Lessico
Milone di Crotone
Milone
sbranato dal leone
1683 – Parigi – Louvre
opera dello scultore
e pittore francese
Pierre Puget (Marsiglia 1620-1694)
Narra la leggenda che Milone di Crotone, trionfatore nella lotta in vari giochi olimpici, volle fendere un albero a mani nude. L'impresa riuscì, ma le due parti del tronco si richiusero su di lui, tenendolo imprigionato. L'altleta non potè quindi difendersi quando un leone affamato lo attaccò, sbranandolo. Il gruppo scultorio di Pierre Puget, tanto ammirato dal pittore Charles Le Brun (Parigi 1619-1690), è considerato un significativo esempio di arte barocca.
Atleta greco (sec. VI aC). Tra i più famosi dell'antichità, fu vincitore nella lotta in almeno 6 giochi olimpici oltre che di altre manifestazioni sportive (6 giochi pitici, 10 istmici e 9 nemei). Plinio tramanda quanto segue in Naturalis historia XXXVII,144: Alectorias vocant in ventriculis gallinaceorum inventas crystallina specie, magnitudine fabae, quibus Milonem Crotoniensem usum in certaminibus invictum fuisse videri volunt. - Chiamano alettorie le pietre dall’aspetto cristallino trovate nello stomaco dei polli, della grandezza delle fave: affermano che pare se ne sia servito Milone di Crotone durante le gare di lotta e che non fu mai sconfitto.
Nonostante il suo prestigio, Milone dovette riconoscere la superiorità di un semplice bovaro, Titormo dell'Etolia, di fronte al quale Milone rimase allibito vedendolo sollevare e lanciare enormi massi nonché trattenere per le zampe focosi tori.
Allora Milone innalzò le mani al cielo rivolgendosi a Zeus e disse: "O Giove, adesso ci hai dato un altro Ercole?" Da cui nacque il proverbio: Questo è un altro Ercole - Hic alter Hercules.
Tutto ciò ce lo ha tramandato Eliano in Varia historia XII,22 ed è stato ripreso da Lodovico Ricchieri in Lectiones antiquae XI,69.
Milone fu certamente il più grande atleta che sia mai esistito. Sulle tavole antiche il suo nome compare sempre al primo posto in ogni gara svolta nell'antica Grecia, il suo dominio assoluto durò per circa vent'anni durante i quali rimase pugile imbattuto.
Vinse la sua prima Olimpiade nel 540 aC nella lotta categoria ragazzi, seguirono successivamente altre cinque vittorie olimpiche di fila 532, 528, 524, 520 e 516. In una di queste Milone vinse senza disputare la finale, in quanto l'avversario (altro atleta crotoniate allievo dello stesso Milone) non volle lottare contro il Maestro.
Il pugile crotoniate vinse anche ben 10 volte alle gare Istmiche, 9 volte alle Nemee e 6 volte ai giochi Pitici di Delfi che si tenevano in onore di Apollo. Tanta gloria rese Milone uno dei personaggi più illustri e famosi del mondo antico, conosciuto ovunque quasi come un Dio e al suo nome sono legate molte leggende tramandate sulle tavole antiche.
La sua forza proverbiale salvò l'intero gruppo aristocratico guidato da Pitagora che governava la città di Crotone, in occasione di un terremoto che colse il gruppo dirigente mentre era in riunione proprio in casa del filosofo samio: Milone si sostituì a una colonna spezzata dal sisma reggendo sulle sue spalle il soffitto dell'abitazione per quei minuti necessari a sgomberarla completamente.
Vestito a mo' di Eracle (con la pelle di leone sulle spalle) guidò l'esercito crotoniate nella famosa vittoria contro Sibari del 510 aC. Persino il medico Democede, pitagorico come lui, sfuggito dalla Persia, per convincere il Re persiano Dario I a desistere dal riportarlo indietro, sposò in tutta fretta una figlia di Milone, poiché la fama del grande pugile e condottiero crotoniate non conosceva confini nel mondo antico, e tanto fu che Dario desistette dai suoi intenti.
Intorno alla sua morte la leggenda narra di un grosso albero di ulivo squartato da un fulmine, nel quale Milone infilò le mani per divaricare e spaccare completamente il tronco, ma, abbandonato dalle forze, l'Olimpionico rimase bloccato e finì dilaniato da un leone.
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Titormo
il bovaro
sconfigge Milone
Titormus, a legendary shepherd of Aetolia, famous in Antiquity for his victory over Milo of Croton, who was in turn the most successful wrestler of Ancient Olympics. The duel of Milo and Titormus,however, was not an ordinary wrestlers' competition: according to Claudius Aelianus, rivals compared their strength in a wild Aetolian scenery, while lifting ot throwing rocks, or catching bulls. Defeated Milo praised his victor as the second Heracles. Titormus, considered the strongest man ever living, was believed to inhabit the most remote parts of peripheral Aetolia. From 5th century BC onwards his legend served to strengthen Aetolia's ethnic identity.
Claudius
Aelianus
Various History - Book XII Chap. XXII
translator Thomas Stanley – 1665
Of the Strength of Titormus and Milo, and of a certain Proverb.
They say that Milo the Crotonian, proud of his Strength, happened to meet Titormus a Neatherd; and seeing that Titormus was of an extraordinary bigness, would make a trial of strength with him. Titormus pleaded that he was not very strong; but going down to Euenus, and putting off his Garment, he laid hold of an extraordinary great stone, and first drew it to him, then thrust it from him; this he did two or three times: After which he lifted it up to his knees; and lastly, lifting it up upon his shoulders, carried it eight paces, and then threw it down. But Milo the Crotonian could hardly stirre the stone. The second trial of Titormus was this; He went to his Herd, and standing in the midst of them, took hold of the greatest Bull amongst them by the leg, who endevoured to get away, but could not. Another passing by, he catch'd him by the leg with the other hand, and held him also. Milo beholding this, & stretching forth his hands to heaven, said, "O Jupiter, hast thou not begotten another Hercules?" Whence they say came this Proverb, "He is another Hercules."