A quanto pare furono i Peruviani i primi ad addomesticare il pollo in Sudamerica.
Atahuallpa o Atahualpa fu l’ultimo Inca e attualmente questo nome ha il significato di pollo non solo in Quechua ma pure in Aymará, parlato anche in Perù nell'area del Lago Titicaca.
Gli studi di Erland Nordenskiöld [1] hanno messo in luce che nella parte occidentale del Sudamerica il pollo è noto sia come atahuallpa o sue varianti - adesso scritto atawallpa - sia come huallpa - ora wallpa - o sue varianti. L’area di dispersione dei vocaboli include buona parte delle Ande sino allo Stretto di Magellano nonché una discreta porzione della testata del sistema fluviale amazzonico.
Le altre aree, quelle in cui non sono stati impiegati vocaboli castigliani, usano termini correlati a karaka o a taraka, che Nordenskiöld ritiene onomatopeici, ma che George Carter suggerisce come possibile derivazione dall’Hindu karaknath che sta a designare il pollo melanotico.
Solo pochi termini sono derivati da gallina e la loro area di dispersione è alquanto limitata: punti alquanto sparpagliati lungo la costa settentrionale del Sudamerica e un cuneo che da Rio de Janeiro si spinge all’alto Rio Paraguay.
Inspiegabilmente Nordenskiöld ci riserva un finale da brivido: sommerso da una schiacciante evidenza da lui stesso faticosamente assemblata, conclude che tutti i polli sudamericani sono derivati da quelli importati dagli Europei.
Ovviamente non conclude così ex abrupto, in quanto adduce le sue buone motivazioni. Tuttavia vien da pensare che non è giunto alla conclusione più logica del suo teorema in quanto vittima del preconcetto che si trattava di polli venuti dal Vecchio Mondo insieme agli esploratori.
[1]
Deductions
suggested by the geographical distribution of some post-Columbian words used
by the Indians of South America - Comparative Ethnographical Studies n
5, Göteborg, 1922.