La piuma prende origine dal follicolo che si trova incastonato negli
strati epidermico e dermico della cute, dotato di un elevato apporto di sangue che garantisce un nutrimento
adeguato alle strutture in via di sviluppo. Il follicolo è pure dotato di una
ricca innervazione,
nella quale trovano posto elementi sensoriali capaci di valutare esattamente
la posizione della penna: grazie a questi recettori, una penna che ha perso il
suo normale orientamento può riprendere rapidamente la posizione naturale
appena l’uccello si scuote o si ripulisce.
La parte basale del follicolo è formata da cellule di
origine epidermica disposte
a collare e che si trovano
in fase di attiva moltiplicazione. Il collare può essere suddiviso in una
parte ventrale e in una parte dorsale, essendo questi due aggettivi riferiti
al piano cutaneo. Le cellule epidermiche del collare, mentre proliferano per
creare le barbe, migrano spingendosi progressivamente dal lato ventrale verso
quello dorsale e quindi verso l’alto, fino a sovrapporsi al rachide in via
di formazione.
Il rachide
origina dalle cellule più centrali del follicolo; le barbe che per prime
hanno preso aderenza con la punta del rachide diventeranno le barbe dell’apice
del vessillo definitivo.
L’apice di una barba inizia a formarsi nella parte
ventrale del colletto, ultimando la sua maturazione quando è migrata sul lato
dorsale: in questo momento si trova pronta a formare un tutt’uno col
rachide. L’inizio di una barba dal lato ventrale e il suo completamento sul
lato dorsale riveste una grande importanza pratica per la pigmentazione della piuma poiché il pigmento, introdotto dai
melanociti in punti diversi del collare, comparirà in altrettanti punti differenti della barba definitiva.
La crescita di una piuma presenta variazioni nell’arco delle 24 ore,
dette variazioni
circadiane.
Negli uccelli con abitudini diurne, tra mezzogiorno e mezzanotte la crescita
è pressoché costante, subisce un’inibizione transitoria e forse totale tra
mezzanotte e le 3 del mattino, per poi riprendere con vivacità fino a
mezzogiorno, vivacità che è maggiore rispetto a quella del pomeriggio. Forse
l’inibizione temporanea notturna
risulta dall’abbassamento della temperatura corporea presente dalle 21 alle
4, potendo causare barrature
trasversali osservabili sia sul rachide che sulle barbe di molte
piume.
Durante la muta una nuova piuma sospinge via la vecchia.
Quando la piuma ha completato lo sviluppo, l’attività del follicolo cessa
per un periodo variabile fino alla prossima muta. Per inciso ricordiamo che il
Fulmaro appartiene a una delle poche specie che non mutano mai il piumaggio.