Lessico
Arianesimo

Dottrina
ereticale promossa tra il 318 e il 323 ad Alessandria d'Egitto dal prete Ario.
Svolgendo temi già impliciti in Origene
e in Luciano d'Antiochia, Ario
pervenne all'affermazione che il Verbo, ossia Cristo, non partecipa della
sostanza divina ed eterna del Padre, ma è creatura, uomo, sia pure eletto da
Dio a svolgere un compito straordinario e unico nell'economia della creazione.
Condannato
dal vescovo d'Alessandria, Alessandro, ma difeso dal vescovo di Nicomedia,
Eusebio, Ario provocò una profonda divisione tra i cristiani d'Oriente,
sensibilissimi ai problemi teologici, tanto che l'imperatore Costantino
,
sollecito non meno dell'unità religiosa che di quella politica dell'impero
(in effetti difficilmente separabili), intervenne nella controversia e convocò
nel 325 il Concilio di Nicea, con l'intento di ricondurre la pace tra i
cristiani.
Verso il
370, tutto l'Occidente e l'Illirico potevano dirsi liberi dall'arianesimo, sia
pure con qualche importante eccezione, come Milano, dove il vescovo ariano
Aussenzio governò fino al 374, quando, alla sua morte, gli succedette
Ambrogio
.
La controversia ariana si chiuse così sul finire del sec. IV, dopo
sessanta-settant'anni di dispute, di agitazioni, di conflitti anche cruenti,
poiché investiva non solo la dottrina, ma l'intera struttura della Chiesa e i
suoi rapporti con l'Impero.
Tra le sue conseguenze più rilevanti, si devono segnalare un approfondimento della divisione fra il cristianesimo occidentale e quello orientale; l'instaurazione in Oriente di una forte tradizione cesaropapista; la diffusione dell'arianesimo tra i Goti (da parte di Ulfila, seguace di Eusebio di Nicomedia) e tra altri popoli germanici, prossimi a invadere l'Impero d'Occidente.