Lessico


Biacca

Cerussite

Dal longobardo blaih o blaich, pallido, sbiadito. Pigmento bianco costituito da carbonato basico di piombo, caratterizzato da alto potere coprente e usato per vernici a olio.

La biacca si presenta come una polvere bianca, pesante, insolubile in acqua; il suo uso è attualmente molto limitato perché, oltre a essere velenosa, imbrunisce sotto l'azione dell'idrogeno solforato contenuto nell'aria.

Come succedaneo, si è introdotto sul mercato l'ossido di zinco, con il nome di bianco di zinco, che ha però un potere coprente inferiore.

La biacca, belletto bianco, entrò nel trucco femminile dell'Antico Egitto come fondotinta, ma fu soprattutto utilizzata per truccature di scena fin dall'antichità.

Minerale, carbonato di piombo di formula PbCO3. Cristallizza nella classe bipiramidale del sistema rombico formando cristalli allungati o tozzi, spesso riuniti in geminati multipli, in aggregati aciculari, in masse compatte. Può essere incolore oppure bianco-grigiastra, nerastra o verde. È un minerale secondario che deriva dall'alterazione della galena e come tale si trova nella zona di ossidazione dei relativi giacimenti. Belle cristallizzazioni provengono dalle miniere di Tsumeb (Namibia).

Biacca
Bianco di Piombo

La biacca, o bianco di piombo, è un pigmento inorganico il cui costituente principale è il carbonato basico di piombo.Composizione chimica: Carbonato basico di piombo PbCO3 * Pb(OH)2. Altri nomi: Bianco di piombo - Bianco d’argento - Bianco di Cremnitz – Cerussa.

Periodo d’uso

Conosciuto e utilizzato fin dai tempi più antichi è stato l’unico bianco disponibile, e comunque il più diffuso, fino al XIX secolo; in seguito, con l’inserimento in commercio del Bianco di Zinco (nel 1840 circa) e, nel XX secolo (1930 circa), del Bianco di Titanio, il suo impiego è parecchio diminuito fino quasi a scomparire del tutto. Oggi viene usato esclusivamente da alcuni pittori particolarmente legati alla tradizione e, seppur raramente, in lavori di restauro.

Caratteristiche

È un pigmento tossico a base di piombo, molto coprente e solubile in acido nitrico, la cui vendita sottoforma di polvere è ormai praticamente proibita da tempo in parecchie parti del mondo, particolarmente in Europa e Stati Uniti. Viene prodotto ancora da alcune ditte che però lo utilizzano per la fabbricazione di colori pronti (in genere a olio), di solito mescolandolo al bianco di zinco allo scopo di limitarne l’intrinseca filacciosità e la tendenza a scurire, tipica di questo pigmento.

La biacca ha un residuo radioattivo misurabile con adeguati strumenti, che permette di stabilirne grossomodo l’età e che scompare del tutto dopo un periodo minimo di 160 anni. L’essiccazione è abbastanza veloce e produce un film molto elastico, di robustezza non raggiungibile con nessun altro bianco, che tuttavia tende a perdere di coprenza con il passare degli anni. Tende a scurire, a causa dell’azione delle tracce di acido solfidrico presenti nell’aria; infatti ossidandosi si trasforma in ossido di piombo marrone. Questa tendenza all’incupimento è molto più evidente quando questo bianco è utilizzato con leganti magri (pittura murale, tempera, etc.) e in presenza di umidità.

Per quanto riguarda la tecnica a olio il problema della sua alterazione nelle mescolanze è meno evidente che nelle tecniche ad acqua, in quanto le particelle di pigmento sono protette dal legante grasso e difficilmente entrano in stretto contatto tra loro. È in ogni modo buona norma evitare miscele con sostanze contenenti zolfo e suoi derivati, che in alcuni casi, in reazioni dovute a H2S potrebbero produrre un annerimento progressivo e irreversibile (trasformandosi in solfuro di piombo).

Nell’affresco, come in tutte le tecniche ad acqua, è un pigmento fortemente sconsigliato, anche per una marcata refrattarietà a mescolarsi omogeneamente con l’acqua. Se adeguatamente utilizzata e difesa dagli agenti atmosferici la biacca è resistentissima, come possiamo noi stessi constatare dai quadri degli antichi maestri che se ne servirono con giudizio. Spesso viene demonizzata e se ne parla a sproposito, ingigantendo gli effetti della sua nocività che, beninteso, è in ogni caso presente. A titolo di esempio un grande maestro del passato, come Tiziano Vecellio, che utilizzò esclusivamente questo bianco, si spense all’età di novantanove anni perché si ammalò di peste nera, non certo per gli effetti della biacca.

Fabbricazione casalinga del pigmento
e altre notizie utili

Prendere dei pezzi di piombo (va bene qualsiasi cosa: piombini per sigillare, vecchi soldatini, etc.). Procurarsi un contenitore che abbia due compartimenti comunicanti, che consenta il passaggio dei vapori ma che impedisca il contatto diretto degli elementi. In uno mettere il piombo, nell’altro dell’aceto bianco distillato. Chiudere il contenitore e aspettare qualche giorno. Il bianco si comporrà sotto forma di fiocchi “nevosi” sulla superficie del piombo, aumentando giorno dopo giorno di volume. Quando la crescita sarà terminata (o ritenuta sufficiente) prendere il piombo e “spazzolare” il pigmento, che sarà immediatamente utilizzabile per la successiva macinazione. Fare attenzione, perché il pigmento così ottenuto presenta una certa nocività. Alcuni fabbricanti usano “tagliare” la biacca con solfato di bario (bianco di barite). Un controllo empirico del pigmento acquistato può essere effettuato mettendone un po’ di esso in acido nitrico, sostanza nella quale la biacca è totalmente solubile: un residuo bianco confermerà la presenza di solfato di bario.

Nel mondo artistico,ca partire dal 1500, il disegno preparatorio a un'opera d'arte veniva arricchito di nuovi dettagli, che contribuivano così a migliorare l'effetto che sarebbe stato reso dall'opera finita. Tiziano su tutti fu colui che si servì maggiormente del carboncino lumeggiato a biacca per esprimere sin dai disegni preparatori tutta la sua volontà di dare forza espressiva alle sue opere.

White lead

White lead is the chemical compound Pb3 (CO3)2(OH)2. It was formerly used as an ingredient for lead paint and a cosmetic called Venetian Ceruse, because its opaque quality made it a good pigment. However, it tended to cause lead poisoning, and its use has been banned in most countries.

White lead has been the principal white of classical European oil painting. It is partly responsible for darkening of old paintings over time, because it reacts with trace amounts of hydrogen sulfide in the air, producing black lead sulfide. White lead has since been supplanted in artistic use by titanium white, which is somewhat less opaque and brilliant, but does not blacken and is not toxic.

Historically, white lead was produced by the Dutch process. This involved casting metallic lead as thin buckles. These were corroded with acid in the presence of carbon dioxide. Next they were placed in pots with a little vinegar (containing acetic acid). These were stacked up and left for six to fourteen weeks, by which time the blue-grey lead had corroded to white lead. The pots were then taken to a separating table where scraping and pounding removed the white lead from the buckles. The powder was then dried and packed for shipment.

White lead occurs naturally as a mineral, in which context it is known as hydrocerussite.