Lessico


Piretro

Il nome deriva dal greco pŷr, fuoco, probabilmente in riferimento all’uso medicinale che si faceva di questa pianta per mitigare gli attacchi febbrili, oppure per indicare le proprietà irritanti delle sue radici, dal sapore acre.

Malgrado il nome Pyrethrum sia ancora usato nel linguaggio orticolo, e il piretro esista ancora come insetticida, il genere Pyrethrum è ormai scomparso dalla tassonomia e la sua denominazione crea una notevole confusione tra generi affini.

I Greci usavano il termine pýrethron per indicare una pianta e le qualità delle sue radici - l’attuale Anacyclus pyrethrum - considerate un rimedio per la febbre, e dal momento che con la loro acredine provocavano forte salivazione i Latini chiamarono la pianta salivaris.

Anche la specie i cui capolini disseccati sono usati per produrre la popolare polvere insetticida è stata trasferita in un altro genere e si chiama oggi Chrysanthemum cinerariaefolium: spontaneo in Dalmazia, viene oggi coltivato anche in altri Paesi.

Il piretro vero è l’Anacyclus pyrethrum De Candolle, o Anthemis pyrethrum, della famiglia Composite, detto anche piretro romano, che in inglese suona come Roman pellitory oppure Mount Atlas daisy, cioè margherita del Monte Atlante, in quanto originario dell’Algeria cui appartiene una porzione del sistema montuoso dell’Atlante, che poi si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. Di questo piretro si usano le radici dotate di sapore pungente; come i capolini del piretro di Dalmazia, tali radici sono pure dotate di potere insetticida grazie alle piretrine, che non sono tossiche per l’uomo e per gli animali a sangue caldo. Ma le altre azioni del piretro vero, o piretro romano, sono eupeptica e antinevralgica, tanto da essere in grado di alleviare i dolori dentari.

In Germania si coltiva specialmente l’Anacyclus officinarum, forse derivato dal precedente, il quale fornisce la radice di piretro germanico, dotate delle stesse proprietà già descritte per il romano. Verosimilmente nella ricetta di Baltasar Stendelius si alludeva proprio l’Anacyclus officinarum.

Il Chrysanthemum cinerariaefolium, della famiglia Composite, originario della Dalmazia e coltivato in varie parti del mondo, specialmente in Congo e in Kenya, ha i fiori raccolti in capolini solitari con disco giallo e ligule bianche. Da tali capolini, raccolti appena schiusi, fatti essiccare all'ombra e macinati, si ottiene una polvere giallo-verdognola, detta razzia o piretro, dall'alto potere insetticida per le piretrine, che agiscono sull'apparato respiratorio degli insetti

Una trattazione completa delle caratteristiche dell’Anacyclus pyrethrum la troviamo in un testo del 1917: A Manual of Organic Materia Medica and Pharmacognosy, by Lucius E. Sayre, B.S. Ph. M..

555 - Pyrethrum - Pellitory. Roman Pellitory.

The root of Anacyclus pyrethrum (Linné) De Candolle. Preserve in tightly closed containers, adding a few drops of chloroform or carbon tetrachloride, to prevent attack by insects.

botanical characteristics.— Root long, fusiform. Stems numerous, branched, pubescent. Radical leaves pinnatifid, stem-leaves sessile. Florets of the ray pistillate, white above and purplish beneath; of the disk, yellow, tubular, 5-toothed. Akene flat, winged; pappus short.

source.— Mediterranean Basin, coming solely from Algeria, thence to Mediterranean points.

description of drug. — A hard, compact, somewhat fusiform root, about the size of the little finger, with sometimes leaf -remnants at the top, and beset with few or no hair-like rootlets; externally brownish, deeply fissured longitudinally. It breaks with a short fracture, showing a rather thick bark adhering closely to the pale brown wood, from which it is separated by a narrow cambium line. This woody column is traversed by broad, distinct medullary rays, and contains as does also the bark, large scattered resin ducts. Odor very slight-, taste slight at first, but afterward persistently acrid, leaving a singular tingling sensation in the mouth and throat, and exciting a remarkable flow of saliva.

555a - Pyrethrum Germanicum, from Anacyclus officinarum, is of a grayish color, about half as thick as above, tapering to filiform at the lower end; has long been cultivated near Magdeburg and in Saxony. It resembles the above in foliage and flowers.

constituents. — A very acrid resinous substance, two acrid oils—pyrethrine, extracted by ether (crystalline, bitter, burning taste), which under action of alcoholic KOH decomposes into piperidine. Most of the parenchymatous cells are loaded with inulin, which forms about 35 per cent. of the root. Ash, not more than 5 per cent.

action and uses. — Used almost exclusively as a sialagogue in headache, neuralgic and rheumatic affections of the face, toothache, etc., or as a local stimulant in palsy of the tongue or throat, or relaxation of the uvula. Dose when chewed: 30 to 60 gr. (2 to 4 Gm.).

official preparation. Tinctura Pyrethri (20 per cent.) Used externally.