Un processo cosě complesso come quello della sintesi proteica richiede necessariamente un controllo preciso al fine di evitare la produzione di proteine inutili per quella linea cellulare, una sintesi eccessiva o una produzione inadeguata alle esigenze del tessuto.
Un ruolo determinante nella regolazione della sintesi proteica č svolto dal DNA che, oltre alle indicazioni riguardanti l’ordinamento degli aminoacidi lungo una proteina (i codoni), contiene anche numerose informazioni regolatrici.
Queste sono intercalate tra le triplette codificanti e con quest’ultime partecipano alla costituzione di quell’unitŕ funzionale chiamata gene.
Il gene rappresenta l’insieme
  di tutti i nucleotidi di un tratto di DNA coinvolti nella produzione di una
  medesima proteina (un gene = una proteina). All’interno di ogni gene sono
  riconoscibili, quindi, diverse porzioni dotate ciascuna di uno specifico
  significato.
L’enhancer č una sequenza
  nucleotidica che serve per amplificare la trascrizione di un mRNA. Spesso č
  posto distante dal tratto di DNA che viene amplificato e, caratteristicamente,
  č in grado di funzionare anche se invertito.
Č stata dimostrata l’esistenza di enhancers tessuto
  specifici, capaci cioč di incrementare la produzione di una proteina solo in
  determinati tessuti, conferendo cosě a una linea cellulare una
  specializzazione funzionale dipendente dal tipo di proteina prodotta. Un
  esempio ci č fornito da un particolare enhancer presente esclusivamente nei
  linfociti deputato ad amplificare la produzione di immunoglobuline. L’enhancer
  non viene trascritto.
Il promoter č un tratto di DNA
  di lunghezza variabile posto all’estremo 5’ del gene. Contiene spesso
  sequenze ripetitive (per esempio, TATAbox, CCATbox) che presiedono al
  controllo quantitativo della trascrizione. Al suo estremo distale, che precede
  la regione strettamente codificante, si rinviene la presenza di un nucleotide
  modificato (la 7metilguanosina) con serve da ancoraggio per l’enzima RNA
  polimerasi. Questo nucleotide, che prende il nome di cap
  site, rappresenta pertanto il punto di partenza per la trascrizione. Il
  promoter, al pari dell’enhancer, non viene trascritto.
Gli introni e gli esoni sono
  differenti sequenze intramezzate fra loro che seguono il cap site e vengono
  pertanto trascritte nell’mRNA primitivo. Al termine dello splicing nell’mRNA
  maturo č possibile ritrovare soltanto gli esoni, tratti codificanti formati
  dall’insieme dei codoni, mentre gli introni, frammenti non codificanti dall’ancora
  ignoto significato funzionale, vengono eliminati.
La tripletta iniziale del primo esone č sempre AUG,
  corrispondente a una metionina, aminoacido di partenza per la sintesi di ogni
  proteina che, a sintesi conclusa, viene escisso dalla catena polipeptidica. L’esone
  finale termina con una particolare tripletta che rappresenta un segnale di
  stop per la traduzione.
all’estremo
  3’ di ogni mRNA si colloca una sequenza di circa 200 adenosine, detta
  poliadenilazione. Questa lunga successione di adenine adempie al trasferimento
  dell’mRNA al di fuori del nucleo.