Lessico
Creta
La creta è un calcare formato da minutissimi frammenti di piccoli organismi. Assai discussa ed estremamente incerta è l'etimologia di creta, in latino creta, in greco krëtë. Secondo Isidoro di Siviglia la creta prende il nome dall'isola di Creta, così come l'argilla lo prende da Argo, l'ex capitale dell'Argolide nel Peloponneso: Argilla ab Argis vocata, apud quos primum ex ea vasa confecta sunt. Creta ab insula Creta, ubi melior est. (Etymologiae De lapidibus et metallis XVI,1,6) Oggi per l'etimologia di argilla - roccia sedimentaria che per assorbimento d'acqua forma una massa plastica facilmente lavorabile e in grado di mantenere la forma anche dopo essiccamento – ci si discosta da Isidoro, in quanto deriverebbe dal greco árgillos (argilla), da avvicinare all'aggettivo argós, bianco, parente stretto del latino argentum. Per la creta il problema etimologico rimane invece irrisolto.
Cretan wine has a long history
Wine was certainly being made by the Minoans before 1600 BC. Wines from Crete are not listed among those specially prized in classical Greece, but under the Roman Empire in the second century AD Crete was known for a sweet wine, protropos, which was exported to Italy. In late medieval Europe, in the fourteenth to sixteenth centuries, vino di Candia (Candia is modern Heraklion) and Crete are wine names listed as highly valued in several sources from western and northern Europe. They were sweet and "hot" wines (hot in a dietary sense). Within the current classification of Greek wine there are several Cretan appellations, including Peza, Archanes, Dafnes and Sitia. - http://creta-holidays.com
Kríti in greco moderno, Krëtë in greco antico, in italiano prima si chiamava Isola di Candia in quanto il centro principale, Iráklion, era detto Candia. Isola di 8261 kmq del Mediterraneo orientale, al largo delle coste sud-orientali del Peloponneso. È la quinta isola del Mediterraneo per estensione: ha una lunghezza di 260 km, una larghezza massima di 56 km e minima di 10 km. Appartiene politicamente alla Grecia, di cui costituisce, insieme con alcune isolette minori, una regione (8336 kmq; 502.000 ab.) divisa nei nomói di Iráklion (Candia), Lasíti, Rétimo e Canea (in greco Khaniá; antica Cydonia).
Prevalentemente costituita da rocce mesozoiche, l'isola è essenzialmente montuosa, dominata da tre imponenti massicci (Leuká, 2452 m; Ida, 2456 m; Dikte, 2148 m), collegati da groppe e dorsali collinari; verso la costa si aprono limitate zone pianeggianti, tra cui la piana della Mesará, percorsa dal fiume Gero-Pótamos. Il litorale ha in genere coste alte ed è frastagliato da ampi golfi e baie, specie a N (di Canea, di Almiro, Iráklion, Mália, Mirabella). L'economia si basa sull'agricoltura (vite, olivo, cereali, primizie), sull'allevamento ovino e caprino e sulla pesca. Industrie prevalenti sono quelle alimentari e tessili; molto importante è oggi il turismo, favorito dal potenziamento delle vie di comunicazione. Centri principali sono i capoluoghi dei nomói (Canea, Rétimo, Iráklion, capitale dell'isola con 111.000 ab., Hágios Nikólaos), tutti sulla costa settentrionale, e Àno Viánnos, nell'interno.
Tracce sicure della più
antica civiltà risalgono al Neolitico. La felice posizione geografica
dell'isola, che, circoscrivendo da sud il Mare Egeo, la rendeva tappa
obbligata delle principali rotte commerciali mediterranee, favorì senza
dubbio le sue relazioni con aree culturalmente più progredite e contribuì
fin da età antichissima alla genesi di una raffinata civiltà, detta appunto
cretese, che, nella sua ultima fase, molto influì anche sull'affinamento
culturale dei conquistatori provenienti dal continente greco. Nel III
millennio, come ha chiarito la moderna ricerca archeologica, Creta era già
un'importante potenza marittima interessata, con fitta rete di traffici
commerciali, ai mercati egiziani ed egeoanatolici. La sua storia più antica
si suole dividere in tre distinti periodi:
- antico minoico, dal 2700 al 2000 ca., il periodo più arcaico pertinente
alle vicende dell'età neolitica e della prima Età del Bronzo;
- medio minoico, dal 2000 al 1580 ca.;
- tardo minoico, dal 1580 al 1200 ca.
