Lessico


William Harvey

  

Medico e fisiologo inglese (Folkestone, Kent, 1° aprile 1578 - Londra 3 giugno 1657). Iniziò gli studi di medicina a Cambridge e li completò a Padova nel 1602 sotto la guida di Girolamo Fabrizi d'Acquapendente. Nel 1602 tornò in patria dove fu medico reale e dal 1615 insegnò al Royal College of Physicians. Ad Harvey si deve la scoperta della circolazione del sangue di cui diede la prima comunicazione nel 1616, scoperta che demolì definitivamente la concezione galenica aprendo la via al meccanicismo biologico.

Nella sua Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus (1628) espose prove e argomentazioni precise a favore della nuova teoria. Tra l'altro precisò che il cuore è un muscolo e ne assimilò il funzionamento a quello di una pompa; dimostrò che le valvole del cuore permettono il passaggio dagli atri ai ventricoli e non viceversa e che anche le valvole delle vene, descritte da Fabrizi d'Acquapendente, permettono il passaggio del sangue in una sola direzione dalla periferia al cuore. Calcolò inoltre che quest'organo espelle in un giorno una quantità di sangue superiore al peso di tutto l'organismo, cosa possibile solo ammettendo che il sangue stesso ritorni al cuore muovendosi in circolo dalle arterie alle vene.

La comunicazione fra arterie e vene, solo supposta da Harvey, venne accertata più tardi da Marcello Malpighi (Crevalcore, Bologna 1628 - Roma 1694) con le osservazioni microscopiche sui vasi capillari. William Si occupò anche di embriologia con osservazioni sulle uova di pollo e l'utero di mammiferi; sono del 1651 le sue Exercitationes de generatione animalium, dove sostenne che l'organismo si forma per epigenesi, cioè per graduale aumento di complessità, da una massa amorfa primitiva da lui detta uovo.

De generatione animalium

Padova
Regina della Scienza
perché svincolata dalla Chiesa di Roma

4° Centenario della Laurea
di William Harvey
all’Università di Padova

1602-2002

Lo storico inglese Butterfield, nel suo libro “Origin of Modern Medicine” pubblicato a Londra nel 1958, così scriveva: “William Harvey fu per alcuni anni all’Università di Padova, dove avevano lavorato i suoi più importanti predecessori: Andrea Vesalio, Realdo Colombo, Fabrizio d’Acquapendente. È impossibile ignorare il fatto che il capitolo sulla storia del cuore è l’orgoglio di questa Università. Anche Copernico e Galileo vissero gli anni più produttivi della loro vita presso questa Università. Se l’onore di essere stata la sede della rivoluzione scientifica potesse appartenere ad un solo posto, ebbene questo onore dovrebbe essere riconosciuto a Padova, Regina della Scienza”.

Per la piena consapevolezza di questa eredità, l’Ateneo patavino non poteva far passare sotto silenzio l’anno 2002, che rappresenta il 4° Centenario della Laurea di William Harvey presso l’Università di Padova. La scoperta della circolazione da parte di William Harvey, pubblicata nel 1628 con il libro “Exercitatio Anatomica de Motu Cordis et Sanguinis in Animalibus”, rappresenta infatti con tutta probabilità l’aurora della Medicina Moderna.

Nato a Folkstone, Kent, nel 1578, Harvey compie i primi studi a Canterbury e quindi gli studi classici al Caius College di Cambridge, dove consegue il titolo di Bachelor of Arts nel 1597. Su incoraggiamento del Royal College of Physicians di Londra, il cui Presidente Thomas Linacre era stato studente a Padova (il suo ritratto figura nella Sala dei Quaranta al Palazzo del Bo), il giovane William si trasferisce a Padova e frequenta l’Universitas Artistarum (Scuola di Medicina) nell’intervallo 1599- 1602, per laurearsi il 25 aprile 1602. Durante questo periodo, oltre che un brillante studente, si rivela un abile rappresentante della Natio Anglica, tanto da lasciare ben due stemmi araldici appesi alle pareti del Cortile Antico.

L’epoca in cui Harvey fu a Padova rappresenta il culmine di un secolo d’oro per la Medicina e per la nostra Università, grazie soprattutto agli studi anatomici. Andrea Vesalio aveva pubblicato nel 1543 il “De Humani Corporis Fabrica”, considerato un capolavoro della Storia della Medicina anche grazie all’iconografia della Scuola di Tiziano. Realdo Colombo, nel “De Re Anatomica”, aveva riportato le osservazioni di esperimenti su cani che gli avevano consentito di scoprire la circolazione polmonare. A Gabriele Falloppio, morto giovanissimo, sono attribuite una miriade di scoperte anatomiche. Fabrizio d’Acquapendente, primo Professore di Chirurgia, aveva fatto costruire il famoso Teatro Anatomico, primo teatro stabile per le dissezioni su cadavere.

