Vol. 2° -  XXIII.6.5.

Gli animali di prima classe

Bisogna ancora capire cosa s’intende per animali di prima classe. Dal punto di vista dell’allevamento si può dire che si tratta di animali di cui è possibile, per selezione, migliorare le qualità e ridurre i difetti. È evidente che un difetto fissato, determinato da una o più coppie di geni allo stato omozigote, non può essere eliminato che a prezzo di una selezione accanita.

In altri termini un buon animale d’allevamento deve presentare una certa eterogeneità genetica e tutto il lavoro di selezione consisterà nello scartare in giusta misura, bilanciandosi equamente tra qualità e difetti. Il talento dell’allevatore si traduce essenzialmente in questo bilanciamento. Sfortunatamente la maggior parte degli standard lascia poco spazio a questo principio fondamentale.

Émile Carpiaux disse:

“Gli standard non debbono essere concepiti in termini di una rigidità tale che le modificazioni e le trasformazioni inerenti a ogni essere vivente vengano vituperati. Al contrario, devono prevedere l’ideale di bellezza e d’utilità verso il quale ogni razza deve convergere, e devono essere abbastanza elastici da permetterne la realizzazione. Insomma, hanno per missione quella di indicare agli allevatori i punti importanti che bisogna migliorare e perfezionare senza sosta, conservando, ben inteso, la rusticità indispensabile, senza la quale qualunque miglioramento è vano.”

Era il 1923, e oggi non disponiamo di parole migliori.

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