Lessico


Gnomone

Dal greco gnømøn-gnømonos: conoscitore, asta della meridiana, ago dell’orologio solare e l’orologio stesso (inventato da Anassimandro di Mileto). Lo gnomone è un’asta verticale la cui ombra, proiettata dal Sole, segna l'ora locale (vera) su una scala graduata opportunamente disposta a terra. Lo stesso strumento può venire utilizzato, come nel passato, per misurare l'altezza del Sole, in base alla lunghezza dell'ombra gettata.

In senso lato, si chiama gnomone anche l'orologio solare nel quale un raggio di luce solare proiettato da un foro descrive un tracciato a forma di otto su un pavimento. Con questo termine si intende anche, in generale, lo stilo o asta di un orologio solare o meridiana, che non è necessariamente verticale. I Greci chiamavano gnomone anche il dente dei cavalli in quanto si può dedurne l'età.

In particolare, era chiamato Gnomon Augusti l'obelisco egiziano eretto a Eliopoli nel sec. VII aC da Psammetico II (faraone dal 594 al 588) e sistemato poi da Augusto nel Campo Marzio di Roma come asta di un grandioso orologio solare inciso sul pavimento di un'area lastricata presso l'odierna piazza del Parlamento. Ritrovato già nel sec. XVI, l'obelisco è stato rialzato alla fine del Settecento nella vicina piazza Montecitorio.

Anassimandro di Mileto

Filosofo ionico (611-547/546 aC) di Mileto nella Caria (Asia Minore). Per primo tra i filosofi greci, scrisse un libro di filosofia naturale, denominato in tempi posteriori Della natura. S'interessò anche di astronomia e geografia e il suo mappamondo, rielaborato da Ecateo di Mileto, ebbe grande importanza: concepisce la Terra non più come una superficie piatta ma come un cilindro che si libra nel mezzo del mondo, privo di ogni moto per la sua equidistanza dagli estremi.

Meridiana

un progetto di meridiana ancora senza gnomone

Non vi sono documentazioni certe di quando vennero realizzati i primi misuratori di tempo, è però interessante notare che i due esemplari più antichi sono entrambi egiziani e pressoché contemporanei: una meridiana di ardesia (ca. 1450 aC) e una clessidra di alabastro (ca. 1400 aC), anche se è ragionevole pensare che l'uso di meridiane rudimentali fosse di molto anteriore. Gli orologi solari (le meridiane), e gli orologi ad acqua (le clessidre) divennero d'uso corrente, tra il sec. IV e il I aC, in tutta l'area del Mediterraneo, mentre già da tempo erano diffusi in Oriente. L'evoluzione della meridiana (che sarebbe più corretto definire orologio a ombra) ha avuto, fino a tutto il Medioevo, quale obiettivo una suddivisione sufficientemente precisa del periodo di tempo compreso fra l'alba e il tramonto, variabile in lunghezze con il variare delle stagioni. Ragionevolmente attendibili (con errori, fra estate e inverno, di non più di mezz'ora), grazie a quadranti molto sofisticati, le meridiane medievali, delle quali si conservano pregevoli esemplari anche portatili.