Lessico


Vitiligine

abbozzo di Victor Zubeldia

Vitiligo è un termine già in uso presso gli Antichi, collegato a vitium, nel senso di macchia, difetto fisico. La vitiligine o vitiligo è una condizione patologica della pelle umana caratterizzata da chiazze chiare apigmentate.

Dal punto di vista istologico, l’epidermide si presenta priva di melanociti per cui si tratta di un’ipomelanosi ipomelanocitaria, in cui i melanociti vengono progressivamente rimpiazzarti da cellule indeterminate prive di qualsiasi formazione granulare, accompagnate da un infiltrato infiammatorio e da invasione dell’epidermide da parte di polimorfonucleati e da linfociti in quantità superiore alla norma. La cute dimostra costantemente di essere dopa negativa.

Si tratta quindi di una melanocitopenia per la quale si accetta una genesi autoimmune, in quanto i pazienti presentano un aumento di un certo numero di anticorpi organo specifici, e sono anche stati dimostrati anticorpi antimelanocitari con una certa correlazione tra il loro tasso e l’entità delle manifestazioni cliniche. Recenti studi pongono in evidenza non solo nella vitiligine umana, ma anche nell’amelanosi spontanea postnatale dei polli, l’intervento di fenomeni autoimmuni che hanno di mira i melanociti.

Forse la vitiligine viene causata anche da alcune sostanze chimiche durante la melanogenesi, come proposto da Lerner (1971) con l’ipotesi dell’autodistruzione secondo cui alcuni metaboliti coinvolti nella reazione che porta alla sintesi melanica sarebbero tossici nei confronti dei melanociti, i quali sarebbero dotati di un meccanismo di autoprotezione nei confronti dei precursori melanici, meccanismo che fa difetto o che viene perso nel caso della vitiligine.

Una terza ipotesi patogenetica tiene conto di fattori nervosi in seguito all’osservazione di turbe della pigmentazione distrettuale dopo simpaticectomia, dovute a un eccesso di agente neurotossico (tipo norepinefrina) rilasciato in vicinanza dei melanociti in corrispondenza delle terminazioni nervose periferiche che potrebbero inibire o impedire la reazione tirosina-tirosinasi, oppure causare modificazioni letali nei melanociti.

Anche se si manifesta per lo più come affezione acquisita, la vitiligine è geneticamente determinata in più di 1/3 dei casi. I due sessi sono colpiti in ugual percentuale e può insorgere a qualunque età, anche se predilige l’adulto giovane nella seconda e terza decade di vita. L’intervento di traumi psicoaffettivi è talora addotto dai pazienti, il sole e i raggi UV non assumono alcun ruolo scatenante, limitandosi a rivelarla, accentuando il contrasto tra cute sana che si pigmenta e quella alterata che rimane chiara. La vitiligine presenta talora associazioni preferenziali con malattie autoimmuni come la tiroidite, il diabete mellito, l’alopecia areata nonché col morbo di Addison.

In Egitto esiste un rimedio popolare per ricolorire le chiazze di vitiligo. Usato sia localmente che per os, l’estratto dei semi di Rizzòmolo, l’ombrellifera Ammi majus, dotato di 8-metoxipsoralene come principio attivo, è in grado di stimolare la melanogenesi in presenza di radiazioni ultraviolette, ma solo in alcuni casi.