Lessico


Aristofane

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)

Poeta greco della commedia attica antica (Atene ca. 445 aC - dopo il 388 aC). Poche notizie ci sono state trasmesse sulla sua vita e poche se ne rintracciano nelle sue commedie. Fu tra i pritani della sua città (i cinquanta consiglieri o buleuti nell’Antica Atene, appartenenti alla stessa tribù), ma in generale non partecipò attivamente alla vita politica, che pure ha parte così grande nella sua opera. Fu premiato più volte ai concorsi delle Dionisie e delle Lenee.

Ebbe tre figli, Ararote, Filippo e Nicostrato, commediografi anch'essi. Scrisse una quarantina di commedie, di cui solo 11 ci sono giunte: Gli Acarnesi (425 - satira della demagogia imperante ad Atene al tempo della guerra del Peloponneso.), I cavalieri (424), Le nuvole (vedi Strepsiade) (423), Le vespe (422), La pace (421), Gli uccelli (414), Lisistrata (411), Le Tesmoforiazuse (411), Le rane (405), Le donne a parlamento o Ecclesiazuse (392), Pluto (388).

La biblioteca di Alessandria aveva 44 commedie di Aristofane (di cui 4 dubbie, forse opera di Archippo). A noi sono giunti, oltre a 11 commedie intere, i frammenti di altre 30.

Archippo

Poeta greco della commedia attica antica (sec. V-IV aC). Subì l'influsso di Aristofane. Delle sue commedie ci restano pochi titoli (Ercole che prende moglie, Anfitrione, Pluto, I pesci) e vari frammenti. La sua fama era legata soprattutto a I pesci, divertente satira sui gusti degli Ateniesi.

Gli uccelli

Capolavoro di fantasia, di brio e di splendida lirica è Gli uccelli. Alla base della commedia c'è il desiderio di una vita naturale, diversa da quella voluta dagli uomini. Due vecchi ateniesi, Pistetero (compagno fedele) ed Evelpide o Euelpide (sperabene), stanchi di una città litigiosa, decidono di fondarne in mezzo all'aria una nuova, la città degli uccelli, con cui impadronirsi dell'universo, costringendo gli dei a venire a patti per fame, quando sia intercettato il fumo dei sacrifici con cui si nutrono.

Aristofane

Aristofane (450 aC circa – 388 aC circa) è stato un drammaturgo greco, uno dei principali esponenti della Commedia antica (l'Archaia) insieme a Cratino ed Eupoli, nonché l'unico di cui ci siano pervenute alcune opere complete (undici).

Il suo primo successo nelle competizioni drammatiche fu nel 427 aC con la commedia oggi perduta, Daitaleis, ovvero I Banchettanti, che metteva in ridicolo il nuovo, modernizzante, sistema educativo. Operò principalmente durante il periodo della Guerra del Peloponneso, che si concluse con la sconfitta di Atene di fronte a Sparta. Il periodo successivo alla sconfitta ateniese del 404 aC, lo vede ripiegare dalla sua accesa passione e coinvolgimento politico, dedicandosi a commedie più sociali e di costume. In un'altra commedia giovanile, egualmente non pervenutaci se non frammentariamente, I Babilonesi, attacca Cleone, un demagogo affamato di potere e denaro, anche a costo di sfruttare le città alleate. L'anno successivo Aristofane continuò i suoi attacchi anticleoniani, facendone il personaggio centrale dei Cavalieri, messo in scena come "Paflagone" e stigmatizzato senza pietà come demagogo.

Nelle Nuvole beffeggia i sostenitori di Socrate, presentato a metà tra il filosofo naturalista e il sofista, cattivo educatore della gioventù, cui insegna il Discorso Ingiusto che vince in ogni dibattito: il filosofo è visto come un pericolo da scacciare, bruciandone la scuola (il Pensatoio), con gran perplessità della posterità, anche in considerazione della reale - e non teatrale - condanna a morte che colpì il maestro di Platone nel 399 aC.

Le Vespe trattano l'argomento dei processi e della giustizia in genere, un tema di attualità, in una città così litigiosa come Atene. Nella Pace, il protagonista, Trigeo, vola fino in cielo, abbandonato perfino dagli dei, disgustati, e libera Pace dalle grinfie di Polemos, la guerra, con l'aiuto di tutti i Greci e con gran disperazione dei fabbricanti di armi e degli altri mestatori. La commedia non a caso è piena di speranza per l'avvenire, in quanto scritta nel momento in cui Sparta e Atene negoziavano la Pace di Nicia, 421 aC.