Harvey fu allievo di Fabrizio d’Acquapendente proprio nel periodo in cui quest’ultimo si stava occupando di valvole venose. Il suo libro “De Venarum Ostiolis” venne pubblicato infatti nel 1603, un anno dopo il ritorno di Harvey in Inghilterra. Le osservazioni sulla presenza e orientamento delle valvole venose, ben illustrate ma non interpretate nel libro di Fabrizio, rappresentano la chiave interpretativa della teoria della circolazione. A questo proposito Harvey confidò all’amico Boylle di aver avuto l’intuizione che il sangue circolasse dalla disposizione delle valvole venose che per primo Fabrizio aveva osservato e gli aveva insegnato da studente. E non è un caso che i quattro disegni che accompagnano il “De Motu Cordis” siano sostanzialmente la riproduzione delle illustrazioni del “De Venarum Ostiolis” di Fabrizio d’Acquapendente. Merita a questo punto di riportare il passaggio del libro di Harvey dove l’autore descrive la sua teoria: “È stato dimostrato dal ragionamento e dalla sperimentazione che il sangue dai ventricoli fluisce ai polmoni, torna al cuore e viene pompato nell’intero corpo. Attraverso dei pori passa nelle vene lungo le quali ritorna dalla periferia al centro, dalle piccole alle grandi vene, per giungere finalmente alla vena cava e all’auricola destra. Ciò avviene in tale quantità, con tale uscita verso le arterie e rientro attraverso le vene, che non può essere fornito dal cibo consumato. Inoltre è molto più di quanto necessario per la nutrizione. Si deve pertanto concludere che il sangue nel corpo animale si muove continuamente come in un cerchio, e che l’azione o funzione del cuore è di favorire questo movimento come una pompa. Questa è la sola ragione d’essere del movimento e battito cardiaco”.

Ma quali sono state le circostanze storiche che hanno favorito l’origine della Scienza Moderna a Padova? Perché l’Università di Padova esercitava una così forte attrazione al punto che la maggior parte degli studenti era straniera? Certamente la strategica posizione geografica, la lingua universale latina, l’interesse in Padova per l’Aristotelismo fisico più che metafisico, ma soprattutto la libertà e tolleranza civile e religiosa, garantite dalla Repubblica di Venezia fin dall’annessione di Padova del 1404. Nel 1517 il Senato della Repubblica incaricò tre senatori (riformatori) al fine di riorganizzare e potenziare l’Università. Fra le regole introdotte, per prevenire il familismo-nepotismo, vi fu quella che i figli dei Patrizi Veneziani non potevano divenire Professori e i cittadini Padovani al massimo potevano essere Professori Straordinari.

Fu così possibile chiamare insegnanti di valore e fama dall’estero, mossa che calamitò gli studenti da qualsiasi paese europeo. Agli studenti inoltre non era richiesta la professione di fede cattolica per conseguire la laurea. Il privilegio di laureare, concesso ai Conti Palatini oltre che all’autorità religiosa, costituì un vero e proprio espediente per mantenere alta a Padova l’affluenza di studenti stranieri anche dopo le Riforme Luterana e Anglicana, nel mentre gli Atenei di Bologna, Roma e Pisa si spopolavano.

Una serie di manifestazioni sono state promosse per celebrare il 4° Centenario della Laurea di William Harvey a Padova. La principale è costituita dal Simposio “Advances in Cardiovascular Medicine”, che si terrà proprio il 25-26 aprile 2002, organizzato insieme al Royal College of Physicians di Londra, quella istituzione che è custode dell’eredità culturale di Harvey e che a quell’epoca regolarmente inviava a Padova numerosi studenti inglesi, divenuti successivamente l’élite della professione medica in Inghilterra. Verranno trattati i principali temi della Medicina Cardiovascolare Moderna, esclusivamente da parte di relatori stranieri proprio per sottolineare l’apertura internazionale del nostro Ateneo, allora e sempre.

