Lessico


Virgilio

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)

Publius Vergilius Maro. Poeta latino (Andes, oggi Pietole, Mantova, 70 - Brindisi 19 aC). Nato in una famiglia di modesti proprietari terrieri, Virgilio fece i suoi primi studi a Cremona, poi a Milano; verso il 52 passò a Roma, dove si applicò all'eloquenza. A quel periodo appartengono i suoi primi componimenti poetici che hanno costituito un grosso problema di interpretazione critica e che sono stati convenzionalmente raccolti sotto il nome di Appendix Vergiliana.

Verso il 45 aC Virgilio lasciò Roma per ritirarsi nella più tranquilla Napoli, dove seguì i corsi di filosofia epicurea tenuti da Sirone e dove strinse rapporti d'amicizia con Lucio Vario, Plozio Tucca, Quintilio Varo e Orazio. Napoli rimase da allora il soggiorno preferito di Virgilio e quivi attese alla composizione delle sue opere poetiche; frequentò Roma solo sporadicamente, partecipando al circolo letterario di Mecenate e condividendo i programmi di restaurazione di Augusto, soprattutto quelli che si rifacevano alle antiche tradizioni religiose e agricole del popolo romano.

Tra il 42 e il 37 scrisse le Bucoliche, che lo rivelarono al grande pubblico; seguirono, dal 37 al 29, le Georgiche, quindi, fino alla morte, la stesura dell'Eneide.

Nel 19 aC Virgilio progettò un viaggio in Grecia, che doveva servirgli per mettere a punto quest'ultima sua opera, ma a Megara fu colto dalla febbre e fece ritorno in Italia; morì poco dopo lo sbarco a Brindisi. Aveva disposto che l'Eneide fosse bruciata, ma Augusto non lo permise e fece pubblicate l'opera coi necessari emendamenti da Vario e Tucca.

Le Bucolica (Canti pastorali) o Eclogae (Scelte) comprendono 10 composizioni in esametri, modellate sugli Idilli di Teocrito, ma lontane dal realismo di questo maestro della poesia pastorale. Virgilio rievoca piuttosto un mondo fantastico, letterario, dove i pascoli, le greggi, i mandriani sfumano in un'atmosfera di serenità, di malinconica nostalgia. Se la convenzione artistica è fondamentalmente quella alessandrina, già nelle Bucoliche s'intravede però lo spirito del poeta, nell'amore per i campi, per la pace e per la grazia, nella pietà per i dolori umani. Siamo nel momento più sognante ma anche più autentico della sua ispirazione poetica.

Un maggiore impegno verso la realtà si ha invece nelle Georgiche (Poema campestre), poemetto didascalico in 4 libri sulla coltivazione dei campi. Il modello letterario è la poesia didascalica greca, a iniziare da Esiodo, e le informazioni tecniche sono attinte da opere greche di agronomia e da quelle latine di Catone e Varrone. Però sugli intenti pratici e sulla tradizione letteraria s'impone l'ispirazione personale di Virgilio, che trasforma un'opera didattica in un'opera di poesia. A riscattare l'aridità della materia concorre inoltre un'elaborazione formale armoniosa ed elegante, dove l'esametro è portato a grandi capacità espressive.

Virgilio tra le Muse
a sinistra Clio musa della poesia epica e della storia
a destra Melpomene musa della tragedia.
Mosaico del Museo Nazionale del Bardo – Tunisi
da una villa romana in Sousse 120 km a SSE di Tunisi
sulla sponda meridionale del golfo di Hammamet.

Il passaggio dalle Georgiche all'Eneide (Aeneis), sollecitato da Augusto, sembra restringere l'orizzonte fisico alla storia di Roma, ma segna un ulteriore, definitivo ampliamento dei valori poetici e tematici. Nell'Eneide, che rappresenta la maturità del pensiero virgiliano, Virgilio esalta da un lato la romanità come civiltà virile, autrice di straordinarie realizzazioni storiche, frutto provvidenziale per il benessere del mondo. D'altro canto, egli sviluppa la sua pensosa concezione delle sorti umane, la sua malinconica considerazione della labilità della nostra esistenza, delle sofferenze dei deboli, delle crudeltà della storia. Lo stesso protagonista del poema, Enea, vive di questa duplice ispirazione virgiliana: il senso della storia e del dovere e la vocazione personale alla pace e alla pietà (di qui la sua grandezza e anche la sua debolezza).

