Vol. 1° -  VIII.5.2.b.

Attraverso la radice verbale Ka

Lo swahili, o suaheli, è una lingua bantu originaria della costa africana orientale compresa tra il Kenya e il Mozambico. È  diventato la lingua franca di gran parte degli Africani e la lingua ufficiale del Kenya e della Tanzania. Il nome indigeno kisuaheli deriva dall'arabo sahili = costiero. Gli influssi lessicali arabi sullo swahili sono sensibili.

Il kikamba è la lingua della tribù keniota Akamba, stanziata nell’Ukambani, il cui capoluogo è Machakos. A John Matee, Akamba di Kathonzweni, si debbono i termini africani riportati in elenco (comunicazione personale, 1995).

I Kikuyu costituiscono un gruppo etnico africano oggi stanziato nella regione fra Nairobi e il monte Kenya. Sono agricoltori di stirpe bantu che colonizzarono le alte terre del Kenya centrale, opponendosi prima all'invasione Masai poi a quella inglese. Sottomessi, diedero vita a un'attiva resistenza che sfociò - nel 1954-56 - nella rivolta della setta estremista dei Mau Mau [1] , accelerando così l'indipendenza del Kenya.

Le motivazioni linguistiche a favore dell’origine indiana del pollo d’Africa, come asserisce Carter, sono le seguenti: in Africa sudorientale troviamo kuku, kuki e koko, con modificazioni tipo n kuku, n koko, derivati dal sanscrito kukuta, che ha prodotto anche l’inglese cock e il francese coq.

Alcuni dei vocaboli che seguono sono dovuti a Carter, altri li ho avuti da John Matee, altri ancora li ho raccolti qua e là da persone che occasionalmente mi capitavano a tiro, anche in Pronto Soccorso. Finora, ad integrazione dei dati di Carter, non posso offrire altro che questo miscuglio.

Fig. VIII. 30 - Influenze linguistiche sull’occidente attraverso la radice verbale ka = tuonare

Filogenesi etimologica dalla Valle dell’Indo:
termini derivati dal sanscrito kukuta

termine

significato

lingua

kukuta

gallo

sanscrito

khurùs

gallo

persiano

kukko

gallo

finnico

kana

gallina

finnico

kananpoikanen

pulcino

finnico

cocoş

gallo

rumeno

kury

gallina - generico

russo

kùritsa

gallina

russo

kòkoška

gallina

macedone

kohout

gallo

ceco

kokeš

gallo

gergo ceco

kuřátko - kuře

pulcino

ceco

kokoška

gallina

serbo croato

kokoš

gallina

sloveno

kogut

gallo

polacco

kura

gallina

polacco

kukuta

gallo

slavo antico

cucurrio, -ire

far chicchirichì

latino

cucurigu far chicchirichì   rumeno

küchlein

pulcino

tedesco

kuiken

pulcino

olandese

chicken

pollo

inglese

kuku

gallina

swahili

nguku

gallina

kikamba

nyama ya kuku

pollo

swahili

nyama sya nguku

pollo

kikamba

nyama cia nguku

pollo

kikuyu

kuk

gallo

antico teutone

kyckling

pulcino

svedese

cock

gallo

inglese

coq

gallo

francese

kilhog, kog

gallo

bretone

curani

tacchino

albanese

kakas

gallo

ungherese

csirke

pulcino

ungherese [2]


Potrebbe non risultare facile allacciare una relazione fra chicken e kukuta [3] .

L’Oxford English Dictionary (1961) fa derivare chicken dall’antico teutone kikino, diminutivo di kiuk, kuk, da cui cock. È ovvia la vicinanza tra forme indiane tipo kukut e kuk.

Lo stesso dizionario fa ancora notare che kok in antico teutone significava straniero, per cui si potrebbe desumere che nei primi secoli dopo Cristo - quando questa lingua era parlata - l’arrivo del pollo rappresentava un avvenimento relativamente recente.

Anche Cocker deriva dalla radice ka in quanto, durante le battute di caccia, questo cane segnala la presenza della preda attraverso i suoi gridi d’allarme.

Nei linguaggi hindi moderni troviamo tre termini che hanno sempre la stessa etimologia:

§ kharcha è un pollo nano e le sue varietà sono teni o tani, kulang, kokni; anche l’arabo farcha, che indica il pollo, tradisce la sua etimologia indoeuropea

§ chogo khara è il pollo dalla carne nera

§ karaknath o kadaknath o kadakanath o karnatak è sempre la stesso pollo di taglia media con pelle, ossa e molte altre strutture interne nere, ma con orecchioni azzurro brillante ; il nome originale era kalamasi che significa pollo dalla carne nera e in hindi kala significa nero.

Fig. VIII. 31 - Nomi riservati al pollo in alcune aree africane
Secondo Johston: l’asterisco indica la distribuzione di kwkw,
mentre il triangolo corrisponde allo swahili kuku.

Mikhail Romànov - nel 1995 - mi ha inviato la traduzione dal russo di un lavoro di Auerbakh (1962), nel quale si discute l’origine del termine russo kùritsa, che identifica la gallina. La sequenza sarebbe rappresentata dallo slavo comune kur, da cui il russo kura, e poi l’attuale kùritsa.

Lo slavo kur significa gallo, ed esiste un’opinione secondo cui la lettera r è un suffisso e ku è onomatopeico della voce del pollo.

Tuttavia il famoso etimologista Max Fasmer (1967) ritiene che kur ha relazione con il Lituano kauret (grido), con il verbo latino caurio (il gemere della pantera in calore), l’antico indiano kauti (gridare); per cui in origine kur significava colui che grida, colui che canta.

 sommario 

 avanti 



[1] L’associazione segreta dei Mau Mau sorse presso i Kikuyu ad opera di Jomo Kenyatta verso il 1948, con fini antieuropei. I Mau Mau terrorizzarono i coloni europei con massacri e distruzioni, provocando una dura repressione da parte delle autorità britanniche; ma affrettarono l'indipendenza del Kenya e fornirono i quadri per il suo autogoverno. Lo stesso Jomo Kenyatta fu il primo capo del governo del nuovo Stato (1963).

[2] L’ungherese appartiene alla famiglia linguistica ugrofinnica, per cui questi due vocaboli sono chiaramente dei prestiti.

[3] Un’altra modalità fonetica di kukuta è rappresentata da kukkubhah (dove bha = animale), trasformato in kukkutàh.