All’inizio del capitolo sono
state prese in considerazione le particelle principali, protoni e neutroni,
che costituiscono il nucleo degli atomi; altre particelle elementari, scoperte
in tempi recenti o recentissimi, sono da collocarsi nella fenomenologia
fisica, e il loro studio esula dagli scopi di questo libro.
Sull’origine delle forze che legano le particelle
nucleari sono state avanzate molte ipotesi, e il problema è sostanzialmente
irrisolto. Tali forze manifestano i loro effetti a distanze brevissime, dell’ordine
di 10-13
cm;
a distanze anche di poco superiori a 10-13
cm, protoni e neutroni si respingono, per cui è poco probabile che si tratti
di forze di tipo elettrostatico o gravitazionale.
Per simili distanze è stato assunto come nuova unità di
misura il valore di 10-13
cm, cui è stato dato il nome di
fermi Fi - 1 Fi = 10-13 cm.
La stabilità dell’edificio nucleare dipende dal numero di protoni Z in relazione al numero di neutroni N. Se i neutroni presenti in un nucleo sono in numero molto superiore o inferiore a quello dei protoni, tale nucleo risulta poco stabile.
Si osserva inoltre che i nuclei con Z pari sono più
stabili, e i corrispondenti elementi sono in genere più abbondanti in natura;
lo stesso vale per N pari. Ci sono poi dei valori di Z e N, detti numeri magici,
e cioè 2, 8, 20, 28, 50, 82 e 126, per i quali i nuclei risultano molto
stabili.
In pratica, un nucleo che presenti Z e N entrambi pari o addirittura appartenenti al gruppo dei numeri magici, ha maggiori probabilità di essere stabile rispetto a un nucleo che contenga un numero dispari di protoni e un numero dispari di neutroni.
Va osservato che i nuclei, così come
gli elettroni del guscio atomico esterno, possono disporsi su dei livelli
quantizzati di energia, cosicché uno stesso nucleo, anche se stabile o
abbastanza stabile quando si trova sul livello fondamentale, può essere
estremamente instabile quando per assorbimento di energia passi su un livello
eccitato.
Quanto abbiamo ora accennato a proposito del nucleo è ben
lontano dall’essere teoricamente interpretato. Resta soltanto da constatare
l’esistenza, o la possibile esistenza, di nuclei assolutamente stabili, di
nuclei che si decompongono in frazioni infinitesime di secondo e di tutta la
gamma intermedia di casi.