In età classica le vicende di Creta non furono particolarmente degne di rilievo e l'isola, occupata da popolazioni doriche e caratterizzata da una legislazione abbastanza evoluta (di grande importanza è la famosa iscrizione di Gortina), rimase fino in età ellenistica per lo più al di fuori delle grandi contese internazionali, sviluppando l'arte della ceramica (protogeometrica, geometrica e orientalizzante), la lavorazione dei metalli, l'edilizia templare e la scultura detta dedalica (dal mitico Dedalo, che la leggenda pone in relazione al labirinto cretese).
In età ellenistica Creta gravitò culturalmente nell'ambito dorico-peloponnesiaco e fu spesso lacerata da interni dissidi fra le varie poleis in cui era suddivisa (le principali furono Cnosso, Gortina e Cidonia). In età romana fu spesso ricettacolo di potenti flotte di pirati. Conquistata tra il 69 e il 67 aC da Quinto Cecilio Metello Pio, l'isola divenne provincia unita a Cirene.
Inserita nell'Impero d'Oriente, di cui costituiva un tema, Creta ne seguì le vicende storiche. Conquistata dai Saraceni, che nell'823 vi fondarono Candia (Khandaq, in greco Ξάνδαξ, un centro così denominato dalla fossa che lo recingeva) da cui l'isola prese il nome, tornata ai Bizantini nel 961, fu ceduta durante la IV Crociata a Bonifacio di Monferrato che nel 1204 la vendette ai Veneziani; questi, dopo un periodo di lotta con i Genovesi, la tennero fino al sec. XVII. I Turchi, sbarcati nell'isola nel 1645, riuscirono a conquistare Candia solo nel 1669; dopo un assedio di circa vent'anni, solo le fortezze di Suda, Spinalunga e Carabus rimasero ai Veneziani ancora fino al 1715. Numerose ribellioni (1770, 1821, 1852, 1866) testimoniano la presenza di un vivace sentimento nazionale che costrinse infine la Turchia, sotto la pressione delle potenze interessate alla Questione d'Oriente, a concedere, nel 1868, una certa autonomia che fu poi ampliata nel 1896.
La sostituzione del governatore cristiano con uno musulmano fu lo spunto, tra il 1896 e il 1897, per un'ennesima rivolta. Si ebbe così un'ultima crisi in cui quasi tutte le potenze interessate al problema orientale (Gran Bretagna, Francia, Russia e Italia) intervennero inviando una squadra navale al comando del generale italiano Canevaro, che fece occupare l'isola. La crisi fu risolta con la nomina del principe ereditario Giorgio di Grecia quale alto commissario delle potenze, sotto la sovranità nominale del sultano (1898). Nuove insurrezioni si verificarono a favore dell'unione alla Grecia; nel 1908 il commissario greco Zaimis pretese il ritiro delle truppe delle potenze europee e proclamò l'annessione dell'isola alla Grecia.
Dopo la I guerra balcanica, col Trattato di Londra del 30 maggio 1913, la Turchia rinunciò a ogni diritto su Creta in favore della Grecia. Durante la II guerra mondiale, dal maggio 1941, l'isola, in cui si era trasferito il governo greco, fu presa dai Tedeschi e tornò alla Grecia nel 1945.
Del periodo paleocristiano rimane l'interessante presbiterio della chiesa di San Tito a Gortina (sec. VI-VII), costruito con grandi blocchi di pietra. Nulla resta del periodo dell'occupazione musulmana (823-961). Nella seconda fase della dominazione bizantina furono erette fortificazioni e piccole chiese a pianta centrale con cupola (in genere prive di decorazioni plastiche e pittoriche). Con la conquista dell'isola da parte dei Veneziani (inizio sec. XIII), l'architettura religiosa e civile si uniformò a quella veneta. Nelle città vennero erette vaste chiese gotiche (San Marco, San Francesco di Candia), palazzi pubblici (Torre dell'Orologio e loggetta di Rétimo, Loggia di Candia), fontane, acquedotti. Nel 1500, per resistere agli assalti dei Turchi, i Veneziani eressero imponenti fortificazioni a difesa delle maggiori città costiere, su progetti di Michele Sanmicheli (fortezze di La Canea, Candia, Rétimo, Suda, Spinalonga, Palecastro, Grabusa).
