Vol. 2° -  XIX.9.2.

Borsa di Fabrizio [1]

Si tratta di un organo tipico degli Uccelli, associato alla parete dorsale della cloaca, cui resta connesso mediante un corto condotto.

Fig. XIX. 4 - Sezione sagittale mediana schematica della cloaca di un pollo giovane

La borsa è ben sviluppata nell’animale immaturo, ha forma per lo più globosa nel pollo, termina a punta nel tacchino e negli anseriformi assomiglia a un intestino cieco. Dopo alcuni mesi dalla schiusa (5 nei gallinacei, 7 nell’anitra, e anche 24 nell’oca) va incontro a processi di involuzione che spesso si completano al momento della maturità sessuale. Lo sviluppo della borsa può essere completamente impedito da una precoce somministrazione di ormoni sessuali maschili. Negli animali così trattati, oppure in seguito ad ablazione chirurgica, i centri germinativi dei tessuti linfatici sparsi nell’organismo appaiono deficienti oppure assenti. Questo fatto dimostra che i centri linfatici originano per migrazione dalla borsa. Inoltre l’animale perde più o meno completamente la capacità a produrre anticorpi e presenta una grave carenza dell’immunità umorale.

Gli anticorpi circolanti e il sistema immunitario su base cellulare prendono origine dai linfociti. Nei mammiferi i T linfociti si differenziano nel timo, i B linfociti si differenziano nel fegato e nella milza del feto, mentre nell’adulto si differenziano nel midollo osseo. I linfociti B hanno ricevuto questo nome per essere stati individuati per la prima volta nel pollo a livello della borsa di Fabrizio, dotata appunto di funzioni immunitarie, posseduta solo dalla classe degli uccelli, mentre in rettili, anfibi e mammiferi non si conosce una struttura corrispondente.

 

Fig. XIX. 5 - Girolamo Fabrizi d'Acquapendente (1533-1619)
detto anche Fabrizio

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[1]   Girolamo Fabrizi d'Acquapendente (1533-1619), oltre ad essere stato il fondatore di un'importante scuola di medicina pratica a Padova, si distinse in modo particolare per gli studi di embriologia e di fisiologia: De formato foetu (1604) e De formatione ovi et pulli pubblicato postumo nel 1621 e che contiene il risultato di una ricerca che impegnò il Fabrizi dal 1601 al 1604.