Il 21-23 giugno 2002 vi sarà un viaggio di docenti Padovani a Londra, per un convegno storico-scientifico al Royal College e per una visita dei luoghi di Harvey, dove il personaggio nacque (Folkstone), fu educato (a Canterbury e Cambridge) e fu sepolto (Hempstead, Essex). Per il 22-23 novembre 2002 è programmato un convegno di carattere storico-filosofico. In quell’occasione saranno conferite Lauree Honoris Causa. Infine, sarà tenuta mensilmente all’Archivio Antico del Palazzo del Bo una “Lettura Harveiana” da parte di illustri studiosi, italiani e non, su tematiche scientifiche di Medicina anche non inerenti al cardiovascolare. Un programma molto ricco, nel segno dell’internazionalità, che il Magnifico Rettore Professor Giovanni Marchesini ha fortemente voluto per onorare la memoria di un grandissimo scienziato, che ha dato prestigio al nostro Ateneo e che non ha mancato di ricondurre l’originalità delle sue intuizioni agli studi e al periodo formativo trascorso a Padova.

Achille Cesare Pessina
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Gaetano Thiene
Istituto di Anatomia Patologica

Università degli Studidi Padova

(Ital Heart J Suppl 2002; 3 (3): 263-264)

William Harvey

Anatomista e medico inglese nato a Folkestone, Kent, il 1° aprile 1578; morto a Londra il 3 giugno 1657. Harvey proveniva da una famiglia di agricoltori; suo padre Thomas, tuttavia, divenne abbastanza ricco da avviare cinque dei fratelli di William a una produttiva attività mercantile. Harvey frequentò la King's School di Canterbury e in seguito - dal 1593 fino al 1599 - il Gonville e il Caius College di Cambridge, conseguendo nel 1597 il diploma in lettere. Sempre a Cambridge, Harvey iniziò - probabilmente a partire dal 1597 - lo studio della medicina, senza tuttavia laurearsi. Nel 1599 si recò invece a Padova, allora principale centro di studi medici, e là - nel 1602 - si laureò in medicina.

A Padova, Harvey ebbe come maestro Girolamo Fabrizi d'Acquapendente (1533-1619), l'anatomista più celebre dell'epoca, ed ebbe probabilmente come insegnante di filosofia Cesare Cremonini (1552-1631), aristotelico intransigente. Nell'aprile del 1602 Harvey tornò in Inghilterra e cominciò a esercitare la professione medica a Londra. Nel 1607 divenne fellow del Royal College of Physicians e nel 1609 entrò al St. Bartholomew's Hospital. Harvey raggiunse ben presto le più alte vette della professione medica: nel 1615 divenne Lumleian lecturer presso il Royal College of Physicians, con l'obbligo di tenere conferenze sull'anatomia e su vari aspetti della chirurgia; egli mantenne questo incarico fino al 1656.

Nel 1618 Harvey divenne medico di corte del Re Giacomo I e, con l'ascesa al trono di Carlo I, i suoi legami con la famiglia reale si fecero più stretti, tanto che nel 1630 fu nominato medico del Re e nel 1639 divenne il senior tra i medici reali. Durante la guerra civile, Harvey fu spesso a fianco del Re. Nel 1645 Carlo pose Harvey a capo del Merton College di Oxford, in sostituzione di un sostenitore del Parlamento, ma Harvey tenne l'incarico solo per un anno e fu poi a sua volta sostituito quando l'esercito fedele al Parlamento prese Oxford.

Molti degli scritti di Harvey andarono perduti quando, nel 1642, le truppe dei parlamentari saccheggiarono la sua abitazione londinese; scarse sono dunque le testimonianze della sua attività medica, e poco materiale è disponibile per ricostruire una sua biografia intellettuale. Ci rimangono tuttavia gli appunti di Harvey per le Lumleian lectures del 1616 sull'anatomia, con le aggiunte degli anni successivi. Questi appunti dimostrano chiaramente gli stretti rapporti di Harvey con la scuola anatomica padovana. La sua fonte principale era il Theatrum anatomicum (1605) di Caspar Bauhin (1560-1624), che aveva anch'egli studiato a Padova. Pur riferendosi a Bauhin e ad altre autorità, Harvey fece osservazioni originali e volle controllare personalmente l'esattezza delle descrizioni precedenti, seguendo cosi uno dei principali precetti dell'anatomia padovana. Gli appunti sono significativi perché contengono alcuni primi passi verso la scoperta della circolazione del sangue. Nelle sue conferenze, Harvey concludeva che il cuore - durante la sistole - agisce come un muscolo, con i ventricoli che si contraggono e spingono energicamente il sangue in avanti, invece di risucchiarlo durante la diastole, come all'epoca comunemente si credeva. A questo proposito Harvey seguiva la descrizione dell'azione cardiaca fatta da Realdo Colombo (1510-1559) nel suo De re anatomica (1559).

