Laura Mancinelli
Laura Mancinelli è nata a Udine per sbaglio durante un breve soggiorno dei genitori in quella città, e sempre per sbaglio è nata alla fine di dicembre del 1933, e si porta dietro dalla nascita un anno in più della sua vera età.
Poi, dopo un soggiorno di quattro anni a Rovereto di Trento dove visse la prima infanzia, della quale non ha ricordi se non mediati da foto e racconti di famigliari, la famiglia si trasferì a Torino e rimase stabilmente in questa città che la scrittrice considera la sua patria, vi fece tutto l’iter scolastico fino alla laurea in Lettere Moderne con tesi in Letteratura Tedesca nel l956.
Per tredici anni insegnò in scuola media sempre coltivando la cultura tedesca medievale, scoperta con la traduzione dei Nibelunghi dall’originale del XIII secolo, commissionatale dalla Casa Editrice Einaudi su consiglio del collega e amico Claudio Magris. Scoperta che fu decisiva per tutta la sua opera di germanista e scrittrice e si concluse con la storia della letteratura tedesca medievale dal titolo Da Carlo Magno a Lutero, pubblicata nel 1996 presso la Casa Editrice Bollati Boringhieri. Era una prateria ricchissima incolta e sconosciuta. Ma soprattutto si innamorò del linguaggio di quegli ultimi secoli del Medioevo, non ancora imprigionato nelle regole cementificate del tedesco moderno, ereditate dal latino, perché il volgare tedesco nasce come traduzione interlineare di testi religiosi latini, tra i quail il più diffuso era la Regula di San Benedetto.
La matrice latina era presente anche nei tedesco medievale ma non con la rigidità che assume nel tedesco moderno. Era una lingua vivace e libera capace di esprimere tutta la vasta gamma di sentimenti della poesia. Dei poemi medievali tradusse in versi italiani oltre ai Nibelunghi (1972) il Tristano di Gottfried von Strassburg (1985), il Gregorius e l'Armer Heinrich di Hartmann von Aue nel 1989. Tutti poemi composti tra il 1170 e il 1220 nella Germania meridionale, per un totale di circa 50.000 versi. Ne vennero fuori tre volumi dei prestigiosi “Millenni” di Einaudi, dei quali i primi due recentemente ristampati nei “Tascabill”.
Nel 1993 curò la versione del Parzival, tradotto da Cristina Gamba sempre per “Millenni”. Il Tristano e il Gregorius li tradusse di sua spontanea volontà quasi forzando la mano ai dirigenti della casa editrice; il primo per amore del poeta ingiustamente trascurato che fondò la sua opera su un progetto di cristianesimo immanente contrapposto a quello mistico propagandato da Bernardo di Chiarava1le, che sarà vincente e segnerà la sconfitta del pensiero filosofico di Pietro Abelardo, maestro e ispiratore di Gottfried. Il Gregorius è una interessante rivisitazione in chiave medievale e cattolica del mito di Edipo.
Nel 1970 la Mancinelli lasciò la scuola media per un incarico all'università di Sassari, dove conobbe il collega ispanista Cesare Acutis che diventerà suo compagno fino alla morte prematura nel 1987. A Sassari si fermò due anni per trasferirsi a un incarico di Germanistica a Ca’ Foscari a Venezia chiamata dal mitico germanista Ladislao Mittner. Qui ottenne nel 1976 la cattedra di Storia della Lingua Tedesca. A Venezia rimase in totale otto anni. Nell’anno accademico '80-'81 tornò a Torino sulla cattedra di Filologia Germanica che tenne fino al '94, anno in cui fu colpita da sclerosi multipla e perse l’uso delle gambe.
Costretta ad andare in pensione anzitempo, interruppe gli studi sul medioevo germanico e si dedicò all'attività di scrittrice, già iniziata nel 1981 con I dodici abati di Challant, romanzo la cui prima stesura, non finita e per tanti anni trascurata, datava dal 1968. Seguì Il fantasma di Mozart (l986) scritto sull’onda del dolore per la morte della madre molto amata, dominato dal pensiero della morte e dalla necessità di darle un senso. Il terzo fu Il miracolo di Santa Odilia (1989), nato da una seconda grave perdita, la morte del compagno, il “lui” del precedente romanzo.
In una pausa di serenità scrisse per una piccola casa editrice, “l’Argonauta” di Latina, Amadé, breve racconto sul soggiorno di Mozart adolescente a Torino, pubblicato poi nei “Tascabili” dell’Einaudi insieme ad altri pezzi mozartiani sotto il titolo Il fantasma di Mozart e altri racconti nel 1994. Del racconto Amadé uscì nel 1999 una preziosa edizione a cura di “Interlinea”, con copertina e all’interno cinque disegni del pittore Fernando Eandi.
Sull’onda del successo dei primi due romanzi ambientati nel Medioevo (il primo premiato col “Mondello opera prima” e il Miracolo con il premio “Città di Roma”) la scrittrice tornò al Medioevo con Gli occhi dell’imperatore (Einaudi 1993), storia dell’amore tra Federico II di Svevia e Bianca Lancia dei conti di Agliano, madre di Manfredi, che fu infatti premiato con il “Rapallo” nel 1994. Ma in quell’anno, alla fine di ottobre, la scrittrice fu colpita da un violentissimo attacco di sclerosi multipla, terribile malattia di cui ancor oggi non si conoscono le cause.
