Vol. 2° -  XXVIII.15.5.

Gonadi e pigmentazione melanica

La letteratura non è assolutamente carente di lavori tesi a porre una relazione tra ormoni sessuali e melanocita, ma sfortunatamente parecchie osservazioni sono contradditorie, probabilmente per mancanza di uno studio sistematico dell’argomento.

15.5.a. Androgeni

I risultati dell’effetto del testosterone sulla pigmentazione melanica, sia nell’uomo che negli animali, possono essere suddivisi in due categorie contrastanti: effetto favorente la pigmentazione in casi di somministrazione per via generale, effetto nullo per applicazione locale.

Gli eunuchi di pelle chiara si abbronzano pochissimo e ciò starebbe a indicare un qualche ormone sessuale maschile in grado di controllare la melanogenesi. Non esistono dati disponibili sugli eunuchi di pelle scura.

Questi ormoni sono rappresentati dal testosterone e dai suoi metaboliti, e sono attivi in tal senso sia nel maschio che nella femmina in seguito ad esposizione a raggi UV, capace di stimolare l’attività mitotica dei melanociti, ma il loro aumento numerico non si verifica se gli occhi vengono protetti contro la luce (Rosdahl, 1979).

Ciò significa che gli occhi, attraverso i nervi ottici, trasmettono lo stimolo luminoso al lobo intermedio dell’ipofisi che libera l’MSH. Pertanto, in aggiunta al patrimonio genetico individuale, il controllo della melanogenesi si svolge anche sotto controllo androgenico, melanocitostimolante e ultravioletto.

15.5.b. Estrogeni

Sia l’applicazione locale che sistemica di estrogeni è in grado di incrementare la pigmentazione cutanea, però impiegando solo piccole dosi di ormone, in quanto dosi elevate ottengono effetti meno marcati.

Adesso apriamo bene occhi e orecchie. A carico delle piume del collo delle femmine giovani di Livorno dorata l’estradiolo determina la formazione di un pigmento marrone rosato, impropriamente definito melanina,. Questa formazione di pigmento è stata messa in relazione all’attività tirosinasica e può essere inibita dalla cicloeximide e dalla puromicina a dosaggi in grado di inibire la sintesi proteica.

Il Fagiano di Lady Amherst, Chrysolophus amherstiae, ha le piume colorate in nero e marrone dalla melanina; le piume della coda del maschio solo da melanina nera, quelle della femmina sono a strisce marrone scuro e marrone rossastro chiaro. Questa differenza è controllata dagli ormoni sessuali: gli estrogeni somministrati al maschio determinano piume a strisce molto simili a quelle della femmina.

15.5.c. Progesterone

Per il progesterone applicato localmente e per via sistemica si può dire quanto già detto a proposito degli estrogeni, salvo che dosi elevate ottengono un effetto contrario. Si tratta di un classico esempio di effetto dose-dipendente, che potrebbe spiegare la contradditorietà apparente dei risultati descritti dai vari autori.

15.5.d. Gravidanza e Ciclo Mestruale

La donna gravida mostra un’iperpigmentazione dei capezzoli e delle areole, accompagnata da un grado minore di scurimento della cute del volto (cloasma gravidico), della linea mediana dell’addome (linea fusca) e dei genitali. I responsabili di quanto accade in gravidanza sono sia gli estrogeni che il progesterone il cui tasso ematico è aumentato.

Anche negli ultimi giorni del ciclo mestruale si ha un incremento della pigmentazione del volto, che ricorda quella della gravidanza. Spesso si ha solo un’iperpigmentazione che interessa la cute periorbitale, e queste manifestazioni sono più facili da osservare nelle donne costituzionalmente di carnagione scura. Quanto tutto ciò sia legato a semplici modificazioni vascolari locali piuttosto che a modificazione dell’attività dei melanociti può essere dedotto solo attraverso biopsie mirate.

Può darsi che i melanociti delle zone sessuali siano maggiormente sensibili agli estrogeni, come può darsi che l’aumentata attività metabolica dei cheratinociti circostanti, anch’essi stimolati dagli ormoni sessuali, possa influenzare l’attività dei melanociti. Quest’ultima interpretazione parrebbe la più verosimile.

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