Ulisse Aldrovandi

Ornithologiae tomus alter - 1600

Liber Decimusquartus
qui est 
de Pulveratricibus Domesticis

Libro XIV
che tratta delle domestiche amanti della polvere

trascrizione di Fernando Civardi - traduzione di Elio Corti

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[318] Quem vero Persicum Gallum appellant, et quem hic depinximus, a nostratibus in eo potissimum differt, quod cauda careat, caetera simillimus existit. Crista<m> tamen veluti caudam obtinet. Erat autem totus niger lineis luteis conspersus: Alarum remiges principio albae erant, caetera atrae: pedes cinerei: Gallina quoad formam habitumve nostratibus erat similis: colore a mare diversissimo, unde tam in his, quam in illis coloris diversitatem vilipendendam arbitror. Erat autem tota coloris ferruginei, tribus pennis remigum exceptis, quae nigrae erant. Crista, si cristae maris compares longe erat quam in illo minor. Gallo appinximus phalaridem, Gallinae {calamogrostim} <calamagrostim>.

In verità quello che chiamano gallo persiano, e che qui abbiamo raffigurato, differisce dai nostri soprattutto per il fatto che gli manca la coda, per il resto risulta del tutto identico. Tuttavia ha una cresta come se fosse una coda. Era tutto nero cosparso di strisce gialle. Le remiganti delle ali alla punta erano bianche, per il resto nere: le zampe color cenere: la gallina per quanto riguarda la forma e l’aspetto era simile alle nostre: il colore era del tutto diverso da quello del maschio, per cui ritengo che sia in queste che in quelle la diversità della colorazione deve essere tenuta in scarsa considerazione. Era tutta quanta di color ruggine eccetto tre remiganti che erano nere. La cresta, se la paragoni a quella del maschio, era di gran lunga più piccola che in lui. Accanto al gallo abbiamo raffigurato la canaria, Phalaris canariensis, accanto alla gallina la Calamagrostis epigeios.

 

 

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