Marcello Malpighi
De formatione pulli in ovo
La formazione del pulcino nell'uovo
Trascrizione
di Fernando Civardi
traduzione di Elio Corti
revisione di Roberto Ricciardi
Settembre 2010
Il
testo latino è tratto da
Marcelli Malpighii Opera omnia
Londini – apud Robertum Scott MDCLXXXVI
ma
a causa di alcuni errori in esso contenuti
è stato emendato con la seguente fonte
Marcelli
Malpighii Opera omnia
Lugduni Batavorum – apud Petrum Vander MDCLXXXVII
Per
accedere a questa edizione
Le
note a piè pagina provengono in massima parte da
Opere scelte di Marcello Malpighi a cura di Luigi Belloni - Torino UTET 1967
L'asterisco indica che la voce è presente nel lessico
[1]
DE
FORMATIONE PULLI IN OVO. MAGNAE
SOCIETATI REGIAE ANGLICANAE |
LA
FORMAZIONE DEL PULCINO NELL'UOVO Marcello
Malpighi saluta molto cordialmente |
Solent
in excitandis machinis praevio operis apparatu singulas efformare
partes, ita ut separata prius pateant ea, quae postmodum redigi debent
in compagem. Hoc in Naturae operibus plures eiusdem Mystae, circa
Animalium indaginem soliciti, accidere sperabant. Corporis etenim
implicatam structuram cum difficillimum sit resolvere, disparatas in
primordiis singulorum productiones intueri iuvabat. Sed vereor,
mortalium vitam incertis nimium finibus claudi, et aeque obscurum esse
carcerem, ac metam.
Quare, sicut Mors, monente Tullio[1],
nec ad vivos, nec ad mortuos pertinet; ita quid tale in primaevo Animalium initio
accidere censeo: dum enim ab Ovo
animalium solicite perquirimus productionem, in Ovo ipso iam fere animal miramur excitatum, ita ut irritus
noster labor reddatur: Nam primum ortum non assequuti, emergentem
successive partium manifestationem expectare cogimur. |
Quando
si costruiscono delle macchine, prima di dare il via al loro
assemblaggio si è soliti fabbricare i singoli componenti, in maniera
che prima si vedano separatamente i pezzi che successivamente debbono
essere assemblati. Parecchi iniziati ai misteri della natura, assai
interessati a indagare gli animali, speravano che ciò accadesse nelle
opere della natura. Infatti, essendo molto difficile sbrogliare
l'intricata struttura del corpo, si rivelava utile indagare
attentamente sin dall'inizio la formazione separata delle singole
parti. Ma temo che la vita dei mortali si trova rinchiusa entro
confini troppo incerti e che altrettanto oscuri siano l'inizio e la
fine. Motivo per cui, come la morte, al dire di Cicerone*, non
riguarda né i vivi né i morti, penso che allo stesso modo qualcosa
di simile accada nelle fasi iniziali della vita degli animali: infatti
studiando con cura la formazione degli animali dall'uovo, nell'uovo
stesso osserviamo l'animale come se fosse stato creato, talché la
nostra fatica viene vanificata. Infatti non avendo compreso l'inizio
della nascita, siamo costretti ad attendere il successivo manifestarsi
delle parti. |
In
hac quidem perquisitione insudarunt quamplures; inter quos immortalis
vester eminet Harveus, cuius
absolutissimae observationes adhuc ita orbem erudiunt, ut meos
praesertim labores veluti supervacaneos refellant. Quoniam tamen,
eodem afferente[2],
latent plerumque veluti in alta
nocte prima naturae stamina, et subtilitate sua non minus ingenii,
quam oculorum aciem eludunt, tamque varia Naturae vis, incerta
quasi maturitate, modo accelerat, modo differt emergentiam foetus;
ideo rudia quaedam Observationum inchoamenta ex incubatorum Ovorum [2]
lustratione, quam adhuc saepius repetendam propono, me Vobis,
Sodales doctissimi, communicare patiemini, ut si Naturae et magnis
vestris Mentibus consona deprehenderitis, subsequentium annorum
curriculo ea iterum confirmem, consimilium mediatione adaugeam,
novisque, prout tenuitati meae sperare competit, auctiora reddam. |
Sono
davvero parecchi a essersi dedicati con grande impegno in questa
ricerca, tra i quali emerge il vostro immortale Harvey*, le cui
perfette osservazioni sono ancora così piene di insegnamenti per
tutti da confutare soprattutto le mie fatiche come se fossero inutili.
Siccome tuttavia, come afferma lui stesso, "i primi abbozzi della
natura sono per lo più nascosti come in una notte profonda, e con la
loro sottigliezza eludono l'acutezza dell'ingegno non meno che degli
occhi", e siccome la così polimorfa forza della natura, quasi
con incerta tempestività, ora accelera e ora ritarda il manifestarsi
del feto, pertanto dottissimi Colleghi mi concederete di comunicarvi
degli approssimativi rudimenti di osservazioni desunte dall'analisi di
uova covate che mi propongo di ripetere piuttosto spesso, affinché,
se le troverete consone alla natura e alle vostre insigni menti, io
possa nuovamente confermarle nel corso degli anni a venire, ampliarle
servendomi di reperti consimili e accrescerle con nuovi dati per
quanto è possibile sperare dalla mia pochezza. |
Inter
partes, quibus Ovum integratur, Cicatricula[3],
seu circularis macula, primum locum obtinet; in huius enim gratiam
reliqua comproducta videntur. Huius igitur mirabilis structura
indaganda sese offert, cuius praecipuas mutationes, et phaenomena
brevibus indicabo. |
Tra
le parti di cui l'uovo si compone, il primo posto spetta alla
cicatricola, o macchia circolare, in quanto sembra che grazie a lei
vengano prodotte tutte le altre cose. Pertanto si offre all'indagine
la sua meravigliosa struttura, della quale indicherò succintamente i
principali cambiamenti e aspetti. |
Haec
itaque in foecundo Ovo
perpetuo observatur arcte Vitelli membranae adhaerens inter chalazas[4];
et albumine cooperitur: multiplicatisque vitellis (ut videre potui)
eadem Cicatricula multiplicatur, unde frequenter in unico ovo tres
deprehendi Cicatriculas. |
Dunque,
nell'uovo fecondato, si osserva costantemente questa cicatricola, che
aderisce strettamente alla membrana del tuorlo, che è posta tra le
calaze ed è ricoperta dall'albume. In caso di tuorli multipli (come
ho potuto vedere) la cicatricola stessa è multipla, per cui spesso ho
osservato tre cicatricole in un solo uovo. |
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|
Fig.
1. Fig. 2. - In ovis pridie editis, et nondum
incubatis (ut elapso Augusti
mense, magno vigente calore, observabam) Cicatricula magnitudinem
habebat A, hic a me ruditer
delineatam, in cuius centro sacculus cinerei coloris[5],
interdum ovalis B, quandoque
alterius figurae deprehendebatur. Innatabat huiusmodi sacculus seu
folliculus[6]
in colliquamenti C liquore[7],
vitro fuso persimili, qui irregulari quasi fovea[8]
continebatur: Candidus enim solidae substantiae circulus D[9],
aggeris instar, idem colliquamentum ambiebat, cuius exterior portio
fuso et liquido alluebatur humore E.
Subsequebatur parum lata substantia F,
frequenter varie lancinata, et humore G
pariter mergebatur. Alii insuper ampliores circuli H, ab eadem solidiori excitati substantia circumducebantur,
interpositis liquoris alveolis I.
Exteriores praecipue circulos H,
non uno ritu efficit Natura; nec hi perpetuo continua protrahuntur
substantia. In sacculo postea, velut in amnio[10],
dum solis radiis illum objiciebam, inclusum foetum L[11]
animadvertebam, cujus caput[12]
cum appensae carinae[13]
staminibus patenter emergebat: Amnii etenim rara et diaphana
contextura frequenter translucebat, ita ut contentum appareret animal.
Saepius acus acie folliculum aperiebam, ut contentum animal in lucem
prodiret; incassum tamen: ita enim mucosa erant adeoque minima, ut
levi ictu singula lacerarentur. Quare pulli
stamina in ovo praexistere[14],
altioremque originem nacta esse fateri convenit, haud dispari ritu, ac
in Plantarum ovis. |
In
uova deposte il giorno precedente e non ancora covate
(come mi era dato di osservare nello scorso mese di agosto, quando
faceva molto caldo) la cicatricola aveva la grandezza A (fig. 1) qui
da me rozzamente disegnata al
cui centro si scorgeva un piccolo sacco color cenere talora ovale B
(fig. 2) e che talora aveva un aspetto diverso. Siffatto sacculo, o
follicolo, galleggiava nel liquido di colliquamento C, molto simile a
vetro fuso, che era contenuto in una specie di fossa irregolare:
infatti un cerchio candido di sostanza solida D, come se fosse un
argine, circondava il suddetto colliquamento, e la sua parte esterna
era bagnata dal liquido E che era fuso e sciolto. Subito dopo veniva
la sostanza F che era poco ampia, spesso variamente frastagliata, e
che parimenti era immersa nel liquido G. Inoltre altri cerchi H più
ampi, derivati dalla stessa sostanza più solida, si disponevano
intorno, con l'interposizione di rivoletti I di liquido. La natura non
realizza in modo uguale i cerchi H, soprattutto i più esterni, né
sempre essi si estendono con sostanza continua. Poi, mentre lo
esponevo ai raggi del sole, scorgevo il feto L racchiuso nel sacculo
come se fosse un amnio, e la sua testa emergeva chiaramente insieme
agli abbozzi della carena che le stava agganciata. Infatti la rada e
diafana tessitura dell'amnio spesso lasciava passare la luce, cosicché
l'animale in esso contenuto era visibile. Piuttosto spesso aprivo il
follicolo con la punta di un ago affinché l'animale in esso contenuto
venisse alla luce. Tuttavia inutilmente: infatti le strutture erano
talmente vischiose e tanto piccole che tutte si laceravano al minimo
trauma. Motivo per cui conviene ammettere che gli abbozzi del pulcino
sono preesistenti nell'uovo e che hanno avuto un'origine più remota,
non diversamente da quanto accade nelle uova delle piante. |
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Fig.
3 - Placebat etiam subventanea ova[15]
lustrando cicatriculam intueri, quae ut plurimum minima erat; et licet
variam sortiretur circumscriptionem, et texturam, frequentius tamen
delineatam A prae se ferebat
effigiem. Non longe a centro globosum candidumque corpus, seu cinereum
B, quasi mola, locabatur;
quod laceratum nullum peculiare exhibebat corpus a se diversum.
Appendices reticulares C
habebat, quarum spatia diversas referebant figuras, non raro ovales,
diaphanoque replebantur colliquamento; denique tota haec moles, Iridis
instar, plurimis circumdabatur circulis. |
Osservando
le uova subventanee mi sembrava anche
giusto esaminare la cicatricola, che per lo più era molto piccola; e
anche se aveva contorni e struttura variabili, tuttavia abbastanza
spesso presentava l'aspetto riprodotto in A (fig.
3). Non lontano dal centro si trovava una formazione B globosa e candida,
oppure color cenere, quasi simile a una vescicola; dopo essere stata
lacerata non mostrava alcuna particolare struttura diversa dalla sua.
Aveva degli annessi C disposti a rete i cui spazi avevano un aspetto
variabile, non raramente ovali, ed erano pieni di un liquido fluido
diafano; infine tutta questa massa era circondata da moltissimi cerchi
concentrici come l'iride. |
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Fig.
