Lessico


Zanzibar

Nuova bandiera issata per la prima volta a gennaio del 2005

Zanzibar è il nome di un arcipelago situato nell'Oceano Indiano, 25-50 km al largo della costa della Tanzania. Il nome "Zanzibar" viene spesso usato per riferirsi alla principale isola dell'arcipelago, detta anche Unguja (800.000 abitanti secondo una stima del 1994, 1.554 km² di superficie). La seconda isola per estensione è Pemba; seguono un certo numero di isolotti minori. L'arcipelago appartiene, assieme all'isola di Mafia, alle cosiddette spice islands (isole delle spezie).

Il nome Zanzibar deriva probabilmente dal persiano Zangi-bar ("Costa dei neri") o dall'arabo Zayn Z'al Barr ("Bella è questa terra"). Può anche riferirsi allo zenzero, una delle spezie prodotte nell'arcipelago.

In passato, e fino a tempi recenti, l'arcipelago fu autonomo; venne poi unito al Tanganika per formare la Tanzania (il cui nome nasce per l'appunto dalla fusione di "Tanganika" e "Zanzibar"), pur mantenendo un notevole livello di autonomia rispetto all'entroterra.

La capitale di Zanzibar si trova sull'isola di Unguja, e prende anch'essa il nome di Zanzibar; il suo cuore è il quartiere di Stone Town, dichiarato Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Nell'arcipelago si trovano aree naturali ancora in gran parte incontaminate, alcune delle quali forniscono l'habitat a specie endemiche, come la scimmia Piliocolobus kirkii (facilmente avvistabile nella foresta di Jozani) e il rarissimo leopardo di Zanzibar.

Le principali attività economiche di Zanzibar riguardano la produzione e lavorazione di spezie (soprattutto noce moscata, cannella e pepe), la raffia, e il turismo.

Storia

Bandiera del sultanato di Zanzibar

Quando l'esploratore portoghese Vasco da Gama, nel 1499, sbarcò sull'isola, questa era già un importante centro per il commercio tra l'Africa, il Medio Oriente e l'India. I Portoghesi, che avevano governato Zanzibar dal 1503, furono cacciati nel 1698 da Arabi provenienti dall'Oman, e da questa data Zanzibar divenne parte dei possedimenti d'oltremare dell'Oman. Il 6 aprile 1861, a seguito di una battaglia per la successione alla carica di sultano dell'Oman, Zanzibar e Oman si divisero in due principati separati. Sayyid Majid bin Said Al-Busaid (1834/5-1870), figlio di Sayyid Said bin Sultan Al-Busaid, divenne Sultano di Zanzibar, mentre suo fratello Sayyid Turki bin Said Al-Busaid (1832-1888) divenne Sultano di Oman.

In quel periodo, il Sultano di Zanzibar controllava anche una porzione significativa della costa africana orientale, ovvero la regione allora nota come Zanj, che includeva tra l'altro Mombasa e Dar es Salaam. Nel novembre 1886, una commissione tedesco-britannica stabilì con precisione i confini dello Zanj, identificato con una striscia di terra di 10 miglia nautiche di larghezza ed estesa in altezza da Cape Delgado (oggi in Mozambico) fino a Kipini (Kenya), incluse tutte le isole lungo la costa e diverse cittadine oggi appartenenti alla Somalia. Durante il periodo dal 1887 al 1892, il Sultano perdette tutti questi possedimenti, che passarono a Gran Bretagna, Germania e Italia, sebbene alcune furono formalmente vendute o cedute solo nel XX secolo (per esempio, Mogadiscio passò all'Italia nel 1905 e Mombasa al Kenya nel 1963).

L'Impero britannico gradualmente assunse il controllo della regione e la posizione tra Zanzibar e l'impero stesso venne formalizzata nel 1890 dal Trattato di Helgoland-Zanzibar nel quale la Germania si impegnò a non interferire con gli interessi inglesi nell'isola di Zanzibar, che divenne un protettorato dell'Impero quello stesso anno. Un timido tentativo da parte dei tedeschi di intervenire nel controllo dell'isola in modo indiretto si concluse con il brevissimo conflitto della guerra anglo-zanzibariana, nel 1896.

All'inizio gli inglesi nominarono dei vicari (visir) dal 1890 fino al 1913, e poi dei cosiddetti Residenti inglesi dal 1913 al 1963.

Il bombardamento di Stone Town durante la guerra anglo-zanzibariana,
la più breve guerra della storia:
lo stato di Zanzibar si arrese dopo appena 45 minuti.

Nel 1896 si scatenò la breve guerra anglo-zanzibariana per la successione del Sultano Hamad bin Thuwaini e terminò con l'ascesa del sultano Hamoud bin Mohammed. Acconsentendo alle richieste inglesi, il sultano pose fine al ruolo di centro per il commercio di schiavi dell'isola iniziato sotto l'occupazione dell'Oman nel diciassettesimo secolo proibendo la schiavitù e liberando gli schiavi nel Paese.

Il 19 dicembre 1963 Zanzibar ricevette l'indipendenza dal Regno Unito come monarchia costituzionale sotto il sultano. Questa situazione durò poco: il sultano fu rovesciato il 12 gennaio 1964, e il 26 aprile Zanzibar si unì con lo stato del Tanganika per formare la Tanzania, della quale fa parte ancora oggi. La rivolta che seguì l'indipendenza segnò il rovesciamento della classe dirigente araba e fu accompagnata da violenze nei confronti degli Arabi che in alcuni casi assunsero i tratti del genocidio. In meno di due settimane furono uccisi fra i 5.000 e i 12.000 Arabi (su un totale di 22.000); molti altri furono imprigionati e subirono la confisca di tutti i beni. Le rivalità tra gli abitanti dell'isola principe, Zanzibar, e la più piccola Isola di Pemba, e il conflitto tra i sostenitori e gli oppositori dell'unità con la Tanzania, continuarono a lungo. I due partiti più importanti dell'arcipelago, il Chama Cha Mapinduzi (CCM) e il Civic United Front (CUF) di Pemba, si scontrarono in modo particolarmente violento durante le elezioni del 1995. Alla vigilia delle elezioni, gli abitanti di Pemba furono vittime di nuovi episodi di violenza etnica.

Il fragile periodo di calma che seguì fu di nuovo sconquassato dalle elezioni del 2000 e dalla conseguente violenza scoppiata a Pemba nel gennaio del 2001. In seguito, rinnovati sforzi al dialogo tra il CCM e il CUF hanno ripristinato un clima più pacifico, anche se pochi progressi sono stati fatti per risolvere i problemi esistenti. Il permanere delle tensioni ha portato ad occasionali atti di violenza; si sono registrati attentati contro personaggi pubblici e contro un hotel frequentato da turisti (nel 2004).

Politica

Sebbene Zanzibar faccia parte della Tanzania, elegge un suo proprio presidente che prende decisioni su materie interne all'isola. Amani Abeid Karume fu eletto il 29 ottobre 2000. La correttezza di queste elezioni fu messa in dubbio, e nel gennaio del 2001 almeno 27 manifestanti pacifici furono uccisi dalla polizia.
Zanzibar ha anche una sua Camera dei Rappresentanti (con 50 seggi, direttamente eletta tramite suffragio universale, la cui durata di mandato è di 5 anni) per fare legge espressamente per l'isola.

