Quando un raggio luminoso
colpisce lepidermide delluomo, composta dallo strato corneo non più
vitale e da quello proliferante malpighiano, una parte della radiazione
incidente viene riflessa, unaltra parte viene assorbita, una quota viene
diffusa e una percentuale viene trasmessa agli strati cellulari sottostanti
dove lenergia della luce incidente viene dissipata.
Dal momento che lepidermide non è omogenea, la luce che la colpisce incontra ostacoli diversi che ne impediscono la penetrazione diretta.
La cute delle diverse aree
del corpo variano enormemente in spessore.
Lo
strato corneo, il più esterno, è una membrana composta il cui
spessore si aggira prevalentemente intorno a 10-20 µm, essendo composta da
cellule appiattite e disidratate dello spessore di 0,6-0,8 µm,
tra loro separate da uninterfase dotata di una minore densità ottica.
Questo strato assolve al compito di diffondere la luce incidente attraverso
fenomeni di riflessione e rifrazione che si svolgono alla superficie delle
aree discontinue.
Lo
strato malpighiano, che è vitale, contiene fra i componenti
intracellulari prevalentemente proteine, lipidi, tonofilamenti con diametro di
circa 7-9 nm, granuli di cheratoialina, nonché melanosomi, capaci tutti
quanti di provocare unefficace diffusione delle lunghezze donda minori.
Lo
strato germinativo, con le sue membrane intatte sia cellulari che
nucleari, unitamente ai granuli di cheratoialina dello strato granuloso,
fornisce ulteriori superfici otticamente discontinue per le radiazioni che
oltrepassano lo strato corneo.
I
melanosomi, oltre ad assorbire le radiazioni ultraviolette e
visibili nonché quelle infrarosse, comportano un importante fenomeno di
diffusione luminosa. I melanosomi contenuti nelle cellule dellepidermide
hanno un diametro pari a 0,2-0,7 µm di densità variabile. Nella cute pigmentata essi
sono maggiormente elettrondensi, sono presenti in numero maggiore e sono molto
più congregati rispetto alla cute chiara.
Pathak & Kligman (1966) hanno riassunto i dati sullassorbimento e sulla trasmissione delle radiazioni UV nel modo seguente: nonostante lo spessore dello strato corneo sia variabile da zona a zona, il modello di trasmissione e di assorbimento della radiazione UV è praticamente lo stesso in tutti i distretti somatici. Lo strato corneo assorbe la luce UV in modo efficiente, specialmente le lunghezze più brevi di 0,32 µm. La pendenza della curva di trasmissione delle lunghezze donda comprese tra 0,26 e 0,29 µm è abitualmente ascritta allassorbimento da parte delle proteine dello strato corneo, specialmente da parte della cheratina che è il prodotto biosintetico più importante della cellule epidermiche.
Bisogna tuttavia sottolineare che lo strato corneo
possiede altri componenti che assorbono le lunghezze pari a 0,26-0,29 µm: istidina, acido
urocanico, piccoli peptidi, colesterolo e fosfolipidi. Anche le nucleoproteine
delle cellule nucleate presenti nello strato malpighiano contribuiscono in
modo significativo allassorbimento delle radiazioni con l
pari a 0,26 µm.
Lo spettro di trasmissione dello strato corneo della cute di un Caucasico bianco e di un Negro dimostrano che lo strato corneo della cute pigmentata assorbe una quantità di radiazioni maggiore rispetto a quello della pelle di un Caucasico bianco e che in questultimo caso la cute trasmette più radiazioni rispetto a unepidermide pigmentata, per cui la pelle chiara è più suscettibile al danno attinico.
Bisogna dedicare una speciale attenzione alla trasmissione
delle l
minori di 0,32 µm, in quanto sono quelle direttamente implicate
nellinduzione delleritema, della melanogenesi e in fenomeni biofisici
quali la produzione di radicali liberi.
Osservazioni di Pathak & Kligman hanno messo in evidenza che lepidermide della pelle bianca presente al dorso e nelle regioni non esposte alle radiazioni, è in grado di trasmettere dal 5 al 15% delle l minori di 0,32 µm, specialmente quelle pari a 0,24-0,26 e quelle pari a 0,3 µm.
È questa la ragione per cui leritema può essere scatenato da radiazioni generate da lampade al mercurio che emettono principalmente radiazioni di 0,257 µm.
Queste radiazioni
eritemogene danneggiano le venule e le arteriole durante il periodo in cui si
verifica lassorbimento luminoso.