4. - In incubatis autem
Gallinae ovis sub Indica vel nostrate gallina, summo vigente aestu,
tales attingebam mutationes: et primo immediate [3]
post sex incubatus
horas, Cicatricula huius erat magnitudinis A;
in cuius centro aderat Amnion, scilicet B,
candido solidoque circumvallatum aggere C,
quod colliquamenti liquore fusco replebatur. In
medio, pulli carina D una
cum capite innatabat. Huius inferior portio frequenter disrupto
folliculo E[16] contegebatur. Amplus
subsequebatur circulus F, fasciae instar ambiens, qui tandem umbilicalibus pervadebatur
vasis. Non ubique solidum corpus erat, sed sensim irruente ab
exterioribus rivulis colliquamento solvebatur, collis instar, qui
erumpentibus interluitur et mergitur fontibus. Hoc solidiori circulo
subcandido, parumque lato G ambiebatur, qui rivulis et ipse
intercipiebatur. Interdum alii subsequebantur circuli qui incubationis
progressu frangebantur, vel tandem obliterabantur. |
In
uova di gallina covate da una tacchina oppure da una gallina nostrana
nel pieno dell'estate - del 1671 - notavo i seguenti cambiamenti, e
innanzitutto, subito
dopo 6 ore d'incubazione, la
sua cicatricola era della grandezza di A (fig. 4). Al suo centro era
presente l'amnio, ossia B, circondato da un vallo C candido e solido,
che era ripieno di un liquido scuro di colliquamento. Nel centro
fluttuava la carena D del pulcino insieme alla testa. La sua parte
inferiore era spesso coperta dal follicolo E lacerato. Seguiva l'ampio
cerchio F, avvolgente come una fascia, che infine veniva pervaso dai
vasi ombelicali. Esso non era una struttura solida in ogni punto, ma
veniva gradualmente disciolto dal penetrarvi di un colliquamento
proveniente da rivoletti esterni, come un colle che viene irrigato e
sommerso da fonti che sgorgano con violenza. Questa struttura era
circondata da un cerchio G più solido, biancastro e poco ampio,
anch'esso interrotto da rivoletti. Talora si susseguivano altri cerchi
che venivano interrotti dal procedere dell'incubazione, o venivano
infine cancellati. |
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Fig.
5. - Post horas duodecim incubatus, exaratae partes distinctius patebant in
adaucta cicatricula, magnitudinis A,
quae sursum emergens fere horizontalis erat. Disrupto itaque folliculo
B[17],
foetus C erumpebat insigni capite, et duplici vertebrarum ordine[18],
carinae inchoamenta excitante: Hujusmodi namque candidi orbiculares
sacculi, seu vesiculae, invicem contiguae, deorsum excurrebant,
spinalisque medullae[19]
stamina stipabant; et cerebri[20]
pariter primordia subobscure emergebant. Candidus de more circulus D,
Amnion efformaturus, in exteriori colliquamento E
innatabat. Pars F[21],
quae tandem colliquatur, et umbilicalibus vasculis substernitur,
amplior reddita ex subiecto vitello subluteum referebat colorem, et in
ichorem[22]
fusa ab adveniente colliquamento, quasi rivulis, interrumpebatur: In
his tamen motum aliquem non videbam. Candidus circulus G,
omnia de more continens, subsequebatur. Non semel ulteriorem videbam
latam veluti fasciam H, in
qua reticularem plexum I, spadicei
coloris[23],
deprehendebam, vasorum implicationem aemulantem, cuius spatia
exterioris ambitus arctiora erant et sensim obliterabantur, interiora
autem laxiora. An vero huiusmodi sint Umbilicalia
vasa, quae iam in colliquamenti materia latentia, progressu
temporis aeruginoso ichore, et tandem rubescente sanguine turgeant; an
sinus et alveoli ex fermentato colliquamento viam sibi faciente;
determinare non audeo, cum ex humoris diaphaneitate, et sinuum
angustia, localis motus
imperceptibilis existat. |
Dopo
12 ore d'incubazione, le parti
descritte erano più distintamente visibili nella cicatricola che era
aumentata, la cui grandezza corrispondeva ad A (fig.
5), e che sporgendo verso l'alto era quasi orizzontale. Pertanto, dopo
aver aperto il follicolo B, ne emergeva il feto C dotato di una testa
grande e di due file di vertebre che formavano gli abbozzi della
carena. In realtà siffatti sacchetti bianchi e rotondi, o vescicole,
tra loro vicini, si estendevano verso il basso e circondavano gli
abbozzi del midollo spinale; e parimenti emergevano in modo non molto
evidente gli abbozzi del cervello. Il cerchio D, candido come al
solito, destinato a formare l'amnio, galleggiava nel colliquamento più
esterno E. La parte F, che alla fine si colliqua e si colloca sotto ai
piccoli vasi ombelicali, divenuta più grande, prendeva un colore
giallognolo dal sottostante tuorlo, e fusa in icòre - in liquido -
era interrotta come da rivoletti dall'affluente colliquamento:
tuttavia in essi non vedevo alcun movimento. Seguiva il candido
cerchio G che come al solito racchiudeva ogni cosa. Non una volta sola
osservai una successiva formazione H ampia come una fascia, nella
quale scorgevo il plesso reticolare I di colore del dattero - rosso
scuro - simile a un intreccio di vasi, i cui spazi nell'area esterna
erano più ristretti e man mano scomparivano, mentre quelli più
interni erano più ampi. Ma non oso stabilire se queste formazioni
siano dei vasi ombelicali i quali, già latenti nel materiale del
colliquamento, col passare del tempo si inturgidiscono di liquido
color ruggine e poi di sangue rosso, oppure se si tratti di seni e di
rivoli derivanti dal colliquamento fermentato che si fa strada. Non
oso stabilire queste ipotesi dal momento che in base alla trasparenza
dell'umore e alla ristrettezza dei seni non esiste alcun movimento
locale percepibile. |
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Fig.
6. - Parum absimilis structura
in incubata cicatricula per horas decem
et octo, ovi apicem horizontaliter tenente, emergebat: Namque
pullus A amplo capite, et
oblonga spina, quae disrupto folliculo B
obtegebatur, in adaucto colliquamento de more mergebatur, superstite
adhuc circulo C. Ambiens
pariter substantia D,
colliquamenti rivulis E,
versus Amnion irruentibus[24],
irrigabatur; nondum tamen sanguinea vasa prodibant, Occurrebat amplior
circulus F, rivulo
interposito G, cuius
continuitas in aliquibus tolli coeperat, et quandoque plures ulterius
circuli addebantur. |
Nella
cicatricola covata per 18 ore, che
occupava orizzontalmente la parte più alta dell'uovo, era evidente
una struttura poco dissimile. Infatti il pulcino A (fig.
6) dalla testa grossa e dalla colonna vertebrale allungata, ricoperta
dal follicolo B lacerato, si trovava immerso come al solito nel
colliquamento che era aumentato, persistendo tuttora il cerchio C.
Parimenti la sostanza D posta all'intorno era irrigata da rivoletti E
di colliquamento che si gettavano verso l'amnio; tuttavia non erano
ancora comparsi dei vasi sanguigni. Era presente un cerchio F più
ampio, con l'interposizione del rivoletto G, la cui continuità in
alcune uova aveva cominciato a interrompersi, e talora si aggiungevano
ulteriori numerosi cerchi. |
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|
Fig.
7. - Post diem integrum horarum
24, saepe cicatriculam in summo emergentem, latioremque redditam,
qualem hic delineavi, videbam. Pullus enim A
cum capitis et spinae candido inchoamento, versus inferiora recurvo,
in colliquamento B
sub-oscuro innatabat, et lateri interdum [4]
sinistro folliculi, vel
circuli fragmento G haerebat;
ambiens vero substantia D,
rivulis excavata, extendebatur, et exterior circulus E,
liquore circumdatus, cicatriculae compagem claudebat, ita tamen, ut
derivato ab alveolis exterioribus F
colliquamento versus D
pateret aditus. |
Dopo
un'intera giornata di 24 ore
spesso vedevo che la cicatricula sporgeva alla sommità e che era
diventata più ampia, come l'ho qui disegnata (fig.
7). Infatti il pulcino A, col candido abbozzo della testa e della
colonna incurvato verso il basso, galleggiava nel colliquamento B che
era un po' scuro, e talora aderiva al lato sinistro del follicolo o
del cerchio con la porzione G; si estendeva poi la circostante
sostanza D scavata da rigagnoli e il cerchio più esterno E,
circondato da liquido, chiudeva la compagine della cicatricola,
tuttavia in modo tale che al colliquamento F derivato dai rivoli
esterni fosse garantito un libero accesso verso D. |
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Fig.
8. - In Vegetiori ovo interdum
singula evidentiora occurrebant; pullus enim in colliquamento A residens oblongiori pollebat carina, eaque recta, quae multis
vertebrarum globosis inchoamentis B[25],
hinc inde a spina locatis, compaginabatur. Alae
C[26]
crucis in modum pariter erumpebant, et reliquum capitis, colli, et
thoracis, crassius redditum elongabatur. Tres ampliores vesiculae D, cum producta spinali medulla E[27], usque ad extremum carinae emergebant, et binae pariter orbiculares
globuli F, hinc inde in
capite reponebantur, forte oculorum inchoamenta. Circulus G, olim
colliquamentum ambiens, superiori foetus parti substernebatur.
Umbilicalium vasorum H
surculi primo prodibant, qui contorti e varicosi in colliquamento
mergebantur, nec ipsorum continuata productio adhuc patebat, unde
variae obiiciebantur species; contentus vero humor, interdum
subvitellinus, quandoque rubiginosus erat; huius motum nequaquam
deprehendere valebam. Cordis
motum licet visus fuerim attigisse, non tamen certo affirmare
audebam. |
In
un uovo più vigoroso talora i dettagli si presentavano più evidenti.
Infatti il pulcino situato nel colliquamento A (fig. 8) era
dotato di una carena più lunga e dritta, la quale si componeva di
numerosi abbozzi sferici B delle vertebre disposti ad ambo i lati
della colonna. Spuntavano anche le ali C disposte a croce, e le
rimanenti parti della testa, del collo e del torace erano diventate più
spesse e più lunghe. Tre vescicole D piuttosto grandi, assieme al
midollo spinale E che era in continuità con loro, emergevano fino
all'estremità della carena, e parimenti a ogni lato della testa erano
situati due globuli sferici F, forse gli abbozzi degli occhi. Il
cerchio G, che prima circondava il colliquamento, si trovava al di
sotto della parte superiore del feto. Per la prima volta apparivano i
piccoli rami dei vasi ombelicali H, che contorti e dilatati erano
immersi nel colliquamento, ma un loro allungamento ininterrotto non
era ancora evidente, per cui si notavano aspetti diversi. Il liquido
che essi contenevano talora aveva un colore simile al tuorlo, talaltra
era color ruggine. Non ero per nulla in grado di coglierne un
movimento. Sebbene mi fosse sembrato di aver rilevato un movimento del
cuore, tuttavia non osavo affermarlo con sicurezza. |
|
|
Fig.
9. - Absumptis triginta horis, cicatricula taliter configurabatur: In adaucto
amnio A, iacebat pullus B,
in quo novae nondum emerserant partes, praeter capitis appendices, in
aliquibus parum elongatas. Circa amnion perpetuo varicosa umbilicalia
vasa C observabantur, quae
in exteriori limbo D[28]
ampliora, et magis continua, coloris aeruginosi, extendebantur; versus
interiora tamen obscurabatur ipsorum progressus turgente colliquamento:
unde tunc temporis eatenus haec in oculos incurrere dubitabam,
quatenus conglobata reddebantur. Ambientes circuli E,
fusique humoris rivuli F, multiplicabantur,
qui recollectum umbilicalibus, et amnio subministrabant: Non tamen
haec alveolorum ad amussim species obiiciebatur, sed varia quandoque a
Natura promebatur. |
Trascorse
30 ore, la cicatricola era così
configurata. Nell'amnio A (fig.
9), che si era accresciuto, giaceva il pulcino B, nel quale non erano
ancora spuntate nuove parti, eccetto le appendici cefaliche, che in
alcuni pulcini erano poco allungate. Intorno all'amnio si osservavano
sempre vasi ombelicali C dilatati, che nel bordo D più esterno erano
più grandi e più continui, di colore ruggine. Tuttavia verso le
parti interne il loro progredire veniva nascosto dal colliquamento che
era gonfio: per cui allora dubitavo che tali vasi fossero visibili
fino a quando venivano conglobati. I cerchi concentrici E e i rivoli F
di liquido fuso aumentavano di numero, i quali fornivano il raccolto
ai vasi ombelicali e all'amnio. Tuttavia questo aspetto dei canalicoli
non si presentava con esattezza, ma talora veniva mostrato diverso
dalla natura. |
|
|
Fig.
10. - Elapso die cum dimidio, parum absimilis occurrebat configuratio. Caput A
solitis vesiculis turgidum, cum alarum inchoamentis B,
et spinali medulla C,
patebat; extremitas carinae D
curvabatur; Umbilicalium vasorum exterior limbus E,
quasi continuato vasculo, adhuc subruginosum continente humorem,
terminabatur, et continuati surculi F,
reticulariter impliciti, versus interiora erant producti. |
Trascorso
un giorno e mezzo, l'aspetto era poco
dissimile. Era evidente la testa A (fig.
10) tumefatta dalle solite vescicole insieme agli abbozzi B delle ali
e al midollo spinale C; l'estremità della carena D era incurvata; il
lembo più esterno E dei vasi ombelicali era delimitato da una piccola
struttura vascolare quasi continua, che conteneva ancora un liquido
quasi color ruggine, e i ramuscoli F a struttura continua e
intrecciati a rete si dirigevano verso le strutture interne. |
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Fig.