Già nella tarda antichità iniziarono le interpretazioni allegoriche di Virgilio, e il Medioevo ne fece addirittura un precursore del cristianesimo: Dante lo prese a propria guida nell'Inferno e nel Purgatorio. Tutte le letterature europee ne subirono gli influssi, soprattutto nell'età del Rinascimento e nei due secoli seguenti: talora si ammiravano, con profondità, soprattutto l'universalità e la perfezione della sua poesia, talaltra, come nell'Arcadia e poi nel Settecento, lo si faceva maestro di poesia pastorale. Gli studi critici sull'opera virgiliana fiorirono soprattutto in Germania nel sec. XIX, mentre nel Novecento specialmente l'Inghilterra ha mostrato di seguire e di ammirare con particolare interesse l'opera del poeta, apprezzatissimo da scrittori come Thomas Stearns Eliot.

Omero al centro
alla sua destra Dante - Virgilio alla sua sinistra
particolare del Parnaso di Raffaello - circa 1509/1510
Stanza della Segnatura - Città del Vaticano

Appendice virgiliana
Appendix Vergiliana

da Veterum illustrium philosophorum etc. imagines (1685)
di Giovanni Pietro Bellori (Roma 1613-1696)

Raccolta di carmi tramandati come opere giovanili di Virgilio. Comprende i seguenti componimenti: Cataleptón (Alla spicciolata), 14 brevi poesie di contenuto e metri diversi; Priapea, poesiole scherzose e oscure indirizzate a Priapo; Dirae (Maledizioni), scagliate dal proprietario di un podere spodestato da un militare; Lydia, elegia in cui il poeta lamenta l'assenza della donna amata; Ciris (L'airone), poemetto di stampo alessandrino, il cui argomento è la metamorfosi in uccello marino di Scilla, che ha tradito il padre e la patria per amore di Minosse; Culex (La zanzara), incentrato sulle rivelazioni di una zanzara, apparsa in sogno a un pastore, sull'oltretomba; Copa (L'ostessa), elegia in cui un'ostessa siriaca decanta le attrattive della propria locanda per attirare i viandanti; Moretum (La focaccia), poemetto sulla confezione di una focaccia da parte di un contadino; Aetna (L'Etna), oscuro poema didattico sulla natura dei vulcani e della loro attività. A lungo si è discusso sull'autenticità dell'Appendice, ma nell'insieme la controversia sulla paternità virgiliana è ancora aperta. Alcuni carmi non possono essere ritenuti autentici per ragioni cronologiche, altri per ragioni artistiche e testuali. Persino il Moretum e la Copa non sono attribuibili con sicurezza a Virgilio, al quale vengono comunemente ascritti con certezza solo alcuni Cataleptón.

Publius Vergilius Maro

In imagine Publius Vergilius poeta videtur

Publius Vergilius Maro, vel vulgo Virgilius, fuit egregissimus poeta Latinus. Opus praeclarissimum Aeneis habetur, quod carmen heroicum ultimis condidit annis; de quo postea.

Mantuae Idibus Octobribus anno 70 a.C.n. modico genere natus est; nam pater fuit figulus, qui apium cultu et acquirendis silvis divitias suas auxit, filia apparitoris mater Magia Pollia. A Sirone Epicureo Neapoli litteras didicit, tum Cremonae, Mediolani, Romae. Honoribus valetudine varia aegrotans non studebat, sed arti poeticae Catullum Lucretiumque secutus totum se dedit. Romae Epidius artis rhetoricae doctor, qui Octavianum et Antonium docuerat, eloquentia eum erudivit. Cum causam oraret, pavidus orator habebatur. Apud Suetonium rerum scriptorem scriptum legimus rudimentum Vergilii artis poeticae, quod primum fuisse dicitur Ballistam magistrum illudens:

Mónte sub hóc lapidúm|tegitúr Ballísta sepúltus,
Nócte dié tutúm|cárpe, viátor, itér.

Cremona auxilium auctoribus Caesaris caedium, qui anno 70 apud Phillipos victi sunt, lata veteranis huiusce belli sola his in locis sita, quorum in numero villa Vergilii erat, praemio data.

Post Vergilii mortem, multi putaverunt eum Christianum fuisse. In poemate quarto bucolicorum, Vergilius scripserat de infante qui mundum recturum esset — et multi putabant illum de Iesu Christo dixisse.

Nomen Vergilii nonnumquam Virgilius est traditum a hominibus, qui illum magum fuisse ob eamque rem virga usum esse.

Vergilii Dicta

Mantua me genuit. Calabri rapuere. Tenet nunc
Parthenope. Cecini pascua, rura, duces.

Vergilii Opera

Bucolica, sive Eclogae X, quas triennio perfecit.
Georgicon libri IV, qui sunt de agricultura; quos septem perfecit annis.
Aeneidos libri XII. Sunt de Aenea, viro Troiano, qui in Africam perfugit et inde in Latium venit, ubi Lavinium urbem condidit; quos undecim perfecit annis.

Carmina minora Vergilio adtributa,
quae sub nomine Appendicis Vergilianae nota sunt:

Culex
Ciris
Moretum
Dirae
Copa
Catalepton (Priapea)
Est et non
Maecenas
Aetna