Economia

Fino dai tempi di Sinbad il marinaio, Zanzibar e la vicina Pemba sono conosciute come isole delle spezie e il loro commercio è stato per secoli l'attività principale delle isole. Grande importanza ha avuto la coltivazione dei chiodi di garofano, di cui Zanzibar è stata leader mondiale.

Negli ultimi dieci anni il turismo si è sviluppato moltissimo grazie alla bellezza delle coste, punteggiate da isolotti corallini. Il turismo, attualmente, ha sostituito in importanza il commercio delle spezie, i cui prezzi sono calati e ormai soggetti al controllo delle multinazionali.

Curiosità

La guerra combattuta nel 1896 tra lo Zanzibar e l'allora Impero Britannico è la più breve guerra della storia: Lo stato di Zanzibar si arrese dopo appena 45 minuti. Zanzibar fu la prima regione africana a introdurre la televisione a colori (nel 1973). In altre regioni della Tanzania questo servizio giunse più di vent'anni dopo. Il musicista e cantante Freddie Mercury (vero nome Farrokh Bulsara), leader dei Queen, nacque a Stone Town, sull'isola di Zanzibar, il 5 settembre 1946. Sul lungomare di Stone Town si trova anche un ristorante battezzato in suo onore, il Mercury's.

Stone Town

Stone Town (città di pietra), chiamata Mji Mkongwe in Swahili, è la parte vecchia della capitale dell'isola di Zanzibar, in Tanzania.

La città sorge su una penisola triangolare sulla costa occidentale dell'isola, ed è caratterizzata da un labirinto di vicoli ricchi di case, negozi, bazar e moschee. Ci si sposta a piedi, in bicicletta o in moto; le automobili sono inutilizzabili nella maggior parte delle vie interne, troppo strette.

L'architettura di Stone Town è un mix unico di stili: dal moresco e l'arabo al persiano, all'indiano, all'europeo coloniale. Le case moresche e arabe sono particolarmente notevoli, caratterizzate da grande porte di legno finemente intagliate e ornate a bassorilievo e da grandi verande chiuse da pannelli di legno intagliato.

La zona occupata da Stone Town è stata abitata almeno per tre secoli, ma le case di pietra hanno iniziato ad apparire solo dagli anni 1830. La città è stata a lungo il più importante centro commerciale nell'Africa orientale; in seguito alla colonizzazione della terraferma nel 1800, questo ruolo è gradualmente passato a Mombasa e Dar es Salaam. Il principale genere di esportazione erano le spezie, in particolare chiodi di garofano (Zanzibar era un punto cruciale della via delle spezie che univa Europa e Africa all'Asia).

foto di Livia Marchioni e Leslye Haslam - 2007

Stone Town svolgeva anche un ruolo fondamentale nel commercio di schiavi tratti dal continente e inviati in Medio Oriente. Ancora oggi si possono visitare nella zona alcune delle prigioni in cui gli schiavi venivano reclusi, sia a Stone Town che nella vicina Prison Island.

A partire dal 1800, Stone Town fu anche scelta come base da molti esploratori europei (per esempio portoghesi) e da molti coloni. Vi vivevano comunità di immigrati provenienti da Oman, Persia e India, in genere dediti al commercio (gli omaniti erano però i padroni dell'isola e dei territori da essa dipendenti; vedi la storia di Zanzibar). Stone Town è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

Freddie Mercury
Farrokh Bulsara

La statua dedicata a Freddie Mercury a Montreux

Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara (5 settembre 1946 – 24 novembre 1991), è stato un cantante, compositore e musicista britannico. Britannico di origine persiana, raggiunse la fama mondiale come cantante del celebre e ormai mitico gruppo britannico Queen. Mercury fu autore di canzoni come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, We Are The Champions, Is This The World We Created...?, Friends Will Be Friends (scritta a quattro mani con John Deacon), Under Pressure (con il contributo di David Bowie) e molte altre, anche da solista. Mercury è morto d'AIDS, a causa di una broncopolmonite, il 24 novembre del 1991.

L'infanzia

La casa natia di Mercury a Stone Town

Figlio di Jer e Bomi Bulsara, il padre era un funzionario inglese di origine Parsi (una comunità di antica stirpe persiana residente in alcune zone dell'India e praticante un derivato dell'antica religione Zoroastriana). Freddie, nato a Stone Town, Zanzibar, dopo un viaggio in mare di 8 settimane si ritrovò a svolgere gli studi a Panchgani (Bombay), presso la Saint Peter's Boarding School. Ottimo studente dotato di un notevole talento artistico (era un ottimo disegnatore), Freddie eccelse anche nello sport: fu infatti un abile velocista e un discreto pugile, raggiungendo buoni risultati anche in altre discipline sportive come l'hockey su prato, il cricket e il tennis da tavolo.

Questo comunque non gli impedì di farsi notare per la passione musicale che già nutriva. Infatti dopo che il preside ne parlò con i genitori, Freddie prese parte alle lezioni di musica, entrando nel coro della scuola e imparando a suonare il pianoforte, grazie alla zia che lo avviò a questo strumento.

La carriera

La caratteristica principale di Freddie Mercury era sicuramente la sua straordinaria voce. L' emissione vocale che Freddie riusciva ad avere a certe altezze di suono, associata a un'estensione davvero portentosa e a un uso ottimale dei risuonatori, conferivano alla sua voce "di testa" uno spessore e una pienezza fuori dal comune, tanto da essere considerato dagli intenditori una delle "poche grandi voci del Rock". Per quanto riguarda la sua estensione vocale, argomento molto discusso, è possibile fare un calcolo approssimativo basandosi semplicemente sulle canzoni della sua discografia:

La nota più bassa (registro di petto): FA 1 (F1 in notazione letterale) nella canzone "Don't Try Suicide" - Album "The Game" 1980.

La nota più alta (registro di testa): FA 4 (F4) nella canzone "Barcelona (Freddie's Vocal Slave)" - Album "Rarities 2 - The Barcelona Sessions" (N.B. versione meno celebre e più rara della canzone "Barcelona").

La più alta mediante l'uso del falsetto: SIb 4 (Bb4) nella canzone "Let’s Turn It On" - Album "Rarities 1 - The Mr Bad Guy Sessions".

Questo significa 3 ottave piene (3 e mezza se si considera il falsetto come parte dell'estensione).

Prima dei Queen

Fu nella scuola che frequentava che, nel 1958, nacquero gli Hectics, dei quali Freddie era il pianista. Nel 1962, finalmente il futuro capo carismatico dei Queen termina gli studi e riabbraccia la famiglia a Zanzibar. Soltanto due anni più tardi dovranno abbandonare l'isola, a causa dell'instabilità politica, per trasferirsi in Inghilterra.