Ci sono pervenuti, poi, anche Gli uccelli, 414 aC, una sorta di evasione dai litigi e le beghe in cui era piombata la città, da parte di due ateniesi che vanno a vivere tra gli uccelli; le Tesmoforiazuse, ovvero Le donne alla festa di Demetra, ove viene messo alla gogna il tragediografo Euripide in quanto misogino; la Lisistrata, celebre opera incentrata su una sorta di sciopero del sesso da parte delle donne della Grecia intera, per spronare i propri mariti alla pace; Le rane del 405 aC, in cui lo stesso dio del teatro, Dioniso, stufo del basso livello delle opere teatrali rappresentate ad Atene (i tre maggiori tragediografi Eschilo, Sofocle ed Euripide erano ormai morti, gli ultimi due proprio nell'anno precedente alla rappresentazione di questa commedia), si reca nell'Aldilà per scegliere un poeta che con i suoi consigli possa riportare il grande teatro nella città di Atene. Dopo una comica gara tra Euripide ed Eschilo, la scelta di Dioniso sarà per quest'ultimo.

Infine, l'ultimo Aristofane, nell'Atene degli inizi del IV secolo mise in scena Le Ecclesiazuse, ovvero Le Donne al Parlamento, in cui, con una sorta di colpo di stato comunista, le donne prendono il potere esautorando i deboli mariti e, infine, nel 388 aC l'ultima commedia pervenutaci, il Pluto, dove viene narrato il recupero della vista da parte del dio cieco della ricchezza, che, da allora in poi, avrebbe premiato solo quanti se lo meritassero. Probabilmente morì di lì a poco.

Le opere giunte in forma integrale

Gli Acarnesi del 425 aC
Cavalieri del 424 aC
Nuvole del 423 aC
Vespe del 422 aC
Pace del 421 aC
Gli uccelli del 414 aC
Tesmoforiazuse (La festa delle donne) del 411 aC
Lisistrata del 411 aC
Le rane del 405 aC
Ecclesiazuse (Le donne al parlamento) del 391 aC
Pluto del 388 aC

La parola più lunga che sia apparsa in letteratura si trova nella commedia Ecclesiazuse di Aristofane. In greco si compone di 170 lettere, che in alfabeto latino viene traslitterata in 175 lettere e suona così:

"lopadotemachoselachogaleokranioleipsanodrimupotrimmatosilfio
paralomelitokatakechumenokikepikossufofattoperisteralektruono
ptegkefalliokikgopleleiolagoosiraiobafetragalopterugon
".

Il termine descrive uno stufato di rimasugli vecchi di 14 giorni. Umberto Albini, con una piccola, confessata libertà finale (e con virgole a separare le varie portate...), nel suo divertente e raccomandabile Atene segreta (Delitti, golosità, donne e veleni nella Grecia classica - Garzanti, 2002) traduce così il vocabolo di Aristofane: «ostriche, trance di pesce salato, cagnoli, gattucci, teste di branzino in salsa piccante e sopra silfio, olio e miele, tordi e anche merli, colombacci, colombelle, piccioni selvatici, lepri cotte nel vino, croccanti e cantuccini».

traduzione di Ettore Romagnoli

Coro:
E quest'altre ragazzette
il ritmo seguano con le cianchette,
ché già in tavola si mette
os
trichepescedatagliolam-
predegattuccicervelliconsalsapiccantedi-
mielporrosilfïomerlipalombicolombipic-
ciontordicrestedigalcoditrèmole-
leprimostardadivincartilaginedalidipol!
(A Sbirciapappa)
Tu, ch'ài sentito tutto questo,
procúrati una scodella presto e lesto;
e se vuoi far merenda,
compera polenda!

Aristophanes

Sketch of Aristophanes

Aristophanes (ca. 456 BC – ca. 386 BC), son of Philippus, was a Greek Old Comic dramatist. He is also known as the Father of Comedy and the Prince of Ancient Comedy. The place and exact date of his birth are unknown, but he was around thirty in the 420s BCE when he achieved sudden brilliant success in the Theater of Dionysus with his Banqueters. He lived in the deme of Kudathenaion (the same as that of the leading Athenian statesman Cleon) which implies he was from a relatively wealthy family and, accordingly, well educated. He is famous for writing comedies such as The Birds for the two Athenian dramatic festivals: the City Dionysia and the Lenaia.

