Lessico


 Biacco
Serpente emorroide
Coluber viridiflavus

Tutte le immagini sono merito di www.herp.it

  

Coluber viridiflavus e biló
Il biacco o milordo
e il pene di Valenza (AL)

Nell’attuale terminologia scientifica gli antichi Haemorrhoides sono passati sotto il nome di Coluber. Se haemorrhois, in greco haimorroîs, ha un’etimologia lampante - flusso di sangue, come quello provocato dalle emorroidi anali - non altrettanto chiara è l'etimologia del latino coluber - serpente, biscia - che forse è da ascrivere alla radice indoeuropea *(s)kel-, curvare, con il significato di un essere che si attorciglia.

Alla famiglia dei Colubridi appartiene per esempio il colubro di Esculapio - Elaphe longissima - da tempi antichissimi assurto a simbolo della medicina e della farmacologia, presente tanto in Europa che in Asia occidentale.

Ma noi dobbiamo identificare l’haemorrhois di Plinio, che doveva essere un serpente mordace e che quindi provocava la fuoriuscita di sangue. Non ne ho la conferma, ma una parte degli antichi haemorrhois, se non magari tutti, sono stati denominati Coluber a dispetto del fatto che per lo più i Coluber non avvolgono le prede con spire del proprio corpo. Sono dotati di un temperamento assai aggressivo e quando vengono molestati si lanciano precipitosamente contro l’intruso e, se catturati, reagiscono inferendo furiosi morsi, spesso diventando dei veri coluber, in quanto cercano di avvolgersi a spirale attorno alle dita di chi li tiene stretti.

Ecco un elenco di haemorrhois che ho reperito nel web. Dove mi è stato possibile ho aggiunto l’attuale nome scientifico e il nome volgare.

Haemorrhois florulentus
Haemorrhois gemonensis - Coluber gemonensis
- Colubro dei Balcani
Haemorrhois hippocrepis - Coluber hippocrepis - Colubro sardo, Colubro ferro di cavallo
Haemorrhois najadum - Coluber najadum - diffuso nei Balcani fino all’Arabia
Haemorrhois rhodorhachis
Haemorrhois ravergieri - Coluber ravergieri
Haemorrhois rogersi
Haemorrhois sinai
Haemorrhois viridiflavus - Coluber viridiflavus
- Biacco, Milordo, Colubro verde e giallo

Per lo più gli appartenenti al genere Coluber sono inoffensivi per l’uomo, a parte la loro mordacità. In alcune specie - che non mi è possibile precisare - le ghiandole alloggiate nella mascella superiore contengono una sostanza velenosa che agisce sulle prede. Il Biacco, diffuso in tutta Italia, isole comprese, fino a un’altitudine di 1500 metri, è molto mordace ma non è velenoso.

Altrettanto rapidi, agili e aggressivi sono i rappresentanti nordamericani di questo genere:

Coluber constrictor - Serpente corridore
Coluber flagellum - Serpente frusta.

Haemorrhois, serpens morsu sanguinem elicit. Moratur in petrosis recessibus, colore partim sanguineo, partim nigro. Tarde pigreque serpit, nec nisi obliquo itinere. Lucanus libro 9. At non stare suum miseris passura cruorem, | Squamiferos ingens haemorrhois explicat orbes. (Jean Tixier Officinae Epitomes Tomus II, Lugduni, 1560)

Biacco
Milordo

Biacco, termine italiano del XVIII secolo, identifica un serpente della famiglia Colubridi, il Coluber viridiflavus, detto anche Milordo e Colubro verde e giallo. Dedichiamoci in primo luogo all'etimologia di biacco: pare che il termine possa derivare da biacca, il pigmento bianco costituito da carbonato basico di piombo, e biacca forse deriva dal longobardo blaich = pallido, sbiadito, per il suo colore. Ma il biacco pallido non è, per cui è più verosimile che derivi dal latino baculum = bastone, attraverso sue modificazioni in baclum e blaccum per finire nell'italiano biacco.

