Favole di Esopo e di Fedro


Esopo

La gallina dalle uova d'oro

C'era una volta una straordinaria gallina che faceva un uovo d'oro al giorno. Il contadino a causa della sua avidità dopo qualche tempo non fu più soddisfatto dell'unico uovo che la gallina puntualmente gli sfornava:

"Scommetto che se la uccidessi diventerei ricchissimo, chissà quanto oro ha dentro la pancia, è inutile stare ad aspettare un misero uovo al giorno!" pensò convinto.

Ma dovette accorgersi che la prodigiosa gallina non era affatto diversa dalle altre e che dentro di lei non c'era dell'oro come aveva scioccamente immaginato.

Così per non essersi accontentato di ciò che aveva restò senza nulla poiché ora non poteva contare nemmeno su un uovo al giorno.

Avere la coda di paglia

L’espressione deriva da una favola di Esopo che narra di una volpe cui una tagliola mozzò la coda. La bestiola si vergognava, così deturpata nella sua eleganza, e gli altri animali, suoi amici, decisero di farle una coda di paglia. La coda era così bella che, chi non sapeva della disgrazia, non avrebbe mai potuto sospettare fosse finta.

Ma un giorno un gallo si lasciò scappare il segreto e la notizia della volpe con la coda di paglia arrivò fino all’orecchio dei contadini. Conoscendo il punto debole della volpe, questi accesero dei fuochi vicino ai pollai, perché non potesse più rubare i loro polli. La volpe sapeva che la paglia prende fuoco facilmente, e per paura di bruciarsi non si avvicinò più ai pollai.

Da qui l’espressione "avere la coda di paglia", che significa temere ogni tipo di critica per un comportamento, o un difetto, su cui si teme che gli altri possano infierire. Come dice un proverbio toscano: "Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco".

Il cane, il gallo e la volpe

Un cane e un gallo erano amici e viaggiavano insieme.
Giunta la sera, per dormire il gallo salì su un albero
e il cane si sistemò tra le sue radici.
Al mattino, come sua abitudine, il gallo cantò.
Una volpe l'udì e accorse sotto l'albero:
«Come canti bene! Che bella voce!
Scendi che ti voglio abbracciare.»
«Certo, ma prima devi svegliare il portiere
che sta ai piedi dell'albero.»
Ma mentre la volpe stava per svegliare il portiere
il cane balzò fuori e la fece a pezzi.

Le persone di buon senso, con qualche stratagemma
sviano gli assalti dei loro nemici verso qualcuno più forte di loro.

La donnola e il gallo

Una donnola aveva preso un gallo e avrebbe voluto un pretesto plausibile per mangiarselo. Cominciò quindi ad accusarlo di essere molesto agli uomini, perché, cantando di notte, non li lascia prender sonno. E quello si difendeva, asserendo di farlo nel loro interesse, affinché si svegliassero per attendere alle loro faccende quotidiane.

Allora la donnola gli muoveva un'altra accusa, quella di violare le leggi di natura, accoppiandosi con sua madre e con le sue sorelle. E poiché il gallo asseriva che anche questo era nell'interesse dei padroni, perché così le galline facevano loro molte uova, la donnola esclamò: «Non ti mancano certo delle magnifiche giustificazioni; ma io non voglio mica per questo rimanere a bocca asciutta!» E se lo divorò.

La favola mostra come i malvagi, quando si sono messi in testa di fare un sopruso, se non ci riescono con pretesti plausibili, agiscono alla scoperta.

I ladri e il gallo

I ladri penetrarono in una casa, ma non ci trovarono altro che un gallo. Lo presero e se ne andarono. Quando fu lì per essere ammazzato, il gallo cominciò a pregare che lo risparmiassero, dicendo che egli era utile agli uomini, perché li svegliava al buio, così che potessero attendere alle loro faccende.

«Ma questa è una ragione di più per tirarti il collo», gli risposero gli altri. «Svegliando loro, tu impedisci a noi di rubare.»

La favola mostra che quel che dà più fastidio ai bricconi sono proprio i servizi resi alle persone dabbene.

L’asino, il gallo e il leone

Una volta un gallo stava mangiando insieme con un asino. Ecco che un leone piomba addosso all'asino, e il gallo emette un grido. Il leone, che, a quanto pare, ha paura della voce del gallo, scappa.

Allora l'asino, illudendosi d'averlo messo in fuga lui, prese subito a rincorrerlo. Quando l'ebbe seguito lontano, dove non arrivava più la voce del gallo, il leone si volse indietro e se lo divorò.

«Povero stupido ch'io sono!», esclamava morendo l'asino, «perché ho voluto partire in guerra, io che non sono nato di genitori guerrieri? »

La favola mostra che molti uomini partono in guerra contro gente che si è fatta piccola a bella posta, e così finiscono rovinati da quella.

Fedro

Il galletto e la perla

Un galletto stava cercando qualcosa da mangiare in un letamaio, e vi trovò una perla. "In che posto indegno stai", disse, "preziosa come sei! Se ti avesse visto chi è avido del tuo valore, saresti già tornata allo splendore di un tempo. Ma ti ho trovata io, che preferisco di gran lunga il cibo, e questo non può giovare assolutamente né a te né a me". Riferisco questa storia a chi non mi capisce.

L'asino e i Galli
Chi è nato disgraziato, non solo trascorre una vita grama,
ma anche dopo la morte lo perseguita il suo destino crudele e sventurato.

I Galli di Cibele erano soliti portare in giro per la questua un asino stracarico di bagagli. Quando questi morì di fatica e di botte, lo scuoiarono e con la sua pelle si fecero dei tamburi. Dopo un po' di tempo un tale chiese loro cosa mai avessero fatto del loro tesoruccio, ed essi risposero in questo modo: "Pensava di starsene in pace dopo la morte, ma ecco che da morto è caricato di altre botte".

Giunone,Venere e la gallina
La voglia delle donne

Giunone si vantava della sua continenza; Venere allora non si lasciò sfuggire un'occasione di scherzare, e per dimostrarle che nessuna era come lei, si dice che abbia interrogato la gallina così: "Dimmi, per piacere, di quanto cibo hai bisogno per poterti saziare". Quella rispose: "Qualunque razione mi darai, sarà sufficiente, purché tu mi conceda di raspare". "Perché tu non raspi", disse Venere, "ti basta un moggio di grano?" "Certamente, anzi è troppo, ma mi permetterai di raspare?" "Insomma, quanto ti occorre per non raspare più?". Allora, finalmente, quella confessò il vizio congenito: "Anche davanti a un granaio tutto spalancato io continuerò comunque a raspare". Si dice che Giunone abbia riso dello scherzo di Venere, perché attraverso la gallina aveva indicato le donne.

Il gallo portato in lettiga dai gatti
L'eccessiva sicurezza spesso mette gli uomini in pericolo

Un gallo aveva dei gatti come lettighieri. Quando la volpe lo vide tutto tronfio in portantina, così parlò: "Ti consiglio di stare in guardia dagli inganni, perché, se badassi bene allo sguardo di costoro, penseresti che stiano portando una preda, non un carico". Non appena quella congrega feroce cominciò ad avere fame, fece a pezzi il padrone e si divise le parti del delitto.