Lessico


Edizione aldina

Edizioni aldine sono quelle stampate da Aldo Manuzio detto il Vecchio tra il 1494 e il 1515, dal suocero Andrea Torresani tra il 1515 e il 1529, da Paolo Manuzio tra il 1533 e il 1574, da Aldo il Giovane tra il 1574 e il 1597, cui vanno aggiunti alcuni volumi stampati dai Torresani verso il 1560 e quelli con la marca dell'Accademia Veneziana (1558-61). Aldo adottò per la pubblicazione dei testi classici un formato in dodicesimo tale da sostituire gli ingombranti volumi in quarto e da poter essere venduto a prezzo modico.

Il bolognese Francesco Griffi gli fornì i punzoni di quel tipo minuto di carattere ispirato alla scrittura umanistica corsiva che fu chiamato per molto tempo aldino o italico e che ha costituito un riferimento costante per ogni studio formale dei tipi mobili nei due secoli successivi. Con questi tipi venne stampata nel 1501 l'Eneide di Virgilio, considerata il prototipo del libro moderno. Seguirono le edizioni dei massimi scrittori greci, latini e volgari, antichi e moderni.

Aldo adottò per primo una marca tipografica, rappresentata dall'ancora col delfino. Oltre che per il formato, le edizioni aldine sono famose per l'eleganza del carattere, la correttezza del testo, la raffinatezza della carta e delle legature (legature aldine), preparate probabilmente nella sua stessa officina, in marocchino nero, rosso e verde, con il piatto ornato di filetti paralleli, di cui uno o due impressi in oro. Dato il pregio dei volumi, essi furono contraffatti da alcuni stampatori di Lione verso il 1520, il che pone qualche problema agli antiquari e ai bibliotecari chiamati ad accertarne l'autenticità.

Aldo Manuzio il Vecchio

incisione di Theodor de Bry (1528-1598)
da Bibliotheca chalcographica di Jean-Jacques Boissard -
1669

Umanista, editore e tipografo italiano (Bassiano Romano, Velletri, ca. 1450 - Venezia 1515). Dopo avere studiato il latino a Roma, studiò il greco a Ferrara, sotto la guida di Giovanni Battista Guarino (o Guarino Veronese, alias Guarinus de Guarinis); fu poi alla corte di Carpi, come precettore dei nipoti di Pico della Mirandola.

Nel 1490 si trasferì a Venezia e, dopo un apprendistato presso la tipografia di Andrea Torresani (di cui sposò la figlia e al quale si associò, dal 1508), iniziò un'attività in proprio inaugurata dalla pubblicazione (1495) degli Erotemata di Costantino Lascaris. Continuò con una serie di splendide e insuperate edizioni, tra cui la celebre Hypnerotomachia Poliphili (1499), uno dei capolavori dell'illustrazione del libro, avvalendosi della collaborazione dei più famosi umanisti del tempo, che riunì nell'Accademia Veneta, da lui fondata nel 1502.

Nel 1501, con un'edizione oggi rarissima dell'Eneide di Virgilio, adottò un formato in ottavo, creando il prototipo del libro moderno. Data da questo periodo l'uso del carattere da lui chiamato cancelleresco, ma più noto come carattere aldino o italico, inciso per lui da Francesco Griffi a Bologna, e che fu il carattere più usato in tutto il sec. XVI.

Editore di numerosi testi, soprattutto greci e latini (Aristotele, 1498; Lucrezio, 1500; Demostene, 1500; Platone, 1513) ma anche italiani (Dante, Poliziano, le Epistole di Caterina da Siena) e autore di una grammatica greca e di una latina, favorì la diffusione dell'ellenismo.

Il figlio terzogenito Paolo (Venezia 1512 - Roma 1574), riaprì nel 1535 la tipografia paterna, la cui attività era stata proseguita da Torresani, ma che ormai era chiusa dal 1529. Chiamato a Roma da papa Pio IV a dirigere la tipografia del Popolo Romano, voluta dal pontefice, vi rimase dal 1561 al 1570. Abbandonata l'attività tipografica, da lui sempre considerata secondaria, visse a Venezia, Milano e Roma dedicandosi allo studio dell'antichità classica, pubblicando traduzioni e commenti di classici greci e latini che gli valsero fama di insigne latinista. Sono rimasti famosi i suoi commenti a Cicerone e soprattutto il De civitate Romana (postumo, 1585).

All'attività tipografica si dedicò anche suo figlio Aldo detto il Giovane (Venezia 1547 - Roma 1597), ingegno precocissimo, che pubblicò nell'adolescenza la sua prima opera (sui problemi di lingua). Insegnò inoltre retorica a Bologna, Pisa e Roma e scrisse fra l'altro Vita di Cosimo I de' Medici (1586), Le attioni di Castruccio Castracani (1590) e 300 lettere volgari (1592). Collaborò con Torresani e con i Giunta in imprese tipografiche ed editoriali, dirigendo dal 1590 alla morte, per incarico di Clemente VIII, la Tipografia Vaticana.

Thesaurus cornucopiae
et Horti Adonidis

Aldo Manuzio - Venezia - 1496