumelanina viene diluita a tal punto da scomparire, o quasi, in tutti i distretti del mantello. Soggetti splash che si presentino bianco candidi sono eccezionali, in quanto il gene del blu è un gene un po’ bizzarro, talora fiacco, per cui, anche se presente in doppia dose nel patrimonio genetico, solo raramente riesce ad inibire la formazione di eumelanina a carico di tutte le piume. Si tratta per lo più di un gene la cui espressione, oltre ad essere talora fiacca, è pure incostante.

Però, se si ha la fortuna di imbattersi in un gene a dovere, ecco che una Wyandotte oro orlo nero può tramutarsi in un bel soggetto oro orlo bianco se dotato di due geni del blu di prima qualità. Apparentemente siamo saltati di palo in frasca, cioè da un soggetto nero a un soggetto rosso-nero, ma si tratta di un salto logico, in quanto il gene del blu può essere introdotto in soggetti rosso-neri per ottenere variazioni cromatiche sul tema.

Attenzione: i suddetti soggetti oro orlo bianco possono denominarsi in questo modo in quanto il gene del blu, anche in doppia dose - Bl/Bl - è inattivo sull’oro, per cui l’intensità e la tonalità oro della parte centrale della piuma non vengono diluite e slavate come quando, al posto del blu, è stato impiegato il gene del bianco dominante, che è attivo sia sul nero che sul rosso. In questo caso i soggetti vanno denominati giallo orlo bianco, o fulvo orlo bianco, e ne vedremo tra poco il perché.

Livorno bianca

Ecco un classico esempio di piumaggio bianco dovuto al gene del bianco dominante, il cui acronimo è I, che sta per inhibitor. Teoricamente saremmo indotti a pensare che un gene il quale ha ricevuto l’aggettivo di dominante e il cui simbolo è scritto con la lettera maiuscola, sia un gene che in singola dose sia capace di cancellare dalle piume qualsiasi pigmento, quasi si servisse di un potente candeggiante. Le cose non stanno così, in quanto chiunque avrà già sperimentato l’incrocio fra una Livorno dorata e una Livorno bianca. Al primo giro di boa otteniamo soggetti pyle - si scrive anche pile -  che sono bianco-rossi (o, meglio, bianco-gialli, come abbiamo puntualizzato a proposito della Wyandotte giallo orlo bianco) dotati di un fascino del tutto particolare. Le aree nere diventano bianche e il rosso viene diluito con un’intensità che è variabile.

Abbiamo così sintetizzato l’azione del gene del bianco dominante, che, in dose singola, inibisce il nero - ma non sempre - e inoltre diluisce il rosso. In dose doppia, cioè nei soggetti omozigoti, dovremmo assistere alla scomparsa totale del nero e del rosso. Ma ciò non accade se non attraverso un’accanita selezione, capace di accumulare nella progenie probabilmente tutta una serie di geni modificatori capaci di cooperare col gene I nell’ottenere un soggetto candido. La stessa affermazione è valida anche per i soggetti blu e splash.

Infatti, e cerchiamo di ricordarlo molto bene, in genetica è fondamentalmente un errore parlare dell’azione di un solo gene, in quanto, anche se non si riesce a identificarli e a localizzarli sui cromosomi, esistono dei geni che aiutano altri geni a ottenere la vittoria finale, come fanno i tifosi quando incitano la squadra del cuore.

Questa mutazione è caratteristica della Livorno bianca, ma è posseduta anche dalla Cornish rossa orlo bianco (sic!) e giubileo, Polish fulva orlo bianco, Wyandotte fulva orlo bianco, dai due Combattenti Inglesi Antico e Moderno pile, dal Collo Nudo del Forez. Quei pulcini che da adulti saranno completamente bianchi, quando nascono sono di colore giallo chiaro.

Silky bianca

Veramente dominante e vittorioso è il bianco recessivo, ma solo se posseduto in dose doppia, quindi, negli omozigoti. Potete star certi che un soggetto che possegga due geni del bianco recessivo non presenterà tracce di pigmenti nel suo piumaggio, anche se talora qualche deroga a questo postulato è osservabile.

Il gene che permette la colorazione è stato siglato con C+, che vuol dire color, posseduto senz’altro dai soggetti selvatici, che nel nostro caso sono i Galli della giungla, i quali sono fondamentalmente colorati in nero e in rosso. Essendo il bianco recessivo una mutazione ed essendo incapace di contrastare un singolo gene C+, la sua sigla è c.

Cosa succede incrociando una Silky nera e una Silky bianca? Ovviamente dobbiamo partire con una Silky nera omozigote per C+, e non dobbiamo preoccuparci da dove derivi la Silky bianca, in quanto essa è perentoriamente omozigote per il bianco recessivo. Ordunque, la progenie del suddetto incrocio è tutta quanta nera, ma è eterozigote, in quanto possiede un gene del bianco recessivo nonché il suo allele selvatico C+. Questa situazione viene rappresentata così: C+/c.

Se incrociamo fra loro i figli neri eterozigoti, allora la discendenza si presenterà sia bianca che nera secondo precise proporzioni e secondo precise composizioni geniche:

25% bianchi c/c

75% neri, dei quali 2/3 eterozigoti c/C+ e 1/3 omozigoti C+/C+.

Il bianco recessivo è presente in Cocincina, Cocincina nana, Dorking, Nagasaki, Langshan, Orpington, Moroseta, Sultano, Wyandotte, Bresse, Gatinaise, Plymouth Rock, Minorca, Jersey Giants, Langshan, e altre razze ancora. Il piumino del pulcino bianco recessivo è molto variabile: può essere chiaro, oppure può essere scuro quasi come nei maschi di Plymouth Rock barrata. In altri casi i pulcini c/c hanno un piumino amelanotico.

Non è ancora stato chiarito quali sono i genotipi che fanno da sfondo a queste variazioni cromatiche del piumino, e si può solo affermare che il gene E del nero esteso è presente quanto il piumino si presenta grigiastro. L’intensità del grigio sembra dovuto a geni modificatori, anche se le femmine in media si presentano più scure dei maschi.

Usando il gene del bianco recessivo non sarà mai possibile ottenere il pyle, in quanto un solo gene c è inattivo, oltre che sul rosso, anche sul nero, ed è proprio la soppressione del nero che caratterizza la livrea del pyle.

Epilogo

Ed eccoci alla promessa fatta con il titolo di questo articolo. Come possiamo ottenere soggetti di un candore ineguagliabile? Il procedimento è alquanto laborioso, ma potrebbe valerne la pena.

Partire con soggetti nero integrale, come, per esempio, una Livorno nera, introdurre due geni del bianco recessivo che già da soli assicurano la scomparsa dalle piume di qualsiasi pigmento, aggiungere due geni del blu per sopraffare eventuali residui di nero, finire con il gene dell’argento, che darà il colpo di spugna ad eventuali residui di rosso che volessero fare capolino. È consigliabile partire dal nero esteso per evitare il più possibile i fastidiosi riflessi paglia che sono la dannazione dell’allevatore che si è messo in testa di vincere una competizione con i suoi soggetti bianchi. È un dato ormai acquisito che in molte linee commerciali di Livorno bianca è presente il blu, scoperto anche in due linee di polli da carne.

Quindi, per essere Allevatori, bisogna saper combinare scienza e pazienza.

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