Accanto all'architettura ufficiale di tipo veneto, nei sec. XIII, XIV e XV continuarono a essere costruite in gran numero anche chiese greche, sia di tipo costantinopolitano con pianta a croce iscritta (Alikiami, sec. XIV), sia in forma di piccole cappelle coperte da volte a botte. La decorazione pittorica è di tipo greco-ortodosso costantinopolitano; le chiesette più antiche (sec. XIII-XIV) sono riccamente ornate di affreschi, spesso firmati. In questo periodo la scuola di pittura costantinopolitana si trapiantò a Creta, dando origine alla scuola cretese-bizantina. Dopo il 1669, con l'occupazione turca, le chiese caddero in rovina o vennero trasformate in moschee.
Cnosso è il più importante sito archeologico dell'età del bronzo di Creta. La città sorge nella parte centrale dell'isola di Creta, a 6 km dal mare e a 5 km da Iraklion, sul fiume Katsaba (antico Kairatos). Fu un importante centro della civiltà minoica (la civiltà cretese dell'età del bronzo). Il palazzo di Cnosso è legato ad antichi miti della Grecia classica, come Minosse e il labirinto costruito da Dedalo, e quello di Teseo e il Minotauro.
Storia
Palazzo di Minosse
Cnosso, abitata già nel neolitico (periodo prepalaziale), divenne un florido centro della civiltà minoica verso il 2000 aC, epoca della costruzione del grande palazzo che, privo di mura difensive, era sintomo dell'egemonia cretese sul mare Egeo. In questo periodo gli abitanti di Cnosso cominciarono ad avere rapporti economici e commerciali con la civiltà egizia e vengono addirittura dipinti straordinari affreschi prodotti con le tradizionali tecniche degli abitanti del Nilo. Verso il 1700 aC un cataclisma, forse un terremoto provocato dall'eruzione del vulcano dell'isola di Thera (l'odierna Santorini), distrusse tutti i palazzi dell'isola, incluso quello di Cnosso. Durante il periodo neopalaziale (1700 aC-1500 aC) il palazzo venne ricostruito ancora più sontuoso di quello di epoca palaziale, ancora una volta privo di mura difensive, cosa che testimonia la totale assenza di invasioni da parte di altri popoli. Verso il 1450 aC Cnosso fu devastata dai micenei, popolazione proveniente dal Peloponneso, come testimoniano i testi in lineare B rinvenuti nel palazzo, finché verso la metà del XIV secolo aC la città iniziò a decadere. Vi sono infine fonti che indicano la presenza di artigiani cretesi nelle città micenee dove veniva apprezzata la loro alta conoscenza nel campo dell'oreficeria.
Storia degli scavi archeologici a Cnosso
Sir Arthur Evans (1851-1941) che diede inizio agli scavi di Cnosso
Da molti anni era noto che in quest'area si dovesse trovare una città di nome Cnosso. Infatti, gli abitanti della regione, coltivando i loro campi trovavano spesso degli oggetti antichi. Il primo a intraprendere gli scavi fu Minos Kalokairinos, un amatore, commerciante di Iraklion, che nel 1878 scoprì due dei magazzini del palazzo. I turchi, padroni del terreno, lo costrinsero a fermare le ricerche. Fallirono pure i tentativi di Heinrich Schliemann nel comprare la collina di "Kefala" a causa delle eccessive pretese dei turchi. Infatti volevano vendere al ricercatore molti più ulivi di quanti non ce ne fossero sulla collina costringendolo a pagare un ingente somma che il tedesco rifiutò indignato.
