Lessico
Hadrianae
gallinae
Adrianikaí di Aristotele
Adriatikaí di Crisippo
Historia animalium - Libro VI 558b
Gli uccelli sono tutti ovipari, ma la stagione dell’accoppiamento e le modalità della posa non sono uguali per tutti. Alcuni infatti si accoppiano e depongono le uova per così dire in ogni momento.
È il caso ad esempio della gallina e della colomba; la prima anzi genera tutto l’anno ad eccezione dei due mesi del solstizio invernale. Certe galline, anche di razza, depongono prima della cova una quantità di uova che può arrivare fino alla sessantina; e tuttavia le galline di razza sono meno prolifiche di quelle comuni.
Le galline adriatiche sono di piccole dimensioni ma depongono uova ogni giorno; hanno cattivo carattere e spesso uccidono i pulcini; i loro colori sono assai variati.
Certe galline di cortile depongono uova anche due volte al giorno, ed è accaduto talvolta che morissero in poco tempo per aver fatto troppe uova.
(traduzione di Mario Vegetti - Aristotele, Opere biologiche, utet, Torino, 1971)
Birds without exception lay eggs, but the pairing season and the times of parturition are not alike for all. Some birds couple and lay at almost any time in the year, as for instance the barn-door hen and the pigeon: the former of these coupling and laying during the entire year, with the exception of the month before and the month after the winter solstice. Some hens, even in the high breeds, lay a large quantity of eggs before brooding, amounting to as many as sixty; and, by the way, the higher breeds are less prolific than the inferior ones. The Adrian hens are small-sized, but they lay every day; they are cross-tempered, and often kill their chickens; they are of all colours. Some domesticated hens lay twice a day; indeed, instances have been known where hens, after exhibiting extreme fecundity, have died suddenly.
(History of animals translated by D'Arcy Wentworth Thompson – 1910)
Aristotele
De generatione animalium - Libro III 749b-750a
Anche gli uccelli di piccole dimensioni, come talvolta anche le piccole piante, sono propensi al coito e prolifici. Ciò perché quello che servirebbe all’accrescimento del corpo diventa residuo seminale.
Perciò le galline adriatiche sono molto feconde: per la piccolezza del corpo l’alimento è destinato alla deposizione delle uova. E le galline comuni sono più prolifiche di quelle di razza perché il loro corpo è più umido e massiccio, mentre quello delle altre è più magro e asciutto; l’aggressività della razza si produce più in questo tipo di corpi.
Inoltre anche la sottigliezza e la debolezza delle gambe concorre a che la natura di questi uccelli sia propensa al coito e prolifica, come è per gli uomini: l’alimento destinato agli arti è volto in costoro in residuo seminale, perché ciò che la natura toglie di là, aggiunge qui.
(traduzione di Diego Lanza - Aristotele, Opere biologiche, utet, Torino, 1971)
Small birds also tread often and are very fertile, as are sometimes small plants, for what causes bodily growth in others turn in them to a seminal residuum. Hence the Adrianic fowls lay most eggs, for because of the smallness of their bodies the nutriment is used up in producing young. And other birds are more fertile than game-fowl, for their bodies are more fluid and bulkier, whereas those of game-fowl are leaner and drier, since a passionate spirit is found rather in such bodies as the latter. Moreover the thinness and weakness of the legs contribute to making the former class of birds naturally inclined to tread and to be fertile, as we find also in the human species; for the nourishment which otherwise goes to the legs is turned in such into a seminal secretion, what Nature takes from the one place being added at the other.
(On the generation of animals translated by Arthur Platt – 1910)
Aristotele pare abbia usato due diversi aggettivi equivalenti: Adriatikós (Historia animalium, VI etc.) e Adrianikós (in De generatione animalium 749b 29 dove si legge: tôn alektorídøn ai Adrianikaí; mentre in Historia animalium VI,1,558b 16 addirittura si legge Ai d’Adrianaí alektorídes (qui Adrianikaí è alia lectio dei codici PDa)); cfr. anche Ateneo VII,23,285d (Ἀδριατικοὺς ὄρνιθας, polli adriatici).
In Giulio Cesare Scaligero (Aristotelis historia de animalibus, Tolosa, 1619, pag. 638) troviamo Adrianikaì: Αἱ δὲ Ἀδριανικαὶ ἀλεκτορίδες, εἰσι μὲν μικραὶ τὸ μέγεθος, τίκτουσι δὲ ἀν'ἑκάστην ἡμέραν. Εἰσὶ δὲ χαλεπαί, καὶ κτείνουσι τοὺς ·νεοττοὺς πολλάκις. Χρώματα δὲ παντοδαπὰ ἔχουσι.
Deipnosophistaí VII,23
Χρύσιππος δ’ ὁ φιλόσοφος ἐν τῷ περὶ τῶν δι’ αὑτὰ αἱρετῶν 'τὴν ἀφύην, φησὶ, [τὴν] ἐν Ἀθήναις μὲν διὰ τὴν δαψίλειαν ὑπερορῶσι καὶ πτωχικὸν εἶναί φασιν ὄψον, ἐν ἑτέραις δὲ πόλεσιν ὑπερθαυμάζουσι πολὺ χείρω γινομένην. εἶθ' οἱ μέν, φησίν, ἐνταῦθα τοὺς Ἀδριατικοὺς ὄρνιθας τρέφειν σπεύδουσιν ἀχρειοτέρους ὄντας, ὅτι τῶν παρ’ ἡμῖν πολὺ ἐλάττους εἰσίν· ἐκεῖνοι δὲ τἀναντία μεταπέμπονται τοὺς ἐνθάδε.'
Il filosofo Crisippo, nel trattato relativo alle cose che si debbono preferire di per sé, dice: "L'acciuga ad Atene la disprezzano a causa dell'abbondanza e dicono essere un cibo destinato ai poveri, mentre in altre città l'apprezzano molto, pur essendo di qualità molto scadente. Del resto, dice, qui ci sono coloro che bramano allevare i polli del mare Adriatico che sono alquanto inutili, dal momento che sono molto più piccoli di quelli che abbiamo noi; al contrario, quelli – che abitano lungo l'Adriatico - importano quelli che abbiamo qui."
frammento 2, svF III pag.
195 presso Ateneo VII 285d
(traduzione di Elio Corti con la collaborazione di Roberto Ricciardi)