Vol. 1° -  IV.1.

Il primo animale domestico

Per ridurre la confusione al minimo,
è necessario premettere alcune definizioni che servano da guida.

Cattività (dal latino capio, prendo) significa prigionia, schiavitù. In etnologia la cattività corrisponde al primo stadio della soggezione degli animali all'uomo; gli animali selvatici ridotti in cattività sono costretti a vivere in uno spazio assai limitato come gabbie o recinti. Secondo alcuni studiosi la cattività fu praticata fin da tempi preistorici non tanto per necessità alimentari quanto per uso venatorio, per abbigliamento, per sacrifici rituali, per momenti di svago.

Addomesticamento deriva dal latino domus che significa casa. Questo processo provoca unicamente l’adattamento comportamentale del singolo animale nei riguardi dell'uomo con abbandono più o meno forzato di abitudini tipiche dello stato selvatico. Gli animali addomesticati soggiacciono al modo di vita dell'uomo per i vantaggi che ne traggono, possono adattarsi ad aiutarlo in certe attività lavorative come nel caso degli elefanti, ma, lasciati a se stessi, riprendono il comportamento degli affini selvatici.

La Domesticazione, ultimo stadio dell’iter di soggezione degli animali all'uomo, è un concetto che può essere esteso anche alle piante. La domesticazione degli animali conduce a notevoli cambiamenti nell'equilibrio fisiologico e nel modo di vita delle singole specie, con la comparsa di caratteri nuovi ottenuti attraverso la selezione dei singoli individui. Tali caratteri, scelti in funzione utilitaristica, sono potenzialmente già presenti sia nella specie che nell'individuo. L'insieme delle pratiche per rendere evidenti i caratteri selezionati - come il tipo d’alimentazione, gli incroci, l’imposizione di nuovi modi di vita - costituisce l'allevamento. Se gli animali domesticati fanno ritorno allo stato selvatico tendono per lo più a riacquistare i caratteri originari.

Pertanto, l'addomesticamento viene considerato il secondo stadio della soggezione degli animali all'uomo, in quanto precede la domesticazione e fa seguito alla cattività.

La sequenza secondo cui gli animali vennero addomesticati è ben conosciuta grazie agli studi di Zeuner e Mason. Al Cane spetta il primato in quanto divenne il fedele compagno dell’Uomo verso la fine del Pleistocene e l’inizio dell’Olocene; le date precise non sono note, ma si possono collocare nell’intervallo tra il 12.000 e il 10.000 aC, quando l’uomo era nomade, cacciatore e raccoglitore. Fu poi la volta della Pecora e della Capra intorno al 9000 aC nel Sudovest Asiatico, quando l’uomo era ancora nomade, ma in grado di accudire il bestiame. L’addomesticamento delle piante risale al 7000 aC, e fu allora che l’uomo si organizzò in dimore fisse. Sempre intorno a questa data venne addomesticato il Maiale, anch’esso nel Sudovest asiatico. I Bovini si fecero domestici intorno al 6000 aC, dapprima nel Sudovest Asiatico e nel Sudest Europeo, sino ad evolvere, verso il 3000 aC, nella forma senza gobba e dalle corna corte.

Recenti scoperte archeologiche in Cina (Barbara West & Ben-Xiong Zhou, 1988) indicano che i Polli vi erano stati introdotti intorno al 6000 aC, e che derivavano da un addomesticamento anteriore di Gallus gallus avvenuto nel Sudest Asiatico. Questo concetto fu espresso anche da Darwin, adducendo inoltre motivi etimologici, sui quali purtroppo non ho nulla da aggiungere, in quanto Darwin non fornisce ulteriori spiegazioni.

Dalla Cina, i polli raggiunsero per la prima volta il Giappone via Corea durante il periodo Yayoi (300 aC - 300 dC) [1] . I reperti più antichi provengono da Peiligang e Cishan in Cina e risalgono al 6000 aC, data che precorre di 4000 anni i reperti di Mohenjo-Daro. Ma ciò non basta, in quanto i resti di 16 su 18 località cinesi sono essi pure antecedenti a quelli indiani; non sappiamo se questi soggetti allevati in Cina abbiano contribuito all’attuale pollo domestico; i polli della Cultura Harappa della Valle dell’Indo (2500-2100 aC) potrebbero rappresentare la sorgente principale della diffusione mondiale.

Potremmo rimanere sorpresi dal fatto che l’addomesticamento del Cavallo e dell’Asino ebbe luogo più tardi. Le prime tracce di cavalli domestici datano intorno al 3500 aC in Ucraina e la stessa data vale anche per gli asini nell’Africa nordorientale.

Venne quindi probabilmente la volta dell’Oca e del Germano reale: i dati emergono da scoperte archeologiche cinesi, databili intorno al 2500 aC. Un addomesticamento separato dell’oca ebbe luogo in Egitto intorno al 1500 aC e forse anche in Europa, dove pare che il germano reale sia stato addomesticato con successo nella parte occidentale solo a partire dal Medio Evo.

Fagiani dal Collare erano tenuti in cattività dai Greci intorno al 1300 aC [2] . La Gallina Faraona dell’Africa orientale era nota ai Greci, ma probabilmente il ceppo attuale discende da quello dell’Africa occidentale, introdotto in Europa dagli esploratori portoghesi intorno al 1500.

Si ritiene che nelle Americhe l’addomesticamento del Tacchino e dell’Anatra Muta sia un fatto piuttosto recente. Le tracce più antiche dell’addomesticamento del tacchino si trovano in Messico e appartengono al periodo che va dal 200 aC al 700 dC, quando anche la coltivazione delle piante era molto fiorente. I Conquistadores trovarono l’anatra muta completamente addomesticata in Columbia e in Perù nel XVI secolo; essa differiva assai poco dalla forma selvatica, indicando così una sua acquisizione molto recente.

La Quaglia Giapponese fu probabilmente addomesticata intorno all’XI secolo in Giappone, Cina o Corea.

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[1] Yayoi: periodo preistorico del Giappone succeduto a quello Jomon, e che prende il nome da Yayoi-cho (Tokyo) dove furono rinvenute le prime testimonianze archeologiche. La civiltà Yayoi era essenzialmente fondata sull'agricoltura.

[2] Già 3.000 anni fa in Cina e in altre regioni asiatiche erano noti numerosi e differenti Fagiani, spesso rappresentati nei dipinti e nelle stoffe ornamentali. I Greci li chiamavano anche Uccelli della Colchide, antico nome di quella regione asiatica sulla costa orientale del Mar Nero e a sud del Caucaso, attraversata dal fiume Fasi e appartenente in parte all'odierna Georgia, resa famosa dal mito del vello d’oro e degli Argonauti. Lungo le rive del fiume Fasi, oggi Rioni, vivevano numerosi uccelli che i Greci battezzarono phasianòi e i Romani phasianae aves. Nell’antichità il Fasi rappresentava il confine tra Europa e Asia.