La fortuna aiutò invece Sir Arthur Evans, archeologo e in quel periodo direttore dell'Ashmolean Museum di Oxford, che incominciò scavi sistematici nel 1900, seguito dal suo assistente, l'archeologo inglese D. Mackenzie, che teneva anche il diario di scavo, dopo la proclamazione dell'autonomia dell'isola. Verso la fine del 1903 quasi tutto il palazzo era scoperto e la ricerca procedette nei dintorni. Evans continuò così fino al 1931, con un interruzione durante la prima guerra mondiale. Più tardi pubblicò la sua opera The Places of Minos at Knossos, in quattro volumi.
Fin dall'inizio i monumenti scoperti avevano bisogno di restauro. Così certe parti del palazzo sono state restaurate e in questi lavori fu usato il cemento armato in abbondanza. Le parti che corrispondevano a costruzioni in legno furono all'inizio dipinte in giallo (oggi il colore giallo è sostituito). Inoltre, copie dei meravigliosi affreschi trovati durante gli scavi sono state collocate ai posti originali. Questo metodo di restauro è stato criticato da molti a causa dell'utilizzo di materiali estranei all'architettura minoica. Altri scienziati hanno contestato certi risultati di Evans. A parte tutto ciò, la intuizione, l'immaginazione creativa e la profonda conoscenza scientifica di Evans sono sempre state ammirate. In grandissima parte si deve a lui la scoperta dello splendore del mondo minoico, che fino alla sua epoca si rifletteva solo nella mitologia greca. Dopo la sua morte, gli scavi di Cnosso, che continuano fino a oggi, sono stati intrapresi dalla Scuola Archeologica Inglese.
Il palazzo
Come gli altri palazzi di Creta, anche quello di Cnosso costituiva il centro politico, religioso ed economico dell'impero marittimo minoico e possedeva inoltre un carattere sacro. Il palazzo ricopriva una superficie di 22.000 mq, era a più piani e a pianta molto complessa e intricata. Fu edificato sopra le rovine di un più antico palazzo, costruito attorno al 2000 aC e distrutto probabilmente da un grande terremoto intorno al 1628 aC, dovuto alla catastrofica eruzione vulcanica di Thera, l'odierna isola di Santorini.
Il "secondo palazzo" fu costruito all'inizio del XVI secolo aC. Il palazzo di Cnosso era costruito intorno a un cortile in terra battuta dove si esibivano dei ginnasti che volteggiavano sui tori, animale sacro per i cretesi, sfidando la morte come i gladiatori del Colosseo. Il palazzo era così grande e la trama era così complessa che viene menzionato come labirinto nel mito del filo di Arianna. Infatti nel mito si dice che il palazzo era stato progettato dall'architetto ateniese Dedalo aiutato dal figlio Icaro (mito di Dedalo e Icaro). Vi è inoltre un riferimento anche morfologico lessicale che riconduce al famigerato labirinto: il simbolo del palazzo era la scia bipenne, per l'appunto labirinto. Particolare del palazzo sono i famosi bagni degli appartamenti della regina che, secondo studi approfonditi, sarebbero i più avanzati di tutta l'antichità, con canalizzazioni sotterranee, fogne, canali di scarico, acqua calda sempre disponibile... un miracolo della tecnica cretese. Infine si pensa che il palazzo di Cnosso sia stato ubicato proprio in quella posizione perché nei pressi del monte Ida, il luogo dove era vissuto Giove.
Affresco
del palazzo di Cnosso - particolare di un corridoio
La scena del toro e i ginnasti
Gli affreschi di Cnosso
Un
affresco dal sito archeologico di Cnosso
Il Principe dei gigli
A Cnosso vi era una fiorita cultura degli affreschi. I cretesi dipingevano sulle pareti del palazzo di Cnosso opere eccezionali con la classica visione di profilo tipica dell'arte egizia. Il motivo di questa particolare tecnica rappresentativa è la causa dei continui scambi commerciali e culturali tra la civiltà cretese e quella egizia. Al museo archeologico di Iraklion sono conservati notevoli affreschi ancora ben conservati che rappresentano scene di lotta con i tori, processioni, etc.
