Questo aspetto teorico della
selezione ha una grande importanza, poiché si tende a scegliere gli animali
destinati alla riproduzione in base a due, tre, talora parecchie
caratteristiche morfologiche e funzionali. La scelta dei riproduttori e quindi
il lavoro di selezione può procedere in 3 modi diversi:
·
selezionando,
nel tempo, un carattere alla volta, secondo un programma di miglioramento
progressivo rispondente ad esigenze tecniche e pratiche
·
selezionando
più caratteri contemporaneamente a partire da determinati valori, al disopra
dei quali gli animali vengono destinati alla selezione senza tener conto di
pregi o difetti riguardanti le altre caratteristiche
·
selezionando
in base a un giudizio complessivo o merito
netto degli animali, che si stabilisce mediante un razionale sistema di
punteggio morfo-funzionale, nel quale si tiene conto tanto dei caratteri
essenziali ai fini del miglioramento, quanto di caratteristiche di minore
importanza ma apprezzate dagli allevatori.
È facile vedere gli inconvenienti del primo sistema nella
sua lentezza estrema e nel fatto che si possono perdere i vantaggi già
realizzati su un carattere quando si passa a selezionarne un secondo. Anche il
secondo sistema presenta degli inconvenienti se ci si limita a selezionare due
o pochi caratteri essenziali con criteri troppo meccanici di valutazione,
dimenticando altre caratteristiche somatiche che, pur non essendo direttamente
coinvolte nella funzione economica sfruttata, sono nondimeno l’espressione
di una costituzione sana ed equilibrata, e garanzia di robustezza e longevità
degli animali. Il terzo metodo di lavoro, basato su ben congegnati punteggi di
merito o addirittura su indici selettivi, è da preferire agli altri,
soprattutto perché valorizza opportunamente i caratteri a seconda della loro
importanza ed evita un giudizio troppo rigido e unilaterale, in quanto i buoni
punteggi su certi caratteri compensano le deficienze esistenti in altri.
Riguardo all’efficacia delle forme di selezione appena
considerate, diremo che se per caso si lavora contemporaneamente su 4
caratteri che siano geneticamente indipendenti, la misura del progresso che si
ottiene rispetto ad ogni singolo carattere darà dei miglioramenti, per
generazione, pari alla metà di quelli che si sarebbero avuti selezionando un
solo carattere dei quattro prescelti.
Naturalmente, se i caratteri che si vogliono selezionare
sono correlati geneticamente, tale scorciatoia viene ad attenuarsi o a cessare
completamente, a seconda del grado di correlazione esistente fra i caratteri
(associazione completa o percentuali varie di scambio fra i geni interessati).
È per questi motivi che uno studio accurato delle correlazioni
morfo-funzionali esistenti nelle razze da selezionare (anche soltanto dal
punto di vista statistico), può fornire un’ottima base per un programma
selettivo serio.
Come principio generale si può affermare che è opportuno limitare il numero di caratteristiche
da selezionare, evitando di perdersi su caratteri somatici di
significato e valore molto incerto e di non dimostrata correlazione con i
caratteri essenziali, o con le funzioni economiche che si vogliono
perfezionare.