E veniamo all'etimologia di  milordo e mirauda. Il nome mirauda, usato abbastanza comunemente in Piemonte per questa diffusissima biscia, non ha avuto l'onore di essere riportato nei dizionari dei dialetti piemontesi. Eccezionalmente, nel Dizionario Gattinarese-Italiano di Arturo Gibellino si legge che si riferirebbe a una biscia d'acqua, ma contadini, cacciatori e fungaioli sanno benissimo che la mirauda è una biscia terricola.

L’etimologia della parola mirauda non è accertata. Si tratta comunque di una parola antica, che è stata spesso usata come toponimo, principalmente in aree di cultura occitana. È quindi possibile che mirauda derivi dall’occitano miroû = che sa prendere la mira, colpire il bersaglio. Questo nome di presunta origine occcitana si è diffuso in tutta l’area delle parlate gallo-italiche, subendo pesanti alterazioni:

miroldo o mirolda o miròld nel Novarese
vilurdòn a Briga Novarese
smiràld, smiraldòn in Lomellina
milò, milòrd, milòrt, nel Pavese, nel Piacentino
smilòrd a Turbigo (MI)

e infine è diventato milordo che ha trovato posto in enciclopedie, dizionari e testi italiani, a partire dal sec.XIX. Un'etimologia molto più facile nonché semplicistica è quella secondo cui il biacco è detto anche milordo per la sua signorile livrea, che ricorda quella di un elegante milord.

Il Coluber viridiflavus della famiglia Colubridi può raggiungere una lunghezza di quasi 2 m. La sua testa è nera, con sottili strisce verdi e gialle, e il resto del corpo presenta una combinazione di chiazze nere, verdi e gialle; esistono peraltro esemplari (attribuiti talvolta alla sottospecie carbonaria) uniformemente colorati di nero. Il biacco, frequente in Italia, è diffuso in tutta l'area mediterranea e nell'Europa centrale. Di temperamento vivacissimo e irritabile, pronto a mordere (il morso però non è velenoso) anche se non provocato, frequenta i terreni sassosi e soleggiati.

Coluber viridiflavus

Il biacco (Coluber viridiflavus Lacépède, 1789) è un serpente che frequenta i terreni rocciosi, secchi e ben soleggiati, a volte anche i luoghi un po' più umidi come le praterie e le rive dei fiumi. La sua colorazione è dominata dal nero senza essere tuttavia il colore principale. Negli adulti la colorazione di fondo delle parti superiori è verde giallastra. Il dorso presenta una ventina di linee longitudinali discontinue giallo-verdastre. La lunghezza è di 1 m - 1,30 m, eccezionalmente può arrivare anche ai 2 m.

Occhio in contatto con almeno 2 sopralabiali; vertebre 187-212 nei maschi e 197-217 nelle femmine. Sottocaudali 97-124 paia nel maschio e 91-119 paia nella femmina. Squame dorsali 19.

È una specie diurna. Ha un carattere fiero e aggressivo, pur non essendo velenoso. Alle strette preferisce il morso che la fuga. Si nutre principalmente di altri rettili quali lucertole o addirittura vipere, non disdegna le uova di piccoli uccelli o piccoli anuri come rane e rospi.

Lo si incontra nel nord-est della Francia, nel sud della Svizzera, in Italia, in Slovenia, in Croazia a Malta. Esiste una popolazione introdotta in tempi remoti sull'isola di Gyaros in Grecia Non sembra essere una specie minacciata in Italia, in quanto molto adattabile. Risulta essere comune in tutte le regioni d'Italia.

Quando si trova alle strette e capisce che la sua difesa è inefficace, inconsciamente si finge totalmente morto girandosi a pancia in su tutto affusolato; dopo alcuni minuti di tranquillità si rimette in moto.