11. - Evidentius patuere singula post incubatum horarum triginta octo. Auctior pullus insigni capite A pollebat, in quo tres vesiculae[29]
situabantur, quarum amplior figuram B
prae se ferebat; circum tamen obducebantur involucra C, totum spinae tractum ambientia, quam vertebrarum rotundi
sacculi D de more
componebant. Supra Alarum
exortum, Cordis E structura
primo patebat; quam antea interdum, dubie tamen, mihi detexisse visus
fueram: Vivente enim animali pulsus observabatur; quo cessante fusca
tandem quasi linea designabatur. In colliquamento F
fragmenta circuli G adhuc
supererant. Umbilicalia vasa H
conspicuis surculis varicosis et reticulariter [5]
unitis circum abstabant,
nec adhuc ipsorum productio usque ad Cor emergebat; supernatante enim
colliquamento vel crassiori albumine obscurabantur: Ichor pariter
circum-affundebatur cum innatantibus circulorum solidis fragmentis. |
Le
singole strutture si resero più evidenti dopo un'incubazione di 38
ore. Il pulcino, di
dimensioni maggiori, era fornito di una grossa testa A (fig.11)
in cui erano situate tre vescicole, la maggiore delle quali presentava
l'aspetto B; tuttavia all'intorno si stendevano gli involucri C che
circondavano l'intero tratto della colonna, composta come al solito
dai rotondi sacchetti vertebrali D. Al di sopra dell'origine delle ali
appariva per la prima volta la struttura del cuore E, che talora in
precedenza mi era parso di identificare, anche se con dei dubbi.
Infatti nell'animale ancora vivo era visibile una pulsazione, ma al
cui cessare si disegnava per così dire una linea scura. Nel
colliquamento F erano ancora presenti dei frammenti del cerchio G. I
vasi ombelicali H erano disposti all'intorno con grandi rami dilatati
e uniti a formare una rete, ma ancora non si notava un loro allungarsi
fino al cuore; infatti venivano nascosti dal soprastante colliquamento
o albume più denso. Parimenti all'intorno si diffondeva del liquido
che conteneva frammenti solidi galleggianti di cerchi. |
|
|
Fig.
12. - Quadraginta elapsis
oris, pullus in colliquamento A degens
pulchrum exhibebat spectaculum; nam crassefacta carina, Caput B curvabatur; Cerebri vesiculae C non ita patentes erant; oculorum D inchoamenta emergebant; Cor E
pulsabat recepto a venis humore, rubiginosi et interdum
xerampelini[30]
coloris: Exterior namque umbilicalium limbus venoso quasi circulo
crassiori F circumducebatur,
qui finibus praecipue G[31]
in cor hiabat: Talis autem ex contento sanguine via, et continentium
structura indicabatur, qualem hic delineatam intuemini. |
Trascorse
40 ore, il pulcino, che
giaceva nel colliquamento A (fig.
12), presentava un aspetto bello. Infatti, essendosi ingrandita la
carena, la testa B era ricurva; le vescicole cerebrali C non erano così
manifeste; sporgevano gli abbozzi oculari D; il cuore E pulsava,
avendo ricevuto dalle vene del liquido color ruggine e talora del
colore di una foglia di vite che sta seccando: infatti la fascia
esterna dei vasi ombelicali era circondata da una specie di cerchio
venoso F più spesso, che si apriva nel cuore principalmente con le
terminazioni G. In effetti una tale via dovuta al sangue contenuto e
all'aspetto delle strutture che lo contengono veniva messa in evidenza
così come potete vederla disegnata qui. |
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Fig.
13. - Primo itaque motus
Constrictionis ex appulso humore per
venas A[32]
observabatur
evidenter in auriculam B[33];
a qua expressus succus propellebatur per C[34]
in amplum ventriculum dextrum D[35],
qui constrictione media in continuatam appendicem E[36]
protrudebatur, a qua in arteriam Aortam F
patebat aditus; haec autem sursum in caput insignes emittebat ramos[37],
et deorsum in truncum G[38]
se elongabat, qui divisus usque ad extremum carinae producebatur; Fig.
12. -versus tamen mediam regionem umbilicales ramos H[39]
promebat, qui germinatis surculis I
in peripheria absumebantur, excitato reticulari plexu, quem in
relinquorum vasorum sanguineorum extremitate perpetuo miramur.
Consimilis etiam implicatio observabatur circa venosum vas F[40];
quin adhuc vereor, ne sit latum vas, an vero conglomeratus reticularis
plexus venosus, cum frequenter huius vestigia deprehenderim. Pulsantes
itaque successive hasce vesiculas[41]
Verum Cor esse censeo, circa
quas (ut non semel suboscure videbam) musculosae carneae portiones
circumducebantur, nondum opacitatem aut rubedinem sortitae. Quare
motum illum, qui in micante gutta, seu saliente puncto, alias observatus est, nequaquam palpitationem
inclusi sanguinis[42]
esse reor, sed veri cordis motum, pulsum scilicet constrictionis
et dilatationis, qui successive peragitur in debitis ventriculis,
solo loco disparatis, qui tandem uniti, inducta carne, consuetam
adulti cordis excitant fabricam. |
Pertanto
innanzitutto si osservava in modo ben visibile il movimento della
sistole grazie al liquido spinto attraverso le vene A (fig. 13)
nell'orecchietta B, e il
liquido che essa spremeva veniva spinto attraverso C nell'ampio
ventricolo destro D il quale, dopo essersi dimezzato, sfociava
nell'adiacente appendice E, dalla quale si apriva l'accesso
all'arteria aorta F. Questa poi emetteva dei grossi rami in direzione
craniale e si prolungava in basso nel tronco G che, dopo essersi
diviso, si spingeva fino all'estremità della carena. Tuttavia
all'incirca nell'area centrale emetteva i rami ombelicali H (fig.
12), i quali dopo aver dato origine ai ramuscoli I si disperdevano
nella periferia dopo aver formato un plesso reticolare, come
osserviamo costantemente all'estremità degli altri vasi sanguigni.
Analogo intreccio si osservava anche attorno al vaso venoso F; tant'è
che temo ancora che non si tratti di un grosso vaso, bensì di un
plesso venoso reticolare raggomitolato, dal momento che spesso ne ho
osservato le tracce. Pertanto ritengo che queste vescicole, che
successivamente pulsano, siano il vero cuore, intorno alle quali (come
più volte ho visto non molto distintamente) erano disposte delle
porzioni di carne muscolare che non avevano ancora acquisito rossore e
opacità. Per cui penso che quel movimento che altre volte è stato
osservato nella goccia vibrante, o punto saltellante, non sia affatto
la palpitazione del sangue racchiuso, bensì il movimento del cuore
vero, cioè una pulsazione che stringe e dilata - sistole e diastole -
e che si compie in successione nei ventricoli a ciò destinati,
distinti solamente per posizione, i quali infine si uniscono e si
rivestono di carne, e assumono l'abituale struttura del cuore adulto. |
Difficillimum
quidem est sensu ipso confirmare, An Sanguis prior sit exarato Corde?
Licet enim frequentissime fuscus et rubiginosus humor in exterioribus
umbilicalium vasorum finibus appareat nondum videnter emergente Corde;
et speciosum videri possit, Cor fieri excurvato et expanso vase, cui
carneae portiones, veluti manus, exterius aptentur; quoniam tamen tunc
temporis ita mucosa, candida, et lucida sunt omnia, ut sensus
quocunque instrumento munitus nequeat distinctam partium compagem
attingere, et, sicut in Insectis videre est, ultimi senii partes in
primordiis rudimenta habere, ita de Corde adhuc mihi dubitandum
superest: Hoc autem certo sensui patet, Sanguinem seu sanguineam
materiam a primordiis non omnia illa habere, quae in ipso ex post
deprehenduntur. Primo namque colliquamenti species, a rivulis versus
foetum deducti, in vasis patet; mox vi fermentationis sub-vitellinus
et rubiginosus emergit humor, [6]
qui tandem rubicundus evadit; sub postremis hisce naturis, cordis
ministerio in gyrum pellitur. Quare vereri possumus, quod, sicuti in
Sanguinea materia successivae mutationes, inducto colore,
manifestantur; ita pariter cordis structura solo motu evidenter pateat,
et quod quiescens adhuc praeexistat, licet iners, nondum scilicet
firmatis carneis fibris. Hoc vero certum videtur, Ichorem, seu
exaratam materiam, quae postremo rubicunda efficitur, Cordis motum
antecedere; Cor vero suo etiam motu Sanguinis rubificationem. |
In
effetti è assai difficile confermare, basandosi proprio
sull'esperienza visiva, se il sangue preesista al cuore che abbiamo
descritto. Infatti, benché assai spesso un liquido scuro e color
ruggine compaia nelle estremità esterne dei vasi ombelicali quando il
cuore non è ancora chiaramente visibile, e benché possa sembrare
bello che il cuore deriva da un vaso incurvato ed espanso,
esternamente al quale si dispongono dei pezzi di carne come se fossero
mani; poiché tuttavia in tale momento tutto è talmente mucoso,
candido e brillante che l'occhio munito di qualsivoglia strumento non
sarebbe in grado di rilevare distintamente la struttura delle parti, e
che, come si può vedere negli insetti, le parti dell'estrema
vecchiaia hanno gli abbozzi nelle strutture iniziali; pertanto rimango
ancora dubbioso a proposito del cuore. Infatti alla vista è
certamente chiaro quanto segue, che il sangue o materiale ematico non
possiede fin dai primordi tutte quelle cose che successivamente vi si
osservano. Infatti dapprima nei vasi è evidente un qualcosa che
sembra un colliquamento, trasportato dai rigagnoli verso il feto;
subito dopo per opera della fermentazione si evidenzia un liquido
giallastro e color ruggine, che infine diventa rosso, e sotto questo
aspetto finale viene spinto in giro dall'attività cardiaca. Motivo
per cui possiamo sospettare che, come nel materiale ematico si
manifestano successivi cambiamenti attraverso il colore assunto, così
parimenti la struttura del cuore si manifesta in modo palese con il
solo movimento, e che preesiste ancora quiescente, anche se inoperosa,
per non essersi ancora irrobustite le fibre carnee. Sembra
certo quanto segue, che il liquame, ossia il materiale descritto che
infine diventa rosso, precede il movimento del cuore, così pure che
il cuore comincia a pulsare prima che il sangue diventi rosso. |
An
autem Ichor primo emergens sit simplex colliquamentum, an vitalis
liquor, an sanguis inchoatus, cum sensuum ministerio determinari
nequeat, vestris mentibus diiudicandum relinquo; illud unum innuens,
ante Ichoris collectionem, eiusdem motum, et in sanguinis naturam
conversionem, Carinam, cum capitis, cerebri, spinalis medullae, et
alarum[43]
inchoamentis, evidenter patere; et sicut in Plantarum Ovis primo
colligitur colliquamentum, ex quo ab initio Plantae carina sive
truncus cum foliis excitatur; quae singula diversis Vasis, succisque
fermentativis concretis compaginantur: ita in Animalium primaeva et
simultanea productione dubitare fas est; cum suspicari possumus, in
Ovo subesse pullum, cum partium fere omnium conterminis sacculis
innatantem in colliquamento, huiusque naturam nutritivis et
fermentativis succis commixtis integrari, ex quorum suscitata mutua
actione sanguis successive progignitur, partesque olim delineatae
erumpunt, et turgent. Sed tam involuta et latentia sunt haec Naturae
opificia, ut licet sensuum ministerio inquirantur, quoniam tamen circa
minima versantur, facile (me saltem) decipere possint; ideo irritum
prorsus censeo meis coniecturis ea prosequi. Quare redeo ad indagandas
successivas pulli manifestationes. |
Ma,
non potendosi stabilire con l'impiego dei sensi se il liquame che
dapprima compare sia un semplice colliquamento, oppure un liquido
vitale, oppure un abbozzo di sangue, lo lascio giudicare alle vostre
menti. Mi limito ad accennare che la carena, insieme agli abbozzi
della testa, del cervello, del midollo spinale e delle ali, si
manifesta in modo evidente prima che il liquame si raccolga, si metta
in movimento e si trasformi in sangue. E come nelle uova delle piante
dapprima si raccoglie il colliquamento, dal quale origina sin
dall'inizio la carena della pianta, ossia il tronco, insieme alle
foglie, e ciascuna struttura si compone di diversi vasi e succhi
fermentativi densi, è lecito dubitare che così avvenga nella
giovanile e simultanea formazione degli animali, dal momento che
possiamo sospettare che nell'uovo il pulcino si nasconde, galleggiando
nel colliquamento, coi sacchetti contigui di quasi tutte le parti, e
che la sua natura venga rinnovata dalla mescolanza dei succhi
nutritivi e fermentativi, grazie alla cui reciproca stimolazione viene
successivamente generato il sangue, e le parti, da tempo delineate,
erompono e si ingrandiscono. Ma questi laboratori della natura sono
tanto oscuri e nascosti che, per quanto vengano indagati usando i
sensi, dal momento che tuttavia riguardano cose assai piccole,
potrebbero facilmente ingannare (me perlomeno). Pertanto ritengo
senz'altro inutile esporle usando le mie congetture. Motivo per cui
ritorno alle successive manifestazioni del pulcino che debbono essere
indagate. |
Non
in singulis incubatis quacunque tempestate ovis, Cor et appensa
Umbilicalia vasa tam cito manifestabantur: Frequenter enim elapso
altero die emergere solebant; autumno praecipue, et vere, ut saepius
mihi accidebat. Inter observandum, in obscuro etiam conclavi, nunquam
micantem in Corde lucem, etiam
minimam[44],
attingere potui. |
Il
cuore e i vasi ombelicali a esso sospesi non si manifestavano
altrettanto presto nelle singole uova covate in qualsiasi stagione:
infatti spesso solevano apparire quando era trascorso il secondo
giorno, soprattutto in autunno e in primavera, come mi capitava
abbastanza spesso di osservare. Anche durante le osservazioni in una
camera oscura, nel cuore non sono mai riuscito a scorgere una benché
minima luce scintillante. |
|
|
Fig.
