[318] Quem vero Persicum Gallum appellant, et quem
hic depinximus, a nostratibus in eo potissimum differt, quod cauda
careat, caetera simillimus existit. Crista<m> tamen veluti caudam
obtinet. Erat autem totus niger lineis luteis conspersus: Alarum remiges
principio albae erant, caetera atrae: pedes cinerei: Gallina quoad
formam habitumve nostratibus erat similis: colore a mare diversissimo,
unde tam in his, quam in illis coloris diversitatem vilipendendam
arbitror. Erat autem tota coloris ferruginei, tribus pennis remigum exceptis, quae
nigrae erant. Crista, si cristae maris compares longe erat quam
in illo minor. Gallo appinximus phalaridem, Gallinae {calamogrostim}
<calamagrostim>.
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In
verità quello che chiamano gallo persiano, e che qui abbiamo
raffigurato, differisce dai nostri soprattutto per il fatto che gli
manca la coda, per il resto risulta del tutto identico. Tuttavia ha una
cresta come se fosse una coda. Era tutto nero cosparso di strisce
gialle. Le remiganti delle ali alla punta erano bianche, per il resto
nere: le zampe color cenere: la gallina per quanto riguarda la forma e
l’aspetto era simile alle nostre: il colore era del tutto diverso da
quello del maschio, per cui ritengo che sia in queste che in quelle la
diversità della colorazione deve essere tenuta in scarsa
considerazione. Era tutta quanta di color ruggine eccetto tre remiganti
che erano nere. La cresta, se la paragoni a quella del maschio, era di
gran lunga più piccola che in lui. Accanto al gallo abbiamo raffigurato
la canaria,
Phalaris canariensis, accanto alla gallina la Calamagrostis
epigeios.
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