Coluber, dal sostantivo maschile latino coluber - bri, privo secondo la maggior parte dei linguisti moderni di connessioni etimologiche evidenti, è utilizzato con il significato di "serpe, serpente", piccolo e di sesso maschile, da poeti e letterati a partire dal I secolo aC. Secondo Plauto (ca 255 - 183 aC), la forma lessicale più corretta è colubra (serpe piccola e femmina). Tuttavia, secondo Fumagalli (1889) "coluber" deriverebbe dalla trasformazione in kal- della radice kar- e significherebbe "che striscia". Viridiflavus, da viridis (verdeggiante) e flavus (giallo), colori del soggetto esaminato da Bernard-Germain-Étienne de la Ville-sur-Illon, conte di Lacépède (1756-1825).

Biacco deriva forse dal Longobardo blaih o blaich (pallido, sbiadito) equivalente al francese beich; si confronti col latino medioevale blaca, attestato a Verona nel 1319. Così erano chiamati "i piccoli serpenti dal corpo pallido trovati nelle zone rurali". Tuttavia l'attuale "biacco" è attinto dal toscano e venne usato per indicare "serpente agilissimo e non velenoso, giallo e verde, macchiettato di nero" da autori come Pascoli, D'Annunzio e Tozzetti.

Dark green snake

Geographic Range - it is found in the Pyrenees, central and southern France, southern Switzerland, Italy (including Sicily, Sardinia and other little islands) and in north-western Yugoslavia.

Physical Characteristics - small head, smooth scales, big eyes with a rounded pupil. Most of the body is greenish-yellow but it is covered with black - green pigmentation, which becomes thicker on the upper part of the body. Adults are usually completely black, while young are light yellow or olive green and they acquire the adults' colour at around 4 years of age. Their head is covered with big scales.

Behaviour - it is agile, fast and when it is caught it becomes very aggressive and bites ferociously even if it is not poisonous. It is a good climber. It is active most of all during the day and in the period which goes from the end of March to October. Between September and April it hibernates and takes shelter in dens built inside the ground or in empty buildings.

Habitat - wood borders, open woods, bushes, ruins, gardens, damp lawns, banks of water courses.

Food habits - lizards, small mammals, birds, snakes, frogs.

Reproduction - between June and July it may lay from 5 to 35 eggs which will hatch in August in ground holes or in low walls hollows.

Status in the lagoon - it is found in the fishfarms (Grassabò, Lio Maggiore, Perini, Serraglia, Averto, Contarina, Cornio Alto, Figheri, Pierimpié, Ghebo Storto, Morosina), in Bosco Nordio, on Saint Nicolo's dunes, in the Cassa di colmata "A" ("A" reclaimed areas), in Alberoni's littoral and on dunes.

www.istitutoveneto.it

Couleuvre verte et jaune

La couleuvre verte et jaune fréquente les terrains rocheux, secs et bien ensoleillés, exceptionnellement les milieux un peu plus humides comme les prairies et les bords de rivières. De l'embranchement des vertébrés et de la classe des reptiles, ordre des ophidiens.

La coloration est dominée par le jaune sans être toutefois la couleur de fond. Le dos présente une vingtaine de lignes longitudinales discontinues jaune verdâtre. La longueur de 1 mètre à 1,30 mètres, exceptionnellement 2 mètres.
Cette espèce est diurne. Elle se nourrit d'autres serpents (la vipère d'Orsini). Elle grimpe facilement aux branches ou dans les buissons, pour chasser ou lorsqu'elle se sent menacée. Dans ce dernier cas, elle n'hésite pas à adopter un comportement agressif et cherche à mordre, bien que sa morsure ne soit pas venimeuse (morsure douloureuse).

Elle se rencontre dans le nord-est, le centre et le sud de la France, dans le sud de la Suisse, en Italie, au nord-ouest de la Yougoslavie. Elle ne semble pas menacée en France et paraît même en expansion dans le nord du pays. Elle est souvent citée sous le nom latin de Coluber viridiflavus, Lacépède, 1789.