14. - Binis
superatis diebus,
utplurimum consimilis occurrebat species, qualem delineare mea
manu tentavi; prout nudis etiam oculis obiicitur. Colliquamenti
sacculus, seu amnion A,
copioso fuscoque refertus ichore, Pullum continebat, cuius vesiculae
recurvum caput integrabant; vertebrarum sacculi per longum producti
adhuc patebant; cor B extra
thoracem pendulum, triplici, hocque successivo, pulsu movebatur. Nam
receptus humor, quandoque adhuc rubiginosus, a vena per auriculam in
cordis ventriculos, ab his in arterias, et postremo in umbilicalia
vasa C demandabatur. Saepe
servabam pullum, et exsiccato subiecto vitello, Cor per diem pulsum
non intermittebat. Umbilicalium vasorum limbus D, lato quasi vase terminabatur, cuius quidem crassitiem ex
implicatione reticulari venarum et arteriarum excitari censeo; quod
tamen ulteriori eget inquisitione: Exonerabantur autem venae mediis
extremis finibus E in
auriculam cordis. |
Trascorsi
2 giorni, per lo più si presentava
un aspetto simile a quello che ho tentato di disegnare con la mia
mano, così come si presenta anche a occhi nudi. Il sacchetto del
colliquamento, ossia l'amnio A (fig.
14), ripieno di liquido abbondante e scuro, conteneva il pulcino, le
cui vescicole si addossavano alla testa ricurva; erano inoltre
visibili i sacchetti delle vertebre disposti longitudinalmente; il
cuore B, pendulo all'esterno del torace, si muoveva per triplice e
successiva pulsazione. Infatti il liquido ricevuto dalla vena, talora
ancora color ruggine, veniva inviato attraverso l'orecchietta nei
ventricoli del cuore e da questi nelle arterie, e infine nei vasi
ombelicali C. Spesso conservavo il pulcino e, dopo che il sottostante
tuorlo si era essiccato, il cuore non smetteva di pulsare per un
giorno intero. La fascia D dei vasi ombelicali terminava come in un
ampio vaso la cui grandezza a mio avviso viene provocata
dall'intreccio reticolare delle vene e delle arterie. Il che tuttavia
necessita di un'ulteriore indagine. Inoltre le vene si scaricavano,
attraverso le estremità E centrali e terminali, nell'orecchietta del
cuore. |
|
|
Fig.
15. - Valde solicitus eram
circa primaevam Cordis
apparentem formam, et, quam attingere potui a contento sanguine
delineatam, hic habebitis. [7] Ex quibus patet, sanguinem perpetuo a venis A, a limbo deductis, deferri in auriculam B, a qua, brevi interdum intermedio canali, in dextrum cordis
ventriculum C exprimitur, et
inde in sinistrum D, et
tandem in arterias E, a
quibus in caput F, et
umbilicalia vasa G. |
Ero
molto attento a proposito dell'aspetto della forma primordiale del
cuore e qui la troverete così come ho potuto osservarla delineata dal
sangue contenuto. Da queste immagini risulta evidente che sempre il
sangue dalle vene A (fig. 15), provenienti dalla fascia, passa
nell'orecchietta B, dalla quale, attraverso un canale intermedio
talora breve, viene spinto nel ventricolo destro C del cuore, e da qui
nel sinistro D, e infine nelle arterie E, e da esse nella testa F e
nei vasi ombelicali G. |
Circa
exaratos Sanguinis ductus fibrosa diaphanaque musculosae carnis portio
extendebatur, ut subobscure videbam; cuius necessitatem pulsus arguit.
Non semel sanguineos ramos A
a cordis auricula et dextro ventriculo elongatos licet deprehenderim;
adhuc tamen haereo, cum mihi ambigendum occurrerit, productiones esse
subiectorum Umbilicalium vasorum[45]. |
Intorno
ai condotti del sangue descritti si estendeva una porzione fibrosa e
diafana di carne muscolare, come ero in grado di osservare in modo
piuttosto incerto, e la pulsazione ne dimostra la necessità. Anche se
ho osservato non una volta sola che i rami sanguigni A si dipartono
dall'orecchietta del cuore e dal ventricolo destro, tuttavia sono
ancora dubbioso, essendomi capitato un motivo per dubitare, se si
tratta di diramazioni dei sottostanti vasi ombelicali. |
|
|
Fig.
16. - Post binos
dies, horasque quatuordecim, pullus pariter auctior redditus,
in colliquamento A, curvo capite, pronus iacebat; cerebri vesiculae B,
sanguineis vasis irrigatae, cum oculorum inchoamentis C;
spinalis item medulla per longum exporrecta, vertebris D contenta, observabantur: Externum corporis habitum colliquamenti
E portio, crassior et
obscurior reddita, veluti involucrum[46],
ambiebat: a corde emanabant sanguinea vasa, quae producta versus
medium abdominis, umbilicales arterias F,
et venas G etiam, promebant: Patebant autem venae G, una cum arteriis excurrentes, ex inverso sanguinis motu, et
eandem fere magnitudinem cum arteriis acquisiverant. Extremus
Umbilicalium vasorum limbus H
sanguineis vasculis excitabatur crassefactis, vel saltem reticulariter
implicitis. Placebat, repetitis observationibus, Cordis motum et
figuram rimari, quae talis apparebat; Sanguis partim ab extremo limbo H, et a vena ascendente et descendente I, in auriculam K
eructabatur; haec postea pulsu edito ipsum propellebat in cordis
ventriculum L, qui
constrictione media pallidus efficiebatur, et in proximum ventriculum M,
et tandem in aortam protrudebat, a qua capiti, corporis habitui, et
umbilico communicabatur. |
Dopo
2 giorni e 14 ore il pulcino era nel
contempo diventato più grande e giaceva prono, con la testa ricurva,
nel colliquamento A (fig. 16).
Erano visibili le vescicole cerebrali B irrorate da vasi sanguigni,
insieme agli abbozzi oculari C, nonché il midollo spinale disposto
longitudinalmente e racchiuso dalle vertebre D. La porzione del
colliquamento E, resa più densa e più scura, circondava, come se
fosse un involucro, la parte esterna del corpo. Dal cuore partivano
dei vasi sanguigni che, dirigendosi verso la parte media dell'addome,
emettevano le arterie ombelicali F, e anche le vene G. In effetti le
vene G, che scorrevano insieme alle arterie, erano chiaramente
riconoscibili dal movimento inverso del sangue, e avevano acquisito
quasi la stessa grandezza delle arterie. La fascia più esterna H dei
vasi ombelicali si componeva di vasellini sanguigni ispessiti, o
perlomeno intrecciati a rete. Mi pareva opportuno esaminare, con
ripetute osservazioni, il movimento e la forma del cuore che si
presentava così: il sangue, provenendo in parte dalla fascia più
esterna H e dalla vena ascendente e discendente I, si riversava
nell'orecchietta K; poi questa, ricorrendo a una pulsazione, lo
spingeva nel ventricolo L del cuore, che a metà della contrazione
diventava pallido, e lo spingeva nel vicino ventricolo M e finalmente
nell'aorta, dalla quale veniva inviato alla testa, alla struttura
corporea e all'ombelico. |
|
|
Fig.
17. - Transacto triduo, curvo et prono corpore cubantem reperiebam pullum; in
cuius capite A, ultra binos
oculos B, quinque vesiculae C,
humore turgidae, quibus coagmentatur cerebrum: Crurum quoque D
et alarum E inchoamenta
patebant. Vesicularum, cerebrum integrantium, situs et forma talis
erat: In capitis vertice amplior locabatur vesicula[47],
vasculis irrigata, hemisphaerae instar; haec subsequentibus diebus in
binas dividebatur quasi vesiculas[48]:
Unde adhuc haereo, an a principio una an gemina sint vesiculae. In
occipite triangularis quasi vesicula G[49]
addebatur;
sincipitis[50]
vero profundam partem tenebat ovalis vesicula H[51],
cui proxime
locabantur binae vesiculae I[52].
Corporis habitum inducta
caro contegebat, ita ut sanguinis via non ita facile in oculos
incurreret. Oculi B eminebant, et ipsorum pupilla nigra, circularique zona in ima
parte discontinuata[53]
excitabatur; centrum vero crystallinus vitreo contentus tenebat. Prope
eruptionem umbilicalium vesicula K
extra pendebat, sanguineis vasculis irrigata, quem carnosum
ventriculum[54]
censeo. Cordis compages talis erat, qualem hic exhibebo: Naturae enim
mysterium, quod superius innuebam, hac die evidenter patebat; Auricula
namque L sanguinem [8]
a venis M
recipiens, quasi gemino pulsabat motu, veluti binis distincta
ventriculis, et ita in cor sanguis quadam propellebatur via, quae
ulteriori eget indagine. Dexter cordis ventriculus N,
a primordiis notus, de more pulsabat, sinister vero et ipse distincto
motu agitabatur, et latior indies reddebatur, donec consocio unitus
ventriculo pro sinistro manifestaretur; quod subsequentium dierum
inspectionibus magis patebat. |
Trascorsi
3 giorni, trovavo il pulcino che
giaceva col corpo prono e ricurvo, e sulla sua testa A (fig.
17), oltre ai due occhi B, trovavo 5 vescicole C turgide di liquido,
delle quali si compone il cervello. Erano evidenti anche gli abbozzi
delle gambe D e delle ali E. La disposizione e la forma delle
vescicole che compongono il cervello era la seguente: alla sommità
del capo era situata la vescicola più grande - F - irrorata da
vasellini emisferici, e nei giorni successivi si suddivideva come in
due vescicole; motivo per cui sono ancora in dubbio se inizialmente le
vescicole sono una sola oppure due. In sede occipitale si aggiungeva
una vescicola G quasi triangolare e una vescicola ovale H occupava la
parte profonda del sincipite, vicino alla quale erano situate le due
vescicole I. La sovrapposta carne ricopriva la superficie corporea,
tant'è che il percorso del sangue non penetrava con facilità negli
occhi. Gli occhi B erano sporgenti, e la loro pupilla si sollevava in
una fascia nera e circolare, interrotta nella parte inferiore; il
cristallino contenuto nel vitreo occupava il centro. Presso il punto
di fuoriuscita dei vasi ombelicali pendeva all'esterno una vescicola
K, irrorata da piccoli vasi sanguigni, che ritengo essere lo stomaco
muscolare. La struttura del cuore era come qui la mostrerò: infatti
in questo giorno era con chiarezza evidente il mistero della natura,
al quale accennavo in precedenza. Infatti l'orecchietta L, che
riceveva sangue dalle vene M, pulsava quasi con un duplice movimento,
come se fosse suddivisa in due cavità, e così il sangue era spinto
nel cuore attraverso una via che necessita di un'indagine ulteriore.