L'Inghilterra poteva soddisfare la sua passione per l'arte, così mentre occupava le vacanze con dei lavoretti all'aeroporto di Londra Heathrow, concentrava la sua attenzione sulla pittura e sul design. Nel 1966 si iscrive alla scuola d'arte di Ealing e i suoi studi in illustrazione, grafica e design sono accompagnati dalla passione per Jimi Hendrix e per il suo idolo: John Lennon. Il suo gruppo preferito è The Jacksons.

Presto entrò nel Gruppo Musicale degli Smile formato dal suo compagno di scuola Tim Staffell, bassista e cantante del gruppo, completati da Roger Taylor alla batteria e Brian May alla chitarra. Conobbe anche Chris Smith con il quale incominciò a scrivere canzoni. Fu infatti in quel periodo che scrisse la sua prima canzone Stone Cold Crazy che fu pubblicata nell'Album Sheer Heart Attack dei Queen. Freddie terminò gli studi accademici nel giugno del 1969.

Nello stesso anno si unì agli Ibex di Liverpool mentre lavorava presso alcuni periodici di Kensington; gli Ibex cambiarono nome in Wreckage, ma si sciolsero con l'arrivo degli anni settanta, che videro Freddie raccogliere un annuncio dei Sour Milk Sea che cercavano il cantante. Avendolo sentito in prova, restarono impressionati dalla voce di Freddie Bulsara, e partirono per Oxford dove c'erano alcuni concerti ad attenderli. Dopo questa esperienza il nuovo cantante decise di seguire la band dell'amico Tim Staffell, dando alcuni consigli su come fare i concerti. Dopo non molto Tim Staffell accetterà un'ottima proposta in un altro gruppo lasciando così gli Smile.

Queen

Freddie, che condivideva una bancarella di abiti usati con Roger Taylor, seguiva molto gli Smile, era un loro grande fan e ogni tanto dava consigli al gruppo sul modo di comportarsi e sull'abbigliamento. Tim Staffell decise di lasciare Brian e Roger, così Freddie si propose di sostituirlo negli Smile, ai quali cambiò nome in Queen e cambiò anche il suo in Freddie Mercury, in onore di Mercurio, il messaggero degli dei, citato nella canzone My Fairy King, contenuta nel primo album. Durante questo periodo conobbe e si innamorò di Mary Austin (con la quale convisse per sei anni). Nel 1971 Freddie scelse John Deacon come bassista durante una festa; la scelta si rivelò favorevole per il successo del gruppo.

Sul palco, Mercury si esibiva con gestualità teatrale incantando il pubblico, trascinato da un personaggio tanto carismatico. La sua carriera musicale lo vide al centro dell'attenzione di tutto e tutti, media compresi. Sebbene sul palco Freddie si mostrasse come una persona spregiudicata ed energica, lontano dalle luci dei riflettori era una persona timida e riservata.

Carriera solista

Durante l'incisione dell'album "Queen", Mercury aveva cantato nel singolo I Can Hear Music (sul lato B, "Goin' Back") sotto lo pseudonimo di Larry Lurex, peraltro coadiuvato dagli stessi May e Taylor con i loro rispettivi strumenti.

Tra il 1982 e il 1983 Freddie ha collaborato con il cantante americano Michael Jackson, per registrare tracce mai ufficialmente rilasciate, ma presenti in internet, come State Of Shock e There Must Be More To Life Than This, più una canzone mai sentita chiamata Victory. Nel 1984 Freddie Mercury appare nella colonna sonora del film Metropolis con Love Kills, brano scritto e inciso col musicista e produttore italiano Giorgio Moroder. Nello stesso anno esce anche Foolin' Around, per la colonna sonora del film Teachers, canzone che troverà posto sul primo album solista di Freddie, Mr. Bad Guy, edito nell'aprile 1985. L'opera lasciò dubbiosa la stampa, anche per il fatto che si trattava di un mix di elementi musicali eterogenei e strizzava l'occhio alla musica elettronica e disco. L'album si ricorda per canzoni comunque belle e importanti quali Made in Heaven, I Was Born To Love You (che ritroveremo entrambe nell'omonimo disco del 1995 dei Queen, in versioni diverse) e la versione originale di Living On My Own. Nel 1987 Freddie appare sull'album Time, colonna sonora dell'omonimo musical di Dave Clark: Freddie interpreta e produce le struggenti ballate Time e In My Defence. Del 1987 è invece la nota cover dei Platters, The Great Pretender: edito su singolo in febbraio, il brano è il maggior successo solista di Freddie (quarto posto nella classifica inglese).

Nel corso degli anni Mercury ha collaborato con diversi cantanti tra cui Billy Squier, Jo Dare, Eddie Howell e The Cross, gruppo parallelo ai Queen fondato da Roger Taylor. Nel 1988 esce Barcelona, famosissimo duetto con la soprano Montserrat Caballé, un disco per molti versi innovativo che per la prima volta unisce il rock all'opera (strada che verrà seguita da Luciano Pavarotti e altri in seguito). La title-track diventa inno ufficiale dei giochi olimpici di Barcellona 1992. La prima volta, in cui Freddie conobbe Montserrat Caballé, si diedero appuntamento nella hall di un albergo. Dopo un po' di tempo, Freddie si sedette a un pianoforte in sala, iniziò a suonare e Montserrat Caballé a cantare insieme a lui. Andarono avanti tutta la notte e solo all'alba lasciarono l'albergo. Da questa notte indimenticabile, nascerà la collaborazione che porterà all'album Barcelona.

La bisessualità

Nel 1976, un'altra importante svolta nella sua carriera musicale e nella sua vita privata. Freddie, probabilmente conscio di non essere totalmente eterosessuale, trasforma il suo rapporto di amore e passione con Mary Austin in un rapporto di amore fraterno. Nemmeno i suoi genitori erano al corrente della sua bisessualità. Quando erano in visita nella sua casa a Garden Lodge, Freddie chiamava sempre Mary per creare un'atmosfera di normalità agli occhi dei suoi genitori.

Mary, nonostante la bisessualità di Freddie, gli rimase vicino fino all'ultimo, occupandosi di lui quando costretto a letto dalla sua malattia. Secondo dichiarazioni rilasciate da Mary, Freddie andava a trovarla frequentemente sul posto di lavoro e prima di trovare il coraggio di chiedergli di uscire passarono 5-6 mesi. Freddie conobbe Mary perché amica di Roger Taylor e gli venne presentata durante una discussione che ebbe Roger con Freddie sul nome del gruppo. Mary è sempre stata messa in cattiva luce da molti amici di Freddie, soprattutto dopo che Freddie le lasciò la metà del suo patrimonio, ereditando così circa 10.000.000 di £. Mary inoltre ereditò da Freddie la sua casa a Londra, dove andò ad abitare. La casa fu abbandonata da molti collaboratori di Freddie, tra i quali il giardiniere Jim Hutton, che fu anche l'ultimo amante di Freddie Mercury. Nonostante i dissapori con alcuni amici gay di Freddie, Mary fu una presenza continua nella vita di Freddie, partecipando spesso alle tanto amate feste quale era solito organizzare. Insomma la bisessualità di Mercury non rovinò il rapporto tra lui e Mary, ma lo trasformò in una solidissima amicizia che durò fino alla fine.