Secondo i ricordi di Harvey, la prima idea della circolazione sanguigna gli si presentò intorno al 1619. Tuttavia fu solo nel 1628 che egli si sentì pronto a pubblicare la sua Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus, in cui rese nota la sua scoperta. A differenza della maggior parte della letteratura anatomica del tempo, il libro menzionava soltanto brevemente le opinioni degli autori precedenti, e trattava solo due argomenti specifici: l'azione del cuore e quella del sangue circolante nell'organismo. Il libro è diviso in due parti; alcuni sostengono che Harvey abbia scritto due trattati distinti, unendoli in seguito. Nella prima metà, dopo aver dimostrato l'inconsistenza delle teorie galeniche sul movimento dell'aria e del sangue nel cuore, Harvey descrive l'azione dei ventricoli, delle orecchiette cardiache e delle arterie. Egli dimostra poi che il sangue si muove dalla parte destra del cuore attraverso i polmoni fino alla parte sinistra, contrariamente alla teoria galenica tradizionale secondo cui il sangue attraverserebbe il cuore da destra a sinistra passando per pori invisibili nel setto interventricolare. Fino a questo punto, Harvey non aveva scritto niente di radicalmente nuovo, dato che il passaggio del sangue attraverso i polmoni e l'azione del cuore erano già stati discussi da Realdo Colombo.

Fu nel capitolo 8 del De motu cordis che Harvey pervenne alla scoperta della circolazione sanguigna. La grande quantità di sangue che lascia il cuore e la considerazione di strutture anatomiche quali i vasi, le valvole cardiache e la dimensione delle arterie connesse al cuore - egli scrisse - lo indussero a domandarsi se il sangue non scorresse in circolo. Nei capitoli 9-14. Harvey passò poi a dimostrare l'effettiva esistenza della circolazione sanguigna. Con esperimenti quantitativi, egli dimostrò che dal cuore, in un certo tempo, il sangue parte in quantità tale da non poter essere interamente usato dall'organismo e sostituito da sangue prodotto dal fegato a partire dal chilo derivante dal cibo ingerito, come la medicina galenica invece sosteneva. Gli argomenti quantitativi dimostravano che il sangue deve muoversi secondo un circolo, ma restava da dimostrare quali fossero le vie coinvolte.

Harvey non poteva scorgere le connessioni tra arterie e vene (egli disponeva infatti di una lente di ingrandimento, e non del microscopio, allora appena scoperto); tuttavia, con un semplice esperimento di legatura, egli dimostrò che una connessione in realtà esiste. Harvey applicò a un braccio una legatura, tanto stretta che il sangue arterioso non poteva scorrere al di sotto di questa; allentò poi la legatura - di modo che il sangue arterioso poteva nuovamente perfondere il braccio - tenendola però stretta abbastanza per impedire un normale flusso venoso al di sopra della legatura. Le vene del braccio al di sotto della legatura si gonfiavano quando questa veniva allentata, segno che il sangue aveva attraversato le arterie ed era poi giunto nel braccio tramite le vene. L'ultima prova anatomica della circolazione consisteva nella dimostrazione che le valvole all'interno delle vene indirizzano il sangue sempre verso il cuore, e non servono - come proposto invece da Fabrizi - per impedire un'eccessiva irrorazione delle estremità.

Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus
Esperimenti per verificare la direzione di scorrimento del sangue nelle vene

Dopo aver dimostrato l'esistenza della circolazione sanguigna, nel capitolo 16 Harvey poteva prendere in esame fenomeni in precedenza incomprensibili - ad esempio, la rapida diffusione dei veleni attraverso l'organismo - spiegandoli in base alla circolazione stessa; allo stesso tempo, questi fenomeni confermavano ulteriormente l'esistenza della circolazione. Nel capitolo 17, l'ultimo, Harvey forniva le prove anatomiche - ad esempio, il maggior spessore delle arterie prossime al cuore, che permette loro di sostenere la maggior forza del sangue - a conferma delle osservazioni contenute all'inizio del De motu cordis.

