Lessico


Faggio
Fagus silvatica
Buchenwald - Foresta di faggi

Faggio non deriva dal greco phágø = io mangio, anche se i frutti del faggio - le faggine o faggiole - essendo ricchi di grassi che ne rappresentano circa il 50%, vengono spesso utilizzati come mangime per i maiali. In greco il faggio era detto oxýa, e seppure nessuno osi darne l'etimologia, ecco la mia ipotesi: in greco oxýs significa acuto, aguzzo, e i semi del faggio sono avvolti in una capsula ricoperta da aculei flessibili che non pungono.

L'etimologia del termine latino fagus è indoeuropea: da *bhagó-s designante presumibilmente un albero dai frutti commestibili. Ecco che allora il greco phágø = io mangio ci starebbe da Dio! Solo Giacomo Visentin in http://grup.cribi.unipd.it si arrischia ad affermare quanto da me elucubrato. Infatti nella pagina dedicata al faggio così si esprime: "La parola faggio deriva dal latino Fagus. I frutti venivano mangiati da uomini e animali in tempi antichi e così, dal verbo greco mangiare, è derivato il nome del genere Fagus; sylvatica perché cresce spontaneo nei boschi."

Il faggio è un albero della famiglia Fagacee che spesso raggiunge grandi dimensioni, possiede fusto colonnare che può raggiungere i 40 metri, con corteccia liscia e cenerina, chioma folta, ovale in foresta, sferico-depressa negli esemplari isolati.

Fiori maschili

Sequenza maturativa dei fiori femminili

Capsula femminile con semi ancora immaturi di Fagus silvatica laciniata
raccolta da Franco Omodeo il 4 luglio 2007
foto Elio Corti

Le foglie sono ovali o ellittiche, acute, intere, glabre; i fiori maschili sono amenti sferici, quelli femminili sono disposti a coppie entro una cupola che poi racchiuderà i due frutti, noci trigonali dette faggiole con un involucro ad appendici acuminate non pungenti. È specie europea di importanza sociale diffusa dalla Scandinavia meridionale e dalle pianure dell'Europa centrale sino alle regioni montuose dell'Europa meridionale. Richiede umidità atmosferica e si adatta a suoli acidi o basici; spesso si associa all'abete. Il legno, molto adatto alla curvatura a vapore, si usa per mobili, traversine ferroviarie, compensati e cellulosa ed è ottimo come combustibile. Ne esistono anche varietà a fogliame ornamentale.Vale la pena chiudere il discorso citando quanto riferito da Giacomo Visentin.

Usi

Il suo legno è resistente ma poco elastico e di colore bianco o rosato, ma si screpola molto facilmente; per questo trova il suo maggior uso come combustibile e per la produzione di carbone, inoltre trova anche impiego, essendo facile la sua lavorazione, come prodotto per la fabbricazione al tornio di oggetti d'uso domestico o per produrre dei mobili in legno curvato e infine per la produzione di compensati e cellulosa.

Il faggio è abbastanza conosciuto perché dal suo legno si ricava una sostanza medicinale nota con il nome di creosoto. Questo prodotto è particolarmente utile nella cura delle affezioni polmonari per le sue proprietà balsamiche ed espettoranti; esso però può essere ottenuto solamente con processi di distillazione non attuabili in casa; inoltre il suo uso non è consigliabile senza una profonda esperienza farmaceutica. Nella pratica erboristica la droga del faggio è costituita dalla corteccia, cui vengono riconosciute proprietà astringenti e febbrifughe utili in particolare nel caso di febbri intermittenti. Un'altra applicazione medicinale del faggio è quella legata alle proprietà del carbone che si può ottenere dal suo legno: esso ha proprietà antiacide e assorbenti delle tossine intestinali.

Leggenda

Una notte un contadino di nome Heavè Mingam udì un insolito frusciare di fogliame e riconobbe dal bianco argento della corteccia che quel fruscio era prodotto da due faggi. Incuriosito cominciò ad ascoltare con attenzione fino a quando percepì il sussurro di due voci umane e si accorse che erano quelle dei suoi genitori che si lamentavano per il freddo. Conversando con loro, Helvè seppe che stavano scontando una penitenza grave: in vita si erano dimostrati poco caritatevoli con i poveri. Il giorno seguente Helvè e la moglie fecero un'offerta per i bisognosi chiedendo che fossero celebrate due messe in Chiesa. Da allora i due faggi non si lamentarono più.

Creosoto

Dal greco kréas, carne + il tema di izein, salvare, tramite il francese créosote. Prodotto che si ottiene per distillazione frazionata del legno di faggio. È chimicamente costituito da una miscela di derivati fenolici, tra i quali guaiacolo, creosolo, cresolo, metilcresolo, ecc. Viene adoperato come insetto-repellente e in medicina, purificato dal fenolo, come espettorante e balsamico.

Fagus silvatica

Fagus silvatica laciniata
foto Elio Corti
1986


Buchenwald

In tedesco il faggio è detto Buche e Wald è la foresta: foresta di faggi. Località della Germania, in Turingia, 9 km a nordovest di Weimar dove mi recai nel luglio 1997 accompagnato dal carissimo amico Achim Güntherodt. Posso assicurarvi che la foresta di faggi esiste tuttora, ed è affascinante, tale da lenire l'angoscia che ti coglie visitando ciò che resta di Hitler & company.

Nel 1937 a Buchenwald fu stabilito un campo di concentramento nazista per internarvi gli oppositori del regime. Durante la II guerra mondiale divenne un campo di smistamento e fornì la manodopera a diverse industrie situate nei pressi, mentre altri internati erano inviati nelle officine sotterranee per la fabbricazione delle prime V1 (Fieseler Fi 103 o FZG 76 - bomba volante) e V2 (missile balistico).

A Buchenwald i prigionieri (tra i quali molti Ebrei e Polacchi) raggiunsero complessivamente il numero di 240.000, gran parte dei quali (ca. 52.000) morirono sia per i maltrattamenti, sia perché usati come cavie per disumani esperimenti. Il campo fu liberato dagli Alleati l'11 aprile 1945. Oggi è un luogo commemorativo delle vittime della shoah, termine ebraico che significa “sterminio”, col quale si indica la persecuzione e il programmatico genocidio degli Ebrei europei da parte del regime nazista nel corso della seconda guerra mondiale.

Luglio 1997

Uscendo fotografo l'entrata per non farvi mai più ritorno