Il ventricolo destro N del cuore, noto fin dall'inizio, pulsava come
al solito, mentre anche il sinistro si agitava con un movimento
distinto e si ingrandiva di giorno in giorno, finché unitosi
all'altro ventricolo si mostrava come se fosse il sinistro; la qual
cosa era più evidente nelle osservazioni dei giorni successivi. |
|
|
Fig.
18. - Quarta elapsa die manifestior evaserat pullus. Perampli cerebri quinque
vesiculae A adhuc patentes,
magis ad invicem approximabantur, et laceratae ichorem etiam reddebant;
oculi B magis tumidi
expositam servabant figuram; alae D,
et crura E magis elongata,
solidiora reddebantur. Extremitas pariter carinae F
uropygium constitura recurva prominebat; totum corpus adaucta
mucosa carne tegebatur, et vasorum irrigabatur propaginibus; Interior
cavae et aortae progressus condebatur, et funiculus umbilicalium
vasorum G ab abdomine
erumpebat sanguis per arterias propulsus rubicundo saturatoque
inficiebatur colore; qui vero per venas regrediebatur, subluteus erat.
Interius Ichoris[55]
inchoamentum, et candida intestina cum carnoso praecipue ventriculo,
mucosa tamen, manifestabantur. In aliquibus extra thoracem Cor H pendulum situabatur, cuius auriculae I, eidem magis approximatae, sanguinem a venis K
recipiebant, et cordis ventriculis subministrabant: dexter etenim
ventriculus L consuetam sortitus figuram, sinistro M nectebatur, qui latior redditus, retracto aortae principio N,
sensim debitam induebat formam: In aliis vegetioribus ovis, clausa
levi tunica thoracis cavitate, cor intus celabatur, et sinister
ventriculus deorsum pendulus consocio incumbebat ventriculo. |
Trascorso
il 4° giorno il pulcino risultava più
evidente. Le cinque vescicole A (fig.
18), ancor più evidenti, del cervello assai grande, si avvicinavano
maggiormente tra loro e, una volta lacerate, emettevano anche una
sierosità. Gli occhi B, più gonfi, conservavano l'aspetto descritto.
Le ali D e le gambe E, più lunghe, diventavano più robuste.
Parimenti sporgeva l'estremità ricurva della carena F che avrebbe
costituito l'uropigio*. Tutto il corpo era ricoperto di carne mucosa
che si era accresciuta ed era irrorato da propaggini dei vasi. Il
decorso interno della cava e dell'aorta rimaneva nascosto, e il
funicolo G dei vasi ombelicali sbucava dall'addome, e il sangue spinto
attraverso le arterie si tingeva di un colore rosso carico, mentre
quello che faceva ritorno attraverso le vene era giallastro. L'abbozzo
del liquame - del fegato - e i bianchissimi intestini, soprattutto con
lo stomaco muscolare, tuttavia mucosi, erano visibili più
all'interno. In alcuni embrioni il cuore H si trovava pendulo
all'esterno del torace e le sue orecchiette I, a lui più vicine,
ricevevano il sangue dalle vene K e lo inviavano ai ventricoli del
cuore. Infatti il ventricolo destro L, dotato dell'aspetto abituale,
si connetteva al ventricolo sinistro M, il quale, diventato più
grande, ed essendosi accorciato il tratto iniziale dell'aorta N,
assumeva gradualmente la debita forma. In altre uova più vigorose,
essendosi chiusa la cavità toracica per mezzo di una membrana
sottile, il cuore si celava all'interno e il ventricolo sinistro,
pendulo all'esterno, si trovava sopra al ventricolo suo compagno. |
Post
quintam diem in incubato ovo
nil fere novi deprehendebatur praeter maiorem enarratorum
manifestationem. Vasorum umbilicalium extremus limbus, vitellum
ambiens, non excurrente trunco excitabatur, sed ipsorum extremi fines
lateraliter curvati et reticulariter inosculati extremum sortiebantur
terminum. Circa huiusmodi ramos, globuli seu placentulae, ex vitelli
substantia excitatae, hinc inde haerebant. In Vitelli semisphaera,
quae umbilicalibus vasis non tegitur, diversi alveoli, non dissimiles
a cicatricis rivulis, excitabantur. |
Dopo
il 5° giorno quasi nulla di nuovo si
osservava nell'uovo incubato, eccetto una maggiore evidenza delle cose
descritte. La fascia più esterna dei vasi ombelicali, che circonda il
tuorlo, non era formata da un tratto continuo, ma le loro porzioni
terminali, incurvate lateralmente e anastomizzate a rete, terminavano
all'estrema periferia. Intorno a siffatti rami aderivano da ambo i
lati dei globuli o delle piccole focacce derivati dalla sostanza del
tuorlo. Nell'emisfero del tuorlo che non è ricoperto dai vasi
ombelicali, prendevano forma diversi piccoli condotti non dissimili
dai rivoli della cicatricola. |
|
|
Fig.
19. - Sexti
superata die, taliter cubabat pullus in amnio A[56],
insigni pollens capite, cuius amplior vesicula B,
quasi gemina, oblonga excitata scissura, messoriae falci[57]
fortasse locum praebebat, et lacerata nullum reddebat ichorem.
Anteriores binae cerebri vesiculae C,
humiliores redditae, subcrescente carne, parum obscurabantur, quibus
appendebatur rostri inchoamentum: intercepta vero vesicula pene
latitabat; quod et quintae, in occipite locatae, accidebat. Spinalis
medulla, in binas divisa partes, solida per longum carinae
exporrigebatur. Alae, et crura, exporrectis pedibus D,
elongabantur. Abdomen E
clausum, quasi hernia laborans, extra protuberabat. Erumpentia
umbilicalia vasa F partim in tenue albumen G[58],
vitellum et amnion ambiens, partim in vitellum H
producebantur; et arteriae, graciliores redditae, venis ipsis
valde [9] minores erant. In abdomine, Iecoris evidentior structura emergere
incipiebat; reticularis namque compages I
observabatur ex vasis et involucris structuram firmantibus, quibus
miliares glandulae haerebant; et ita sensim spatia replebantur.
Dubitavi interdum, quod, sicuti in testibus et conglobatis glandulis,
exterius, et interius, musculosae carneaeque fibrae areas constituendo
firmant et comprimunt glandularum molem, ita in iecore eaedem reperiri
possint. Iecoris color nondum rubicundus, sed ex candido subfuscus
redditus erat. Cor interius conditum, licet mucosum, binis pulsabat
ventriculis, a quibus lacertosae pendebant auriculae, duplici
excitatae motu, mole adhuc insignes, una cum vasis candidis. Corporis
exterior habitus cute obductus, vasorum reticularibus propaginibus
irrigabatur, et evidentiores reddebantur tumores quidam, seu futurarum
pennarum folliculi. |
Superato
il 6° giorno, il pulcino si
trovava coricato nell'amnio A (fig. 19) in questo modo: era dotato di
una testa grande, la cui quasi raddoppiata vescicola maggiore B,
essendosi formata una scissura allungata, forse offriva spazio alla
falce che si usa per mietere - la falce cerebrale o grande falce, e una volta lacerata non
emetteva alcun liquido. Le due vescicole cerebrali anteriori C,
essendosi abbassate, erano un po' occultate dalla carne che stava
crescendo, alle quali era appeso l'abbozzo del becco. La vescicola
interposta era quasi nascosta, come accadeva anche alla quinta
vescicola localizzata a livello dell'occipite. Il midollo spinale,
diviso in due parti, si estendeva solido per il lungo della carena. Le
ali e le gambe si stavano allungando e si erano ingranditi i piedi D.
L'addome E, chiuso, sporgeva all'esterno come se fosse affetto da
ernia. I prorompenti vasi ombelicali F si distribuivano in parte
nell'albume sottile G, che circonda il tuorlo e l'amnio, in parte nel
tuorlo H; e le arterie, divenute più sottili, erano molto più
piccole delle vene stesse. Nell'addome cominciava a emergere con
maggior evidenza la struttura del fegato, e infatti si osservava la
struttura reticolare I composta da vasi e da involucri che
rafforzavano la struttura, ai quali aderivano delle piccole formazioni
simili a grani di miglio; e così gli spazi venivano gradatamente
riempiti. Talora ho dubitato che anche nel fegato siano reperibili le
stesse fibre muscolose e carnee identiche a quelle che, come nei
testicoli e nelle ghiandole compresse, all'esterno e all'interno,
delimitando delle aree, rinforzano e comprimono la massa ghiandolare.
Il colore del fegato non era ancora rossastro, ma da candido era
diventato abbastanza scuro. Il cuore, nascosto più all'interno, benché
mucoso, pulsava con ambedue i ventricoli, dai quali pendevano, insieme
a dei vasi bianchi, delle robuste orecchiette stimolate da un duplice
movimento e aumentate di volume. L'esterno del corpo, ricoperto da
cute, era irrigato da propaggini reticolari di vasi, e si facevano più
evidenti alcune protuberanze, ossia i follicoli delle future penne. |
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Fig.
20. - Septima terminata
die ita configuratus iacebat pullus: Capite amplo et insigni pollebat,
et cerebrum A etiam extra
eminebat solitis contentum indumentis; quibus laceratis ichor iam
fluidus in solida concreverat filamenta, ventriculorum concamerationes
excitantia. Inter
amplos oculos sensim erumpebat rostrum. Alae et crura cum appensis
pedibus omnimodam sortitae erant configurationem, et venter B
tumidus turgentibus visceribus reddebatur. Umbilicalia vasa foras
erumpentia, per vitellum et albumen producta elongabantur. Conclusum
intra thoracem Cor hanc servabat figuram; geminis sc. ventriculis,
quasi sacculis C contiguis,
et in superiori parte unitis, cum superposito auricularum corpore D compaginabatur, et bini motus in ventriculis, totidemque in
auriculis succedebant; deorsum enim retractum fistulosum corpus, quod
in continuatas arterias sanguinem a dextro ventriculo receptum pulsu
propellebat, sinistrum ventriculum mole maiorem iam excitaverat: circa
utrosque musculosae spinales fibrae successive obducebantur, quibus
cordis caro compaginabatur, et ambo ventriculi nectebantur, et
ambiebantur. Auriculae et ipsae inaequales et rugosae ex lacertorum
suborta implicatione redditae, quasi novum corculum binis distinctum
cavitatibus constituebant; quod in adultis evidentius patet. Lacerata
cute, carnibus, et mucoso peritoneo, renes oblongi cinerei coloris
apparebant. Iecur ipsum, subluteo interdum suffusum colore, quandoque
cinereo, auctius et solidius reddebatur, et ipsius glandulae non
omnino rotundam et sphaericam referebant figuram, sed oblongiores et
quasi caecales utriculos, ductui hepatico appensos, representabant;
quod in aliquibus glandulosis hepatis racemis et miliaribus glandulis
frequenter observatur. Ventriculus carnosus, licet adhuc exiguus,
candidus erat, solitaque figura constans; appensa habebat intestina
gracilia et alba. |
Trascorso
il 7° giorno il pulcino si
trovava configurato nel modo seguente. Spiccava per la testa larga e
grossa, e anche il cervello A (fig. 20) sporgeva all'esterno,
racchiuso dai soliti rivestimenti, lacerati i quali il liquido prima
fluido si era consolidato in filamenti solidi che formavano le cavità
dei ventricoli cerebrali. Fra i grandi occhi sporgeva pian piano il
becco. Le ali e le gambe, con i piedi che stavano appesi, avevano
raggiunto la loro completa conformazione e il ventre B veniva gonfiato
dai visceri che stavano aumentando di volume. I vasi ombelicali, che
si facevano strada all'esterno, si allungavano estendendosi attraverso
il tuorlo e l'albume. Il cuore, racchiuso nel torace, manteneva
quest'aspetto: si componeva cioè dei due ventricoli come se fossero
due piccoli sacchi contigui e uniti nella parte superiore, con la
sovrapposizione della struttura D delle orecchiette, e si alternavano
due movimenti nei ventricoli e altrettanti nelle orecchiette. Infatti
la formazione tubolare, che si era abbassata, con una pulsazione
spingeva il sangue ricevuto dal ventricolo destro nelle successive
arterie, e aveva già stimolato il ventricolo sinistro che era di
grandezza maggiore. Intorno ad ambedue i ventricoli si diramavano in
successione delle fibre muscolari fatte a spina dalle quali era
costituita la carne del cuore, e dalle quali ambedue i ventricoli
venivano collegati e circondati. Le orecchiette, anch'esse rese
ineguali e rugose dalla neoformazione muscolare, costituivano quasi un
nuovo cuoricino suddiviso in due cavità, il che è maggiormente
evidente nei soggetti adulti. Lacerata la cute, la carne e il
peritoneo mucoso, erano visibili i reni allungati e di color cenere.