I metodi che Harvey usò nel De motu cordis consistevano nella vivisezione di molti animali di specie diverse e nell'uso dell'anatomia comparata per tracciare un quadro generale dell'azione cardiaca e della circolazione, valido per molti animali e non per un tipo solo. In questo uso dell'anatomia comparata, Harvey fu influenzato da Aristotele e da Fabrizi. Più nuovi erano invece gli esperimenti quantitativi per misurare quanto sangue lascia il cuore, e in base a questi alcuni hanno inserito Harvey nella stessa linea sperimentalista e meccanicista cui appartengono Galileo Galilei (1564-1642), René Descartes (1593-1650) e Isaac Newton (1642-1727). In realtà, ciò non è esatto. Harvey credeva ancora nella vecchia idea - anatema per i nuovi fisici del XVII secolo - che tutte le parti del corpo fossero state costruite per uno scopo; egli condivideva inoltre le vedute vitalistiche tradizionali, secondo cui la materia vivente avrebbe qualità speciali, ben superiori a quelle della materia inanimata. Harvey non avrebbe mai potuto quindi accettare l'analogia meccanicista cartesiana tra un organismo vivente e un orologio. La scoperta di Harvey fu dunque rivoluzionaria, ma la sua filosofia non lo era altrettanto.

Le origini delle scoperte di Harvey vanno ricondotte alle ricerche anatomiche svolte in Italia durante il Rinascimento, e alla ripresa dell'aristotelismo alla fine del XVI secolo. Harvey deve infatti l'accuratezza dell'osservazione alla tradizione anatomica, mentre la componente aristotelica si rivela nell'uso dell'anatomia comparata e nell'enfasi posta sulla supremazia del cuore rispetto a tutti gli altri organi. Nei capitoli 8 e 15 del De motu cordis, egli scrisse che il cuore era il centro del calore e della vita, e che il sangue tornava al cuore per recuperare il calore o "riserva vitale" (store of life) ceduto al corpo. Egli paragonò anche il cuore al Sole. Queste immagini, e l'interesse per la funzione cardiaca, erano tipicamente aristoteliche, e probabilmente spinsero Harvey a concentrare la sua attenzione sul cuore. Tuttavia egli affermò chiaramente che le sue idee sulla circolazione e sui suoi scopi erano solo provvisorie e del tutto separate della dimostrazione anatomica dell'esistenza della circolazione stessa.

La scoperta di Harvey incontrò forti opposizioni, ad esempio da parte di Jean Riolan il Giovane (1580-1657) in Francia, e James Primrose (1580-1659) in Inghilterra. Tra il 1660 e il 1670 l'idea della circolazione era però ormai in genere accettata, perfino alla Facoltà di Parigi, la sua più strenua oppositrice. Con l'avvento in Europa della nuova scienza, la scoperta di Harvey ne divenne un simbolo, anche se egli non ne avrebbe certo condiviso i principi fondamentali.

L'altro importante lavoro di Harvey fu De generatione animalium, pubblicato nel 1651 ma scritto in larga misura intorno al 1630. Il libro, assai più lungo del De motu cordis, non conteneva molte novità. Seguendo l'esempio di Aristotele e Fabrizi, Harvey esaminò le uova di gallina per seguire giornalmente lo sviluppo dell'embrione, e nei suoi studi sulla generazione animale utilizzò molti animali diversi. Egli arrivò alla conclusione che il seme non entra in contatto con l'uovo, ma che il principio formativo viene trasmesso dal seme all'uovo per via non materiale. Ciò era in contrasto con l'insegnamento aristotelico, secondo cui il seme maschile si unisce al sangue mestruale e lo modella attivamente per produrre l'embrione. Harvey riteneva che l'uovo fosse comune a tutte le forme di generazione, incluse quelle dei vivipari. Egli scrisse che nuove parti si sviluppano da quelle preesistenti, essendo la prima parte formata una goccia di sangue e non il cuore, come voleva invece Aristotele. Lo sviluppo, secondo Harvey, è un processo autonomo, il materiale contenuto nell'uovo ha la capacità di produrre nuove parti e agenti esterni, quali il seme, non hanno alcun ruolo. Le ricerche di Harvey avevano il supporto di numerose osservazioni anatomiche. De generatione, tuttavia, ebbe scarsa fortuna perché nel XVII secolo venne alla ribalta la teoria rivale della preformazione (secondo cui l'embrione è preformato e ha solo bisogno di crescere) e l'approccio harveyano sostanzialmente aristotelico fu dimenticato. Tra gli altri scritti di Harvey si annoverano lettere in difesa della circolazione del sangue e la bozza di un trattato sul movimento locale degli animali, rimasto inedito finché egli fu in vita.