Nel 1980 Freddie si mostrerà al pubblico con un look vistosamente differente, capelli corti e baffi secondo il look detto "clone", come a segnare una rottura con il passato. Il 1981 sarà un anno di transizione, la vita pazza e sregolata di Monaco mette a dura prova la sua persona e alcune sue amicizie. Le sue feste erano sempre dei grandi eventi in maschera, dove si mischiavano molte diversità sessuali in modo molto aperto (come si vede nel video di Living On My Own, ambientato a Monaco durante il trentanovesimo compleanno di Freddie all'Henderson's Club). Pare che i suoi compleanni spesso durassero intere settimane di festeggiamenti.

Dopo una parentesi solistica con l'album Mr. Bad Guy (in riferimento a se stesso) che non ottenne molto successo, tornò a lavorare con i Queen, vivendo liberamente la propria bisessualità, spesso schernendo gli intervistatori che gli chiedevano se fosse gay, a volte negando e altre volte ammiccando e dicendo frasi come "sono gay come una giunchiglia"; insomma non ammise mai apertamente di essere bisessuale, ma non fece nulla per smentirlo. Arrivò addirittura a girare un videoclip in cui lui e tutti i componenti dei Queen apparivano provocatoriamente travestiti da donne (sebbene la proposta originale fu di Roger Taylor, il batterista, da un'idea della sua ragazza ispirata da una soap opera, Coronation Street), smentendo però la connotazione omosessuale del video con questa frase: "Ma il travestimento del video di "I Want to Break Free" non è affatto una dichiarazione di appartenenza gay. Se avessi fatto una cosa del genere, la gente si sarebbe messa a sbadigliare. Mio Dio, guarda Freddie che dice di essere gay perché è una cosa di moda."

Tuttavia il Freddie Mercury vero era quello del palcoscenico, autore di successi musicali che superano tempo e culture differenti, quello che accolse la sfida di produrre la colonna sonora di Highlander (oltre che di Flash Gordon di Dino De Laurentiis), e che cantò con Montserrat Caballé quando ancora Pavarotti non aveva ideato il suo Pavarotti and Friends.

Gli ultimi anni di vita
1987-1991

Nel 1987, aveva ormai abbandonato la sua vita ricca di eccessi. Difatti non partecipò più a concerti live, dicendo che un uomo di 40 anni non poteva saltare con una calzamaglia indosso, non volendo dichiarare pubblicamente di avere l'AIDS; alcune testate scandalistiche cominciavano a sospettare che qualcosa non andasse.

Si fecero sempre più rare le apparizioni pubbliche, quasi nulle, ed egli visse sempre più nella sua villa a Kensington. Freddie nascose il terribile segreto della sua malattia anche agli altri membri dei Queen, per evitare che si potessero preoccupare per lui, impedendogli di cantare.

Il canto, infatti, era la cosa che più gli dava sollievo, e così dall'Inghilterra si trasferì in Svizzera a Montreux, dove acquistò un appartamento, e dove incise alcune tra le più intense canzoni dei Queen. Cantò quasi fino alla fine, fece l'impossibile per i suoi fan, spesso facendosi pregare di smettere dagli altri componenti del gruppo, ma la musica e l'amore della gente erano le cose più importanti per lui. Memorabile la sua ultima apparizione in pubblico nel video della canzone These Are The Days Of Our Lives, tratta dal suo ultimo album con i Queen, Innuendo: Freddie appare molto dimagrito, ha le occhiaie, veste elegante e non porta più i suoi celebri baffi. In questa ultima apparizione, nel video sono memorabili le ultime parole che dice: "I still love you". Un segno d'affetto per tutti i suoi fans sparsi nel mondo, che non sanno cosa lo abbia ridotto così.

Rientrò in Inghilterra due settimane prima della fine (come confermato da David Richards al Freddie Mercury Memorial Day, a Montreux, nel 2005), per stare vicino ai suoi cari. Il 22 novembre 1991 fu diffuso un comunicato stampa dove dichiarò di avere l'AIDS:

 «Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV, ho l'AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento allo scopo di proteggere la privacy di quanti mi stanno intorno. Tuttavia, è arrivato il momento che i miei amici e i miei fans in tutto il mondo conoscano la verità. Spero che tutti si uniranno a me, ai miei dottori e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia.»

Gli ultimi giorni di vita, Freddie Mercury era assistito dai suoi amici più cari. Freddie fino all'ultimo non ha mai smesso di donare sorrisi, infatti nell'intervista fatta alla sua costumista dichiarò che era in camera con Freddie, a giocare a un gioco da tavolo, in camera c'era una bottiglia di champagne e Freddie le disse di scolarsela tutta alla sua salute, dal momento che lui non poteva più bere. Jim Hutton, e un altro caro amico di Freddie, salirono in stanza per aiutare Freddie a cambiarsi gli abiti, quando videro che non respirava più e diedero l'annuncio.

Freddi aveva 45 anni. La causa ufficiale del decesso fu una broncopolmonite provocata dall'AIDS. Morì nella sua casa e il suo corpo, cremato, è conservato dalla famiglia (un'altra tesi ritiene le ceneri disperse nel lago di Ginevra, davanti alla "sua" Montreux). Il suo funerale ebbe luogo tre giorni dopo il decesso, in forma privata secondo le usanze zoroastriane.

Commemorazioni

Il 20 aprile 1992 a Londra si tiene il Freddie Mercury Tribute Concert. Freddie Mercury è ricordato a Montreux con una statua in bronzo che si affaccia sul lago. Ogni anno, dal 2003, in settembre, nella cittadina svizzera ha luogo il Freddie Mercury Memorial Day: centinaia di fan possono prendere diretto contatto con gli ambienti che furono di Mercury e compagni durante il lungo soggiorno svizzero, dalla famosissima "Duckhouse" (la casetta sul lago della copertina di Made In Heaven), ai Mountain Studios dove i Queen diedero vita a diversi progetti.

La statua di Montreux al tramonto

Il 16 novembre 1992 esce a quasi un anno dalla sua morte The Freddie Mercury Album, una raccolta delle sue canzoni più famose da solista, come Living On My Own, Barcelona con Montserrat Caballé e The Great Pretender.

Nel 2000 esce Solo Collection, un box-set contenente 10 CD (Mr. Bad Guy, Barcelona, The Great Pretender più altri CD con sessioni di canzoni mai rilasciate ufficialmente) e 2 DVD: The Untold Story e The Video Collection; il primo è un documentario sulla vita di Freddie, il secondo è una raccolta dei suoi video.

Il 5 settembre 2006 viene rilasciata la più grande raccolta mai fatta in sua memoria: Lover of Life, Singer of Songs - The Very Best of Freddie Mercury Solo, 2 CD e 2 DVD per onorare quello che sarebbe stato il 60° compleanno dell'indimenticato frontman dei Queen.

