Vol. 2° -  XVII.

EREDITÀ EXTRANUCLEARE

1. ereditabilità dei caratteri acquisiti

Il codice genetico è stato decifrato e pare che l’ereditarietà cromosomica abbia svelato tutti i suoi segreti. Un’antica e controversa questione balza saltuariamente all’ordine del giorno: esiste un secondo tipo di ereditarietà - non su base cromosomica - capace di sottrarsi alle leggi di Mendel?

Prima di chiudere la genetica generale è opportuno spendere qualche parola sull’ereditabilità dei caratteri acquisiti, anche perché certe esperienze interessano da vicino gli avicoltori.

Gli anni ’40 videro i genetisti occidentali schierati contro i colleghi sovietici della scuola di Mičurin [1] e Lysenko [2] in quanto, riprendendo le teorie di Lamarck, i Russi affermavano che i geni non sono l’unico supporto dell’ereditarietà, potendo essere modificata dall’uomo attraverso interventi sul mezzo esterno e interno. Mičurin sperimentò sui meli, tentando invano di adattare degli alberi adulti al rude clima russo, ottenendo invece i migliori risultati impiegando giovani meli: alcuni si adattarono perfettamente, soprattutto trasmisero alla discendenza la loro resistenza al clima. Lysenko fece sul grano alcune esperienze simili a quelle di Mičurin, il quale credeva nella plasticità dell’organismo giovane ed era inoltre convinto che sottoponendo l’organismo giovane a modificazioni ambientali brutali, esso sarebbe stato in grado di riorganizzare il suo mezzo interno e avrebbe trovato l’opportuno adattamento trasmissibile alla discendenza. I due Studiosi conclusero per un’ereditarietà citoplasmatica che, perlomeno nelle piante, oggi non è assolutamente contestata. Spingendosi oltre, dedussero la possibilità di modificare qualsiasi tipo d’ereditarietà agendo sull’ambiente.

Nel 1957 il problema dell’ereditarietà dell’acquisito era riproposta in termini più sereni dalle esperienze sulle anatre del Professor Benoît. Col suo assistente, il Padre Leroy, iniettò ad anatre Pechino di 8 giorni il DNA proveniente dal sangue e dal testicolo di anatre Kaki Campbell. Molte Pechino presentarono alcune modificazioni che le avvicinavano alle Kaki, specie per la colorazione del becco e la forma della testa. Furono battezzate anatre bianco neve.

È opportuno prendere in esame alcuni casi in cui gli effetti dei geni si manifestano in modo indiretto, per essere addirittura oscurati da forze esterne agenti sull’individuo. In base alla teoria universalmente accettata secondo cui il DNA è la molecola informazionale, mentre le molecole di RNA citoplasmatico sono le esecutrici del messaggio genetico, è lecito chiedersi se, come avviene in altri sistemi, ogni frazione di RNA può o meno ribellarsi alle autorità costituite operando indipendentemente o contro di esse. Se questo RNA dissidente riesce ad infiltrare un proprio emissario in ogni cellula germinale, ciò consente di esercitare, su basi citoplasmatiche, una certa influenza sull’ereditarietà.

Mentre i gameti maschili contengono in prevalenza materiale nucleare, quelli femminili hanno un forte contenuto citoplasmatico dove c’è molto spazio per elementi che possono essere trasmessi da una generazione all’altra indipendentemente dai geni. Per rendere l’ipotesi più plausibile, basta rammentare che in alcuni virus il materiale genetico non è costituito da DNA, bensì da RNA, che quindi deve essere capace di trasmettere l’informazione e, almeno in tali organismi, determina la comparsa di caratteri ereditabili. Possibilità di questo tipo sono state dimostrate nel Paramecio, un protozoo ciliato. Inoltre esistono casi in cui il destino ultimo di un organismo è determinato da altri fattori, quali:

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 avanti 

 



1 Ivan Vladimirovič MIČURIN fu naturalista e orticultore nato a Dolgoe nel 1855. Nel 1875, funzionario delle ferrovie, cominciò con modesti esperimenti che furono permessi su larga scala nel 1921 da parte del Governo Sovietico. Così Mičurin creò vari Istituti a lui intitolati, giungendo ad essere insignito dell'Ordine di Lenin nel 1931. Anch'egli credette nell'inapplicabilità delle leggi di Mendel, e le sue idee furono riprese e ampliate da Lysenko che si fece banditore della dottrina miciurinista. Si spense a Kozlov nel 1935.

2 Trofim Denisovič LYSENKO nacque a Karlovka nel 1898. All'età di 40 anni assunse la carica di Presidente dell'Accademia Lenin di Scienze Agrarie e dopo 2 anni fu nominato Direttore dell'Istituto di Genetica dell'Accademia delle Scienze. Mosse un'aspra critica ai principi della genetica mendeliana elaborati da Weismann e Morgan, sostenendo la teoria neolamarckista risalente a Mičurin. Nel 1956 diede le dimissioni dall'incarico e venne progressivamente esautorato, permettendo così a vari genetisti, da lui fatti destituire, di poter riassumere il loro incarico. Morì a Kiev nel 1976.