Bibliografia

Exercitatio anatomica de motu cordis et sanguinis in animalibus, Frankfurt 1628
Exercitatio de circulatione sanguinis, Cambridge 1649

Exercitationes de generatione animalium, London 1651

Andrew Wear
King's College – Aberdeen UK

William Harvey

William Harvey (April 1, 1578 – June 3, 1657) was an English physician who is credited with being the first in the Western world to describe correctly and in exact detail the systemic circulation and properties of blood being pumped around the body by the heart.

Early Years

Harvey was born in his house (the nearest hospital to Folkestone is named after him) to a prosperous yeoman, Thomas Harvey, of Folkestone, Kent, Turkey Company merchant, and wife Joane Halke, of Hastingleigh Kent (1555-1556 – 8 November 1605), and educated at The King's School, Canterbury. At 16 years of age he was awarded a medical scholarship (founded by Matthew Parker, Archbishop of Canterbury, the first such scholarship in England, for which preference was given to Kentish Men) to Gonville and Caius College, Cambridge, through which he received a Bachelor of Arts degree in 1597.

John Caius, who refounded the college before Harvey’s time, used to advise his students to seek some part of their medical education abroad: like him, Harvey went on to the University of Padua (also attended by Copernicus), where he studied under Hieronymus Fabricius, and the Aristotelian philosopher Cesare Cremonini graduating in 1602. He returned to England and married Elizabeth C. Browne, daughter of Lancelot Browne, a prominent London physician. The couple had no children. He practiced as a physician in London, where he had an appointment at St Bartholomew's Hospital (1609–43) and became a Fellow of the Royal College of Physicians. After his time at St Bartholomew's he returned to Oxford and became Warden (head of house) of Merton College. In 1651 William Harvey donated money to the college for building and furnishing a library, which was dedicated in 1654. In 1656 he gave an endowment to pay a librarian and to present a yearly oration, which continues to happen to the present day in his honour. Harvey also left money in his will for the founding of a boys' school in his native town of Folkestone; opened in 1674, the Harvey Grammar School has had a continuous history to the present day.

Circulation of the blood

Ibn al-Nafis and Michael Servetus had described pulmonary circulation before the time of Harvey, all but three copies of Servetus' manuscript Christianismi Restitutio were destroyed and as a result, the secrets of circulation were lost until Harvey rediscovered them nearly a century later. Harvey travelled widely in the course of his researches, especially to Italy, where he stayed at the Venerable English College in Rome.

Hieronymus Fabricius, Harvey's teacher at Padua, had claimed discovery of "valves" in veins, but had not discovered the true use of them. The explanation that he had put forward did not satisfy Harvey, and thus it became Harvey's endeavour to explain the true use of these valves, and eventually, the search suggested to him the larger question of the explanation of the motion of blood. Harvey announced his discovery of the circulatory system in 1616 and in 1628 published his work Exercitatio Anatomica de Motu Cordis et Sanguinis in Animalibus (An Anatomical Exercise on the Motion of the Heart and Blood in Animals), where, based on scientific methodology, he argued for the idea that blood was pumped around the body by the heart before returning to the heart and being re-circulated in a closed system.

This clashed with the accepted model going back to Galen, who identified venous (dark red) and arterial (brighter and thinner) blood, each with distinct and separate functions. Venous blood was thought to originate in the liver and arterial blood in the heart; the blood flowed from those organs to all parts of the body where it was consumed. It was for exactly these reasons that the work of Ibn al-Nafis had been ignored in Europe.

Harvey based most of his conclusions on careful observations recorded during vivisections made of various animals during controlled experiments, being the first person to study biology quantitatively. He did an experiment to see how much blood would pass through the heart each day. In this experiment he used estimates of the capacity of the heart, how much blood is expelled each pump of the heart, and the amount of times the heart beats in a half an hour. All of these estimates were purposefully low, so that people could see the vast amount of blood Galen's theory required the liver to produce. He estimated that the capacity of the heart was 1.5 ounces, and that every time the heart pumps, 1/8 of that blood is expelled. This led to Harvey's estimate that about 1/6 of an ounce of blood went through the heart every time it pumped. The next estimate he used was that the heart beats 1000 times every half an hour, which gave 10 pounds 6 ounces of blood in a half an hour, and when this number was multiplied by 48 half hours in a day he realized that the liver would have to produce 540 pounds of blood in a day. At this time, common thought was that the blood was produced and not constantly recycled.