Zanzibar

Islands Unguja and Pemba
Capital Zanzibar City
Settled AD 1000
Area Both Islands 637 sq mi (1,651 km²)
Population (2004) Both Islands 1,070,000

Zanzibar is the name for an archipelago in the Indian Ocean 25–50 km off the coast of East Africa, which is part of Tanzania. The archipelago consists of numerous small islands and two large ones: Unguja (the main island, sometimes informally referred to as 'Zanzibar'), and Pemba Island. The archipelago was once the separate state of Zanzibar, which united with Tanganyika to form Tanzania (derived from the two names), and still enjoys a high degree of autonomy within the union. The capital of Zanzibar, located on the island of Unguja, is Zanzibar City. The city's old quarter, known as Stone Town, is a World Heritage Site.

Zanzibar's main industries are spices (which include cloves, nutmeg, cinnamon and pepper), raffia, and tourism. Zanzibar is also the home of the endemic Zanzibar Red Colobus and the elusive Zanzibar Leopard. The word "Zanzibar" probably derives from the Persian Zangi-bar ("coast of the blacks") and it is also known as Zanji-bar in Arabic. "Zanzibar" may also refer to the spice ginger (genus Zingiber). Zanzibar is sometimes referred to as the "Spice Islands," a term that is also associated with the Maluku Islands in Indonesia. Pemba Island is the only island apart from Zanzibar that still produces cloves on a major basis which is the primary source of spice income for the islands.

History

The first permanent residents of Zanzibar seem to have been the ancestors of the Hadimu and Tumbatu, who began arriving from the East African mainland around AD 1000. They had belonged to various mainland ethnic groups, and on Zanzibar they lived in small villages and did not coalesce to form larger political units. Because they lacked central organization, they were easily subjugated by outsiders.

Ancient pottery demonstrates existing trade routes with Zanzibar as far back as the ancient Assyrians. Traders from Arabia, mostly from Yemen, the Persian Gulf region of modern-day Iran (especially Shiraz), and west India probably visited Zanzibar as early as the 1st century. They used the monsoon winds to sail across the Indian Ocean and landed at the sheltered harbor located on the site of present-day Zanzibar Town. Although the islands had few resources of interest to the traders, they offered a good location from which to make contact with the towns of the East African coast.

Traders from the Persian Gulf region and Yemen began to settle in small numbers on Zanzibar in the late 11th or 12th century; they intermarried with the indigenous Africans and eventually a hereditary ruler (known as the Mwenyi Mkuu or Jumbe), emerged among the Hadimu. A similar ruler, called the Sheha, was set up among the Tumbatu. Neither ruler had much power, but they helped solidify the ethnic identity of their respective peoples.

The earliest southern hemisphere mosque was built in Kizimkazi, Unguja's southernmost village by the Yemenis, and a kufic inscription on its mirhab wears the date AH 500, i.e. AD 1107.

Da Gama's visit in 1499 marks the beginning of European influence. The Portuguese established control over the island in 1503. In August 1505, it became part of the Portuguese Empire when Captain John (João) Homere of de Almeida's fleet captured the island and claimed it for Portugal. It was to remain a possession of Portugal until 1698.

In 1698, Zanzibar became part of the overseas holdings of Oman, falling under the control of the Sultan of Oman. The Portuguese were expelled and slave traffic under the Sultan thrived along with an expanding economy in clove spice.

Sayyid Said bin Sultan al-Busaid moved his capital from Muscat in Oman to Stone Town in 1840. After his death in 1856, his sons struggled over the succession. On April 6, 1861, Zanzibar and Oman were divided into two separate principalities. Sayyid Majid bin Said Al-Busaid (1834/5–1870), his sixth son, became the Sultan of Zanzibar, while his brother, the third son Sayyid Thuwaini bin Said al-Said became the Sultan of Oman.

During this period, the Sultan of Zanzibar also controlled a substantial portion of the east African coast, known as Zanj, including Mombasa and Dar es Salaam, and trading routes extended much further into Africa, such as to Kindu on the Congo River. In November 1886, a German-British border commission established the Zanj as a ten-nautical mile (19 km) wide strip along the coast from Cape Delgado (now in Mozambique) to Kipini (now in Kenya) including all offshore islands and several towns in what is now Somalia. However, from 1887 to 1892, all of these mainland possessions were subsequently lost to the colonial powers of Britain, Germany, and Italy although some were not formally sold or ceded until the 20th century (Mogadishu to Italy in 1905 and Mombasa to Britain in 1963).

Zanzibar has the distinction of having the first steam locomotive in East Africa, when Sultan Bargash bin Said ordered a tiny 0-4-0 tank engine to haul his regal carriage from town to his summer palace at Chukwani.

The British Empire gradually took over; the relationship was formalized by the 1890 Helgoland-Zanzibar Treaty, in which Germany pledged not to interfere with British interests in insular Zanzibar. Zanzibar became a protectorate of the United Kingdom that year. The British appointed first viziers from 1890 to 1913, and then British residents from 1913 to 1963.

The death of Sultan Hamad bin Thuwaini on 25 August 1896, saw the usurper Seyyid Khalid bin Bargash son of Sultan Bargash bin Said take over the palace and declare himself the new ruler. This was contrary to the wishes of the British government, which favoured Hamoud bin Mohammed. This led to a showdown, later called the Anglo-Zanzibar War, on the morning of 27 August when ships of the Royal Navy destroyed the Beit al Hukum Palace, having given Khalid an ultimatum to leave. He refused and at 9 am the ships opened fire and despite a substantial return of fire from Khalid's rebel troops, a cease fire was declared 45 minutes later after Khalid had fled to the German consulate. The bombardment subsequently became known as The Shortest War in History. Hamoud was declared the new ruler and peace was restored once more. Acquiescing to British demands, Hamoud brought an end to Zanzibar's role as a centre for the eastern slave trade that had begun under Omani rule in 17th century by banning slavery and freeing the slaves of Zanzibar with compensation in 1897.

On December 10, 1963, Zanzibar received its independence from the United Kingdom as a constitutional monarchy under the Sultan. This state of affairs was short-lived, as the Sultan and the democratically elected government were overthrown on January 12, 1964, and on April 26 of that year, Zanzibar merged with the mainland state of Tanganyika to form the United Republic of Tanzania. This period of transition was not without violence:

On January 12, 1964, a violent revolution ousted the ZNP-led coalition.. 5,000-12,000 Zanzibaris of Arabic descent were killed, according to reports, and thousands of others were detained and their property either confiscated or destroyed. The film Africa Addio also documented the massacre of Arabs which was led by a Ugandan, John Okello.

Political status

Zanzibar also has its own Revolutionary Council and House of Representatives (with 50 seats, directly elected by universal suffrage to serve five-year terms) to make laws especially for it; these make up the semi-autonomous Revolutionary Government of Zanzibar.

The Island of Zanzibar comprises three administrative regions: Zanzibar Central/South, Zanzibar North and Zanzibar Urban/West. On the Island of Pemba are the two regions Pemba North and Pemba South.