Il fegato stesso, talvolta soffuso di colore giallognolo, talaltra di
color cenere, si presentava più grosso e più consistente, e le sue
strutture non presentavano un aspetto del tutto rotondo e sferico, ma
sembravano delle piccole cavità piuttosto allungate e quasi a fondo
cieco appese al dotto epatico, cosa che spesso si osserva in alcuni
grappoli di strutture epatiche e in ghiandole strutturate a grano di
miglio. Lo stomaco muscolare, benché ancora piccolo, era bianco,
presentava la forma abituale e aveva appesi i delicati e bianchi
intestini. |
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Fig.
21. - Post
octavae diei incubationem
grandior redditus pullus capitis amplitudinem adhuc servabat, quo
aperto, cerebri moles iam solidior erat; nam vesiculae olim disparatae,
nunc unitae, geminas constituebant eminentias, in quibus ventriculi
excitabantur, thalamus pariter seu exortus nervorum opticorum, et
cerebellum cum principio spinalis medullae. Exterior
corporis habitus tuberculis A exasperabatur,
[10] a quibus pennae erumpebant, quae insigniores erant circa dorsum, et
uropygium. Umbilicus B latus
et amplus, ex amnii ambiente tunica, ultra sanguinea vasa, intestinula
(velut in hernia accidit) admittebat. In aperto abdomine Iecur
aeruginosum, in lobos divisum, soliditatem acquisierat; nondum tamen
recollecta observabatur bilis. Cor
de more pulsabat, et lateraliter pulmones candidi emergebant. |
Dopo
l'incubazione dell'8° giorno
il pulcino, che era diventato più grosso, conservava ancora una testa
grande, aperta la quale, la massa cerebrale si presentava ormai più
compatta. Infatti le vescicole, prima separate e ora unite,
costituivano due sporgenze gemelle in cui si formavano i ventricoli e
anche il talamo, ossia l'origine dei nervi ottici, e il cervelletto
con l'inizio del midollo spinale. L'esterno del corpo era reso
ruvido dalle sporgenze A (fig. 21) dalle quali fuoriuscivano le penne,
che erano più evidenti intorno al dorso e all'uropigio*. L'ombelico
B, largo e ampio, a partire dalla circostante membrana amniotica
accoglieva, oltre ai vasi sanguigni, i piccoli intestini (come accade
in un'ernia). Nell'addome, dopo essere stato aperto, il fegato color
ruggine, suddiviso in lobi, aveva acquisito solidità, ma ancora non
si scorgeva una raccolta di bile. Il cuore pulsava come al solito e ai
suoi lati risaltavano i bianchi polmoni. |
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Fig.
22. - Decima
elapsa die, pullus ita cubabat, et ambientibus humoribus nectebatur:
Laceratis membranis, totum ovum circum-vestientibus, et praecipue
crassiori A, quae albuminis fusiorem continebat, corii instar, substantiam,
talis occurrebat species: Pullus B
ita flexo corpore iacebat, innatans in humore C,
propria tunica[59]
contento. Subsequebatur
continuatum vitelli involucrum D[60],
cui appendebatur seu arcte haerebat crassior albuminis portio E.
Singula haec venas F, et
arterias G, umbilicales
recipiebant; lata enim vena H
in tenuioris albuminis tunicam A[61]
deducebatur: Vitelli quoque tunica D
venas et arterias recipiebat, quae non omnino totam ipsius peripheriam
contegebant, sed relicto rotundo spatio[62],
quasi pupilla, qua crassiori albumini nectebatur, exiguos surculorum
fines I in huiusmodi crassum
albumen promebant. Elegantem circa vitellum productionem mirari
licebat, dum evacuata huiusmodi tunica, et, diductis parum ipsius
partibus, supra vitrum extendebatur. Arteriae mole minores erant ipsis
venis, illae vero nequaquam perpetuo vitelli tunicae haerebant, sed
elongatis extremitatibus invicem anastomizatis, caecas quasi
appendices K premebant, quae
a tunica L interius
pendentes in vitelli ichore fusco innatabant, et mergebantur. Arteriis
praecipue copiosi haerebant sacculi M,
qui ambientibus sanguineorum vasorum rivulis firmabantur, et
conglobata vitelli substantia turgebant: singulus utriculus plures
globulos parum depressos continebat. Venarum et arteriarum
umbilicalium rami nequaquam perpetuo unitim excurrebant, sed parum
distantes elongabantur; et caecales arteriarum appendices a venis
transversales surculos recipiebant. Vitelli ichor iam fluidior
redditus subflavus, lentusque erat, et parum mole imminutus videbatur,
multumque defecisse tenuior
albuminis portio deprehendebatur. Pulli exterior habitus, alae praecipue et uropygium,
costulis et musculis firmabantur, et pennis erumpentibus
condecorabantur. Rostrum iam osseum reddebatur; scutum enim pendebat,
cuius angularis portio, centrum occupans, primo candidam et osseam
acquisierat naturam, hancque hexagonum quoddam fusci coloris corpus
continebat, quod et ipsum quasi carnea consimili substantia ambiebatur.
Oculi velamentis, et membrana, qua nicticant, contegebantur. Interius
rubiginoso Iecori appensus pendebat Bilis folliculus, quae caerulea
erat. Ventriculus carnosus una cum elongatis intestinis, rite
configuratis, interdum abdominis cavitatem occupabat, quandoque extra
pendebat; et in ventriculo nil deprehendebatur, in proximo vero
intestino parum bilis stagnabat. |
Trascorso
il 10° giorno, il pulcino
giaceva nel modo seguente ed era collegato coi liquidi circostanti.
Lacerate le membrane che avvolgono tutto l'uovo, e soprattutto la più
spessa A (fig. 22) che, come se fosse fatta di cuoio, conteneva la
sostanza più fluida dell'albume, si presentava la seguente scena: il
pulcino B giaceva così, con il corpo flesso, nuotando nel liquido C
contenuto nella propria membrana. Al di sotto seguiva l'ininterrotto
involucro D del tuorlo, al quale era appesa o aderiva strettamente la
porzione più densa E dell'albume. Ciascuna di queste strutture
riceveva le vene F e le arterie G ombelicali. Infatti un'ampia vena H
andava a finire nella membrana A dell'albume più fluido. Anche la
membrana D del tuorlo riceveva vene e arterie che però non ne
ricoprivano interamente tutta la periferia, ma, lasciando libero uno
spazio rotondo, quasi come una pupilla attraverso la quale si
connetteva all'albume più denso, inviavano esili terminazioni di
vasellini I in questo albume denso. Era possibile ammirare intorno al
tuorlo un loro elegante prolungamento quando, dopo che tale membrana
era stata svuotata, essa veniva stesa sopra a un vetro dopo averne un
po' divaricate le parti. Le arterie erano di dimensioni minori
rispetto alle vene stesse e non aderivano assolutamente sempre alla
membrana del tuorlo, ma attraverso delle estremità allungate, tra
loro anastomizzate, scavavano come delle appendici cieche K che,
pendendo internamente dalla membrana L, nuotavano e si
immergevano nel liquido scuro del tuorlo. Numerosi piccoli sacchi M
aderivano principalmente alle arterie, e inoltre erano rafforzati dai
circostanti rigagnoli dei vasi sanguigni, ed erano rigonfi a causa
della sostanza del tuorlo accumulata. Ciascun involucro conteneva
numerose piccole formazioni rotonde poco schiacciate. I rami delle
vene e delle arterie ombelicali assolutamente non scorrevano sempre
affiancati, ma rimanevano un po' distanti, e le appendici cieche delle
arterie ricevevano dei vasellini trasversali dalle vene. Il liquido
del tuorlo, diventato già più fluido, era giallognolo e viscoso e
sembrava un po' ridotto di volume, e si vedeva che la porzione più
tenue dell'albume era fortemente diminuita. L'aspetto esterno del
pulcino, soprattutto le ali e l'uropigio, erano consolidati da piccole
coste e da muscoli e venivano abbelliti da penne che spuntavano. Il
becco diventava già osseo; infatti pendeva uno scudo la cui parte
angolare, che occupava il centro, aveva per la prima volta acquisito
un aspetto bianco e osseo, e un corpo esagonale di colore scuro
conteneva questa parte, e pure esso era circondato da una sostanza
quasi carnea consimile. Gli occhi erano coperti da veli e dalla
membrana nittitante. Internamente al fegato color ruggine era appeso e
pendeva il sacchetto della bile che era azzurra. Lo stomaco muscolare,
insieme agli intestini che si erano allungati e dall'aspetto normale,
talora occupava la cavità dell'addome, talaltra pendeva all'esterno.
E nello stomaco non si rinveniva nulla, mentre nell'intestino che
seguiva stagnava un po' di bile. |
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Fig.
23. - Post
duodecimam diem Pennarum
eruptiones A, dorsi
longitudinem contegebant, et ab extremis pariter alis B
et coxis C erumpebant;
subiectae vero partes quasi implumes erant. In ventre hiatus adhuc aderat,
[11] quo
umbilicalibus D patebat aditus, et quandoque etiam intestinis, et carnoso
ventriculo. Fellea cistis, ab amplo iecore pendens, viridi turgebat
humore, cuius portio in proximum intestinum eructabatur. Intestinulum
a carnoso ventriculo erumpens glandularum[63]
inchoamenta continebat. Pulmonum
pariter compages emergebat, solidefactis costulis, et exterius
extensis musculis. |
Dopo
il 12° giorno le
penne spuntate A (fig. 23) ricoprivano la lunghezza del dorso,
e parimenti spuntavano dall'estremità delle ali B e delle cosce C,
mentre le aree ventrali erano quasi implumi. Nel ventre era ancora
presente un'apertura attraverso la quale si apriva l'accesso ai vasi
ombelicali D e talora anche agli intestini e allo stomaco muscolare.
La cistifellea, che pendeva dal grosso fegato, era gonfia di un
liquido verde, parte del quale si scaricava nel vicino intestino. Il
piccolo intestino che spuntava dallo stomaco muscolare conteneva
abbozzi di ghiandole. Era evidente anche la struttura dei polmoni, le
piccole coste si erano consolidate ed esternamente si erano espansi i
muscoli. |
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Fig.
24. - Decima quarta die transacta, iam fere perfectus erat pullus;
pennae A auctiores et
copiosiores eminebant; musculosa caro sub cute turgebat; ossa fere
soliditatem adepta erant; viscera clauso quasi abdomine debitam
circumscriptionem sortiebantur; felleus folliculus subviridis interdum,
quandoque caeruleus, a iecore pendebat, quod pertranseunti umbilicali
venae parum continuabatur: In carnoso ventriculo lac stagnabat, et
proxima intestini portio muco quodam candido replebatur, glandulaeque
copiosae[64]
intra eiusdem substantiam, interserebantur. Cor B
unitis ventriculis compaginabatur, et plures arteriae C[65] tubuli, veluti manus
digiti, olim a corde distantes, iam immediate haerebant; Auriculae D
pariter amplae et impense rubicundae lacertis componebantur
reticulariter implicitis, ita ut areae et spatia diversi coloris
cernerentur. |
Trascorso
il 14° giorno, il pulcino era
già quasi ultimato. Le penne A (fig. 24) sporgevano più grandi e più
numerose, la carne muscolare era gonfia sotto la cute, le ossa avevano
quasi raggiunto la compattezza, i visceri, essendosi quasi chiuso
l'addome, possedevano una giusta delimitazione, la cistifellea, talora
verdognola talaltra azzurra, pendeva dal fegato, il quale era
lassamente unito alla vena ombelicale che lo attraversava. Nello
stomaco muscolare ristagnava del succo lattiginoso e la vicina
porzione dell'intestino era piena di un muco bianco, e numerose
ghiandole erano disseminate nella sua struttura. Il cuore B era
composto dai ventricoli uniti l'uno all'altro, e numerosi tubicini
arteriosi C, come dita di una mano, prima distanti dal cuore, adesso
gli aderivano strettamente. Le orecchiette D, ugualmente ampie e
intensamente rosse, erano composte da muscoli tortuosi disposti a
rete, sicché si scorgevano aree e spazi di diverso colore. |
Singula
haec manifestiora magisque firma reddebantur absumptis humoribus,
praecipue utroque albumine, et quasi dimidia vitelli portione, tribus
decorrentibus hebdomadis, quo tempore in lucem proditurus erat pullus,
qui adhuc inclusus pipiens audiebatur. Huius carnosus ventriculus
concreto turgebat succo quasi lacte vel oxygala: superior intestinorum
portio subviridi succo, inferior autem cinereo replebatur humore, et
ab hiante vitelli brevi ductu liquorem recipiebat; extrema vero
intestina cum binis appensis caecis stercoraceo humore inficiebantur.