He proposed that blood flowed through the heart in two separate closed loops. One loop, pulmonary circulation, connected the circulatory system to the lungs. The second loop, systemic circulation, causes blood to flow to the vital organs and body tissue. He also observed that blood in veins would move readily towards the heart, but veins would not allow flow in the opposite direction. This was observed by another simple experiment. Harvey tied a tight ligature onto the upper arm of a person. This would cut off blood flow from the arteries and the veins. When this was done, the arm below the ligature was cool and pale, while above the ligature it was warm and swollen. The ligature was loosened slightly, which allowed blood from the arteries to come into the arm, since arteries are deeper in the flesh than the veins. When this was done, the opposite effect was seen in the lower arm. It was now warm and swollen. The veins were also more visible, since now they were full of blood. Harvey then noticed little bumps in the veins, which he realized were the valves of the veins, discovered by his teacher, Hieronymus Fabricius. Harvey tried to push blood in the vein down the arm, but to no avail. When he tried to push it up the arm, it moved quite easily. The same effect was seen in other veins of the body, except the veins in the neck. Those veins were different from the others - they did not allow blood to flow up, but only down. This led Harvey to believe that the veins allowed blood to flow to the heart, and the valves maintained the one way flow. Harvey further concluded that the heart acted like a pump that forced blood to move throughout the body instead of the prevailing theory of his day that blood flow was caused by a sucking action of the heart and liver. These important theories of Harvey represent two significant contributions to the understanding of the mechanisms of circulation.

Criticism of Harvey's work

Harvey's ideas were eventually accepted during his lifetime. His work was attacked, notably by Jean Riolan in Opuscula anatomica (1649) which forced Harvey to defend himself in Exercitatio anatomica de circulatione sanguinis (also 1649) where he argued that Riolan's position was contrary to all observational evidence. Harvey was still regarded as an excellent doctor. He was personal physician to James I (1618-1625). After his and others' attempts to cure James of his fatal illness failed, he became a scapegoat for that failure amidst rumours of a Catholic plot to kill James, but was saved by the personal protection of Charles I (to whom he was also personal physician, from 1625 to 1647). He took advantage of these royal positions by dissecting deer from the royal parks and demonstrating the pumping of the heart on Viscount Montgomery's son, who had fallen from a horse when he was a boy, leaving a gap in his ribs, subsequently covered by a metal plate, which he was able to remove for Harvey. "I immediately saw a vast hole," Harvey wrote, and it was possible to feel and see the heart's beating through the scar tissue at the base of the hole.

His research notes were destroyed in riots in London at start of the English Civil War. He himself went with the king on campaign, and was in charge of the royal children's safety at the Battle of Edgehill, hiding them in a hedge with them reading a book, then forced by enemy fire to shelter behind the Royalist lines, and at the end of the battle tending to the dying and wounded. Harvey also became the lecturer to the Royal College of Physicians (1615-56).

Marcello Malpighi later proved that Harvey's ideas on anatomical structure were correct; Harvey had been unable to distinguish the capillary network and so could only theorize on how the transfer of blood from artery to vein occurred.

Even so, Harvey's work had little effect on general medical practice at the time — blood letting, based on the prevailing Galenic tradition, was a popular practice, and continued to be so even after Harvey's ideas were accepted. Harvey's work did much to encourage others to investigate the questions raised by his research, and to revive the Muslim tradition of scientific medicine expressed by Nafis, Ibn SinaRhazes. (See also: François Bernier)

Later years and afterwards

Harvey was a physician and a remarkable natural Historian. Harvey died of a stroke in 1657 at the age of seventy-nine. He was buried in St Andrews Church, Hempsted, England. Pulitzer Prize-winning historian Arthur Schlesinger Jr. included William Harvey in a list of "The Ten Most Influential People of the Second Millennium" in the World Almanac & Book of Facts.

Dictionnaire historique
de la médecine ancienne et moderne

par Nicolas François Joseph Eloy
Mons – 1778




Folkestone

Panorama del porto

Folkestone è una città dell'Inghilterra sud-orientale situata nella contea del Kent e affacciata sullo stretto di Dover. L'area dove sorge la città fu abitata fin dai tempi più antichi: nelle vicinanze infatti sono state trovate rovine romane, normanne e sassoni. Nel Medioevo la città fu associata alla vicina Dover e nel 1621 ricevette il permesso di costruire un proprio porto. Durante la seconda guerra mondiale la città fu seriamente danneggiata dall'artiglieria tedesca e dai bombardamenti aerei.

