Lessico
Eusebio di Cesarea
Vescovo e
scrittore cristiano greco (? ca. 265 - Cesarea di Palestina ca. 340). Sfuggito alla
persecuzione di Diocleziano del 303-310, durante la quale aveva atteso ai
primi cinque libri dell'Apologia di Origene, in collaborazione con il maestro
Panfilo, fu eletto verso il 313 vescovo di Cesarea e godette dell'amicizia di
Costantino. Al Concilio di Nicea (325), in cui si discussero le dottrine di
Ario, che Eusebio aveva in precedenza difeso e ospitato, tenne una posizione
di compromesso: sottoscrisse la condanna di Ario, ma diede un'interpretazione
ambigua del credo di Nicea, riuscendo inoltre a far condannare l'esponente più
autorevole del partito niceno, il vescovo Atanasio.
Eusebio fu
scrittore fecondissimo ed eruditissimo. Se scarsi sono i suoi meriti come
teologo, importante è la sua opera di storico: la Cronaca fu la base
di tutti gli studi cronologici successivi, utilizzata e continuata da San
Girolamo;
la Storia ecclesiastica, la sua opera maggiore, in 10 libri, dalla
venuta di Cristo ai suoi tempi, raccoglie un gran numero di documenti e vuol
mostrare il cammino percorso dal cristianesimo fino al suo trionfo con
Costantino
.
All'apologetica pura appartengono la Preparazione evangelica, in 15 libri, e la Dimostrazione evangelica, in 20 libri (se ne hanno solo 10). Si ricordano inoltre l'Onomasticon, dizionario dei luoghi biblici, e una Vita di Costantino.
Cronaca
Più esattamente: Canoni cronologici ed epitome di storia dei Greci e dei Barbari. Compendio di storia universale compilato dal vescovo Eusebio di Cesarea e pubblicato verso il 303. Scritta con il duplice proposito di stabilire una sincronia fra le tradizioni storiche pagane e quelle giudaiche e di legittimare il cristianesimo, ricongiungendolo alle prime origini della storia umana, l'opera di Eusebio muoveva dalla nascita di Abramo (collocata nel 2016 aC) e giungeva fino a Diocleziano; ma del testo originario greco rimangono solo frammenti. San Girolamo tradusse la Cronaca in latino e la continuò fino alla morte di Valente (378), facendone una delle opere storiche fondamentali del Medioevo.