Crete (Greek classical transliteration Krëtë, modern transliteration Kríti) is one of the thirteen peripheries of Greece. It is also the largest of the Greek islands at 8,336 km² (3,219 square miles) and the fifth largest island in the Mediterranean.
Crete is a location of significant ancient history and a popular tourist destination; its attractions include the Minoan sites of Knossos and Phaistos, the classical site of Gortys, the Venetian castle at Rethymno, and the Samaria Gorge, as well as many other natural sites, monuments, and beaches. Crete was the centre of the Minoan civilization (ca. 2600–1400 BC), the oldest form of Greek and hence European civilization. The island has also been called Classical Latin Creta, Vulgar Latin Candia.
Minoan Era
Crete was the centre of Europe's most ancient civilization; the Minoan, often referred to as the 'cradle' of European civilization. Little is known about the rise of ancient Cretan society, as very limited written records remain, and many are written in the undeciphered script known as Linear A. This contrasts with the superb palaces, houses, roads, paintings and sculptures that do remain. Though early Cretan history is replete with legends such as those of King Minos; Theseus and the Minotaur; and Daedalus and Icarus passed on via Greek historians and poets such as Homer, it is known that the first human settlement in Crete, dating to the aceramic Neolithic, introduced cattle, sheep, goats, pigs, and dogs, as well as domesticated cereals and legumes.
Roman Era
In Ancient Roman times, Crete was involved in the Mithridatic Wars, as Rome suspected inhabitants of backing Mithridates VI of Pontus. Marcus Antonius Creticus attacked Crete in 71 BC and was repelled; Rome then sent Quintus Caecilius Metellus with three legions to the island. After a ferocious three-year campaign, Crete was conquered for Rome in 69 BC, earning for Metellus the agnomen "Creticus". Gortyn was made capital of the island, which became a Roman province, along with Cyrenaica.
Byzantine, Venetian and Ottoman Era
Crete continued to be part of the Eastern Roman or Byzantine empire, until it fell into the hands of Iberian Muslims led by Abo Hafs Omer Al-Baloty, who established an emirate on the island. In 960 Nicephorus Phocas reconquered Crete for the Byzantines, who held it until 1204, when it fell into the hands of the Venetians at the time of the Fourth Crusade. The Venetians retained the island until 1669, when the Ottoman Turks took possession.
In the partition of the Byzantine empire after the capture of Constantinople by the armies of the Fourth Crusade in 1204, Crete was eventually acquired by Venice, which held it for more than four centuries. During Venice's rule, the Greek population of Crete, most famously El Greco, were exposed to Renaissance culture. During the 17th century, Venice was pushed from Crete by the Ottoman Empire, with most of the island lost after the siege of Candia (1648–1669); this made up possibly the longest recorded siege in history.
Modern Greek State
The Greek War of Independence began in 1821 and Cretan participation was extensive; an uprising by Christians met with a fierce response from the Ottoman authorities and the execution of several bishops, regarded as ringleaders. Between 1821 and 1828, the island was the scene of repeated hostilities.
Shortly after Crete had been left outside the modern Greek state by the London Protocol of 1830, it was yielded to Egypt by the Ottoman sultan. Egyptian rule lasted for ten years, until 1840, when it was returned to the Ottoman Empire on July 3, 1840 by the Treaty of London.
Several uprisings between 1833 and 1897 were unsuccessful, while in 1898 Crete became autonomous and remained so until 1913, when it joined Greece officially on December 1, 1913.
Contemporary estimates vary, but on the eve of the Greek War of Independence a minority not more than 40% of the population in the island may have been Muslim. Some amongst these were crypto-Christians who converted back to Christianity; many others fled Crete because of the unrest. By 1900, 11% of the population was Muslim -- in the island's historical context they came often to be known as Turks regardless of language, culture, and ancestry. Those remaining were forced to leave in 1924 in the Population exchange between Greece and Turkey. (See Cretan Muslims for fuller discussion and documentation.)
In World War II, the island of Crete provided the setting for the Battle of Crete (May 1941), wherein German invaders, especially paratroops, drove out a British Commonwealth force commanded by General Sir Bernard Freyberg.