Culture

The island is home to Zanzibar University. Zanzibar is a conservative, Muslim society. It's history was influenced by the Persians, Arabs, Indians, Portuguese, British and the African mainland. Stone Town is a place of winding lanes, circular towers, carved wooden doors, raised terraces and beautiful mosques. Important architectural features are the Livingstone house, the Guliani Bridge, and the House of Wonders, a palace constructed by Sultan Barghash in 1883. The town of Kidichi features the Hammam Persian Baths, built by immigrants from Shiraz, Iran during the reign of Sultan Barghash bin Said.

Zanzibar was the first region in Africa to introduce colour television, in 1973. The current tv-station is called TvZ. The first television service on mainland Tanzania was not introduced until some twenty years later.

Zanzibar criminalised gay and lesbian sex in 2004. In September 2006, a radical Islamic group on the archipelago, Uamsho, forced organizers to abandon plans to mark the 60th birthday of musician and Zanzibar native Freddie Mercury, (late lead singer of the rock group Queen), saying he violated Islam with his openly gay lifestyle.

Trade

Pemba Island was once the world's leading clove producer. With the government of Tanzania deciding to privatize the clove market, the natural clove producing island went into an economic slump. It also exports spices, seaweed and fine raffia. Zanzibar also has a large fishing and dugout canoe production.

Stone Town

Stone Town or Mji Mkongwe, in Swahili, is the old part of Zanzibar City, the capital of the island of Zanzibar, a part of Tanzania. The old town is built on a triangular peninsula of land on the western coast of the island. It consists of a warren of narrow alleys to houses, shops, bazaars and mosques. Transport around town is by foot, bicycle or motorbike: cars are too wide to drive down many of the inner streets.

Its Swahili architecture incorporates elements of Arab, Persian, Indian, European and African styles. The Arab houses are particularly noticeable because they have large and ornately carved wooden doors and other unusual features such as enclosed wooden verandas.

The site has probably been occupied for around three centuries with buildings only being constructed with stone since the 1830s. Two large buildings dominate the main front of Stone Town. One is Beit-El-Ajaib or the House of Wonders, which was built by Sultan Seyyid Barghash as a grand palace for ceremonial purposes. The other is the Arab Fort which stands on the site of a former Portuguese settlement and was converted to a fort during the 18th Century.

The town was the centre of trade on the East African coast between Asia and Africa before the colonization of the mainland in the late 1800s after which the focus moved to Mombasa and Dar es Salaam. The main export was spices and particularly cloves. For many years Stone Town was a major centre for the slave trade, Slaves were obtained from mainland Africa and traded with the Middle East. The Anglican Cathedral is built on the site of a former slave market. Some of the holding cells still exist at the site.

The town also became a base for many European explorers, particularly the Portuguese, and colonisers from the late 1800s. David Livingstone used Stone Town as his base for preparing for his final expedition in 1866, a house, now bearing his name, was lent by Sultan Seyyid Said. Immigrant communities from Oman, Persia and India lived here. These were often engaged in trade or in the case of the Omanis were rulers of the island and its dependent territories.

Stone Town has been designated by UNESCO as a World Heritage Site. It is also famous as the birthplace of Freddie Mercury, who used to be the lead singer of the band Queen.

According to the 2002 Tanzania National Census, the population of the Urban District, to which Stone Town belongs, was 206,292.

Freddie Mercury
Farrokh Bulsara

Freddie Mercury (born Farrokh Bulsara; 5 September 1946 – 24 November 1991) was a British musician, best known as the lead singer of the rock band Queen (inducted into the Rock and Roll Hall of Fame in 2001). He is noted for his vocal abilities and for his live performances. As a songwriter, he composed many international hits, including "Bohemian Rhapsody", "Killer Queen", "Somebody to Love", "We Are the Champions" and "Crazy Little Thing Called Love". In addition to his work with Queen, he also produced several hits as a solo artist. Mercury, who was of Indian Parsi descent and who grew up in India, has been referred to as "Britain's first Asian pop star." He died of complications from AIDS in 1991.

Although Queen was not always popular with rock music critics, estimates of the band's worldwide record sales to date have been placed as high as 300 million. The band has also spent more collective weeks on the UK Album Charts than any other musical act, including The Beatles. In 2006, Time Asia named Mercury as one of the most influential Asian heroes of the past 60 years. On the other hand, he has been criticized for having kept his ethnicity, as well as his HIV status, a secret from the public.

Early years

Freddie Mercury was born as Farrokh Bulsara on the African island of Zanzibar, at the time a British colony, now part of Tanzania. His parents, Bomi Bulsara and Jer Bulsara were Parsis from British India. The family had moved to Zanzibar in order for Bomi to continue his job as a middle-ranking cashier at the British Colonial Office. He had one younger sister, Kashmira.

Mercury was sent back to India at the age of 8 to attend St. Peter's School, a boarding school for boys at Panchgani near Bombay (now Mumbai). At St. Peter's, he was a bright student who excelled at sports. At school, he formed a popular school band, called The Hectics, for which he played the piano. A friend from the time recalls that he "had an uncanny ability to listen to the radio and replay what he heard on piano." It was also at St. Peter's where he began to call himself "Freddie". Mercury remained in India for most of his childhood, living with his grandmother and aunt. He completed his education in India at St. Mary's (ISC) High School in Mazagon before returning to Zanzibar.

At the age of 17, Mercury and his family were forced to flee from Zanzibar, due to the 1964 Zanzibar Revolution. The family moved into a small house in Feltham, London. He enrolled at Isleworth Polytechnic (now West Thames College) in West London where he studied art. He ultimately earned a Diploma in Art and Graphic Design at Ealing Art College, later using these skills in order to design the Queen crest. Mercury remained a British citizen for the rest of his life.

Following graduation, Mercury joined a series of bands and sold second-hand clothes in the Kensington Market in London. He also held a job at Heathrow Airport. Friends from the time remembered Mercury as a quiet and shy student who showed a great deal of interest in music. In 1969 he formed the band Ibex, which was later renamed to Wreckage. When this band failed to take off, he joined a second band called Sour Milk Sea. However, by early 1970, this group broke up as well.

In April of 1970, Mercury joined with guitarist Brian May and drummer Roger Taylor, who had previously been in a band called Smile. Despite reservations from the other members, Mercury chose the name "Queen" for the new band. He later said about the band's name, "I was certainly aware of the gay connotations, but that was just one facet of it." At around this time, he also legally changed his name.

Influences

As a child, Mercury listened to a considerable amount of Indian music, and one of his early influences was the Bollywood playback singer Lata Mangeshkar, whom he had the opportunity to see live in India. After moving to England, Mercury became a fan of Jimi Hendrix, John Lennon and The Beatles. He said of Hendrix: "Jimi Hendrix is very important. He's my idol. He sort of epitomizes, from his presentation on stage, the whole works of a rock star. There's no way you can compare him. You either have the magic or you don't. There's no way you can work up to it. There's nobody who can take his place." Another one of Mercury’s favourite performers was singer and actress Liza Minnelli. He once explained: "One of my early inspirations came from Cabaret. I absolutely adore Liza Minnelli, she's a total wow. The way she delivers her songs-the sheer energy."

