Vol. 1° -  I.8.

ERA NEOZOICA
Antropozoica - Quaternaria
inizio: 2 milioni di anni fa

Néos = nuovo, ánthropos = uomo.

Si distingue da tutte le altre ere per il diffondersi dell’Uomo. Due milioni d’anni fa comparve l’Homo habilis. Mezzo milione d’anni dopo, con la comparsa dell’Homo erectus non solo in Africa, ma anche in Europa e in Asia, di statura maggiore, costruttore di più avanzati utensili in pietra e in grado di utilizzare il fuoco per uso domestico e per difesa, l’evoluzione compie una tappa fondamentale.

Col trascorrere del tempo anche la struttura fisica dell’uomo andò modificandosi e parimenti il suo modo di vita si fece più complesso. I primi resti fossili attribuiti all’Homo sapiens risalgono a circa 250.000 anni fa; circa 40.000 anni fa comparve il primo rappresentante di una nuova sottospecie, detta Homo sapiens sapiens, o uomo di Cro-Magnon, che cominciò a costruire abitazioni e a vivere in comunità.

Le formazioni di quest’era si trovano rappresentate in tutte le terre emerse. Prevalgono i depositi morenici, i sedimenti alluvionali, il travertino e le torbiere. L’attività vulcanica fu notevole in varie zone, specialmente nell’Italia peninsulare (Monte Amiata) e insulare (Etna). Si completò il sollevamento delle catene montuose formatesi nelle ere precedenti, segnando la fase finale del corrugamento alpino.

Il clima fu caratterizzato da un abbassamento generale e intermittente della temperatura, che causò notevoli mutamenti soprattutto nell’emisfero boreale. Per cause non ancora ben definite si alternarono almeno 5 periodi freddi, glaciali, con 4 periodi caldi, interglaciali: si ebbero per conseguenza 5 vastissime espansioni glaciali separate da 4 lunghi intervalli durante i quali i ghiacci si ritirarono. I ghiacciai arrivarono a coprire un terzo dei continenti e si spinsero fin quasi al 39° parallelo nell’America settentrionale (all’altezza circa di New York) e al 52° in Europa (Berlino e Paesi Bassi), con segni evidenti nelle nostre Alpi e Prealpi. Per l’Europa, le glaciazioni del quaternario prendono il nome dal Danubio e dai suoi affluenti.

Le grandi glaciazioni del Quaternario

nome

durata in anni fa

Donau

1.500.000 -> 1.000.000

Günz

650.000 -> 500.000

Mindel

400.000 -> 300.000

Riss

200.000 -> 120.000

Würm

75.000 -> 10.000

Come conseguenza delle glaciazioni si verificò più volte l’abbassamento del livello medio del mare toccando anche i 100 metri, mentre nelle fasi interglaciali si formarono potenti fiumane che coi materiali trasportati produssero estesi depositi alluvionali capaci di colmare golfi estesi come quello padano. La fusione dei ghiacciai del Pleistocene, sino a raggiungere le dimensioni attuali, ha causato l’innalzamento del livello del mare di circa 140 metri; dalla fine dell’ultima glaciazione la superficie marina è andata mediamente elevandosi di 1 cm per anno. Tutto ciò ha grande importanza nel relegare gli animali su isole prima terraferma, presupposto fondamentale per il processo di speciazione. Analizzeremo questi concetti quando parleremo delle 4 specie ufficialmente riconosciute del genere Gallus e nel capitolo dedicato all’evoluzione molecolare.

La betulla nana, caratteristica delle tundre, riuscì ad impiantarsi nell’Europa centrale. Nell’Europa settentrionale prosperò il Rhododendron ponticum, che attualmente vive anche nelle regioni subtropicali.

Anche la flora alpina, in seguito alle glaciazioni, nel corso dei millenni ha avuto un dinamismo movimentato. Essa è stata spesso scacciata dalle montagne d’origine e costretta a scendere fin quasi al mare. Oppure è stata arricchita da nuove specie che erano state costrette a migrare di fronte all’incalzare dei ghiacci, accolte dalle nostre Alpi in particolari microclimi, in oasi così distanti dalle regioni boreali.

Fig. I. 11 - Conrad Gessner (Zurigo 1516-1565) fu medico e professore di storia naturale nella città natale. L'opera più bella, Historia plantarum, coronamento di tutta una vita dedicata alla botanica, fu pubblicata a due secoli dalla morte. Nell'Historia animalium (1551-1558) raccolse tutte le notizie allora disponibili riguardo a numerose specie.

Lo stesso Conrad Gessner, scalando nel 1555 il Monte Pilatus presso Lucerna, aveva notato come la vegetazione si facesse più artica con l’approssimarsi della vetta. Osservazioni del genere vennero più tardi registrate e codificate da Tournefort, Linneo e Humboldt.

Un rappresentante della flora circumpolare costretta a migrare è la Linnaea borealis, dedicata sia al grande naturalista svedese dal quale ha preso il nome, sia alle terre artiche di cui è originaria. Questa delicata caprifogliacea, molto comune nell’estremo Nord, ha raggiunto i suoi limiti più meridionali con piccoli insediamenti in boschi di conifere della Val di Cogne e della Valsavarenche. Altra testimonianza di migrazioni glaciali, molto meno raro della Linnaea, è il mitico Leontopodium alpinum, la Stella Alpina, originaria dell’Asia, spontanea in Mongolia e sull’Himalaya. Non meravigliamoci quindi di fronte alle migrazioni del pollo, che possono essere avvenute spontaneamente, come è accaduto per Linnaea e Leontopodium.

Fig. I. 12 - Linnaea borealis: migrò fino in Italia
e si insediò in Val di Cogne e in Valsavarenche.

Nei periodi interglaciali la fauna delle regioni settentrionali annoverò l’Elephas antiquus, rinoceronti, ippopotami; nei periodi glaciali si popolò di forme adatte al clima freddo, come il villoso Mammuth - Elephas primigenius - il Rinoceronte lanoso e la Renna. La diffusione dell’uomo portò la vita al più alto grado d'evoluzione, segnando la conclusione di un lungo e travagliato cammino.


Dietro suggerimento della Professoressa Sandra Tugnoli Pattaro (Dipartimento di Filosofia, Università di Bologna) in data 20 ottobre 2005 si adotta Gessner al posto di Gesner. La motivazione è molto semplice: quando si firmava in tedesco, Conrad usava la doppia s, mentre in latino ne bastava una sola per rendere lo stesso suono. La ricerca è merito di Cynthia M. Pyle come si può dedurre da questo frammento del suo studio sul cognome dell’illustre studioso svizzero: "The confusion between the Latin spelling Gesnerus and the vernacular probably arose in the 18th century encyclopedia of Hans Jacob Leu, who separates CG from other members of his family orthographically. Gessner himself, like the rest of his family, invariably signs his name with two s's in German vernacular documents, illustrated in the above article, but uses one s (since two are unnecessary to obtain the same sound) in the Latin form, Gesnerus (with of course its Latin inflections)." (Conrad Gessner on the Spelling of his Name, Archives of Natural History 27 (2000), 175-186.)

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