In abdomine exterius carnosa quaedam labia patentem umbilici hiatum
constituebant, quo admittebatur umbilici portio extra pendens;
funiculus enim quasi nerveus erumpebat, qui sanguineis vasis
spiraliter ductis[66] circumambiebatur. In
corii[67]
cavitate reticularis alborum ductuum plexus quasi gracile omentum
observabatur, mucosa et candida aspersum substantia: Adhuc ambigo, an
eius ope albuminis portio versus foetum deducatur, an vero sit
chalazarum vestigium? Vitelli folliculus ichore semiplenus intra
abdominis claustra custodiebatur. |
Ciascuna
di queste strutture diventava più manifesta e più solida dopo la
scomparsa dei liquidi, soprattutto dei due albumi e di quasi la metà
del tuorlo, essendo trascorse tre settimane, momento in cui stava
per venire alla luce il pulcino che, ancora rinchiuso, si sentiva pigolare. Il suo stomaco
muscolare era turgido di un succo denso simile a latte o a latte
acido. La porzione superiore degli intestini era piena di succo
verdognolo, mentre quella inferiore era piena di un liquido color
cenere e riceveva del liquido dal breve condotto del tuorlo che era
aperto. Le porzioni terminali degli intestini, con entrambe le
appendici cecali, erano ripiene di un liquido stercoraceo.
Esternamente a livello dell'addome alcune labbra carnose delimitavano
l'apertura beante dell'ombelico, attraverso la quale entrava la
porzione dell'ombelico pendente all'esterno: infatti
fuoriusciva un funicolo simile a un nervo che era circondato da vasi
sanguigni con decorso a spirale. Nella
cavità del corion si osservava un plesso reticolare di condotti
bianchi simile a un sottile omento cosparso di sostanza mucosa e
candida. Sono tuttora incerto se con il suo aiuto venga
convogliata un parte dell'albume verso il feto, o non sia
piuttosto un residuo delle calaze. Il sacco del tuorlo, semipieno di
liquido, era custodito e rinchiuso all'interno dell'addome. |
Postremo,
disponebatur pullus ad exitum; Exterioris namque corticis interdum
ingens portio avulsa videbatur, et parum laceratis subiectis tunicis
pulli rostrum et capitis extremitas erumpebat, non ita tamen ut
ambientem corticem urgere posset; quare a gallina quandoque corticem
aperiri credibile est. |
Il
pulcino si disponeva infine a uscire: infatti talora si vedeva che era
stata asportata una notevole parte del guscio esterno ed essendosi un
po' lacerate le sottostanti membrane fuoriusciva il becco del pulcino
e l'estremità della testa, ma non a tal punto da poter forzare il
circostante guscio, per cui è credibile che talora il guscio venga
aperto dalla gallina. |
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Fig.
25. - In dissecto pullo die quarta ab ortu, vitelli folliculus hanc
servabat figuram A, cum fere ex toto exinanitus brevi ductu B in mediam intestini partem hiaret; unde saepius dubitavi, ab
extremis arteriarum finibus oleosam liquefieri materiam, reliquam
vero, lentum scilicet humorem, recollectum in folliculi cavitate,
velut excrementum in proximum propelli intestinum, cum longe a
ventriculo et tenuibus intestinis eructetur. |
Nel
pulcino sezionato il quarto giorno dalla nascita,
il sacco del tuorlo conservava l'aspetto A (fig.
25) e, quasi interamente svuotato, si apriva nella porzione media
dell'intestino tramite il breve condotto B. Per cui piuttosto spesso
dubitai che il materiale oleoso venisse liquefatto dalle estreme
terminazioni arteriose e che il restante materiale, cioè il liquido
viscoso radunato nella cavità del sacco, venisse spinto nel vicino
intestino come se fosse un escremento, poiché veniva riversato
lontano dallo stomaco e dall'intestino tenue. |
[12]
Hucusque latentis olim in Cicatrice pulli manifestationem, et ortas
ibidem mutationes, quas in tam obscuro et profundo Naturae penu
inquirebam, et suboscure deprehendebam, in compendium redactas
tumultuarie Vobis exaravi. Abstinui vero ab exponendis reliquis Ovi
partibus, cum passim ab aliis recenseantur; hoc unum innuens, sex esse
tunicas[68],
quarum binae sub cortice immediate locatae sanguineis vasis non
pervaduntur, reliquae vasa recipiunt, et humores varios, albumen
scilicet tenuius et crassius, materiam amnii, in qua natat pullus, et
vitellum continent. Successivam etiam humorum mutationem omisi, cum
fuse apud alios habeatur. Hoc unum addam, tenuius albumen, Chorio
contentum[69],
igni appositum interdum evanescere, praecipue a die decima usque ad
pulli exitum. Idem frequenter accidit contento succo in amnio, qui in
tenello tamen pullo secundum aliquam sui partem concrevit, in adulto
vero, et mox nascituro praecipue, salsus redditus igne evaporat: Humor
pariter in folliculo vitelli coadunatus igne et aere calido concrescit.
Ex his itaque interdum dubitavi, humorem, foetum immediate ambientem,
nutritivas quidem commixtas servare partes, quae ventriculum patenti
oris via subingrediantur, et fortasse extremi habitus laxos subintrent
meatus; sed luculenter insuper fermentativis succis ditari, qui
analogi sint lymphae,
caeterisque humoribus a glandulis praecipue extremi habitus separatis;
unde colliquamentum in cicatrice observatum, et a primordiis pulli
stamina ambiens, hanc eandem sapere naturam saepius dubitando
cogitavi. |
Fino
a questo punto vi ho dato la descrizione riassuntiva e affrettata del
manifestarsi del pulcino, prima latente nella cicatricola, e
dei cambiamenti ivi insorti, che indagavo e nebulosamente osservavo in
una così oscura e immensa dispensa di cibi della natura. In verità
mi sono astenuto dall'esporre le rimanenti parti dell'uovo dal momento
che vengono qua e là trattate da altre persone. Mi limito ad
accennare solo questo, che le membrane sono 6, due delle quali,
situate immediatamente sotto al guscio, non sono attraversate da vasi
sanguigni, le altre ricevono vasi e contengono liquidi diversi, cioè
l'albume che è il più tenue e il più denso, il materiale dell'amnio
- il liquido amniotico - in cui nuota il pulcino, e il tuorlo. Ho
tralasciato anche il successivo cambiamento dei liquidi dal momento
che presso altri autori è abbondantemente reperibile. Aggiungerei
solo questo: l'albume più tenue, contenuto nel corion, messo sul
fuoco talora evapora, soprattutto a partire dal 10° giorno fino alla
nascita del pulcino. Spesso la stessa cosa accade al liquido contenuto
nell'amnio, che tuttavia nel pulcino giovincello coagulò
parzialmente, mentre nel pulcino adulto, e soprattutto in quello
prossimo a nascere, sul fuoco diviene salato ed evapora. Parimenti il
liquido raccolto nel sacco del tuorlo coagula al fuoco e all'aria
calda. Pertanto in base a queste osservazioni talvolta ho dubitato che
il liquido, che circonda immediatamente il feto, contenga delle
frazioni nutritive mischiate tra loro che entrerebbero nello stomaco
attraverso l'accessibile via della bocca, mentre forse penetrano
attraverso gli ampi meati della superficie corporea; ma che inoltre il
liquido è abbondantemente arricchito di succhi fermentativi che
sarebbero analoghi alla linfa e agli altri liquidi secreti dalle
ghiandole, principalmente da quelle della superficie corporea. Per cui
ho più volte pensato con dei dubbi che questa stessa natura spettasse
al colliquamento osservato nella cicatricula e che circonda fin dai
primordi gli abbozzi del pulcino. |
Pro
exaratorum faciliori intelligentia, ut mos est, addenda esset
Spermaticorum vasorum in Gallo delineatio, et praecipue binarum mammillarum, quae extra
erumpentes, semen fundunt; Gallinae pariter Ovarii cum ani
appendicibus, in quibus glandularum copia extat. Hos autem differo
labores, et alias, Vobis ita consulentibus, ulteriori instituta
indagine exponam. |
Per
una più facile comprensione delle cose descritte, andrebbe aggiunto,
come d'abitudine, il disegno dei vasi spermatici nel gallo, e
specialmente delle due papille che, fuoriuscendo, riversano il seme;
parimenti dell'ovaio della gallina con le appendici anali in cui si
trova abbondanza di ghiandole. Però rimando questi lavori e li esporrò
in un'altra relazione, se voi mi consiglierete di farlo, dopo aver
praticato ulteriori ricerche. |
Quadrupedum,
et Viviparorum foetuum perquisitionem, cum potiora otia et regias pene
impensas[70]
exigat, iam pene despero. Paucas interim hasce observationum
adumbrationes in tam grandi opere inconcinne collectas, solita, qua favetis, humanitate excipite,
Sodales doctissimi, et
singulorum instituta discussione, vel novos indicate labores, vel perpetuo feriari iubete. Diu valeatis. |
Ormai
quasi dispero di poter compiere ricerche su feti di quadrupedi e
vivipari, poiché esse richiedono maggior tempo libero e spese quasi
regali. Frattanto, dottissimi Colleghi, vogliate accogliere con la
consueta benevolenza, con cui mi sostenete, questi pochi abbozzi di
osservazioni goffamente raccolte in una così grande impresa; e dopo
aver discusso ogni singola cosa, indicatemi nuove ricerche o
ingiungetemi di starmene a riposo per sempre. State bene per molto
tempo. |
Dabam
Bononiae, Calendis Februarii 1672. |
Consegnavo
il 1° febbraio 1672 a
Bologna. |
[1] Tusculanae disputationes I, XXXVIII, 91: Itaque non deterret sapientem mors, quae propter incertos casus cotidie imminet, propter brevitatem vitae numquam potest longe abesse, quo minus in omne tempus rei publicae suisque consulat, ut posteritatem ipsam, cuius sensum habiturus non sit, ad se putet pertinere. Quare licet etiam mortalem esse animum iudicantem aeterna moliri non gloriae cupiditate, quam sensurus non sis, sed virtutis, quam necessario gloria, etiamsi tu id non agas, consequatur. Natura vero si se sic habet, ut, quo modo initium nobis rerum omnium ortus noster adferat, sic exitum mors: ut nihil pertinuit ad nos ante ortum, sic nihil post mortem pertinebit. In quo quid potest esse mali, cum mors nec ad vivos pertineat nec ad mortuos? Alteri nulli sunt, alteros non attinget.
[2] Exercitationes de generatione animalium, Londra, 1651, p. 42 (Exerc. 13). – Referenza citata da Luigi Belloni in Opere scelte di Marcello Malpighi (Torino utet 1967).
[3] La cicatricola o cicatricula - piccola cicatrice - è anche detta discoblastula oppure blastoderma. Blastula deriva dal latino scientifico blastula, diminutivo del femminile greco blástë = germoglio, gemma, rampollo, germe, embrione; equivalente è il maschile blastós che ha lo stesso significato. § Cicatricola o cicatricula deriva dal latino tardo cicatricula = piccola cicatrice, diminutivo di cicatrix = cicatrice. Ristretta zona del polo dell'uovo degli uccelli, dove, subito sotto alla membrana vitellina, si trovano il citoplasma e il nucleo. Dalla cicatricola, detta anche discoblastula o disco germinativo, si svilupperà l'embrione.
[4] L'italiano calaza deriva dal greco chálaza, grandine, per l'aspetto particolare dei cordoncini che nell'uovo privato di guscio ricordano due chicchi di grandine; chálaza è derivato a sua volta da una radice indeuropea che significa ghiaccio. Le calaze si dipartono da ciascun polo della cellula uovo e sono dirette secondo l’asse maggiore del guscio. Si tratta di strutture cordoniformi avvolte su se stesse. Verso il polo ottuso si dirige una sola calaza, mentre dall'altro lato ne esistono due tra loro intimamente ritorte. Originano a livello dello strato calazifero e terminano da ciascun lato nella regione dei legamenti dell'albume.