Singer

Regarded as one of the greatest singers in popular music, Freddie Mercury possessed a very distinctive voice, including a recorded range of nearly four octaves. Although his speaking voice naturally fell in the baritone range, he delivered most songs in the tenor range. Biographer David Bret described his voice as "escalating within a few bars from a deep, throaty rock-growl to tender, vibrant tenor, then on to a high-pitched, almost perfect coloratura, pure and crystalline in the upper reaches." On the other hand, he would often lower the highest notes during live performances. Mercury also claimed never to have had any formal training and suffered from vocal nodules. Catalan soprano Montserrat Caballé, with whom Mercury recorded an album expressed her opinion that "the difference between Freddie and almost all the other rock stars was that he was selling the voice."

Songwriter

Mercury wrote ten out of the seventeen songs on Queen's Greatest Hits album: "Seven Seas of Rhye", "Killer Queen", "Bohemian Rhapsody", "Somebody to Love", "Good Old-Fashioned Lover Boy", "We Are the Champions", "Bicycle Race", "Don't Stop Me Now", "Crazy Little Thing Called Love", and "Play the Game". However, by the 1980s, all four members of the band were writing hits.

The most notable aspect of his songwriting involved the wide range of different genres that he used, which included, among other styles, rockabilly, heavy metal and disco. As he explained in a 1986 interview, "I hate doing the same thing again and again. I like to see what's happening now in music, film and theatre and incorporate all of those things." Compared to many popular songwriters, Mercury also tended to write musically complex material. For example, "Bohemian Rhapsody" is acyclic in structure and comprises dozens of chords. "Crazy Little Thing Called Love", on the other hand, contains only a few chords. Despite the fact that Mercury often wrote very intricate harmonies, he also claimed that he could barely read music. He wrote most of his songs on the piano, often choosing keys that were technically difficult for band mate and guitarist Brian May.

Live performer

Mercury is noted for his live performances, which were often delivered to stadium audiences around the world. He displayed a highly theatrical style that often invoked a great deal of participation from the crowd. A writer for The Spectator described him as "a performer out to tease, shock and ultimately charm his audience with various extravagant versions of himself." David Bowie, who performed at the Freddie Mercury Tribute Concert and recorded the song "Under Pressure" with Queen said of Mercury, "Of all the more theatrical rock performers, Freddie took it further than the rest." ... "He took it over the edge. And of course, I always admired a man who wears tights. I only saw him in concert once, and as they say, he was definitely a man who could hold an audience in the palm of his hand. He could always turn a cliché to his advantage."

One of Mercury's most notable performances with Queen took place at Live Aid in 1985, during which the entire stadium audience of 72,000 people clapped, sang, and swayed in unison. Queen's performance at the event has since been voted by a group of music executives as the greatest live performance in the history of rock music. The results were aired on a television program called "The World's Greatest gigs". In reviewing Live Aid in 2005, one critic wrote, "Those who compile lists of Great Rock Frontmen and award the top spots to Mick Jagger, Robert Plant et al. are guilty of a terrible oversight. Freddie, as evidenced by his Dionysian Live Aid performance, was easily the most godlike of them all."

Over the course of his career, Mercury performed an estimated 700 concerts in countries around the world with Queen. A notable aspect of Queen concerts was the large scale involved. He once explained, "We're the Cecil B. DeMille of rock and roll, always wanting to do things bigger and better." The band was the first ever to play South American stadiums, breaking worldwide records for concert attendance in the Morumbi Stadium in Sao Paulo in 1981. In 1986, Queen was also the first to play behind the Iron Curtain, when it performed to a crowd of 80,000 in Budapest. Mercury's final live performance with Queen took place on August 9th, 1986 at Knebworth Park in England and drew an attendance estimated as high as 300,000.

Instrumentalist

Mercury's prime instrument was the piano where he developed a unique style admired by many fans and critics alike. He possessed a style that was very rhythmic and emphasised lots of passion, which can be seen on many of the piano based songs he played on. Examples of piano-based Queen songs include "Killer Queen", "Bohemian Rhapsody", "Good Old Fashioned Lover Boy", "We Are the Champions", and "Don't Stop Me Now". He used concert grand pianos and, in the studio, various keyboard instruments such as organs, harpsichords and an upright piano. From 1979 onwards also he made extensive use of synthesizers in the studio. Queen guitarist Brian May claims that Mercury was unimpressed with his abilities at the piano and used the instrument less over time.[39] Although he wrote many guitar lines, Mercury possessed only rudimentary skills on the instrument. Nevertheless, he wrote the song "Crazy Little Thing Called Love" on the guitar and often played it during live performances of the song.

Solo career

In addition to his work with Queen, Mercury put out two albums and several singles. Although his solo work was not as commercially successful as most Queen albums, the two albums and several of the solo songs debuted in the top 10 of the UK Album Charts. His first solo effort involved the contribution of a song called Love Kills to a 1984 album dedicated to the 1926 Fritz Lang film Metropolis. The song, which was produced by Giorgio Moroder, debuted at the #10 position in the UK charts.

Mercury produced two solo albums, Mr. Bad Guy and Barcelona, released in 1985 and 1988, respectively. The former was a pop-oriented album that emphasized disco and dance music. "Barcelona" was recorded with the opera singer Montserrat Caballé, whom he had long admired. Although it debuted in the top ten of the UK Album Charts, Mr. Bad Guy was not considered to have been a commercial success relative to most Queen albums. However, in 1993, a remix of "Living on My Own", a single from the album, reached the #1 position on the UK Singles Charts. The song also garnered Mercury a posthumous Ivor Novello Award. All Music critic Ed Rivadavia describes Mr. Bad Guy as "outstanding from start to finish" and expressed his view that Mercury "did a commendable job of stretching into uncharted territory." In particular, the album was heavily synthesizer-driven in a way that was not characteristic of previous Queen albums.

Barcelona, recorded with Catalan soprano Montserrat Caballé, combined elements of popular music and opera. Many critics were uncertain of what to make of the album, with one critic referring to it as "the most bizarre CD of the year." Caballé, on the other hand, considered the album to have been one of the great successes of her career. The title song from the album debuted at the #8 position in the UK charts and was a hit in Spain.

In addition to the two solo albums, Mercury released several additional singles, including his own version of the hit The Great Pretender by The Platters, which debuted at the #5 spot in the UK in 1987. In September of 2006, a compilation album featuring Mercury’s solo work was released in the UK in honour of what would have been his sixtieth birthday. The album debuted in the top 10 of the UK Album Charts.

