Vol. 2° -  XXIII.4.2.

Selezione rispetto a più caratteri

Questo aspetto teorico della selezione ha una grande importanza, poiché si tende a scegliere gli animali destinati alla riproduzione in base a due, tre, talora parecchie caratteristiche morfologiche e funzionali. La scelta dei riproduttori e quindi il lavoro di selezione può procedere in 3 modi diversi:

·   selezionando, nel tempo, un carattere alla volta, secondo un programma di miglioramento progressivo rispondente ad esigenze tecniche e pratiche

·   selezionando più caratteri contemporaneamente a partire da determinati valori, al disopra dei quali gli animali vengono destinati alla selezione senza tener conto di pregi o difetti riguardanti le altre caratteristiche

·   selezionando in base a un giudizio complessivo o merito netto degli animali, che si stabilisce mediante un razionale sistema di punteggio morfo-funzionale, nel quale si tiene conto tanto dei caratteri essenziali ai fini del miglioramento, quanto di caratteristiche di minore importanza ma apprezzate dagli allevatori.

È facile vedere gli inconvenienti del primo sistema nella sua lentezza estrema e nel fatto che si possono perdere i vantaggi già realizzati su un carattere quando si passa a selezionarne un secondo. Anche il secondo sistema presenta degli inconvenienti se ci si limita a selezionare due o pochi caratteri essenziali con criteri troppo meccanici di valutazione, dimenticando altre caratteristiche somatiche che, pur non essendo direttamente coinvolte nella funzione economica sfruttata, sono nondimeno l’espressione di una costituzione sana ed equilibrata, e garanzia di robustezza e longevità degli animali. Il terzo metodo di lavoro, basato su ben congegnati punteggi di merito o addirittura su indici selettivi, è da preferire agli altri, soprattutto perché valorizza opportunamente i caratteri a seconda della loro importanza ed evita un giudizio troppo rigido e unilaterale, in quanto i buoni punteggi su certi caratteri compensano le deficienze esistenti in altri.

Riguardo all’efficacia delle forme di selezione appena considerate, diremo che se per caso si lavora contemporaneamente su 4 caratteri che siano geneticamente indipendenti, la misura del progresso che si ottiene rispetto ad ogni singolo carattere darà dei miglioramenti, per generazione, pari alla metà di quelli che si sarebbero avuti selezionando un solo carattere dei quattro prescelti.

Naturalmente, se i caratteri che si vogliono selezionare sono correlati geneticamente, tale scorciatoia viene ad attenuarsi o a cessare completamente, a seconda del grado di correlazione esistente fra i caratteri (associazione completa o percentuali varie di scambio fra i geni interessati). È per questi motivi che uno studio accurato delle correlazioni morfo-funzionali esistenti nelle razze da selezionare (anche soltanto dal punto di vista statistico), può fornire un’ottima base per un programma selettivo serio.

Come principio generale si può affermare che è opportuno limitare il numero di caratteristiche da selezionare, evitando di perdersi su caratteri somatici di significato e valore molto incerto e di non dimostrata correlazione con i caratteri essenziali, o con le funzioni economiche che si vogliono perfezionare.

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