I pulcini fucsia del Madagascar

fotografie di Carla Gallini & Mario Ivaldi

3 novembre 2007


Carla e Mario si sono imbattuti in questi pulcini che hanno subito attirato la loro attenzione dal punto di vista cromatico. La mia attenzione si è invece focalizzata sul fatto che la madre li ha accettati, avvalorando così l'ipotesi che una chioccia non riconosce la prole solo in base al colore del piumino, ma anche in base ad altri fattori, come udito e olfatto. Dopo le immagini scattate nei pressi di Manakara a questa famigliola di Malesioidi, troverete la relazione di Carla e Mario.

 

 

 

Madagascar - 3 Novembre 2007

Tra i compiti che ci vengono assegnati nei nostri ricorrenti soggiorni in Madagascar per scopi umanitari ve n'è uno assai curioso: osservare i volatili domestici presenti ed eventualmente portarne le testimonianze fotografiche al nostro caro amico Elio Corti, grande cultore dell'argomento.

Non nascondiamo che, a volte, quando raggiungiamo i villaggi più disparati – e disperati - invece di cogliere come prima osservazione la struttura dell'abitato, l'inserimento in una natura ancora incontaminata, la composizione sociale dei residenti, il loro approccio a noi nuovi arrivati, ci sorprendiamo, mia moglie e io, a scrutare con una certa ansia l'eventuale presenza di volatili da cortile tanto siamo condizionati psicologicamente dall'imperativo invito del nostro amico.

Ciò che andiamo a raccontare è proprio uno di questi momenti.

Domenica in Madagascar, esattamente Missione di Henintsoa a pochi chilometri dalla piccola cittadina di Vohipeno, importante localmente quale capitale storica della tribù degli Antinamori.

Questa è la sede dove da cinque anni si sta sviluppando un piccolo ospedale per supportare, per quanto possibile, le necessità sanitarie della gente del luogo e si tenta di far crescere in questa cultura un gruppo di giovani medici locali.

Anche per noi è giornata di festa e si decide un momento di meritato relax al mare di Manakara, città costiera e principale della Provincia, che dista circa 1 ora e 30 minuti dalla nostra Missione situata nell'entroterra.

Giunti col fuoristrada a Manakara, ci si avvia su di uno stretto lembo di terra schiacciato tra l'Oceano Indiano da una parte e il Canale di Pangalanes dall'altra: punto di congiunzione tra l'acqua salata del mare e quella dolce proveniente dai grandi fiumi dell'Isola Verde.

Incantata, struggente e... desolata bellezza della natura!

Da una parte un'infinita spiaggia dorata che il costante agitato fluttuare dell'Oceano Indiano sembra voler carpire alla terra, dall'altra la sonnacchiosa presenza di un corso d'acqua apparentemente lagunosa che subdolamente sembra invitarti a un bagno ristoratore, vista la presenza di una temperatura ambientale di 30°C con elevata umidità.

Tutti e due pronti a riservarti sgradite sorprese: l'Oceano proteso a trascinarti nelle profondità del suo corpo, il Pangalanes a offrirti le infezioni più strane.

La linea di terra che percorriamo, battuta dal vento caldo dell'Est, assume i caratteri di una savana, mancando quasi del tutto la presenza dell'Uomo.

È in questo contesto, alla ricerca più oltre dei Lemuri, che ci imbattiamo in una piacevole e curiosa sorpresa.

Sul bordo della spiaggia una sola struttura abitativa: a palafitta.

Fra le travi che sostengono la capanna razzolano più pulcini con la chioccia.

Sensazionale a noi sembra già la presenza dell'Uomo in un luogo così inospitale ma eccezionale ci pare la colorazione del piumaggio dei piccoli: fucsia!

Brusco arresto del fuoristrada, pronto ricorso alla macchina fotografica, documentazione attenta ma a distanza per non turbare il padrone di casa e della nidiata.

Ancora una volta ci siamo dimenticati dell'Uomo, della sua abitazione, dell'Oceano, del Pangalanes, della savana, per rispondere al coercitivo invito del nostro caro amico Elio.

Carla Gallini e Mario Ivaldi