Geography
Crete is one of the 13 regions into which Greece is divided. It forms the largest island in Greece and the second largest (after Cyprus) in the East Mediterranean, with a population of 650,000 (2005). The island has an elongated shape: it spans 260 km from east to west and 60 km at its widest, although the island is narrower at certain points, such as in the region close to Ierapetra , where it reaches a width of only 12 km. Crete covers an area of 8,336 km², with a coastline of 1046 km ; to the north it broaches the Sea of Crete; to the south the Libyan Sea; in the west the Myrtoan Sea, and toward the east the Karpathion Sea. It lies approximately 160 km south of the Greek mainland.
Crete is extremely mountainous, and its character is defined by a high mountain range crossing from West to East, formed by three different groups of mountains. These are:
the
White Mountains or Lefka Ori (2,452 m);
the Idi range (Psiloritis (35.18° N 24.82° E) 2,456 m);
the Dikti mountains (2,148 m);
Kedros (1,777 m);
Thripti (1,489 m)
These mountains gifted Crete with fertile plateaus, such as Lasithi, Omalos and Nidha; caves, such as Diktaion and Idaion; and gorges such as the famous Gorge of Samaria. The protected area of the Samaria Gorge is the home of kri-kri, while Cretan mountains and gorges are refuges for the endangered vulture Lammergeier (Gypaetus barbatus).
Climate
Crete straddles two climatic zones, the Mediterranean and the North African, mainly falling within the former; as such, the climate in Crete is primarily temperate. The atmosphere can be quite humid, depending on the proximity to the sea, while winter is fairly mild. Snowfall is common on the mountains between November and May, but rare at the low lying areas - especially near the coast when it only stays on the ground for a few minutes/hours. However, a truly exceptional cold snap swept the island in February 2004, during which period the whole island was blanketed with snow. During the Cretan summer, average temperatures reach the high 20s-low 30s (Celsius), with maxima touching the upper 30s to mid 40s.
The south coast, including the Messara plain and Asterousia mountains, falls in the North African climatic zone, and thus enjoys significantly more sunny days and high temperatures throughout the year. In southern Crete date palms bear fruit and swallows remain year-long, without migrating to Africa.
Economy
The economy of Crete, which was mainly based on farming, began to change visibly during the 1970s. While an emphasis remains on farming and stock breeding, due to the climate and terrain of the island, there has been a drop in manufacturing and an observable expansion in its service industries (mainly tourism-related). All three sectors of the Cretan economy (agriculture, processing-packaging, services), are directly connected and interdependent. The island has a per capita income close to 100% of the Greek average, while unemployment is at approximately 4%, half of that of the country overall. As in other regions of Greece, olive growing is also a significant industry; a small amount of citrons are still cultivated on the island.
The island has three significant airports, Nikos Kazantzakis at Heraklion, the Daskalogiannis airport at Chania and a smaller in Sitia. The first two serve international routes, as the main gateways to the island for travellers.
Tourism
Crete is one of the most popular holiday destinations in Greece; fifteen percent of all arrivals in Greece come through the city of Heraklion (port and airport), while charter journeys to Iraklion last year made up 20% of all charter flights in Greece. Overall, more than two million tourists visited Crete last year, and this increase in tourism is reflected on the number of hotel beds, rising by 53% in the period between 1986 to 1991, when the rest of Greece saw increases of only 25%. Today, the island's tourism infrastructure caters to all tastes, including a very wide range of accommodation; the island's facilities take in large luxury hotels with their complete facilities swimming pools, sports and recreation, smaller family-owned apartments, camping facilities and others. Visitors reach the island via two international airports in Heraklion and Hania, or by boat to the main ports of Heraklion, Hania, Rethimno, and Agios Nikolaos.
Plans for a container port
Newspapers have reported that the ministry of Mercantile Marine is ready to support the agreement between Greece, South Korea, Dubai Ports World and China for the construction of a large international container port and free trade zone in southern Crete near Tympaki; the plan is to expropriate 850 ha of land. The port would handle 2 million containers per year, while as of 2007, there has been no official announcement of a project not universally welcomed due to its environmental, economic and cultural impact.