Personal

In the early 1970s Mercury was in a long-term relationship with a girlfriend named Mary Austin, with whom he lived for many years. However, by the mid-1970s, the singer began an affair with a male record executive at Elektra Records, which ultimately resulted in the end of his relationship with Austin. Mercury and Austin nevertheless remained close friends through the years, with Mercury often referring to her as his only true friend. In a 1985 interview, Mercury said of Austin, "All my lovers asked me why they couldn't replace Mary (Austin), but it's simply impossible. The only friend I've got is Mary, and I don't want anybody else. To me, she was my common-law wife. To me, it was a marriage. We believe in each other, that's enough for me. I couldn't fall in love with a man the same way as I have with Mary." He also wrote several songs about Austin, the most notable of which is "Love of My Life."

By 1980, he began to frequent gay bathhouses and clubs in New York, where he met many short-term partners. Inspired by Glenn Hughes of the Village People, Mercury also began to grow a moustache at around this time. By 1985 he began another long-term relationship with a hairdresser named Jim Hutton. Hutton lived with Mercury for the last six years of his life, nursed him during his illness and was present at his bedside when he died. Hutton also claims that Mercury died wearing a wedding band that he had given him.

Although he cultivated a very flamboyant stage personality, several sources refer to Mercury as having been very shy in person. He also granted very few interviews. Mercury once said of himself: "When I'm performing I'm an extrovert, yet inside I'm a completely different man."

Death

According to companion Jim Hutton, Mercury was diagnosed with HIV in the spring of 1987. Around that time, Mercury also claimed to have tested negative for the virus in an interview. Despite the denials, British press pursued the rampant rumours over the next few years, fueled by Mercury's physical appearance, Queen's lack of touring and by reports from former lovers to various tabloid journals. Towards the end of his life, he was routinely stalked by photographers, while the daily tabloid newspaper The Sun featured a series of articles claiming that he was seriously ill. Mercury's gaunt appearance further fueled speculation.

Mercury continued to record music in the studio until the month before he died in November of 1991. During the final year of his life, Queen was at the height of its commercial success, as the album Innuendo entered the British charts at the number one position and sold 250,000 copies in the first week alone.

On November 22, 1991, Mercury called Queen's manager Jim Beach over to his Kensington home, to discuss a public statement. The next day, November 23, the following announcement was made to the press on behalf of Mercury:

“Following the enormous conjecture in the press over the last two weeks, I wish to confirm that I have been tested HIV positive and have AIDS. I felt it correct to keep this information private to date to protect the privacy of those around me. However, the time has come now for my friends and fans around the world to know the truth and I hope that everyone will join with my doctors and all those worldwide in the fight against this terrible disease. My privacy has always been very special to me and I am famous for my lack of interviews. Please understand this policy will continue.”

A little over 24 hours after issuing the statement, the singer died on November 24, 1991 at the age of 45, the same day as Kiss drummer Eric Carr. He died at home, in his bedroom. The official cause of death was bronchial pneumonia resulting from AIDS. Although he had not attended religious services in years, Mercury's funeral was conducted by a Zoroastrian priest. Singer Elton John and the remaining members of Queen attended the funeral. He was cremated at Kensal Green Cemetery and the whereabouts of his ashes now are unknown.

In his will, Mercury left the vast majority of his wealth including his home and recording royalties to Mary Austin and the remainder to his parents and sister. He further left £500,000 to his chef Joe Fanelli, £500,000 to his personal assistant Peter Freestone, £100,000 to his driver Terry Giddings, and £500,000 to his partner, Jim Hutton. Mary Austin continues to live at Mercury's home, Logan Place, Kensington, with her family.

Criticism and controversy

Ethnicity

Mercury has been criticized for having kept his Indian ethnicity a secret from the public. As a journalist from The Times observed, "Freddie himself always played down his Indian origins. In the few interviews he gave, he remained deliberately unclear about them. A close friend of Mercury's further related to biographer David Bret: "[Farrokh] Bulsara was a name he had buried. He never wanted to talk about any period in his life before he became Freddie Mercury, and everything about Freddie Mercury was a self-constructed thing." A very critical journalist from Times Online compared him to Michael Jackson: "He wanted to pass as a white European rock’n’roll star. Curiously, people are horrified that Michael Jackson should be in such denial of his ethnic origins and yet don’t mind Mercury doing the same thing."

It has been suggested that commercial considerations may have been a major reason behind Mercury's elusiveness. Bandmate Roger Taylor suggested that he downplayed his heritage because he worried that it was not "something that people would equate with rock 'n' roll". In his book Brimful of Asia: Negotiating Ethnicity on the UK Music Scene, author Rehan Hyder explores the obstacles that Asian musicians may have in attaining commercial success in popular music. Hyder writes of Mercury: "His public persona made little or no reference to his ethnic origins. This public denial of his background (along with a similar refutal of his homosexuality) reflects a man who certainly valued his privacy but can be viewed as part of a calculated and necessary career plan."

HIV status

Mercury has also been criticized for the fact that he hid his HIV status from the public for many years, waiting for the day before he died to admit that he had AIDS. It has been suggested that he could have raised a great deal of money and awareness by speaking truthfully and honestly about his situation and his fight against the disease.

Sexual orientation

While some critics have suggested that Mercury hid his sexual orientation from the public,  other sources refer to the singer as having been "openly gay". In fact, Mercury referred to himself as "gay" in a 1974 interview with NME magazine. On the other hand, he would often distance himself from partner Jim Hutton during public events in the 1980s. A writer for a gay online newspaper felt that audiences may have been overly naive about the matter: "While in many respects he was overtly queer his whole career, ('I am as gay as a daffodil, dear' being one of his most famous quotes [sic]), his sexual orientation seemed to pass over the heads of scrutinizing audiences and pundits (both gay and straight) for decades." John Marshall of Gay Times expressed the following opinion in 1992: "He [Mercury] was a 'scene-queen', not afraid to publicly express his gayness but unwilling to analyze or justify his lifestyle....It was as if Freddie Mercury was saying to the world, 'I am what I am. So what?' And that in itself was a statement."

Criticism from rock critics

Although Queen was always highly successful on a commercial level, the band often received poor reviews from rock music critics in magazines such as the "NME" and "Rolling Stone." In the 1970s, many of these critics embraced the newly emerging punk rock movement and felt that Queen albums were musically excessive. A journalist for The Guardian wrote of the song Bohemian Rhapsody: "Its overblown operatic tones and melodramatic tempo changes came to epitomise the style lampooned by rock critics as pomp rock." Another Rolling Stone critic expressed his opinion that many of the songs on the band's 1974 Queen II album featured "histrionic vocals, abrupt and pointless compositional complexity, and a dearth of melody.

Importance in AIDS history

Freddie Mercury's death represented an important event in the history of AIDS. In the spring of 1992, the remaining members of Queen founded The Mercury Phoenix Trust and organized The Freddie Mercury Tribute Concert for AIDS Awareness. The Mercury Phoenix Trust has since raised millions of pounds for various AIDS charities. The tribute concert, which took place at Wembley Stadium for an audience of 72,000, featured a wide variety of guests including Robert Plant, Extreme, Elton John, Metallica, David Bowie, Annie Lennox, Tony Iommi, Guns N' Roses, Elizabeth Taylor, George Michael, Def Leppard and Liza Minnelli. The concert was broadcast live to 76 countries and had an estimated viewing audience of 1 billion.