He wrote forty plays, eleven of which survive; his plays are the only surviving complete examples of Old Attic Comedy, although extensive fragments of the work of his rough contemporaries Cratinus and Eupolis survive. Many of Aristophanes' plays were political, and often satirized well-known citizens of Athens and their conduct in the Peloponnesian War and after. Hints in the text of his plays, supported by ancient scholars, suggest that he was prosecuted several times by Cleon for defaming Athens in the presence of foreigners and the like; how much truth there is to this is impossible to say. The Frogs was given the unprecedented honor of a second performance. According to a later biographer, he was also awarded a civic crown for the play.

According to Vitruvius (vii., introduction) Aristophanes first came to public attention as the 7th judge in a literature contest. His placement as a judge was due to his enthusiasm for reading in the library. In the contest a group of poets recite and are to be awarded according to the audiences pleasure with the recital. Aristophanes disagreed with the other judges and audience. He correctly pointed out that the poet who least pleased the audience was the only true poet and the others had recited the works of others.

Aristophanes was probably victorious at least once at the City Dionysia, with Babylonians in 426 (IG II2 2325. 58), and at least three times at the Lenaia, with The Acharnians in 425, The Knights in 424, and The Frogs in 405. His sons Araros, Philippus, and Nicostratus were also comic poets: Araros is said to have been heavily involved in the production of Wealth II in 388 (test. 1. 54–6) and to have been responsible for the posthumous performances of Aeolosicon II and Cocalus (Cocalus test. iii), with which he seems to have taken the prize at the City Dionysia in 387 (IG II2 2318. 196), while Philippus was twice victorious at the Lenaia (IG II2 2325. 140) and apparently produced some of Eubulus’ comedies (Eub. test. 4). (Aristophanes’ third son is sometimes said to have been called not Nicostratus but Philetaerus, and a man by that name appears in the catalogue of Lenaia victors with two victories, the first probably in the late 370s, at IG II2 2325. 143 (just after Anaxandrides and just before Eubulus).)

Aristophanes appears as a character in Plato's Symposium, in which he offers a humorous mythical account of the origin of Love. Plato's text was produced a generation after the events it portrays and is a patent apologetic attempt to show that Socrates and Aristophanes were not enemies, supporting the belief that in his work The Clouds (original production 423 BC), he was ridiculing the public for their absurd view of Socrates. The Symposium is therefore best treated as an early chapter in the history of the reception of Aristophanes and his poetry rather than as a description of anything approaching an historical event.

Of the surviving plays, The Clouds was a disastrous production resulting in a humiliating and long-remembered third place (cf. the parabasis of the revised (preserved) version of the play, and the parabasis of the following year's The Wasps). The play, which satirizes the sophistic learning en vogue among the aristocracy at the time, placed poorly at the City Dionysia. Socrates was the principal target and emerges as a typical Sophist; in Plato's Apology at 18d, the character of Socrates suggests that it was the foundation of those charges which led to Socrates' conviction. Yet Aristophanes depicts Socrates poorly, his intention is to humiliate the audience for believing that Socrates had such a ludicrous persona. Lysistrata was written during the Peloponnesian War between Athens and Sparta and argues not so much for pacifism as for the idea that the states ought not be fighting one another at this point but combining to rule Greece. In the play, this is accomplished when the women of the two states show off their bodies and deprive their husbands of sex until they stop fighting. Lysistrata was later illustrated at length by Pablo Picasso and also by Aubrey Beardsley.

Surviving plays

The Acharnians (425 BC)
The Knights (424 BC)
The Clouds (original 423 BC, uncompleted revised version from 419 BC – 416 BC survives)
The Wasps (422 BC)
Peace (first version, 421 BC)
The Birds (414 BC)
Lysistrata (411 BC)
Thesmophoriazusae (The Women Celebrating the Thesmophoria, first version, c. 411 BC)
The Frogs (405 BC)
Ecclesiazusae (The Assemblywomen, c. 392 BC)
Plutus (Wealth, second version, 388 BC)

Non-surviving plays

Banqueters (427 BC)
Babylonians (426 BC)
Farmers (424 BC)
Merchant Ships (423 BC)
The Clouds (first version) (423 BC)
Proagon (422 BC)
Amphiaraos (414 BC)
Plutus (Wealth, first version, 408 BC)
Gerytades (uncertain, probably 407 BC)
Koskalos (387 BC)
Aiolosikon (second version, 386 BC)

Undated non-surviving plays

Aiolosikon (first version)
Anagyros
Broilers
Daidalos
Danaids
Dionysos Shipwrecked
Centaur
Niobos
Heroes
Islands
Lemnian Women
Old Age
Peace (second version)
Phoenician Women
Poetry
Polyidos
Seasons
Storks
Telemessians
Triphales
Thesmophoriazusae (The Festival Women, second version)
Women Encamping