Tutti questi romanzi. brevi e di veloce lettura sono pubblicati dalla casa editrice Einaudi, con la quale Laura Mancinelli ha sempre lavorato. Unica eccezione due volumi, La casa del tempo e I racconti della mano sinistra pubblicati dalla Piemme, su richiesta del proprietario Pietro Marietti, rispettivamente nel 1993 e 1994, dei qua1i l'Einaudi comprò poi i diritti per stamparli nei "Tascabili", nel 1995 il primo, il secondo nel 2005 col titolo Un misurato esercizio della cattiveria, , e il contenuto di racconti mutato.
Dopo mesi di ospeda1e e istituto di riabilitazione, ridotta in sedia a rotelle, riprese a scrivere con Il Principe scalzo (Einaudi 1999), che prende lo spunto dalla storia di Enrico IV di Franconia, il futuro penitente di Canossa, e del suo irriducibile avversario, il papa Gregorio VIII che gli impose la terribile penitenza nel castello di Matilde per liberarlo dalla scomunica.
Per vincere la tristezza dell’invalidità, rispecchiata anche nella malinconia che grava sul Principe scalzo, incominciò a scrivere la serie di “gialli umoristici” con il Mistero della sedia a rotelle, premiato con il “Cesare Pavese” nel 1997, cui seguirono Killer presunto nel 1998 e Persecuzione infernale nel 1999, i primi tre della serie del “capitano Florindo Flores”, che continuò con I fantasmi di Challant nel 2004 e Il Signor Zero e il manoscritto medievale nel 2006, tutti pubblicati da Einaudi.
A temi più seri era tornata con Attentato
alla Sindone quando andò a fuoco la cappella della Sindone
dell’architetto Guarino Guarini, che la scrittrice amava molto per i giochi
di luce ottenuti dall’architetto seicentesco con cristalli molati.
Fiaba medievale, in origine scritta per ragazzi, è I
tre cavalieri del Graal (1996), che contiene però un giudizio negativo su
chi crede di poter governare in nome di Dio, o peggio, si ritiene “unto del
Signore”.
La Sacra Rappresentazione (2001) poi ristampata da Einaudi col titolo La lunga notte di Exilles (2006), è una specie di vacanza dello spirito su uno sfondo storico, il passaggio del forte di Exilles dalla Francia (Delfinato) ai Savoia, avvenuto dopo una notte di baldoria della guarnigione francese nel 1708.
La Mancinelli lavorava contemporaneamente a un romanzo autobiografico che la impegnò per diversi anni e uscì nel 2002 col titolo Andante con tenerezza, ristampato nel 2007 con lo stesso titolo nei “Tascabili” col contenuto immutato. Il romanzo ricevette il “Premio via Po”, premio tutto torinese come dice il nome.
Nel 2002 pubblicò Biglietto d’amore, una storia ispirata allo splendido manoscritto della fine del Trecento che raccoglie le poesie d’amore dei cosiddetti “Minnesänger”, cantori d’amore tedeschi compresi tra la fine del XII secolo e la fine del XIV, arricchito di una miniatura a tutta pagina (in folio) per ogni autore. Il titolo del romanzo riporta il primo verso di una poesia di Johannes Hadlaub, che giovanissimo fu mandato dal suo padrone, il ricco mercante zurighese Rüdiger Manesse, a trascrivere tutte le poesie ancora reperibili conservate nei castelli e nei conventi (Codex Palatinus Germanicus della Biblioteca Universitaria di Heidelberg, meglio conosciuto come Codice Manesse).
A Zurigo esistono due vie, una intitolata a Rüdiger Manesse e una a Johannes Hadlaub. La scrittrice non prevedeva che quel romanzo sarebbe stato il primo di una serie di tre romanzi, dei quali il secondo uscì nel 2005 col titolo I colori del cuore, ed è la storia del primo e più dotato miniatore, storia tutta immaginaria perché dei miniatori, talvolta veri e propri pittori, non si conoscono neppure i nomi. Il terzo col titolo Il ragazzo dagli occhi neri è in corso di stampa, sempre presso la casa editrice Einaudi e uscirà in settembre 2007.
Tra il primo e il secondo l’autrice si prese la solita vacanza della fantasia con l’amatissimo Florindo Flores nei Fantasmi di Challant (2004) e l'ultimo romanzo pubblicato finora Il Signor Zero e il manoscritto medievale (Einaudi 2006). Vacanze immaginarie, perché la scrittrice non può più uscire di casa per l’aggravarsi della malattia. Questa costrizione spiega l'infittirsi della produzione narrativa negli anni dell'invalidità, dovuta al fatto che lo scrivere è l’unica attività che le sue condizioni di vita le consentono.
Dei suoi romanzi sono stati tradotti: I dodici abati di Challant in francese tedesco portoghese polacco e russo, Il fantasma di Mozart e Amadé in francese e tedesco, Attentato alla Sindone in francese. Citiamo solo quelli di cui ci è giunta notizia.
Nel 2005, in occasione della cerimonia del 2 giugno anniversario della fondazione della Repubblica, Laura Mancinelli fu insignita dal Presidente Ciampi dell’Onorificenza di Grande Ufficiale ai Meriti della Repubblica Italiana.
Il
ragazzo dagli occhi neri
è arrivato