Oggi Folkestone è una delle località turistiche più importanti dell'Inghilterra e dal suo porto partono continuamente dei traghetti che collegano l'isola al continente. La città possiede anche delle bellissime spiagge e celebri chiese, come quella di St Mary, costruita nel XIII secolo sulla sommità di un'aspra parete rocciosa. La città è capolinea inglese dell'Eurotunnel, il tunnel che collega il Regno Unito al resto del continente attraverso il canale della Manica.

Folkestone

Folkestone  is the principal town in the Shepway District of Kent, England. Its original site lay in a stream valley in the cliffs here; and its subsequent development was through fishing and its proximity to the Continent as a landing place and trading port. The coming of the railways and the building of a ferry port, together with its growing importance as a seaside resort led to further growth. Both the latter activities have been in decline of late; there are development plans to halt that decline.

History

The name of Folkestone probably has its origin with its original Celtic inhabitants, although it was not until the late 7th century that the spelling Folcanstan appears. One suggestion is that this refers to Folca's stone; another suggestion is that it came from a Celtic personal name, with the addition of ton, meaning place.

Folkestone’s history, as with so many towns in this part of southern England, probably began with the fact of its proximity to the Continent, when groups of Brythonic invaders occupied East Kent. The Romans followed, and after them the Saxons. A Norman knight held the Barony of Folkestone, by which time the settlement had become a fishing village. That led to its entry as a part of the Cinque Ports in the thirteenth century; and with that the privilege of being a wealthy trading port. At the start of the Tudor period it had become a town in its own right. Wars with France meant that defences had to built here; and soon plans for a Folkestone Harbour began to be made. Folkestone, like most settlements on the south coast, became involved in smuggling during the eighteenth century. At the beginning of the eighteenth a harbour became a reality, but it was the coming of the railways in mid-century that proved to be the town’s future. With it came the tourist trade, and the two industries, port and seaside resort, were the making of its prosperity until changes in tourist opportunities in the mid twentieth century brought about its present somewhat depleted fortunes.

Geography

Folkestone is located where the southward edge of the North Downs escarpment meets the sea. The cliffs here are composed of Greensand , in contrast to the white cliffs at Dover further to the north. A small stream, the River Pent, cuts through the cliffs at this point, providing the original haven for fishermen and cross-channel boats. The cliffs are constantly under attack from the sea: the original headlands, which once protected the port, ceased to do so, and artificial protected in the form of breakwaters and piers have been necessary since the 17th century. The town is now built on both sides of the original valley: the West Cliff, and The Bayle to the east. Within the town is Cheriton, where the Channel Tunnel northern exit is located; Newington; and Peene.

On 28 April 2007, an earthquake with its epicentre 1km East of Folkestone occurred at 8:18am. It was registered at 4.2 on the Richter scale, and was felt for up to 15 seconds, and many residents in Folkestone and surrounding areas said they felt their house shake. Folkestone was damaged the worst with power out to thousands of homes and some houses being evacuated due to chimneys falling through houses. One person was injured.

During the 1980s and 1990s the construction of the Channel Tunnel provided employment for many, as well as bringing many to the area, and on completion the running of service still provides work for many. It is hoped that High Speed 1 will give the area an additional economic boost.

Notable people from Folkestone

There are a large number of people with connections to the town who have made themselves important in one sphere or another. Men such as William Harvey, discoverer of the circulation of the blood; and Samuel Plimsoll who invented the line named after him for ship safety. There have been many actors and actresses, some starting their careers at Arthur Brough's Folkestone Repertory Company; comedians including Michael Bentine; and a large number of artists in various fields. Wilkie Collins, Radclyffe Hall and A.E. Coppard were all writers; and there have also been musicians: Noel Redding among them. Sport is well represented: numbers of cricketers and football players have Folkestone connections. King Edward VII and his mistress Alice Keppel (great-grandmother of Camilla, Duchess of Cornwall) regularly enjoyed the luxury (and discretion) of the Grand Hotel on The Leas. Eamon Everall, Artist/Educator and founder member of the Stuckism, art movement attended the Harvey Grammar school and Folkestone School of Art and still maintains a base here. He is currently working on a series of twenty portraits of artists associated with Stuckism including one of Billy Childish, he plans to exhibit them in the town at the end of the current year.