[5]
È il nucleo del Pander, o parte svasata della latebra di vitello bianco
che forma come un letto al disco germinativo. (Luigi Belloni, 1967) §
Christian Heinrich Pander
naturalista ed embriologo nato in Lettonia da genitori tedeschi (Riga 1794
- Pietroburgo 1865). Allievo del medico e naturalista estone Karl Ernst
von Baer (Piep 1792 - Dorpat 1876), dimostrò che lo sviluppo
dell'embrione del pulcino procede attraverso la formazione di tre strati
principali di tessuto, o foglietti germinali (ectoderma, entoderma,
mesoderma), dai quali si formano i diversi organi. Si occupò anche di
geologia e di paleontologia.
Gli studi di embriologia sono contenuti in Beiträge
zur Entwicklungsgeschichte des Hühnchens im Eye (Contributi alla
storia dell'evoluzione del pollo nell'uovo),
Brönner, Würzburg (1817). §
Heinz Christian Pander, name
sometimes given as Christian Heinrich Pander (1794-1865) was a biologist
and embryologist who was born in Riga. In 1817 he received his doctorate
from the University of Würzburg, and spent several years (1827-1842),
performing scientific research from his estate near Riga. In 1820 he took
part in a scientific expedition to Bokhara as a naturalist, and in 1826
became a member of the St. Petersburg Academy of Sciences. Pander studied
the chick embryo and discovered the germ layers (i.e., three distinct
regions of the embryo that give rise to the specific organ system).
Because of these findings, he is considered by many to be the founder of
embryology. His work in embryology was continued by Karl Ernst von Baer
(1792-1876), who expanded Pander's concept of germ layers to include all
vertebrates. Pander performed important studies in the field of
paleontology, and was the first scientist to describe primitive creatures
known as conodonts. He also did extensive research of fossils found in the
Devonian and Silurian geological strata of the Baltic regions.
(www.worldlingo.com)
[6] Follicolo: dal latino folliculus, diminutivo di follis, sacco, borsa. In anatomia: piccola formazione tondeggiante e cava, che spesso contiene un'altra struttura o un piccolo organo.
[7] Colliquamentum, che di per sé significa sostanza fluidificata, è termine introdotto da William Harvey. Qui il Malpighi indica il blastoderma e la cavità subgerminale sottostante all'area pellucida. (Luigi Belloni, 1967)
[8] La cavità subgerminale. (Luigi Belloni, 1967)
[9] L'area opaca è concepita come una sostanza dotata di una certa consistenza, che subisce una parziale colliquazione, onde si alternano anelli o zone concentriche di colliquamento e di materiale non colliquato. Segue ora la descrizione di questi cerchi alternantisi nell'area vitellina interna ed esterna. (Luigi Belloni, 1967)
[10] L'area pellucida è interpretata come un sacco amniotico. (Luigi Belloni, 1967) § Amnio, amnion o amnios: dal greco amníon, vaso in cui si raccoglieva il sangue delle vittime. Annesso embrionale costituito da un sacco che si sviluppa a spese di una parte dei tessuti formati dall'uovo fecondato (sacco amniotico), contenente – in quantità variabile nei diversi animali e nei vari stadi di sviluppo – un liquido sieroso (liquido amniotico) nel quale è immerso l'embrione ancorato al cordone ombelicale.
[11] Probabilmente, allo stadio della stria primitiva. Il raggiungimento di questo stadio anteriormente all'incubazione è sottolineato dagli autori posteriori, alcuni dei quali hanno invocato a spiegazione il forte calore estivo poco sopra ricordato dal Malpighi. (Luigi Belloni, 1967)
[12] Forse il nodo primitivo. (Luigi Belloni, 1967)
[13] Le strutture assiali del tronco. (Luigi Belloni, 1967) § Carena, dal latino carina (chiglia della nave, guscio della noce), per estensione significa organo animale o vegetale, o parte di esso, che richiama la forma della chiglia di una nave, elemento longitudinale dello scafo, facente parte della struttura del fondo.
[14] Osservazione assai corretta. Infatti l'uovo fecondato comincia a suddividersi fino al momento in cui viene deposto. Nell'uovo fecondato il disco germinativo consta di una massa di 40.000-60.000 cellule derivate dalla divisione ripetuta dello zigote e prende il nome di discoblastula o blastoderma o cicatricola, che appare come un dischetto di colore grigio chiaro del diametro di 4 mm che riposa sulla componente bianca del vitello. Nel caso l’uovo non sia stato fecondato, il disco germinativo è costituito da citoplasma e dal nucleo femminile in degenerazione e il suo diametro è di circa 3,5 mm.
[15] Dette anche ventose o uova del vento, ossia non fertili.
[16] In realtà, il nucleo del Pander. (Luigi Belloni, 1967)
[17] In realtà, il nucleo del Pander. (Luigi Belloni, 1967)
[18] I somiti. (Luigi Belloni, 1967) § Somite, singolare e maschile, deriva dal greco sôma, corpo+-ite. In embriologia, un somite è ciascuno dei segmenti in cui si suddivide la parte dorsale del mesoderma (o epimero), a destra e a sinistra della corda dorsale. I somiti danno origine a elementi che formeranno il derma della cute del tronco (dermatomi), alle masse muscolari (miotomi) e allo scheletro assile (sclerotomi). Ogni somite è connesso al mesoderma insegmentato, posto ventralmente, da un peduncolo (peduncolo del somite). Nella zona caudale dell'embrione il mesoderma è costituito da una massa cellulare dalla quale hanno origine nuovi somiti per cui l'embrione può gradatamente allungarsi. Per alcuni embrioni l'età si indica con il numero dei somiti (per esempio, embrione umano e del pollo).
[19] È incerto cosa abbia osservato qui il Malpighi al posto del midollo spinale, che più avanti egli sembra confondere con la notocorda. (Luigi Belloni, 1967) § Notocorda deriva dal greco nôton = dorso. In embriologia e in zoologia, notocorda equivale a corda dorsale.
[20] Evidentemente, il proencefalo e le vescicole ottiche. (Luigi Belloni, 1967)
[21] Questa parte si riferisce evidentemente all'ampia zona compresa fra D e G. (Luigi Belloni, 1967)
[22] Icòre: dal greco ichør, ichôros, maschile. Secondo la mitologia greca, il purissimo sangue degli dei. Per Aristotele in Historia animalium 586b 32 era il liquido amniotico. Nel linguaggio medico, sia di Ippocrate che di Aristotele, era l'essudato, spesso purulento, secreto da ferite o piaghe infette.
[23] Spadix, in latino, corrisponde al ramo della palma da dattero (Phoenix dactylifera) col suo frutto rosseggiante, per cui l’aggettivo spadiceus significa del colore del dattero, cioè rosso scuro. Il dattero, che anticamente suonava dàttilo, deriva dal latino dactylus, che risale al greco dáktylos, il dito.
[24] E sono quindi concepiti come la fonte del liquido amniotico (in realtà, subgerminale). (Luigi Belloni, 1967)
[25] I somiti. (Luigi Belloni, 1967)
[26] Sono, in realtà, i tronchi onfalo-mesenterici primitivi. (Luigi Belloni, 1967)
[27] Le vescicole cerebrali e il mielencefalo. (Luigi Belloni, 1967)
[28] Il seno terminale. (Luigi Belloni, 1967)
[29] Evidentemente, il proencefalo, il mesencefalo e il metencefalo. (Luigi Belloni, 1967)
[30] Xerampelinus deriva dal greco xërampélinos, da xërós = secco e ámpelos = vite, quindi un colore che richiama quello di una foglia di vite che sta seccando.
[31] Vene vitelline anteriori. (Luigi Belloni, 1967)
[32] Vene vitelline anteriori. (Luigi Belloni, 1967)
[33] L'atrio indiviso. (Luigi Belloni, 1967)
[34] Il canale auricolare. (Luigi Belloni, 1967)
[35] La cavità ventricolare indivisa. (Luigi Belloni, 1967)
[36] Il bulbo cardiaco. (Luigi Belloni, 1967)
[37] Gli archi aortici. (Luigi Belloni, 1967)
[38] L'aorta dorsale. (Luigi Belloni, 1967)
[39] Le arterie onfalo-mesenteriche. (Luigi Belloni, 1967)
[40] Il seno terminale. (Luigi Belloni, 1967)
[41] Analoga successione di cuoricini aveva già osservato il Malpighi nel De bombyce (1669). (Luigi Belloni, 1967)
[42] Come ammetteva invece Harvey. (Luigi Belloni, 1967)
[43] I vasi onfalo-mesenterici. (Luigi Belloni, 1967)
[44] Il Malpighi nega, quindi, la luminosità del punctum saliens (in micante gutta, seu saliente puncto – pagina 5), la minima ignis scintillula descritta da Harvey (cfr. Adelmann, p. 958, nota 1). (Luigi Belloni, 1967)
[45] Quali in realtà sono. (Luigi Belloni, 1967)
[46] Forse la plica cefalica dell'amnio. (Luigi Belloni, 1967)
[47] Il mesencefalo. (Luigi Belloni, 1967)
[48] I lobi ottici. (Luigi Belloni, 1967)
[49] Il metencefalo. (Luigi Belloni, 1967)
[50] Il sincipite è la parte più elevata del cranio.
[51] Il parencefalo. (Luigi Belloni, 1967)
[52] Gli emisferi cerebrali. (Luigi Belloni, 1967)
[53] Per la presenza della fessura coroidea. (Luigi Belloni, 1967)
[54] È in realtà l'allantoide. (Luigi Belloni, 1967) § Allantoide: dal greco allantoeidës, che ha la forma di salsiccia, essendo allâs la salsiccia, il sanguinaccio. In embriologia, uno degli annessi fetali che, negli animali amniotici, ha funzione respiratoria, nutritizia ed escretoria per l'embrione.
[55] L'abbozzo del fegato. (Luigi Belloni, 1967)
[56] Entra finalmente in scena il vero amnio. (Luigi Belloni, 1967)
[57] In anatomia cerebrale umana esistono due falci: la falce cerebellare o piccola falce, prolungamento verticale e mediano della dura madre, che separa i due emisferi del cervelletto; la falce cerebrale o grande falce, il setto meningeo mediano e verticale che si insinua nella scissura interemisferica.
[58] L'allantoide (allantocorio). (Luigi Belloni, 1967)
[59] L'amnio. (Luigi Belloni, 1967)
[60] Il sacco vitellino. (Luigi Belloni, 1967)
[61] L'allantocorio. (Luigi Belloni, 1967)
[62] Il c.d. ombelico ombelicale o vitellino (tra il sacco vitellino e il sacco dell'albume). (Luigi Belloni, 1967)
[63] Il Malpighi allude verosimilmente al prestomaco con gli abbozzi delle ghiandole che descriverà diffusamente nel trattato Sulla struttura delle ghiandole conglobate e parti affini. (Luigi Belloni, 1967)
[64] Il Malpighi allude verosimilmente al prestomaco con gli abbozzi delle ghiandole che descriverà diffusamente nel trattato Sulla struttura delle ghiandole conglobate e parti affini. (Luigi Belloni, 1967)
[65] Da sin. a d. nella figura: il tronco aortico, le due arterie anonime e il tronco polmonare. (Luigi Belloni, 1967)
[66] Forse il peduncolo allantoideo coi rimanenti vasi sanguigni dell'allantoide. (Luigi Belloni, 1967) § Allantoide: dal greco allantoeidës, che ha la forma di salsiccia, essendo allâs la salsiccia, il sanguinaccio. In embriologia, uno degli annessi fetali che, negli animali amniotici, ha funzione respiratoria, nutritizia ed escretoria per l'embrione.
[67] Còrion: dal greco chórion = membrana, membrana che avvolge il feto, membrana dell'uovo. Annesso embrionale degli Amnioti, costituito da una membrana che, avvolgendo l'embrione (racchiuso nell'amnios), l'allantoide e il sacco del tuorlo, delimita con la propria parete anche la cavità del celoma extraembrionario. Nei rettili, negli uccelli e nei mammiferi lo sviluppo embrionale è caratterizzato da aree extra-embrionali dette annessi embrionali. Si tratta di amnios, corion, sacco vitellino, allantoide e placenta, quest'ultima presente nei soli mammiferi placentati. § Trattasi, in realtà, della cavità allantoidea contenente frustoli di urina solida (masse di urati). (Luigi Belloni, 1967)
[68] Ossia: la testacea esterna, la testacea interna, l'allantocorio, il sacco dell'albume, l'amnio, e il sacco vitellino. (Luigi Belloni, 1967)
[69] Ossia, l'allantocorio. (Luigi Belloni, 1967)
[70] Echeggia qui l'inno di Harvey al mecenatismo del re Carlo I. Si veda anche la Lettera a J. Spon. (Luigi Belloni, 1967)